Al poeta della canzone d'autore italiana
Al narratore di una vita autentica quando vissuta forte dei propri ideali
sino alla rosa d'inverno cantata e mai temuta
Al professore di tante generazioni di studenti affascinati e cresciuti nell'ascolto delle sue parole
All'uomo mai pago del cammino verso un autentico umanesimo
A chi chiama sempre amore perché capace di chiamare amore anche il dolore
A chi ha scelto di non appartenere a nessuno per appartenere solo al cuore di ogni uomo vero
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Fu quella anche l’occasione per lanciare il progetto del bellissimo libro “Amare Milano perché… in 140 caratteri” ovvero i tweet con cui i diversi protagonisti cinguettavano il loro amore per Milano.
La prefazione fu di un’altra nostra Grande Guglia… il direttore Ferruccio de Bortoli che ricordo tweettò “AMAREMILANO per non doversi pentire un giorno di non aver saputo riconoscere la bellezza discreta di una grande città”.
Personalmente fui impegnata in molti “tagli redazionali” per uniformare il fiume di parole in brevi ma sentite dichiarazioni d’amore per la nostra città.
Feci un’eccezione per il premiato perché non mi bastò il cuore e perché ho da sempre rispetto per il potere delle parole.
Scriveva Vecchioni:
“AMAREMILANO perché….. perché è una città bellissima che non sfavilla, non mette in mostra, non acceca di bellezza premeditata per confonderti; non ha l’alibi di un fiume né il facile incantesimo di mare aperto agli incanti lunari, ma giardini nascosti come gemme fra mura di storia; perché ha malinconie solari che un raggio basta a farla splendente e nevai lontani da toccare con mano nei giorni limpidi; perché è una città di uomini e non di maschere e gli uomini quando promettono mantengono, quando amano non ne fanno propaganda, ma tesoro intimo; perché non ha colori che distraggono il bianco e il nero, il falso e il vero, perché nessun’altra città veramente la conosce e la confonde negli stereotipi di quel che non è ; perché non fa chiasso e non spergiura, non nasconde nell’ombra e si prende le colpe, se ne ha, senza aggrapparsi ai vetri di futili scuse infantili, perché è vita, perché non si ferma e rinasce silenziosamente su se stessa.
Perché io sono il suo bambino e continuo a cercare il pallone che un giorno ho calciato tra le sue piccole e grandi strade”.
E come vive la quarantena Roberto Vecchioni? Ancora riesce ad AMAREMILANO dello stesso amore?
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