lunedì 9 novembre 2020

Chi era il Carlo Cüdega?

 Vi sarà capitato, qualche volta, di sentir dire  "Ai tempi di Carlo Cüdega…"

Eh, sì: lo tiriamo spesso in ballo per riferirci a qualcosa che era di moda o che si faceva  molto, moltissimo, tempo fa. 

Le orecchie di questo fantomatico signor Cüdega fischieranno ormai da secoli. Il passato doveva esere il suo forte visto che lo citiamo così spesso per riferirci a qualcosa di demodé.

Sembrerebbe che il signor Carlo Codega non sia una conoscenza esclusivamente milanese, ma che sia noto ai bergamaschi ai bresciani, ai piacentini, e addirittura anche ai fiorentini. Ma il punto è: ma chi diavolo era Carlo Cüdega? E che cacchio avrà mai fatto per diventare così importante?

Qualcuno è convinto che Carlo Cüdega fosse uno dei tanti aristocratici del Settecento a lisciarsi i capelli con la cotenna di maiale per rendere il codino più compatto e lucente. E la cotenna era appunto chiamata "cüdega".  Quindi, il famoso tempo di Carlo Cüdega indicherebbe un'epoca in cui si acconciavano i capelli in quella maniera assurda, tanto che già nell’Ottocento quella pratica cadde nel dimenticatoio. E che, dunque, già dall’Ottocento indicava qualcosa di superato.

Ma non tutti sono d’accordo. Alcuni pensano  le radici dei famosi «tempi di Carlo Cüdega» siano politiche e che si trovino in quei codini che, prima della Rivoluzione francese, rappresentavano  un elemento di distinzione sociale, poiché il popolo doveva necessariamente accontentarsi di tagli più corti e meno sofisticati. 

Dopo la Rivoluzione e, soprattutto, durante la Restaurazione, chi portava il codino era considerato un conservatore, retrogrado e reazionario. Dunque l’espressione codino/cüdega era usata per tutto cioè che era considerato  vecchio e sorpassato. Proprio a Milano l’Imperatore d’Austria, Francesco I, era accolto, dalle folle milanesi, con un inequivocabile: «Franceschin cont ‘l covin, cont ‘l tupè: va via vè!» («Vattene tu che hai il codino e la parrucca») al suo ritorno a Milano.

Per altri, cüdega, indicava il soprannome dato a quei servi che indossavano una marsina dalle falde a coda di rondine con il compito di precedere il ricco signore con le lanterne per illuminare le strade buie della città; dobbiamo rammentare che Milano fu tra le prime città a dotarsi di illuminazione pubblica delle strade e che questo avvenne solo nel 1780. Un'ulteriore possibilità sarebbe quella dell'origine etimologica del termine: pare che cüdega derivi dalla parola Odegos, che in greco significa "guida". Era il termine con cui i greci chiamavano i ragazzetti che, alla fine di uno spettacolo teatrale, accompagnavano le ragazze proteggendole anche  da un''eventuale pioggia.

Dalla canottieri Sam Cristoforo 

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