Di Pierfrancesco Majorino
Questa mattina abbiamo conosciuto l’esito dell’udienza di ieri sulla detenzione di Patrick Zaki: nonostante la pressione internazionale che solo qualche giorno fa aveva costretto l’Egitto a scarcerare i dirigenti di EIPR ed ex colleghi di Patrick, lui dovrà restare in carcere per altri 45 giorni, con accuse pretestuose e senza processo, in condizioni terribili perché costretto a dormire sul pavimento. Lo temevano i suoi avvocati ieri, nonostante la presenza in aula di diversi ambasciatori di paesi europei fra cui quello italiano. E mentre l’Italia, dove Patrick è iscritto all’università, subisce questa ennesima umiliazione, a Parigi oggi Macron riceve Sisi descrivendolo come un presidente “democraticamente eletto” - dimenticandosi di un colpo di stato e dell’eliminazione o incarcerazione degli altri candidati. I diritti umani scivolano così fuori dall’agenda dei partner europei dell’Egitto. Il nostro paese dovrà essere molto, molto più deciso, richiamando l'Ambasciatore, nel chiedere la scarcerazione di Patrick Zaki e giustizia per Giulio Regeni, e in Europa dobbiamo batterci ancora più a fondo perché il diritto internazionale non sia ostaggio degli accordi commerciali e militari.
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