martedì 16 aprile 2024

Il governo cubano chiede la pace in Medio Oriente

 Il governo cubano chiede la pace in Medio Oriente

Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri cubano.
Cuba ha messo in guardia sui pericoli dell'impunità con cui Israele ha agito contro i Paesi del Medio Oriente con la complicità e il sostegno del governo degli Stati Uniti. L'attacco illegale al consolato della Repubblica Islamica dell'Iran a Damasco, in flagrante violazione del diritto internazionale e della Convenzione di Vienna del 1961, ha messo in pericolo la pace e la sicurezza internazionale, portando a una possibile regionalizzazione del conflitto con conseguenze imprevedibili per la pace mondiale. L'incapacità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di rispondere con decisione al precedente bombardamento del consolato è stato il catalizzatore della risposta iraniana della scorsa notte.
Ancora una volta chiediamo la de-escalation della violenza nella regione mediorientale, che richiede necessariamente un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza per porre fine al genocidio che oggi viene commesso contro il popolo palestinese. Cuba sarà sempre dalla parte della pace, della giustizia e del rispetto del diritto internazionale.
Ribadiamo che non ci saranno pace e stabilità in Medio Oriente fino a quando non sarà raggiunta una soluzione globale, giusta e duratura al conflitto israelo-palestinese, che includa la creazione di uno Stato palestinese sovrano e indipendente sui confini precedenti al 1967, con Gerusalemme Est come capitale, e il ritorno dei rifugiati alla loro terra. Inoltre, che l'ingresso dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite sia garantito senza ulteriori ritardi.
L'Avana 14 aprile 2024

mercoledì 10 aprile 2024

Turbigo. Nota del centrosinistra dopo intervento del prefetto

 Gruppo Civico

sìAmo Turbigo – Renata Cerutti Sindaco

 

Turbigo, 9 aprile 2024

COMUNICATO STAMPA

Sono indiscutibilmente tempi in cui l’umanità predilige la guerra al dialogo e troppe 

persone sono state contagiate da questo richiamo primordiale alla contrapposizione.

Per arrivare all’aspetto pratico della vicenda, sarebbe stato sufficiente che la figura che si 

definisce”Sindaco di tutti “ avesse cercato soluzioni anche per le minoranze turbighesi. Non 

aiuta una comunità stigmatizzare una parte di essa quale responsabile di pretese a scapito 

di altri. 

Ed è sbagliatissimo perseverare su questa strada imboccata.

“Non rientra tra le nostre priorità e i nostri obiettivi di governo”. Queste le gravissime parole 

(rilasciate a un telegiornale) con cui il sindaco di Turbigo ha liquidato in un primo momento,

la richiesta di fare la festa di fine Ramadan a Turbigo.

Parole molto gravi, che però sono la sintesi della politica di chi amministra dal 2001: una 

politica vuota, autoreferenziale, arrogante e molto poco inclusiva

Un modus operandi che Turbigo ha già conosciuto negli anni passati: come il Comune di 

Turbigo ha deciso di non rispondere, per settimane, a chi ha chiesto di poter organizzare la 

festa di fine Ramadan, allo stesso modo il Comune di Turbigo ha deciso di non rispondere, 

per settimane, alle richieste fatte da ProLoco, ANPI, privati cittadini e consiglieri comunali 

d’opposizione che da oltre tre mesi attendono la possibilità di discutere una mozione sul 

mancato funzionamento dell’Ufficio Tecnico.

Un modo di far politica che cerca facili alibi: si è arrivati a dire che lo spazio per la festa del 

Ramadan non c’era per mancanza di personale nella Polizia Locale e in altri uffici. Come 

spesso capita, chi amministra Turbigo prova a scaricare le colpe sugli uffici comunali, non 

avendo la forza ed il coraggio di assumersi le responsabilità delle proprie scelte.

Questo modo di fare politica “autoritaria” porta la maggioranza a sentirsi in potere di 

decidere a chi rispondere e a chi no, a chi concedere spazi pubblici e a chi no.

Un modo di far politica sterile, che punta al dividere, non ad unire. Un modo di far politica 

in cui gli spazi pubblici sono considerati come patrimonio esclusivo della maggioranza 

consiliare e del proprio seguito.

