In concomitanza con la prima udienza del processo a Budapest presidio lunedì 29 gennaio alle 17,30 in piazza Missori a Milano
Il Comitato Ilaria Salis ha invitato tutte le forze politiche, i movimenti e le associazioni che hanno a cuore il tema dei diritti della persona a organizzare presidi su tutto il territorio italiano lunedì 29 gennaio, data della prima udienza del processo a Ilaria a Budapest.
La partecipazione dovrà avvenire ovunque senza simboli di partiti o di associazioni.
A Milano ci troveremo a partire dalle ore 17,30 in Piazza Missori.
Ilaria Salis è rinchiusa dal febbraio del 2023 nelle carceri di Orban a Budapest. L’accusa è di aver aggredito, insieme ad altri militanti antifascisti, due nazisti in occasione della cosiddetta “giornata dell’onore”, una ricorrenza che riunisce ogni anno l’11 febbraio nella capitale ungherese migliaia di nostalgici di Hitler e del terzo reich.
Ogni anno quel giorno diventa terreno fertile per episodi di violenza di stampo omofobo, razzista, antisemita: una vera e propria caccia all’uomo.
Stesso copione nel febbraio 2023: stavolta però agli episodi di violenza nazista si contrappongono internazionalisti e antifascisti provenienti da tutta Europa.
In questo scenario Ilaria è accusata di aggressione e lesioni dopo essere stata fermata su un taxi con due cittadini tedeschi, Tobias e Anna Christina.
Nessuno dei tre è stato colto in flagrante, eppure l’accusa parla addirittura di “lesioni con pericolo per la vita”, e di appartenenza ad organizzazione politica criminale. Gli aggrediti non solo non sporgono denuncia ma se la cavano con lesioni guaribili in cinque-otto giorni.
E qui comincia il calvario di Ilaria: per quasi sette mesi le vengono impediti contatti con i genitori, per almeno un mese deve indossare la stessa biancheria senza poter usufruire di carta igienica, sapone e assorbenti, in una cella minuscola in compagnia di cimici, topi e scarafaggi.
Non solo: per reati che in Italia non sono nemmeno perseguibili se non dietro denuncia (che in questo caso non c’è stata) Ilaria rischia fino a 24 anni di carcere, in un Paese come l’Ungheria che tollera ogni anno le manifestazioni nazifasciste di una vera e propria “internazionale nera”. Una sproporzione inaccettabile.
Il 29 gennaio inizierà il processo a suo carico. Il comitato Ilaria Salis chiede che si applichi la Dichiarazione Quadro 2009/829/GAI che prevede gli arresti domiciliari nel paese d’origine dell’imputato (e comunque Ilaria si è sempre dichiarata totalmente innocente) ma finora la Procura magiara non ha voluto sentire ragioni.
Sta di fatto che nel cuore della “civile” Europa si sta consumando un abuso gravissimo ai danni di una nostra concittadina. Un fatto inaccettabile che interroga tutti noi sulla difesa dei diritti umani essenziali e sulla tenuta della democrazia nel nostro continente, e che lancia un allarme concreto sul modello autoritario del governo di Viktor Orban e dei suoi alleati.
Mobilitiamoci tutti per chiedere che Ilaria torni presto in Italia.
A Milano, Roma e Ancona si terranno presidi territoriali con il sostegno di partiti politici, associazioni, movimenti e personalità del mondo della cultura. A Genova è previsto in Regione un Ordine del Giorno sul caso Salis. Stiamo proponendo a quanti abbiano a cuore la sorte di Ilaria e lo stato dei diritti dei cittadini nel nostro Paese ed in Europa - forze politiche, associazioni e privati cittadini - di organizzarsi e mobilitarsi in tutte le regioni d’Italia il 29 gennaio, data di inizio del suo processo.
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