riceviamo e volentieri pubblichiamo
"I danni
all'ambiente causati dalle imprese non possono più restare impuniti: questo è
il messaggio, forte e chiaro, che il Parlamento europeo manda oggi alla
Commissione” - così Eleonora Evi, europarlamentare di Europa Verde, sul
voto di oggi in merito alla responsabilità delle imprese per danni ambientali.
In particolare, il Parlamento europeo chiede di rafforzare gli strumenti di lotta ai reati ambientali, come la Direttiva sulla responsabilità ambientale e la Direttiva sui crimini ambientali, estendendone inoltre la copertura a nuove tipologie di reato e, soprattutto, dando mezzi efficaci e trasparenti di accesso alla giustizia e compensazione per le vittime.
“Un aspetto fondamentale” - aggiunge Evi - è la richiesta di compensazioni adeguate e rapide alle vittime, perché solo alle imprese spetta sostenere l’intero costo dei danni ambientali di cui sono responsabili, direttamente o indirettamente. Chiediamo pene esemplari non solo per i danni causati dalle aziende negli Stati membri, ma anche per quelli provocati in paesi terzi, per evitare che si ripetano oltraggi ambientali come quelli perpetrati dai grandi colossi del fossile, come ENI, fuori dall’Europa”.
"Non possiamo continuare a permettere che le aziende che distruggono ecosistemi, danneggiano la biodiversità e creano danni climatici restino impunite, basti pensare al caso Caffaro di Brescia. È ora che il principio secondo cui chi inquina paga trovi concreta applicazione" - conclude l’eurodeputata, membro di Ecocide Alliance, una rete di legislatori che opera a livello internazionale per il riconoscimento del reato di ecocidio.
A coronamento di questo nuovo corso nella lotta
ai crimini ambientali, il Parlamento europeo chiede alla Commissione di
valutare il riconoscimento del reato di ecocidio nel diritto europeo, come
sempre più Stati stanno facendo in Europa e nel resto del mondo.
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