mercoledì 29 aprile 2020

ENTI LOCALI E COMUNITA' TERRITORIALI: RIPRENDIAMOCI LA CASSA! di Marco Bersani

L'epidemia da Covid-19 obbliga a mettere in discussione il paradigma della ricerca di una folle crescita, interamente basata sulla velocità dei flussi di merci, persone e capitali e sulla conseguente iperconnessione dei sistemi finanziari, produttivi e sociali. Sono esattamente i canali che hanno permesso al virus di portare il contagio a tutto il pianeta a velocità mai viste prima, viaggiando nei corpi di manager, amministratori delegati, tecnici iperspecializzati, così come in quelli di lavoratori dei trasporti e della logistica, e di turisti.

Ripensare l'organizzazione della società comporta la rilocalizzazione delle attività produttive a partire dalle comunità territoriali, che dovranno essere il fulcro di una nuova economia trasformativa, ecologicamente e socialmente orientata. Analogamente, saranno i Comuni e le città i luoghi dentro cui ripensare il nuovo modello sociale e democratico.
La precondizione perché questa strada sia finalmente imboccata è liberare gli uni e le altre dalla gabbia del debito e dai vincoli finanziari che in questi decenni ne hanno impedito il mantenimento della storica funzione pubblica e sociale.
Siamo di fronte a una biforcazione senza precedenti: la strada fin qui seguita porta dritto al default di tutti gli enti locali e alla definitiva spoliazione della ricchezza sociale delle comunità territoriali, fatta di territorio, patrimonio pubblico, beni comuni e servizi; l'alternativa è la riappropriazione sociale di tutto quello che ci appartiene e la realizzazione di una reale democrazia partecipativa di prossimità.
Intende intraprendere la prima strada il Comune di Firenze, il cui sindaco ha recentemente annunciato di essere pronto a “qualunque tipo di battaglia per salvare la città dal lastrico”, specificando che intende indebitare le casse comunali “mettendo a garanzia il patrimonio edilizio del Comune”. Cosa si salvi dopo aver consegnato alle banche musei, scuole, mercati, teatri, impianti sportivi, sedi amministrative e politiche è facile indovinarlo: nulla.
Ha decisamente imboccato la strada dell'alternativa la città di Napoli, che ha recentemente approvato una delibera, attraverso la quale rompe la gabbia del debito e reclama un nuovo protagonismo dell'ente locale, dopo decenni di politiche liberiste e di austerità.

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