lunedì 30 novembre 2020

Una inchiesta del new York times sul virus in italia

Pubblichiamo una inchiesta del new York times 

Fontehttps://www.nytimes.com/it/2020/11/29/world/europe/bergamo-coronavirus.html



 BERGAMO — Quando a metà febbraio Franco Orlandi, un ex camionista in buona salute, arriva con febbre e tosse al pronto soccorso di Bergamo, nel Nord Italia, i medici stabiliscono che ha l’influenza e lo mandano a casa. Due giorni dopo, un’ambulanza riporta indietro l’ottantatreenne. Non riesce a respirare.

L’Italia non ha nemmeno un caso di coronavirus nel suo territorio a quel punto, ma i sintomi del signor Orlandi lasciano perplessa la Dottoressa Monica Avogadri, l’anestesista 55enne che lo ha preso in cura all’Ospedale Pesenti Fenaroli. Non lo sottopone al test per il coronavirus perché i protocolli italiani, adottati sulla base di quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomandano di sottoporre al tampone solo le persone che hanno una connessione con la Cina, dove è iniziata l’epidemia.

Alla domanda se il signor Orlandi avesse un legame con la Cina, sua moglie risponde disorientata. A malapena frequentavano il Patty’s Bar, il bar del quartiere, dice. “La Cina?” risponde al medico. Non sapeva neppure dove fosse.

Quel che la Dottoressa Avogadri non sapeva è che il Covid-19 era già arrivato nella sua regione, in Lombardia, una scoperta che avrebbe fatto cinque giorni dopo che un altro medico nella vicina città di Lodi, aveva deciso di violare i protocolli nazionali facendo un tampone ad un paziente. A quel punto anche la Dottoressa Avogadri, a cui quegli stessi protocolli avevano legato le mani, dopo giorni trascorsi a occuparsi del signor Orlandi e di altri pazienti, si era ammalata. Il suo ospedale, invece di identificare e curare la malattia, era diventato un acceleratore della sua diffusione in quello che è il cuore pulsante dell’economia italiana.

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