Bologna today 1 luglio 2021. La repubblica, con articolo a pagamento, il 3 gennaio 2022.
Date e ritardi a parte, una ottima notizia che avrebbe meritato maggior risalto.
Buona lettura
Sono in 20, hanno fondato una coop, la Reno Fonderie, e si apprestano a ricomprarsi la loro vecchia azienda in fallimento, mettendo in gioco le loro Naspi.
Siamo a Gaggio Montano e l'azienda in questione è la Lem, azienda metalmeccanica impegnata nella pressofusione dei metalli. La Lem è fallita nel 2019, ma all'asta è stata ora ricomprata dagli operai, che per farlo hanno impegnato i guadagni della Naspi.
Un primo passo è stato fatto, ma ora viene la parte più difficile. Spetterà l'ultima parola al tribunale infatti, per consacrare il riavvio delle attività. Del resto la coop di operai non è sola: dal 2016 insiste in città metropolitana un tavolo di salvaguardia
Prima della crisi, Lem contava 70 dipendenti. Dopo vari tentativi di acquisto andati a vuoto, a febbraio 2020 è nata l'idea di 'workers buyout', che si è concretizzata a novembre con la nascita della Reno Fonderie.
Venti dei trenta lavoratori rimasti hanno investito nel rilancio dell'azienda i loro due anni di Naspi e saranno affiancati da Legacoop per acquisire tutte le competenze necessarie a guidare un'azienda, costruendo assieme a Insieme per il Lavoro-Città Metropolitana un percorso formativo.
Per gli altri 10 lavoratori che non hanno aderito al progetto è stato avviato il percorso di cassa integrazione di un anno, dopo la quale scatteranno due anni di Naspi. In più dovrebbero entrare nei percorsi di formazione dell'Anpal (l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
La nuova cooperativa spera di poter ripartire a produrre a pieno regime entro agosto, dopo un piano di investimenti per rimettere a nuovo gli stabilimenti e i nuovi impianti. "Il caso Lem dimostra che lo strumento del workers buyout in questa regione è una possibilità concreta per arrivare ad una soluzione positiva di una crisi industriale", riconosce l'assessore regionale Vincenzo Colla.
"Si è trattato di un percorso molto complesso, che ha coinvolto molti attori, in primis la Regione e i sindaci dei comuni di Gaggio Montano e Alto Reno Terme sempre presenti durante il percorso e l'agenzia regionale per il lavoro", aggiunge il consigliere delegato Fausto Tinti. "Siamo molto contenti che questa crisi complicata possa trovare una conclusione positiva, che oltretutto vede protagonisti i lavoratori. Come istituzioni del territorio siamo a completa disposizione, qualora vincano la gara, per accompagnarli nel rilancio di questa importante realtà", garantisce, Elena Gaggioli vicesindaca di Alto Reno terme.
"Il fatto che siano i lavoratori stessi a farsi carico del futuro dell'azienda, è un chiaro segno di impegno, di serietà e di amore verso il proprio lavoro e il proprio territorio. Queste sono qualità che da sempre caratterizzano gli abitanti della montagna e che pertanto ci fanno ben sperare per il futuro di questo territorio, che non perde tempo a piangersi addosso, ma sa reagire", evidenzia Maria Elisabetta Tanari, sindaca di Gaggio Montano.
Soddisfatte anche Fim e Fiom "per un percorso condiviso che permette la continuità di in azienda storica del territorio dell'Appennino, non disperdendo professionalità e mantenendo l' occupazione, con l'auspicio di una crescita in futuro. Legacoop Bologna, insieme agli strumenti finanziari del sistema cooperativo, Coopfond e Cfi, è stata e sarà al fianco Coop Reno Fonderire e "auspica che venga raggiunto l'ambizioso obiettivo del rilancio di una attività che ha valore per il territorio e la filiera.
Nessun commento:
Posta un commento