martedì 3 ottobre 2017

Sul referendum in Catalonga. Venezuela? No Spagna

prima dell'analisi del nostro inviato, vogliamo ricordare, come il discorso repubblicano, indipendentista, in catalogna come in tutto il mondo, nasce legato alla volontà di superare un mondo diviso in classi, ma per una terra nuova, libera e socialista. 
Poi, ovviamente, per quel concetto che Marx riassume, magistralmente col termine di "sussunzione", la borghesia, prova ad appropriarsene per cercare anche in quell'ambito privilegi economici.
Venezuela? No Spagna
Come era facilmente prevedibile Madrid ha usato la forza formato manganello e sulle strade della Catalogna sono rimaste a terra circa ottocento persone, diversamente ferite. Una violenza premeditata quella della Guardia civil, trasversale - non ha risparmiato donne e fasce deboli - e capillare, anfratto per anfratto. Botte da orbi, insomma, in un contesto europeo colpevolmente silente, Mogherini e cricca inclusi. Perché osservare senza fare nulla è già complicità, monsieur de La Palice.
Sull'essenza del referendum catalano si può essere anche legittimamente schizzinosi nel constatare che la propulsione, prima che dal popolo dei lavoratori e delle classi più bisognose, provenga dalla borghesia catalana, in una guerra di euro con la dirimpettaia spagnola. 
La Catalogna, si sa, fa gola a molti sciacalli e sarebbe stupido ignorare che alle spalle vi siano copiosi gli interessi della finanza e le luride mani del capitalismo. Tuttavia ciò non sposta di un millimetro la valutazione sociale e politica della barbara repressione attuata dal governo franchista di Rajoy. L'universo degli indipendentisti, o presunti tali, a spulciarne il profilo si palesa variegato, coacervo di posizioni e morali talvolta antitetiche. Il rischio, pertanto, è che nella sua frangia più dedita al capitale e ai suoi cliché il significato intrinseco attribuito a questa voglia di identità possa essere lontano anni luce dal concetto di equità sociale. 
Resta il fatto che il diritto di un popolo all'autodeterminazione sia sacrosanto, ma è altrettanto vero che un modello di stato capace di assicurare l'uguaglianza tra i cittadini - anche nel rispetto e nella legittimazione delle identità e delle culture locali - sia sempre perseguibile. Da altre parti, del resto, lo hanno già fatto.
Dimenticavo. Matte' la Catalogna non è la Padania. Che non esiste.
Inviato web "fulmine a ciel sereno"

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