Il Viminale ha tagliato questa cifra enorme e L’Espresso ha riportato che Salvini aveva una squadra di 20 collaboratori (la Lamorgese ne ha due), di cui 14 dedicati solo alla Bestia
di Globalist
Il Viminale ha tagliato un’ingente spesa di 500mila euro che serviva per finanziare la Bestia di Matteo Salvini: si trattava degli stipendi dei collaboratori di Salvini, che sono stati – finalmente – tagliati dal budget del Viminale.
Mezzo milione di euro pagati dai contribuenti per spargere odio online: ecco il ‘prima gli italiani’ di Matteo Salvini, che in quanto a collaboratori non lesinava mica (e certo, mica pagava lui): aveva uno staff di venti persone, 7 per le sue funzioni di vicepresidente del Consiglio, 14 che si occupavano della comunicazione social. Insomma, per Salvini la sua propaganda era più importante del suo lavoro, tanto da aver dedicato a quella sezione il doppio delle persone. Tanto per fare la differenza, Luciana Lamorgese di collaboratori ne ha due: un’assistente personale e un addetto stampa.
La notizia è riportata da L’Espresso, che fa anche i conti in tasca al Viminale: Dino Martirano, addetto stampa di Luciana Lamorgese, percepisce 120mila euro all’anno, mentre la storica collaboratrice del Viminale Cristina Pascale è rimasta al suo posto con un compenso di 32mila euro, duemila in più di quanto percepiva.
Salvini al ministero aveva portato: Stefano Beltrame (95mila euro), Gianandrea Giani (65mila), Giuseppe Benvenuto, Luigi Peruzzotti e Andrea Pasini con un compenso di 41mila euro. Oltre alla Pascale (30mila) e a Gennaro Terraciano che ha svolto le sue mansioni a titolo gratuito. A loro bisogna aggiungere i professionisti della comunicazione retribuiti con fondi ministeriali: Luca Morisi (65mila euro all’anno) e Andrea Paganella (85mila). E i collaboratori dell’ufficio stampa del ministero: Leonardo Foa, figlio del presidente della Rai Marcello, Daniele Bertana, Fabio Visconti e Andrea Zanelli. Tutti avevano firmato un contratto da 41mila euro per ogni anno. Negli uffici della Presidenza del Consiglio hanno lavorato invece Susanna Ceccardi (65mila euro, poi eletta a Bruxelles), Alessandro Amadori (65mila), Lorenzo Bernasconi (100mila euro), Claudio D’Amico (65mila), Iva Garibaldi (120mila euro), Massimo Villa (65mila) e Paolo Visca, con un compenso di 35mila euro.
La notizia è riportata da L’Espresso, che fa anche i conti in tasca al Viminale: Dino Martirano, addetto stampa di Luciana Lamorgese, percepisce 120mila euro all’anno, mentre la storica collaboratrice del Viminale Cristina Pascale è rimasta al suo posto con un compenso di 32mila euro, duemila in più di quanto percepiva.
Salvini al ministero aveva portato: Stefano Beltrame (95mila euro), Gianandrea Giani (65mila), Giuseppe Benvenuto, Luigi Peruzzotti e Andrea Pasini con un compenso di 41mila euro. Oltre alla Pascale (30mila) e a Gennaro Terraciano che ha svolto le sue mansioni a titolo gratuito. A loro bisogna aggiungere i professionisti della comunicazione retribuiti con fondi ministeriali: Luca Morisi (65mila euro all’anno) e Andrea Paganella (85mila). E i collaboratori dell’ufficio stampa del ministero: Leonardo Foa, figlio del presidente della Rai Marcello, Daniele Bertana, Fabio Visconti e Andrea Zanelli. Tutti avevano firmato un contratto da 41mila euro per ogni anno. Negli uffici della Presidenza del Consiglio hanno lavorato invece Susanna Ceccardi (65mila euro, poi eletta a Bruxelles), Alessandro Amadori (65mila), Lorenzo Bernasconi (100mila euro), Claudio D’Amico (65mila), Iva Garibaldi (120mila euro), Massimo Villa (65mila) e Paolo Visca, con un compenso di 35mila euro.
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