Riportiamo le dichiarazioni di voto contrarie di Daniele del Ben e di Domenico Finiguerra e la nota di Sinistra Italiana di Milano Metropolitana
Daniele del Ben Partito Democratico
Sono amareggiato per come si sia conclusa l'esperienza del Parco Agricolo Sud Milano a gestione Città Metropolitana. Tra qualche settimana nascerà un nuovo ente la cui trazione sarà di Regione Lombardia che vanta il triste primato per il consumo di suolo. E se non consumi suolo puoi fare agricoltura, se invece lo consumi fai certamente altro. Mercoledì in consiglio metropolitano, al termine del mio intervento in cui annunciavo il voto contrario allo statuto del nuovo ente, mi ha colto l'emozione. Ridico a quelli che hanno voluto impossessarsi dell'ultimo polmone verde dell'area metropolitana milanese e a quelli che hanno fatto poco per opporsi "avete vinto voi ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice" (cit. sergente Lo Russo).
#parcoagricolosudmilano
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Da Sinistra Italiana Milano Metropolitana
Parco Sud, un parco come tutti gli altri?
Il Parco Agricolo Sud Milano (1990) è stata una delle più felici intuizioni della politica, delle istituzioni, dell’ambientalismo e della sinistra ambientalista. È stato il luogo in cui sinistra e ambientalismo hanno iniziato a mettere in comune le loro rispettive culture.
Insieme al Piano intercomunale milanese (1963) e al Passante ferroviario (1984) è una delle poche, concrete, riuscite opere di carattere strategico messe in campo dalle istituzioni nell’area metropolitana milanese.
È il più esteso parco agricolo d’Europa (47.000 ettari), raggruppa 60 comuni (Milano compreso) appartenenti al territorio della Città Metropolitana di Milano; al suo interno lavorano 1.400 aziende agricole.
È una delle poche e vere aree di salvaguardia del territorio e dell’agricoltura milanese, ne ha garantito lo sviluppo del Sud Milano differentemente dal Nord della città. È il polmone verde che fa respirare la stessa città di Milano.
Il Parco ha sempre goduto di una propria autonomia politica che lo ha distinto dagli altri parchi regionali.
Nei suoi primi anni il Parco ha goduto del sostegno politico delle amministrazioni di sinistra, poi di centrosinistra; col tempo tale sostegno, sempre più delegato ai sindaci, si è andato affievolendo fino a raggiungere livelli di insofferenza da parte di alcune degli stessi amministratori locali.
Contemporaneamente la struttura tecnica del Parco, invece di irrobustirsi, è andata sempre più impoverendosi.
In materia di finanziamenti, il Parco non ha goduto di grandi risorse tra quelle messe a disposizione dalla Provincia di Milano (poi da Città Metropolitana) e dai 60 Comuni: tale ristrettezza di risorse ha impedito di concretizzare alcuni dei contenuti del suo Piano territoriale di coordinamento. Sotto questo profilo va però riconosciuto che alcuni altri obiettivi (Piani di fruizione) non sono arrivati a compimento per incertezze politiche, anche del centrosinistra, al governo della Provincia, della Città Metropolitana e del Parco stesso.
Per veder approvato il Piano territoriale di Coordinamento, l’ente Parco ha dovuto attendere 10 anni prima della sua approvazione da parte della Regione.
Nella legislatura regionale 2018-2023, da parte della destra al governo, è iniziata l’operazione della progressiva demolizione del Parco, azione che si è concretizzata con l’approvazione della legge regionale 29 del 13 dicembre 2022.
Lo Statuto del Parco, frutto di una mediazione all’interno dell’Assemblea dei Sindaci del Parco, è figlio di questa legge, grazie alla quale la specificità politica del Parco Sud è definitivamente venuta meno.
In questa vicenda non si non può rammentare il ruolo di Milano, che in una logica metropolitana avrebbe potuto giocare un ruolo determinante che in realtà non ha svolto, anche perché il Parco ha rappresentato un freno alle spinte di trasformazione nell’area sud del Comune per l’esistenza dei cosiddetti Piani di cintura urbana (PCU) mai varati da nessuna amministrazione provinciale e metropolitana.
Ciò che traspare in questa fase di passaggio è l’esistenza di un accordo politico tra la destra al governo del Regione e alcune forze politiche di opposizione, anche in previsione della futura governance del Parco, come previsto dalla legge 29 e dallo Statuto in discussione in questi giorni nei consigli comunali.
In definitiva, per quanto concerne lo Statuto del Parco (immodificabile), la valutazione negativa è la naturale conseguenza di decisioni politiche maturate altrove. Poi, per realismo politico, gli amministratori che fanno riferimento a Sinistra Italiana, nella votazione, valuteranno in funzione al ruolo che ricoprono all’interno delle singole amministrazioni.
Per il futuro, il compito che Sinistra Italiana svolgerà sarà di grande attenzione a due operazioni che vedranno la luce in epoche differenti: la prima, più urgente, è di difesa dei confini del Parco e ancora di più del Piano territoriale di coordinamento, vero obiettivo della destra al governo in Regione e delle sue amministrazioni comunali (non solo di quelle); la seconda è la difesa e la tutela del Parco dalle iniziative di urbanizzazione che verranno avanti nei singoli Comuni.
Alle forze ecologiste e di sinistra spetta un compito di resistenza e di proposta non facile, ma potenzialmente ricco di relazioni con le associazioni ambientaliste e con gli agricoltori più avveduti (pochi, in realtà), con i comitati locali e con i cittadini in generale.
Crediamo che questo sia il posizionamento corretto che compete a forze che si richiamano all’ambientalismo e ad un pensiero di sinistra che crede nella transizione ecologica dell’area metropolitana milanese.
Michele Foggetta, responsabile Enti Locali Sinistra Italiana Milano Metropolitana
Sinistra Italiana Milano Metropolitana
Milano, 17 dicembre 2024
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