mercoledì 8 aprile 2020

l’inaugurazione dello pseudo “ospedale” in fiera

Il parere del Dott. Giuseppe Bruschi, Cardiochirurgo al Niguarda.

"Che dispiacere…. Sono medico, sono lombardo… oggi però con l’inaugurazione dello pseudo “ospedale” in fiera mi sento triste…
Ringraziando chi ha lavorato e profuso il proprio impegno continuo ed instancabile, chi nel piccolo ha donato perché questo progetto fosse realizzato… 
Tuttavia l’idea di realizzare una terapia intensiva in fiera non sta ne in cielo ne in terra… Una terapia intensiva non può vivere separata da tutto il resto dell’Ospedale. Una terapia intensiva funziona solo se integrata con tutte le altre Strutture Complesse che costituiscono la fitta ragnatela di un Ospedale (dai laboratori alla radiologia, della farmacia agli approvvigionamenti, della microbiologia all’anatomia patologica); perché i pazienti ricoverati in terapia intensiva necessitano della continua valutazione integrata di diverse figure professionali, non solo degli infermieri e dei rianimatori ma degli infettivologi, dei neurologici dei cardiologi, dei nefrologi e perfino dei chirurghi… Quindi per vivere una terapia intensiva ha bisogno di persone, di professionisti integrati nella loro attività quotidiana mutli-disciplinare.
L’idea quindi di creare dei posti letti slegati da questa realtà (senza entrare nel merito di quanti… 600 – 500 – 400 – 250 – 100 – 12!) mi sembra assurda. Sarebbe stato più logico spendere le energie e le donazioni raccolte per ristrutturare o riportare in vita alcuni dei tanti padiglioni “abbandonati” degli Ospedali Lombardi (Niguarda, Sacco, Varese…). Si sarebbe investito nel sistema in essere e quanto creato sarebbe rimasto in dotazione alla Sanità Lombarda, potendo poi essere utilizzato ancora come terapia intensiva oppure riutilizzabile con altre finalità ma sempre all’interno di un Ospedale funzionante. La Lombardia non aveva certo bisogno di dimostrarsi superiore alla Cina costruendo un “Ospedale” in fiera… bastava vedere quanto fatto da tutti i dipendenti degli Ospedali Lombardi che in questi 40 giorni hanno “creato” oltre 600 posti di rianimazione dal nulla, con il loro costante lavoro e sostanzialmente iso-risorse…"

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