riceviamo e pubblichiamo
04/09/24, Gallarate
Il Comitato Salviamo gli Alberi di Gallarate e tutte lepersone partecipanti al presidio in Via Curtatone
esprimono profonda preoccupazione e sdegno per i fatti
accaduti nella settimana scorsa, durante la quale si
sono verificati numerosi interventi delle forze
dell'ordine, sfociati in provocazioni, arresti e violenze.
Le azioni di monitoraggio e protesta che il nostro
comitato porta avanti da un mese hanno l'obiettivo di
proteggere il patrimonio arboreo della nostra città. È
inaccettabile che il diritto alla manifestazione pacifica e
all'espressione del dissenso venga ostacolato da
comportamenti intimidatori e provocatori da parte di chi
dovrebbe garantire la sicurezza.
Il 27 agosto, il personale della Digos ha effettuato una
prima irruzione all'interno del bosco. Sebbene gli agenti
avessero comunicato al presidio esterno che si trattava di
un semplice sopralluogo, all’interno del bosco sono state
emesse denunce nei confronti di alcuni ragazzi e alcune
ragazze.
È fondamentale sottolineare che queste denunce sono
state notificate in modo del tutto irregolare: sono state
consegnate a un minorenne notifiche indirizzate ad
alcune persone, riportando la dicitura “si rifiuta di
firmare ma ritira copia”. Questa prassi è una palese
violazione delle regole e dei diritti delle persone
coinvolte. Le denunce, stando a quanto dichiarato dalle
autorità, sarebbero rivolte a chi si trovava in cima agli
alberi al momento dell'irruzione. Tuttavia, risulta chiaro
che le persone denunciate non sono state identificate né
riconosciute sul posto. In molte di queste notifiche
appaiono i nomi di giovani che non si trovavano
all’interno del bosco il giorno dell'irruzione, ma che erano
stati identificati in precedenza in altri contesti.
Lo stesso giorno, una ragazza è stata arrestata dal
personale della Polizia Locale in modo immotivato e
violento. Condanniamo fermamente anche il trattamento
subito dalla giovane nei locali della Polizia Locale, al
Commissariato di Gallarate e alla Questura di Varese,
dove è stata sottoposta a tre perquisizioni, durante le
quali è stata costretta a spogliarsi completamente.
Questo comportamento è un chiaro atto di
annichilimento della persona che, inoltre, ha trascorso la
notte su un letto macchiato di sangue e maleodorante.
L'operazione di Polizia si è conclusa con il “sequestro” di
alcuni materiali trovati nell'area, tra cui assi di legno,
corde, amache e tende. Sottolineiamo come nessun
verbale di sequestro sia stato rilasciato, violando le
procedure previste dalla legge.
Il 30 agosto, alle ore 9 del mattino, dopo una prima
rapida irruzione delle forze di Polizia, è seguita una
seconda operazione intorno all'ora di pranzo. Come
accaduto il 27 agosto, l'obiettivo dichiarato era il
sequestro del materiale e lo smantellamento dei
cosiddetti 'manufatti abusivi'. Durante questa
operazione, una struttura di 10 metri è stata abbattuta
con la motosega dagli operai comunali, rischiando di
colpire una piattaforma sugli alberi sulla quale si
trovavano alcuni giovani, mettendo seriamente in
pericolo la loro incolumità.
Dopo giorni di continue incursioni e controlli, il 31 agosto
abbiamo assistito al culmine di questo clima di tensione.
Intorno alle 9 del mattino, un massiccio dispiegamento di
forze dell'ordine si è posizionato davanti al presidio lungo
Via Curtatone. Il loro ingresso irruento nel bosco, con
manganelli alla mano, ha immediatamente suscitato
timori di uno sgombero forzato. Poiché tale intervento è
stato minimizzato o giustificato da alcuni organi di
stampa con l'argomentazione della presenza di persone
non pacifiche, noi, che siamo stati testimoni diretti degli
eventi di sabato, vogliamo affermare con chiarezza che:
• Al momento dell'inizio dell'intervento di Polizia, si
stava svolgendo una conferenza stampa organizzata
per denunciare gli abusi e gli interventi delle forze
dell'ordine nei giorni precedenti, con particolare
attenzione all'arresto della giovane.
