Questa breve riflessione nasce dal fatto che se l’emergenza sanitaria e i conseguenti cambiamenti hanno portato ad importanti riflessioni sul mondo del lavoro, dell’economia, del sociale, ci risulta ancora poco dibattuto il tema della scuola e della formazione in generale, nonostante l’impatto del lockdown sia stato notevole.
L’intento di questo documento è pertanto quello di avviare, chiedere una riflessione sul breve e medio periodo con una proiezione più ampia rispetto al tema della scuola, come luogo di formazione e di crescita sociale.
Risulta però evidente che questa soluzione di emergenza, davvero importante, che ha garantito continuità e presenza in un tempo così difficile, non basta a garantire l’erogazione di un servizio di formazione e crescita sociale nel lungo periodo.
Elenchiamo in breve i limiti più evidenti della sola didattica a distanza:
- L’impoverimento delle opportunità educative e formative, in quanto la scuola a distanza non consente scambi sociali tra pari e con gli adulti, circoscrive le relazioni al solo ambito familiare e riduce notevolmente la possibilità di apprendimenti più legati al corpo, o attività che richiedano l’interazione con gli alunni/studenti, favorendo una didattica più trasmissiva.
- L’aumento del divario tra alunni/studenti, in base anche alla provenienza socioculturale delle famiglie, viene accentuato anche dalla mancanza di dispositivi o consuetudine all’uso degli stessi e del wi -fi, dall’assenza di spazi e contesti adeguati allo studio e inoltre dalla necessità di un accompagnamento/affiancamento quotidiano, in particolare per i più piccoli, nelle attività scolastiche. Infatti, la didattica a distanza assegna alle famiglie un compito di presenza attiva, che può risultare anche stimolante e costruttivo, ma alla lunga può trasformarsi in un fattore di differenziazione in base alle opportunità di partenza.
- L’appesantimento dell’impegno delle famiglie (e in particolare delle donne) che devono coniugare la gestione didattica, con conseguente confusione di ruoli, e lavoro. Per le famiglie con ragazzi con bisogni educativi speciali di particolare rilevanza, la situazione si aggrava ed è aggravata anche dalla perdita di altri servizi integrati (es. interventi di riabilitazione).
- La difficoltà di portare a compimento i percorsi di apprendimento e integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali e in particolare di quelli con medie e gravi disabilità, per i quali sono necessari percorsi più personalizzati in contesti relazionali significativi.
- La chiusura dei servizi di mensa scolastica può produrre, soprattutto nei bambini provenienti da famiglie con problemi economici, rischi per la loro salute e il loro benessere mentale.
Sulla base di queste prime riflessioni, riteniamo sia importante che sulla formazione in generale, si apra un ampio e proficuo dibattito, anche alla luce degli elementi di positività riscontrati, e soprattutto si deve predisporre un piano di interventi tempestivo a livello territoriale e nazionale, con soluzioni coordinate e funzionali alla progressiva e speriamo rapida, ripresa del servizio , (non oltre l’inizio del prossimo anno scolastico,) riapertura che dovrà necessariamente tenere conto delle esigenze di sicurezza e coniugarle con la qualità del servizio erogato , nel rispetto dei principi di pari opportunità e qualità dei percorsi .
Rinnovare il dibattito sulla scuola
È questa anche l’occasione per rinnovare il dibattito sulla scuola e ripensare soluzioni coordinate e funzionali per il breve e lungo periodo: dagli incentivi all’uso delle nuove tecnologie con formazione specifica del personale e supporto tecnologico alle famiglie, alla necessità di nuovo personale qualificato, evitando soluzioni di reclutamento improvvisate e non in grado di garantire una preparazione adeguata.
Un cambiamento di tendenza va sicuramente valutato anche riguardo al numero di alunni per classe, numero che già risultava eccessivo e inadeguato in termini di sicurezza, salubrità e qualità didattica, prima dell’emergenza. Nel breve periodo, nell’ipotesi che a settembre si rendano necessari rientri graduali, occorre che la riflessione e il piano di fattibilità vengano predisposti con tempestività, per garantire alle scuole e al territorio il tempo necessario per un’organizzazione di spazi e tempi in funzione del distanziamento, anche con modalità didattiche integrate (in presenza e online) che tengano conto delle esigenze didattiche dei diversi ordini e tipologie di scuola.
Nell’immediatezza, caratterizzata dalla ripresa graduale delle attività lavorative, per sostenere le famiglie con figli vanno estesi e potenziati aiuti economici quali: i bonus baby-sitter, l’allargamento temporale del congedo parentale, la previsione di un assegno stabile e per le altre situazioni, la garanzia di un reddito di emergenza che consenta di non “lasciare indietro” nessuno.
Già dalle prossime settimane e per tutta l’estate occorre che i Comuni, di concerto con tutte le agenzie educative del territorio (associazioni sportive, oratori, associazioni culturali…) organizzino, nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, occasioni aggregative, ludiche e sportive per piccoli gruppi di ragazzi, al fine di riattivare momenti di socializzazione e formazione, utilizzando in primo luogo gli spazi esistenti nelle scuole e nel territorio ( biblioteche, parchi, palestre, oratori,…), creando in tal modo micro comunità educative che compensino il lungo isolamento sociale dei bambini/ ragazzi.
Pare oltremodo necessario prevedere anche una graduale riapertura in sicurezza degli asili nido e delle scuole materne nel periodo estivo.
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