Di Patrizia Toia eurodeputata del PSE
Ieri il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per sollecitare la Commissione ad elaborare una normativa che consenta a lavoratrici e lavoratori (i cosiddetti smart workers) di disconnettersi al di fuori dell’orario di lavoro, di fissare requisiti minimi e rafforzare il loro diritto a condizioni più eque.
Per effetto della pandemia, il lavoro da casa è aumentano di quasi il 30% e, secondo una ricerca condotta da Eurofound, le persone che lavorano abitualmente da casa hanno più del doppio delle probabilità di lavorare oltre le 48 ore settimanali massime rispetto a chi lavora in sede. L’utilizzo degli strumenti digitali permette una reperibilità ed una connessione costante e continua, rischiando così di compromettere il bilanciamento fra vita professionale e vita privata, a scapito naturalmente della seconda. Una condizione che si riflette ancor più pesantemente sulle donne, sui cui grava la maggior parte dei lavori di gestione della casa e della famiglia.
Ecco perché è fondamentale la tutela del diritto alla disconnessione: dobbiamo scongiurare la diffusione di nuove forme di precariato e “tele-schiavitù”.
Senza limitare le opportunità che offre il lavoro da casa, che al contrario vanno aumentate, dobbiamo prevenirne gli abusi.
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