• Nonostante le numerose richieste di chiarimento
riguardo all'intervento che le forze dell'ordine
intendevano svolgere all'interno del bosco, non
abbiamo ricevuto alcuna risposta.
• Abbiamo vissuto momenti di forte preoccupazione,
poiché la scarsa visibilità dall'esterno ci impediva di
comprendere cosa stesse realmente accadendo
all'interno dell'area.
• Durante tutta la mattinata sono stati effettuati
controlli a tappeto lungo la via che conduce al
presidio, fermando e identificando numerose
persone, sia in auto che a piedi, che tentavano di
raggiungere il presidio. Per 8 ore Via Curtatone si è
trasformata in una "zona rossa". Abbiamo anche
appreso che sono stati predisposti posti di blocco in
alcune vie della città e intensificati pattugliamenti di
auto in borghese nei quartieri di Caiello e Cascinetta.
• Un passante che stava riprendendo il presidio con il
cellulare è stato fermato con modalità violente: è
stato atterrato con una manovra brutale, gli è stato
storto un orecchio e gli è stato sottratto il cellulare
dalle tasche. Poco dopo, a causa dell'accaduto, ha
accusato un malore ed è stato necessario
l'intervento di un'ambulanza. Contrariamente a
quanto riportato da alcuni quotidiani, non si è
trattato di un malore improvviso di una persona che
camminava tranquillamente per strada, ma della
conseguenza diretta di un'aggressione gratuita
eseguita dal personale di polizia.
• Oltre alle aggressioni fisiche, abbiamo assistito a
continue provocazioni e minacce nei confronti delle
persone presenti, come "Ti spacco il naso" e "Qua
ora spacchiamo tutto". Un ragazzo è stato
addirittura afferrato per la barba e insultato.
• Il lancio di sassi che si è verificato all'interno del
bosco, in risposta all'intervento minaccioso e
violento delle forze dell'ordine, è stata di breve
durata. Alcuni membri del comitato hanno subito
chiesto agli agenti di polizia presenti di poter entrare
per cercare di calmare la situazione. Nonostante
l'autorizzazione all'ingresso di alcune persone, una di
esse ha comunque ricevuto un colpo alla schiena.
Successivamente, le forze dell'ordine hanno
abbandonato l'area e il presidio si è
immediatamente attivato per proteggere le persone
sugli alberi, riuscendo a ridurre la tensione creata.
• Con l'arrivo di una camionetta del reparto celere, i
poliziotti sono scesi in tenuta antisommossa,
equipaggiati con scudi, caschi e manganelli. La
presenza di tale dispiegamento di forze ha generato
preoccupazione per una possibile escalation della
situazione. Anche grazie alla mediazione di alcuni
consiglieri comunali e di un consigliere regionale,
accorsi sul posto, si è riusciti a evitare il peggio.
Nel corso di questi giorni sono stati notificati cinque fogli
di via, denunce e sanzioni. Il Comitato condanna
fermamente queste azioni, che sembrano essere
tentativi di intimidazione volti a scoraggiare la resistenza
pacifica dei cittadini e dei giovani attivisti impegnati nella
difesa degli alberi. Questi metodi non solo sono
inaccettabili dal punto di vista legale e morale, ma
costituiscono anche un grave abuso di potere e una
violazione dei diritti fondamentali di chi esercita il
proprio diritto alla protesta.
Siamo profondamente preoccupati per la gestione
dell'ordine pubblico e per il modo in cui viene trattata la
situazione del bosco. Il presidio si è svolto pacificamente
per due settimane e, subito dopo l'incontro con
l'amministrazione comunale, abbiamo assistito a una
serie di interventi di polizia che sembrano essere una
risposta diretta a quell'incontro.
Invitiamo le autorità competenti a riflettere e a evitare
ulteriori situazioni di questo tipo. È fondamentale che
questa questione del bosco sia gestita con dialogo e
rispetto dei diritti fondamentali, piuttosto che con
misure repressive che alimentano solo tensioni.
Concludiamo ribadendo il nostro impegno a continuare il
presidio per la salvaguardia del bosco e della sua fauna.
Chiediamo a tutta la cittadinanza di unirsi a noi nel
sostenere questa causa che riguarda tutta la comunità.
