Oggi è il 9 maggio, giorno dell’Europa Unita. da Monica Frassoni coPredidente Verdi europei
Il 9 maggio del 1950, il Ministro degli Affari esteri francese Robert Schuman, nato lussemburghese e di nazionalità tedesca, divenuto poi francese grazie al trattato di Versailles, pronunciò un bellissimo discorso, presentando il piano con il quale proponeva di mettere sotto un’alta autorità la produzione dei due materiali indispensabili per qualunque guerra di quei tempi, l’acciaio e il carbone. Discorso potente, che sarebbe il caso di riascoltare oggi; coloro che pensano che sia obsoleto, dovrebbero guardarsi intorno e ripensarci bene.
Il 9 maggio del 1950, il Ministro degli Affari esteri francese Robert Schuman, nato lussemburghese e di nazionalità tedesca, divenuto poi francese grazie al trattato di Versailles, pronunciò un bellissimo discorso, presentando il piano con il quale proponeva di mettere sotto un’alta autorità la produzione dei due materiali indispensabili per qualunque guerra di quei tempi, l’acciaio e il carbone. Discorso potente, che sarebbe il caso di riascoltare oggi; coloro che pensano che sia obsoleto, dovrebbero guardarsi intorno e ripensarci bene.
E già che siamo in tema di discorsi europei, vi chiedo di lasciarvi “trasportare” anche dalla passione che traspare dalle parole di Caroline Lucas, deputata ecologista inglese, quando parla di Europa in un discorso prima del referendum del 2016.
Le sue parole, semplici e forti, ci riportano alle ragioni di base per le quali non possiamo lasciarci soffiare dalla destra, dai liberisti, dalla finanza, la battaglia per un’Europa unita e democratica, simbolo di pace, di lotta per i diritti e per una società aperta e contro i cambiamenti climatici.
È facile parlare di distruggere, smantellare e ricostruire (anche da parte di sedicenti progressisti di sinistra): così invece si scansa la fatica di rimboccarsi le maniche per cambiare la UE dall'interno. Si evita di fare politica e di distinguere fra le decisioni delle istituzioni della UE (alle quali partecipano tutti), di sporcarsi le mani combattendo su ogni direttiva, ogni regola, mettendo a nudo le insufficienze, le politiche sbagliate, le procedure da cambiare, ma anche riconoscendo le cose fatte e fatte bene, cercando di giocare a pieno un ruolo nelle decisioni che si prendono.
Anche se molti non lo credono, il potere a Bruxelles c’è, ma non è né impenetrabile né immutabile. Non si tratta di riprendersi una fantomatica sovranità perduta: si tratta di lottare e migliorare un progetto che non è certo perfetto, ma che ha rivoluzionato (questa sì che è stata una vera rivoluzione) la storia sanguinosa del nostro continente.
Grazie Robert Schuman, grazie Altiero Spinelli, grazie Simone Veil, grazie a tutte quelle donne e quegli uomini che hanno combattuto per questo ideale che si è trasformato nella realtà di tutti noi cittadini europei.
Buona festa dell'Europa a tutti!
Nessun commento:
Posta un commento