Nel mezzo dell’Himalaya, negli anni ’70, le donne Chipko creano il movimento Hug The Tree Movement. La difesa con il proprio corpo degli alberi è lo strumento di lotta, per difendere la foresta, fonte di sostentamento della loro società. La deforestazione sta causando un disastro naturale, il territorio si degrada e le fonti di acqua si inquinano gli animali selvaggi muoiono.
Erano i tempi di Indira Gandhi, ma ancora oggi la protezione dura
La tecnica di lotta? Abbracciare gli alberi e resistere ("Chipko" in Hindi significa "aggrapparsi").
Nel 1973 una donna che stava pascolando le mucche vide alcune persone munite di scuri, chiamò a raccolta le compagne che circondarono questi uomini dicendo: "Questa foresta è la nostra madre. Quando c’è poco cibo, veniamo qui a raccogliere erbe e frutta secca per nutrire i nostri bambini. Troviamo piante e funghi. Non potete toccare questi alberi". Insieme, istituirono squadre di sorveglianza ed il governo fu obbligato a costituire un comitato, che raccomandò la cessazione per 10 anni dei tagli a scopo commerciale nel bacino dell’Alakananda
Funzionò gli alberi non vennero questa volta tagliati .
Un imprenditore disse , al culmine del duro confronto:
"Voi stupide donne di paese, lo sapete che cosa fruttano queste foreste?
Resina, legno, e tanta valuta straniera!"
Le donne risposero:
"Sì, lo sappiamo. Cosa fruttano le foreste.
Terra, acqua, ed aria pura,
terra, acqua, ed aria pura."
Trecento anni fa, tante donne della comunità Bishnoi nel Rajasthan (India), guidati da Amrita Devi, sacrificarono le proprie vite per salvare dall’abbattimento dei loro khejri, alberi sacri, cingendoli con le braccia. Inizia con quest’evento la storia del Chipko.
Fonti Carlo Quercophilus Papalini
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