Il presidio di Via Curtatone
esprimono profonda preoccupazione e sdegno per i fatti
accaduti nella settimana scorsa, durante la quale si
sono verificati numerosi interventi delle forze
dell'ordine, sfociati in provocazioni, arresti e violenze.
Le azioni di monitoraggio e protesta che il nostro
comitato porta avanti da un mese hanno l'obiettivo di
proteggere il patrimonio arboreo della nostra città. È
inaccettabile che il diritto alla manifestazione pacifica e
all'espressione del dissenso venga ostacolato da
comportamenti intimidatori e provocatori da parte di chi
dovrebbe garantire la sicurezza.
Il 27 agosto, il personale della Digos ha effettuato una
prima irruzione all'interno del bosco. Sebbene gli agenti
avessero comunicato al presidio esterno che si trattava di
un semplice sopralluogo, all’interno del bosco sono state
emesse denunce nei confronti di alcuni ragazzi e alcune
ragazze.
È fondamentale sottolineare che queste denunce sono
state notificate in modo del tutto irregolare: sono state
consegnate a un minorenne notifiche indirizzate ad
alcune persone, riportando la dicitura “si rifiuta di
firmare ma ritira copia”. Questa prassi è una palese
violazione delle regole e dei diritti delle persone
coinvolte. Le denunce, stando a quanto dichiarato dalle
autorità, sarebbero rivolte a chi si trovava in cima agli
alberi al momento dell'irruzione. Tuttavia, risulta chiaro
che le persone denunciate non sono state identificate né
riconosciute sul posto. In molte di queste notifiche
appaiono i nomi di giovani che non si trovavano
all’interno del bosco il giorno dell'irruzione, ma che erano
stati identificati in precedenza in altri contesti.
Lo stesso giorno, una ragazza è stata arrestata dal
personale della Polizia Locale in modo immotivato e
violento. Condanniamo fermamente anche il trattamento
subito dalla giovane nei locali della Polizia Locale, al
Commissariato di Gallarate e alla Questura di Varese,
dove è stata sottoposta a tre perquisizioni, durante le
quali è stata costretta a spogliarsi completamente.
Questo comportamento è un chiaro atto di
annichilimento della persona che, inoltre, ha trascorso la
notte su un letto macchiato di sangue e maleodorante.
L'operazione di Polizia si è conclusa con il “sequestro” di
alcuni materiali trovati nell'area, tra cui assi di legno,
corde, amache e tende. Sottolineiamo come nessun
verbale di sequestro sia stato rilasciato, violando le
procedure previste dalla legge.
Il 30 agosto, alle ore 9 del mattino, dopo una prima
rapida irruzione delle forze di Polizia, è seguita una
seconda operazione intorno all'ora di pranzo. Come
accaduto il 27 agosto, l'obiettivo dichiarato era il
sequestro del materiale e lo smantellamento dei
cosiddetti 'manufatti abusivi'. Durante questa
operazione, una struttura di 10 metri è stata abbattuta
con la motosega dagli operai comunali, rischiando di
colpire una piattaforma sugli alberi sulla quale si
trovavano alcuni giovani, mettendo seriamente in
pericolo la loro incolumità.
Dopo giorni di continue incursioni e controlli, il 31 agosto
abbiamo assistito al culmine di questo clima di tensione.
Intorno alle 9 del mattino, un massiccio dispiegamento di
forze dell'ordine si è posizionato davanti al presidio lungo
Via Curtatone. Il loro ingresso irruento nel bosco, con
manganelli alla mano, ha immediatamente suscitato
timori di uno sgombero forzato. Poiché tale intervento è
stato minimizzato o giustificato da alcuni organi di
stampa con l'argomentazione della presenza di persone
non pacifiche, noi, che siamo stati testimoni diretti degli
eventi di sabato, vogliamo affermare con chiarezza che:
• Al momento dell'inizio dell'intervento di Polizia, si
stava svolgendo una conferenza stampa organizzata
per denunciare gli abusi e gli interventi delle forze
dell'ordine nei giorni precedenti, con particolare
attenzione all'arresto della giovane.
