lunedì 22 febbraio 2021

verdi. storia. quando i fermi fermarono l'expo a venezia. 1990. 'NO ALL' EXPO 2000 A VENEZIA'

 'NO ALL' EXPO 2000 A VENEZIA'

BRUXELLES Non c' è scusa, il fatto accusa, dice Carlo Ripa di Meana, commissario europeo alla politica ambientalista, citando Guadagnoli. Il fatto che accusa è l' organizzazione a Venezia dell' Esposizione universale del Duemila. Gli accusati sono quei politici locali e nazionali, a cominciare da Gianni De Michelis, che si stanno battendo per portare sulla laguna la grande Esposizione di fine millennio. Il Bureau international des expositions dovrà scegliere il 14 giugno fra le tre città che si sono offerte di ospitare la manifestazione: Amburgo, Toronto e Venezia. Sarebbe una catastrofe Se il Bie scegliesse Venezia, secondo Ripa di Meana, sarebbe una catastrofe. In una lettera inviata ieri al governo italiano, Ripa di Meana invita Andreotti a far eseguire, come vuole una direttiva della Comunità approvata nel 1985, anche studi di impatto ambientale prima di varare qualsiasi progetto. Un' altra lettera indirizzata al Bie invita quest' organizzazione a valutare il fatto che, in assenza degli studi di impatto ambientale, l' eventuale decisione italiana di ospitare l' Esposizione a Venezia sarà impugnata dalla Commissione Cee di fronte alla Corte di giustizia europea. E infine Ripa di Meana lancia un appello ai responsabili a tutti i livelli affinché valutino attentamente tutte le conseguenze, dirette e indirette, a breve e a lungo termine, delle decisioni che essi sono chiamati ad adottare. Intanto ha costituito una task force guidata da Claus Stuffmann, un alto funzionario della tutela ambientale, che si recherà in Italia nei prossimi giorni. Tutte le stime elaborate finora spiega Ripa di Meana mostrano che questa manifestazione avrebbe ripercussioni più che preoccupanti, in particolare per il volume di turismo che investirebbe direttamente la città di Venezia. Gli ordini di grandezza di queste stime sono impressionanti. Per citare solo un esempio, secondo uno studio dell' Università di Venezia, lo svolgimento dell' Esposizione nel triangolo Venezia-Verona-Padova-Treviso, porterebbe il numero delle presenze a Venezia dai sette-otto milioni annui attuali a quindici milioni nel corso dell' anno Duemila, con punte giornaliere di 175 mila, cioè nove volte la soglia di tollerabilità che è di ventimila presenze al giorno. A titolo di paragone, queste punte corrispondono al livello raggiunto la notte dei Pink Floyd che ha provocato tanti danni e polemiche, nonché l' intervento dell' esercito per riparare lo scompiglio. Sono previsioni che potrebbero essere largamente superate a causa del flusso di turisti attirati in Italia dall' Anno Santo e alla luce dell' esperienza del passato, in occasione dell' Esposizione di Bruxelles e Osaka che hanno fatto registrare record di settecentomila persone al giorno. Poi conclude, citando l' Ariosto: Di più direi ma men dir bisogna. A qualche decina di metri di distanza, il ministro dei Trasporti ed ex presidente regionale veneto, Carlo Bernini, risponde con impavido ottimismo che si può controllare il flusso delle presenze dilatando l' area dell' Esposizione. Del resto, l' Expo di fine secolo sarà una cosa del tutto nuova; Venezia dovrebbe essere solo il botteghino per vendere i biglietti. E poi, alla fine del secondo millennio non è necessario spostarsi per visitare una Esposizione; così a Venezia potrebbe concentrarsi una presenza immateriale. Un' iniziativa intempestiva Ma sono stati fatti gli studi di impatto ambientale? Bernini dice che non erano necessari a questo stadio perché non c' è l' impatto ambientale di una idea. Saranno fatti quando l' Expo sarà stata assegnata a Venezia e si dovranno decidere concretamente le opere. L' iniziativa di Ripa di Meana è in ogni caso intempestiva perché postuma rispetto al dibattito sviluppatosi sull' idea di candidare Venezia e prematura rispetto al progetto concreto che ancora non c' è. Ripa di Meana denuncia proprio l' assenza di progetti precisi. Tutto si svolge in relativa segretezza e le sole cose che si sanno sono affidate agli opuscoli del Consorzio Venezia Duemila nel quale figurano le maggiori aziende italiane: Fiat, Fininvest, Olivetti, Bastogi, Ciga, Benetton, ecc.. Intanto, De Michelis mobilita le ambasciate italiane all' estero per ottenere consensi dei governi e simpatie delle opinioni pubbliche. Con scarso successo, almeno a giudicare dai titoli della stampa internazionale che hanno parlato di Attila sulla laguna (Le Monde). Quanto alle preoccupazioni suscitate dalla mole di visitatori, ricorda Ripa di Meana, De Michelis ha detto che Venezia sarà messa al riparo in qualche modo ed ha parlato di un sistema informatizzato di controllo dei flussi, ma non ha mai spiegato cosa significhi concretamente.

da la repubblica

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