mercoledì 18 ottobre 2017

Referendum 22 ottobre. Da Manuel Vulcano

riceviamo e volentieri pubblichiamo da Manuel Vulcano ex capogruppo consiliare di Rifondazione Comunista a Magenta
...ECCO PERCHE' NON ANDRO' A VOTARE AL REFERENDUM...
Dagli autobus delle periferie fino alle piccole e grandi piazze della Lombardia svettano i manifesti di propaganda per il Referendum Lombardo del 22 Ottobre con lo slogan ingannevole “referendum per l'autonomia”.
Chiariamo subito che si tratta di un referendum consultivo calato dall'alto, non è stato richiesto dai cittadini con raccolta firme, non produce alcun effetto giuridico e non concede alcuna autonomia alla Lombardia.
Anche se vincesse il SI, la regione Lombardia non diventerebbe autonoma o a statuto speciale, non saranno abbassate le tasse e non si potrà riavere il residuo fiscale poiché per fare ciò bisognerebbe cambiare la Costituzione.

In compenso, al costo di 50 milioni di euro ci chiedono di votare per qualcosa che è già previsto dalla Costituzione.
Già nel 2001 in Italia venne introdotto in Costituzione l'articolo 116 comma 3 definito “federalismo differenziato” o “regionalismo differenziato, che prevede la possibilità di maggiori competenze alle regioni su diverse materie, molto articolate al loro interno.
Dunque si può chiedere al governo, poiché previsto dalla Costituzione, di aprire una trattativa con lo Stato, come ha fatto per esempio l'Emilia Romagna (al costo di un paio di francobolli), senza sperperare 50 milioni di Euro.
Dato che la Costituzione lo concede, Maroni da anni avrebbe potuto avviare le procedure per richiedere più autonomia, per esempio sul sostegno all'innovazione, e far fronte alla crisi produttiva che c'è nelle aziende Lombarde! Peccato che da quando è stato eletto nel 2013 non ci abbia mai pensato!
Non solo il governatore non ha fatto nulla di tutto ciò, ma dopo la caduta del governo Prodi nel 2008 furono proprio lui e Zaia che nel nuovo governo Berlusconi bloccarono le discussioni che si erano già avviate nel merito.
Molto strano che solo ora, alla vigilia delle elezioni regionali, il governatore della Lombardia pare essersi ravveduto. Solo un ingenuo non sospetterebbe che si tratti di un referendum di propaganda a scopi elettorali per ridare a lui e alla lega un rilancio di credibilità.
In Lombardia e in tutta Italia c'è tanto da fare tanto su sanità, trasporti pubblici, corruzione, mafie, clientelismi, sviluppo, lavoro, povertà e degrado.
Invece di perdere tempo con questa consultazione ingannevole che divide gli italiani ritengo si debba lavorare a livello nazionale per ridurre lo squilibrio tra varie regioni, intervenendo ovunque ci siano mancanze strutturali nell'amministrazione dei servizi e nelle aree di sottosviluppo.
Personalmente non andrò a votare un referendum che non ha alcun senso: costa molto, non produce alcun effetto ed è usato a fini politici e propagandistici. Mi asterrò dal voto poiché non intendo legittimare qualcosa che non avrebbe neanche ragione di esistere.

Nessun commento:

Posta un commento