venerdì 9 aprile 2021

In memoria di Filippo di Edimburgo

Due ricordi. Da Grazia Francescato (WWF) e da Andrea Balzarotti (storico) 

Scrive Grazia Francescato 



 Tengo la sua foto sul mio tavolo da più di vent'anni. Ventisei per l'esattezza, perché me l'ha regalata nel 1995, quando é venuto a Roma per far visita al WWF Italia, di cui ero all'epoca Presidente. Lui era il principe Filippo d'Edimburgo, morto oggi a quasi cento anni, per decenni presidente del WWF Internazionale, naturalista appassionato (amava soprattutto il birdwatching alle prime luci dell'alba), ironia ed autoironia tipicamente britanniche sempre pronte e, soprattutto, 'no nonsense'...Ovvero, poche chiacchiere, badiamo all'essenziale...

La stampa gossip si é sempre divertita a presentarlo come un gaffeur, una specie di farfallone spesso dedito ad attività aristocraticamente 'leggere', compresa la seduzione di dame altolocate, sopportate con la solita inalterabile dignità dalla Regina.

Non lo riconosco in questo ritratto superficiale ed ingiusto.


L'ho frequentato da vicino, perché ero nel board (unica donna!!) del WWF International quando lui lo presiedeva e sono stata con lui e gli esponenti al vertice di decine di WWF di altrettanti paesi ai vertici mondiali dell'associazione che si tenevano ogni anno: dal Sud Africa alla Germania, dal Nepal al Pakistan.


Senza dimenticare le tappe italiane, nella sede e nelle Oasi del WWF Italia, nonché ospite di Francesco Rutelli, all'epoca sindaco della Città eterna e di Loredana De Petris, assessore all'ambiente di Roma, in indimenticabili eventi dedicati alla difesa della Natura (vedi foto).


A lui devo il mio interesse per il dialogo tra religioni e movimenti di conservazione dell'ambiente. Cominciò nel 1986 ad Assisi, lanciando una 'santa alleanza' con i maggiori rappresentanti delle religioni mondiali e continuò fondando l'ARC (Alliance Religions and Conservation) al Castello di Windsor nel 1995. 

Iniziative da cui sono nati centinaia di progetti concreti in tutto il mondo ad opera delle varie fedi (ve ne parlerò più a lungo nei giorni prossimi).

Intanto mi premeva rendere omaggio ad una figura di ambientalista ante litteram spesso misconosciuta o male interpretata; e far arrivare alla sua famiglia e ai tanti amici con cui abbiamo condiviso il privilegio di conoscerlo (tra cui il fondatore del WWF Italia , Fulco Pratesi molto apprezzato da 

Filippo) le mie condoglianze e la sincera tristezza  per la sua fine. Ineludibile, attesa da mesi, ma non per questo meno toccante.

Scrive Andrea 

Questa mattina, al castello di Windsor, è venuto a mancare Filippo, duca di Edimburgo e principe consorte della regina Elisabetta II d'Inghilterra.

Filippo è stato un uomo che, nel bene o nel male, ha segnato un'epoca, servendo il suo paese dapprima come militare e poi come principe consorte per quasi sessant'anni. Dei tanti titoli che negli anni aveva collezionato, quello di "re delle gaffes" che la stampa gli aveva affibbiato era quello che sembrava compiacerlo di più. Volitivo, spiritoso, mente strategica, molto amante dei pic-nic in campagna e ben poco delle cerimonie pompose alle quali si trovava a disagio. Molte cose si sono dette su di lui, scherzando o con la rabbia tra i denti, ma in questi anni ha finito per divenire una vera e propria icona non solo nel suo paese, ma anche a livello internazionale, mostrandosi in pubblico sempre disinvolto e libero dall'etichetta per controbilanciare il necessario rigore che Elisabetta doveva mantenere come capo di stato.

Cosa possiamo dire infine dello scherzoso Filippo? Che l'ultimo tiro mancino l'ha giocato a tutti: se n'è andato a 99 anni prima di compiere i 100, tanto, come aveva lui stesso affermato in un'intervista qualche tempo fa, "i festeggiamenti son cose che non mi interessano...". Buon viaggio altezza



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