• Nonostante le numerose richieste di chiarimento
riguardo all'intervento che le forze dell'ordine
intendevano svolgere all'interno del bosco, non
abbiamo ricevuto alcuna risposta.
• Abbiamo vissuto momenti di forte preoccupazione,
poiché la scarsa visibilità dall'esterno ci impediva di
comprendere cosa stesse realmente accadendo
all'interno dell'area.
• Durante tutta la mattinata sono stati effettuati
controlli a tappeto lungo la via che conduce al
presidio, fermando e identificando numerose
persone, sia in auto che a piedi, che tentavano di
raggiungere il presidio. Per 8 ore Via Curtatone si è
trasformata in una "zona rossa". Abbiamo anche
appreso che sono stati predisposti posti di blocco in
alcune vie della città e intensificati pattugliamenti di
auto in borghese nei quartieri di Caiello e Cascinetta.
• Un passante che stava riprendendo il presidio con il
cellulare è stato fermato con modalità violente: è
stato atterrato con una manovra brutale, gli è stato
storto un orecchio e gli è stato sottratto il cellulare
dalle tasche. Poco dopo, a causa dell'accaduto, ha
accusato un malore ed è stato necessario
l'intervento di un'ambulanza. Contrariamente a
quanto riportato da alcuni quotidiani, non si è
trattato di un malore improvviso di una persona che
camminava tranquillamente per strada, ma della
conseguenza diretta di un'aggressione gratuita
eseguita dal personale di polizia.
• Oltre alle aggressioni fisiche, abbiamo assistito a
continue provocazioni e minacce nei confronti delle
persone presenti, come "Ti spacco il naso" e "Qua
ora spacchiamo tutto". Un ragazzo è stato
addirittura afferrato per la barba e insultato.
• Il lancio di sassi che si è verificato all'interno del
bosco, in risposta all'intervento minaccioso e
violento delle forze dell'ordine, è stata di breve
durata. Alcuni membri del comitato hanno subito
chiesto agli agenti di polizia presenti di poter entrare
per cercare di calmare la situazione. Nonostante
l'autorizzazione all'ingresso di alcune persone, una di
esse ha comunque ricevuto un colpo alla schiena.
Successivamente, le forze dell'ordine hanno
abbandonato l'area e il presidio si è
immediatamente attivato per proteggere le persone
sugli alberi, riuscendo a ridurre la tensione creata.
• Con l'arrivo di una camionetta del reparto celere, i
poliziotti sono scesi in tenuta antisommossa,
equipaggiati con scudi, caschi e manganelli. La
presenza di tale dispiegamento di forze ha generato
preoccupazione per una possibile escalation della
situazione. Anche grazie alla mediazione di alcuni
consiglieri comunali e di un consigliere regionale,
accorsi sul posto, si è riusciti a evitare il peggio.
Nel corso di questi giorni sono stati notificati cinque fogli
di via, denunce e sanzioni. Il Comitato condanna
fermamente queste azioni, che sembrano essere
tentativi di intimidazione volti a scoraggiare la resistenza
pacifica dei cittadini e dei giovani attivisti impegnati nella
difesa degli alberi. Questi metodi non solo sono
inaccettabili dal punto di vista legale e morale, ma
costituiscono anche un grave abuso di potere e una
violazione dei diritti fondamentali di chi esercita il
proprio diritto alla protesta.
Siamo profondamente preoccupati per la gestione
dell'ordine pubblico e per il modo in cui viene trattata la
situazione del bosco. Il presidio si è svolto pacificamente
per due settimane e, subito dopo l'incontro con
l'amministrazione comunale, abbiamo assistito a una
serie di interventi di polizia che sembrano essere una
risposta diretta a quell'incontro.
Invitiamo le autorità competenti a riflettere e a evitare
ulteriori situazioni di questo tipo. È fondamentale che
questa questione del bosco sia gestita con dialogo e
rispetto dei diritti fondamentali, piuttosto che con
misure repressive che alimentano solo tensioni.
Concludiamo ribadendo il nostro impegno a continuare il
presidio per la salvaguardia del bosco e della sua fauna.
Chiediamo a tutta la cittadinanza di unirsi a noi nel
sostenere questa causa che riguarda tutta la comunità.
Il presidio di Via Curtatone
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