venerdì 15 gennaio 2021

Nencini L'ultimo dei craxiani: "Mi sento Ulisse, il governo è Itaca

Il senatore socialista Riccardo Nencini (eletto con INSIEME verdi, psi e civici)

"Fatta eccezione per Obama e Tony Blair, credo che in queste ore mi abbiano chiamato tutti. Come mi sento? Come Ulisse sulla nave, tra tempeste e insiedie, ma con coerenza socialista puntiamo dritti su Itaca". Riccardo Nencini, "ultimo dei craxiani" per sua stessa definizione ("Non ho mai tradito"), detentore del simbolo Psi, oggi alla terza legislatura (la prima da ventenne nel '92), è il protagonista della giornata. Nel settembre 2019 grazie a lui (e al simbolo del suo garofano, decisivo perché era in lizza alle ultime elezioni. Il nuovo regolamento del Senato infatti prevede che si possano formare gruppi autonomi, composti da almeno 10 senatori, a patto che corrispondano a partiti che si siano presentati alle elezioni), Matteo Renzi ha trovato casa con Italia Viva al Senato dopo la scissione dal Pd.

Consumato il nuovo strappo dell'ex "rottamatore", Nencini la targa fuori dalla casa potrebbe portarla via. E, qualcuno dice, anche una mezza dozzina di renziani a Palazzo Madama. Dei 18 del potenziale nuovo gruppo, di numeri e nomi, il presidente della commissione Cultura del Senato si rifiuta di parlare. Ma, chiuso fino a sera nel suo studio, il ragionamento politico che sta alla base dell'operazione lo esterna.

"È un'operazione che per me rientra nel credo riformista - tiene a premettere - Non è tempo per governi raffazzonati. Dico una cosa: l'Italia esce dalla fase dell'emergenza ed entra in quella della rinascita, ci sono il Ricovery e la campagna vaccinale da gestire. Chi lo fa? Fossimo in un Paese normale, con una destra alla Aznar, lo farebbe un governo di unità nazionale. Ma noi non siamo un Paese così". E allora? "Allora bisogna ripartire da questo governo, che è il più autorevole che abbiamo a disposizione per gestire la seconda fase. Un governo raccogliticcio non possiamo permettercelo. Questo vuol dire essere costruttori: essere consapevoli che non si può mandare il Paese al macero ora che bisogna farlo ripartire e quindi far sedere a un tavolo i soci fondatori di questa maggioranza".

Telefonate tante, in queste ore di frenetiche trattative per salvare il salvabile. Quella del premier Giuseppe Conte, al quale il socialista toscano dice che per andare avanti serve "una maggioranza forte, autorevole e stabile". Musica per le orecchie dell'avvocato. "Circolano indiscrezioni indecenti, secondo le quali mi sarei consegnato a lui. Totalmente falso. Vorrei ricordare che sono l'unico del gruppo Italia Viva-Psi che ha votato contro questo governo per ben due volte: sul decreto scuola della Azzolina e sulla legge Bonafede".


Ma ora si apre una fase nuova. "Bisogna utilizzare il tempo che ci separa dalla parlamentarizzazione della crisi, a inizio settimana, per ricostruire la maggioranza. Con Muratori, manovali, chiamateli come volete. Noi ci crediamo convintamente". Adesso il simbolo socialista vale oro, chi l'avrebbe detto, a quasi 30 anni dal tracollo craxiano e dall'ingresso di Nencini in Parlamento. Non è certo che sarà quello, alla fine, a essere utilizzato per la scialuppa dei "costruttori". Potrebbe tornare utile quello del Maie. "Sono abituato a parlare di scelte politiche, non di stratagemmi. E noi socialisti stiamo lavorando per ricomporre il quadro. Detto questo, se qualcuno è in grado di costruirne uno migliore, si faccia avanti".

Tra gli interlocutori telefonici di giornata anche Renzi. "Buoni rapporti con lui, sempre. Spero ancora che...ex malo bonum. Ma prendo le distanze da chi ritiene che possa esserci oggi un governo altrettanto autorevole e una maggioranza più ampia". L'ultima "fake" che vuole scacciare via riguarda il suo futuro politico. Entrerà nel Conte ter? "Ma che mi importa? In questo momento non è il problema".

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