Liberanotizie rilancia questo articolo uscito su Jacobin, perchè è un ottimo articolo, per farVi conoscere questa importante e utile rivista On line, e perchè il tema trattato è fondamentale che venga esteso il più possibile al dibattito pubblico.
I difensori dello status quo neoliberista usano trattati e accordi commerciali per sottrarsi al dibattito pubblico e imporre ancora le loro regole, nonostante i fallimenti del mercato evidenziati dalla crisi sanitaria.
Articolo di Francesco Paniè
Una interessante interpretazione di Quinn Slobodian ha di recente messo in questione la proposta di Karl Polanyi, secondo cui l’ideologia neoliberale si condenserebbe nel dogma del mercato come entità capace di autoregolarsi.
Il complesso e costante lavoro di tessitura è in atto anche in questo momento di profonda crisi, nel tentativo di volgerla ancora una volta in favore di un’agguerrita minoranza. Ogni crisi, del resto, rappresenta sempre un’opportunità per qualcuno e l’epidemia di Covid-19 è oggi il campo di battaglia su cui si fronteggiano forze che tirano in direzioni opposte. Da un lato i movimenti della società civile premono per un cambiamento radicale in senso emancipativo dell’organizzazione sociale ed economica, dall’altro chi ha retto i pilastri dello status quo pretende un ritorno alla «normalità» il più possibile indolore. Oltre che su una maggiore capacità di influenza dovuta al potere economico e finanziario, questa seconda falange può contare su alcuni sistemi di soft law creati ad hoc, che permettono ai suoi scherani di esercitare un potere impositivo sulle autorità pubbliche praticamente impossibile da contrastare. Ѐ il caso del meccanismo di arbitrato internazionale Isds (Investor-State Dispute Settlement), un sistema giudiziario per le imprese ideato negli anni Settanta e votato alla difesa della centralità del mercato nel sistema di relazioni contemporaneo. Se la crisi può essere tramutata in opportunità di accumulazione è grazie a strumenti come l’Isds, che permettono alle grandi aziende di aggirare le corti ordinarie e imboccare una corsia preferenziale per giocarsi la partita giudiziaria su un terreno di gioco inclinato e con l’arbitro a favore.
Tra accademici è in corso un dibattito intenso. Studi legali specializzati e think tank di settore discettano della possibilità di sfruttare le vaste potenzialità dell’arbitrato per rovesciare sugli Stati tutti i costi della pandemia. Questi esperti stanno cercando di guardare oltre la minaccia sanitaria, per capire quali strategie legali suggerire alle società che vogliono lucrare contestando politiche pubbliche adottate sull’onda dell’emergenza. E molti suggeriscono che il Coronavirus avrà, fra gli altri, l’effetto di far crescere le cause arbitrali intentate da investitori esteri ai governi.
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