Un modo di far politica che però si scontra con la Costituzione Italiana: tanto è vero che 

prima il TAR ha intimato al Comune di Turbigo a dare una riposta e poi il Prefetto ha fatto 

in modo che una soluzione venisse trovata e che la festa di fine Ramadan venisse 

organizzata, andando a smentire le affermazioni del Sindaco stesso. Un Sindaco che non è 

stato in grado di decidere (o se vogliamo dirla tutta il non rispondere esprime già una 

decisione) ed è stato quindi sostituito nelle sue funzioni dal Prefetto. Una situazione tale è 

paragonabile ad una sorta di commissariamento, che mette in evidenza tutta 

l’inadeguatezza e l’incapacità di chi amministra Turbigo oltre a mettere in cattiva luce il 

nostro paese agli occhi degli Italian

Pizzarotti esce da più Europa

Dal fb di Federico Pizzarotti, già Sindaco di Parma 

 Lascio Più Europa! 

Cari amici e compagni di viaggio,

mi rivolgo a voi con il cuore pesante, conscio della delicatezza e della portata della mia decisione. Questo è un messaggio difficile e che non pensavo mi sarei trovato a scrivere, poiché porta con sé un peso emotivo che solo coloro che hanno vissuto la nostra avventura possono comprendere appieno.


Fin dall'inizio, il mio ingresso in +Europa, scelta fatta in virtù delle storiche battaglie per i diritti e le libertà individuali e per le iniziative fatte insieme negli anni, aveva come obiettivo far crescere il partito nei territori e aggiungendo temi, iniziative e intenti nuovi. 


Tuttavia, negli ultimi tempi, ho assistito a una serie di scelte e di direzioni assunte dal nostro segretario che non riesco a condividere e che, a malincuore, non posso sostenere. Sento che le decisioni recenti non solo si discostano dall'essenza dei nostri principi fondanti, ma rischiano anche di snaturare completamente il progetto per cui tutti abbiamo lavorato e per il quale abbiamo sacrificato innumerevoli ore di impegno e passione.


Questa alleanza, per me anomala, con Italia Viva sta contaminando l’iniziativa di Più Europa con un modo di intendere la politica - quello di Cuffaro e della Nuova DC con i suoi candidati, della moglie di Mastella o della rete di Cesaro in Campania - poco “europei” e molto distanti dal nostro modo di fare politica e dalla nostra missione originale.

Un'alleanza che non ha messo al centro i temi o le famiglie europee, ma il solo intento di superare la soglia del 4% ed eleggere qualcuno.

Un’alleanza che non verrebbe dimenticata il giorno dopo, come qualcuno spera, ma che mette di fatto fine alla novità finora rappresentata da +E.


Dopo discussioni animate e un personalissimo esame di coscienza, sono giunto alla sofferta conclusione che il mio cammino all'interno del partito deve concludersi qui.


La decisione di allontanarmi non è stata presa alla leggera, ma con il massimo rispetto per gli ideali che ci hanno uniti e per le persone che continuano a lottare per essi. Non è una scelta contro nessuno, ma una necessità personale di rimanere fedele a me stesso e ai valori che mi hanno spinto a intraprendere questa avventura.


"Non c'è politica senza cultura, altrimenti è solo un consiglio d'amministrazione.  In politica non è più scontato metterci degli ideali” diceva Emma Bonino, e per me l'interpretazione senza filtri di questa" lista di scopo" è proprio che risulta solo un consiglio di amministrazione. 

Dove non c'è unità di intenti, se non essere eletti, con soggetti che appartengono a famiglie europee diverse, indebolendo i liberali. 


Le rivoluzioni partono dagli ideali comuni, non da unioni costruite per interesse, e senza prospettive. 

Lascio la comoda candidatura garantita da presidente di partito, per intraprendere un percorso indipendente, non senza rischi ma in cui credere senza gli imbarazzi per compagni di viaggio che non vorrei avere a fianco. 


Lascio con la speranza che il partito possa ritrovare la sua bussola morale e tornare al percorso che mi aveva avvicinato. Anche se i nostri sentieri si separano, continuerò a combattere per le nostre cause comuni in altri modi, portando sempre con me le lezioni apprese e gli affetti nati in questi anni insieme.

Vi auguro il meglio, con la promessa che il mio impegno per un mondo più giusto non si estinguerà mai. Sarò sempre grato per il tempo condiviso, le battaglie affrontate. Spero che un giorno, i nostri sentieri possano incrociarsi nuovamente, sotto migliori auspici.

Con affetto e rispetto,

Federico Pizzarotti