lunedì 7 novembre 2022

7.11.2022 la festa dei popoli

 La festa dei Popoli

Oggi, 7 novembre, si celebra l'anniversario numero 105 della Rivoluzione d'ottobre - non è un errore ma la discrepanza dal calendario giuliano - accadimento leggendario che più di ogni altro cambiò la storia dell'umanità e che ebbe il merito imperituro di issare l'uomo al centro del proprio destino; dimostrazione plastica che il principio di sopraffazione tra simili non è una legge immutabile della natura ma soltanto una degenerazione reversibile dell'egoismo insito nel genere umano, capace in nome del profitto delle più becere forme di discriminazione. 

Così, masse di lavoratori, di diseredati, di relegati ai margini dell'iniqua e violenta società zarista, scelsero la strada maestra dell'autodeterminazione e presi per mano da Lenin, la stella polare, decisero che un mondo più giusto potesse essere edificato, che operai e contadini avrebbero avuto il diritto di governare le proprie vite e che, soprattutto, mai più nessuno sarebbe rimasto indietro.


È l'assalto al cielo.


Lo schiaffo che la Rivoluzione d'ottobre assesta alla tirannia del capitale - piaga mondiale che finalmente trova valoroso avversario - alla teoria marxista del cosa aggiunge la concretezza bolscevica del come. Una rivoluzione che diviene speranza, sentimento in grado di rivitalizzare lo spirito dei popoli vessati e in lotta di tutto il mondo, popoli che dalle Tesi d'aprile di Lenin attingeranno linfa vitale, motivo di coesione e di rivalsa sociale. 


I successivi anni di guerra che le potenze imperiali muoveranno alla neonata Russia del lavoratori, sostenendo le forze antirivoluzionarie foraggiate dal capitale occidentale in quella che non è difficile riconoscere come prassi di estrema attualità, scolpiranno nella roccia il primo esperimento di socialismo sul pianeta Terra che troverà giusto compimento nell'Unione Sovietica. Per settant'anni, inespugnabile baluardo all'imperialismo predatorio dell'emisfero senza scrupoli eterodiretto dalla fallimentare chimera capitalistica.


Oggi, con il mondo messo a soqquadro da moderne e se possibile ancora più terribili forme di fascismo, la comprensione storica del lascito teorico della Rivoluzione d'ottobre dev'essere il primo passo concreto per ambire a costruire una società più rispettosa delle esigenze dell'uomo, una società dei popoli che spazzi via quella dei pochi eletti borghesi che dispongono a piacimento dei molti subalterni.

Non sarà facile.Tuttavia la presa del Palazzo d'inverno è foriera di un messaggio che nei momenti peggiori continua a essere luce: se l'abbiano fatto una volta, lo faremo di nuovo. È per questa certezza che i sostenitori dell'impero, e tutti coloro che traggono indebito profitto dallo sfruttamento, hanno la paura che sfocia in violenza. Perché la falce taglierà i loro privilegi con il martello che li inchioderà alle sporche responsabilità che pagheranno care. 

Agli Eroi di quella giornata di Gloria.

In alto i calici, hurrà!




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