martedì 19 gennaio 2021

ASSOLTI ANCHE IN APPELLO I DIRIGENTI BREDA/ANSALDO.

 Riceviamo e pubblichiamo 


PER GLI OPERAI UCCISI DALL’AMIANTO NESSUNA GIUSTIZIA. OLTRE IL DANNO LA BEFFA: LE ASSOCIAZIONI PARTI CIVILI  NEL PROCESSO CONDANNATE A PAGARE LE SPESE PROCESSUALI.

IN ITALIA PER GLI OPERAI E LA CLASSE LAVORATRICE NON C’E’ GIUSTIZIA. PER I PADRONI NON RISPETTARE LE NORME DÌ SICUREZZA E UCCIDERE GLI OPERAI PER IL PROFITTO NON E’ REATO.

Dopo poco più di un’ora e mezzo di Camera di Consiglio la Corte d’Appello della V Sezione Penale, composta di tre giudici, il Presidente Matacchioni, il relatore Arnaldi e dalla giudice Sola, hanno confermato la sentenza di primo grado nonostante il Procuratore Generale Nicola Balice nella sua requisitoria abbia richiesto condanne dai  2 ai 4 anni e 11 mesi per i dirigenti.

Ancora una volta la verità storica raccontata dagli operai, dall’ASL e dai consulenti del Procuratore Generale si è scontrata con la verità processuale.

Il Tribunale penale di Milano si è schierato contro i lavoratori morti d’amianto, di malattie professionali e di profitto, sostenendo in modo vergognoso  padroni e manager che non rispettano per il profitto la vita umana mandando a morte centinaia di lavoratori e cittadini.

Il Palazzo di Giustizia di Milano, da tempo chiamato dai lavoratori  PALAZZO DELL’INGIUSTIZIA, anche questa volta non si è smentito.

Fiducia nello stato e nei tribunali noi non ne abbiamo mai avuta; da decenni abbiamo sempre lottato in fabbrica e nel territorio e da anni anche nei Tribunali dei padroni a difesa dei nostri compagni di lavoro uccisi dalle sostanze cancerogene e dallo sfruttamento, sapendo di andare contro una giustizia che è di classe, che difende solo gli interessi dei padroni.


I giudici che hanno assolto i manager imputati dell’omicidio colposo di decine di lavoratori esposti alle sostanze cancerogene senza protezioni, hanno condannato noi e le altre associazioni parti civile a pagare anche le spese processuali sperando di farci stare zitti in futuro. Essi lanciano, per l’ennesima volta,  un segnale chiaro: chi mette in discussione il loro sistema economico-politico-giudiziario, chi porta sul banco degli imputati padroni e manager, chi ostacola il profitto, rivendicando sicurezza sul lavoro, ambienti di  lavoro salubri,  giustizia, sarà punito e pagherà un caro prezzo.

COME GIA’ SUCCESSO ALTRE VOLTE  CERCAVAMO GIUSTIZIA E ABBIAMO TROVATO LA LEGGE DI CLASSE.

Uno stato, una legge, una magistratura che difendono solo una parte dei cittadini, quella dei potenti e dei loro tirapiedi, non sono nostri. 

Questa sentenza ci fa arrabbiare, ma non ci arrendiamo. La rabbia e l’odio contro la società e la giustizia dei padroni non ci porta alla rassegnazione ma infonde in tutti i nostri compagni ancora più determinazione nella lotta.

CONTRO SENTENZE E LEGGI INGIUSTE RIBELLARSI E’ UN DOVERE E COMBATTERE UNA RAGIONE DI VITA.

La lotta contro le morti sul lavoro e per la sicurezza nei luoghi di lavoro e nel territorio continua nelle strade, nelle piazze, nei luoghi di lavoro e anche nei tribunali, fino alla Corte di Cassazione.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Milano, 19.gennaio 2021  

 e-mail: cip.mi@tiscali.it

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