CI BASTA CIO’ CHE RESTERA’ DELLE MURA SPAGNOLE?
Come avevamo anticipato, pubblichiamo una delle foto in cui le mura spagnole riportate alla luce nel cantiere di piazzale Baiamonti erano ancora visibili, messa a confronto con la medesima foto in cui abbiamo oscurato quelle parti che la nuova costruzione nasconderà.
A scomparire è la porzione di resti della cuspide nord del bastione difensivo delle mura che cingevano la città di Milano e che furono completate nel 1560. In un parere espresso nel 2017 la Soprintendenza così immaginava il recupero di quel ritrovamento: "un’area a giardino integrata alle strutture emerse in modo che sia apprezzabile l’intero perimetro" e affinché non fosse minacciata dalla nuova costruzione invitava ad escludere "ogni interferenza dell’attacco a terra del nuovo edificio".
Quando e dove si siano smarrite quelle buone intenzioni a protezione di antiche testimonianze della storia cittadina non abbiamo potuto appurarlo perché un muro di silenzio è stato opposto fin dal luglio 2023 alle nostre richieste alla Soprintendenza e ai molti solleciti che ne sono seguiti, anche per capire il motivo per cui si accettava che alcune parti venissero danneggiate irrimediabilmente dalle fondamenta del nuovo edificio (dedicheremo il prossimo post alle parti delle mura che saranno danneggiate).
Che un nuovo edificio, costoso, già vetusto ancor prima che venga posto il primo mattone e di dubbia utilità ai fini a cui dovrebbe essere destinato si ingoi definitivamente un pezzo importante di identità cittadina è davvero molto triste, perché quello che si configura è un precedente pericoloso, quello in cui per giustificare operazioni immobiliari pubbliche o private si potrà impunemente strumentalizzare la storia, la cultura, la memoria collettiva, nel caso del museo il nostro passato resistenziale, scaricando i rischi ambientali, la perdita di biodiversità, i sovraccarichi funzionali e i relativi costi su quartieri già gravati ben oltre i limiti della sopportazione.
Noi continuiamo nella nostra attività di vigilanza e informazione. Non ci siamo arresi a queste logiche speculative, così come non si sono arresi i tanti comitati di cittadini sorti a Milano per contrastarle. Nel frattempo, come atto di puro buon senso, prima che i teloni che proteggono attualmente le mura dalle attività cantieristiche vengano definitivamente sostituiti (a meno di un auspicabile ripensamento) da ben altre e definitive coltri, sarebbe bello che la Soprintendenza promuovesse delle visite guidate, rivolte a studiosi e cittadini interessati, per mostrare e descrivere ciò che la città perderà e dare finalmente le dovute spiegazioni rispetto alle scelte operate. Dare un commiato a queste belle mura può suonare tristemente funebre ma è proprio questo che sta accadendo in questo angolo di città: LA PERDITA, NOSTRO MALGRADO, DI UN ALTRO PEZZO DI IDENTITÀ.
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