mercoledì 10 aprile 2024

Turbigo. Nota del centrosinistra dopo intervento del prefetto

 Gruppo Civico

sìAmo Turbigo – Renata Cerutti Sindaco

 

Turbigo, 9 aprile 2024

COMUNICATO STAMPA

Sono indiscutibilmente tempi in cui l’umanità predilige la guerra al dialogo e troppe 

persone sono state contagiate da questo richiamo primordiale alla contrapposizione.

Per arrivare all’aspetto pratico della vicenda, sarebbe stato sufficiente che la figura che si 

definisce”Sindaco di tutti “ avesse cercato soluzioni anche per le minoranze turbighesi. Non 

aiuta una comunità stigmatizzare una parte di essa quale responsabile di pretese a scapito 

di altri. 

Ed è sbagliatissimo perseverare su questa strada imboccata.

“Non rientra tra le nostre priorità e i nostri obiettivi di governo”. Queste le gravissime parole 

(rilasciate a un telegiornale) con cui il sindaco di Turbigo ha liquidato in un primo momento,

la richiesta di fare la festa di fine Ramadan a Turbigo.

Parole molto gravi, che però sono la sintesi della politica di chi amministra dal 2001: una 

politica vuota, autoreferenziale, arrogante e molto poco inclusiva

Un modus operandi che Turbigo ha già conosciuto negli anni passati: come il Comune di 

Turbigo ha deciso di non rispondere, per settimane, a chi ha chiesto di poter organizzare la 

festa di fine Ramadan, allo stesso modo il Comune di Turbigo ha deciso di non rispondere, 

per settimane, alle richieste fatte da ProLoco, ANPI, privati cittadini e consiglieri comunali 

d’opposizione che da oltre tre mesi attendono la possibilità di discutere una mozione sul 

mancato funzionamento dell’Ufficio Tecnico.

Un modo di far politica che cerca facili alibi: si è arrivati a dire che lo spazio per la festa del 

Ramadan non c’era per mancanza di personale nella Polizia Locale e in altri uffici. Come 

spesso capita, chi amministra Turbigo prova a scaricare le colpe sugli uffici comunali, non 

avendo la forza ed il coraggio di assumersi le responsabilità delle proprie scelte.

Questo modo di fare politica “autoritaria” porta la maggioranza a sentirsi in potere di 

decidere a chi rispondere e a chi no, a chi concedere spazi pubblici e a chi no.

Un modo di far politica sterile, che punta al dividere, non ad unire. Un modo di far politica 

in cui gli spazi pubblici sono considerati come patrimonio esclusivo della maggioranza 

consiliare e del proprio seguito.

Un modo di far politica che però si scontra con la Costituzione Italiana: tanto è vero che 

prima il TAR ha intimato al Comune di Turbigo a dare una riposta e poi il Prefetto ha fatto 

in modo che una soluzione venisse trovata e che la festa di fine Ramadan venisse 

organizzata, andando a smentire le affermazioni del Sindaco stesso. Un Sindaco che non è 

stato in grado di decidere (o se vogliamo dirla tutta il non rispondere esprime già una 

decisione) ed è stato quindi sostituito nelle sue funzioni dal Prefetto. Una situazione tale è 

paragonabile ad una sorta di commissariamento, che mette in evidenza tutta 

l’inadeguatezza e l’incapacità di chi amministra Turbigo oltre a mettere in cattiva luce il 

nostro paese agli occhi degli Italian

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