Si sta sviluppando un dibattito nazionale, sul ruolo dei Verdi, sia per la propria organizzazione interna, con gravi criticità in Lombardia, commissariata dal febbraio 2022, sia per il tema delle alleanze e per il proseguo del percorso con Sinistra Italiana e del cartello elettorale di Alleanza Verdi Sinistra.
All'apertura/invito a Fridays for future, apparso sul quotidiano il manifesto, a cui è seguita una risposta di un portavoce di FFF, la percezione, sentore, è di una fuga in avanti a imporre liste con candidati da Roma, come già avvenuto per le elezioni politiche del 25 settembre.
Con spirito costruttivo e propositivo, e il sostegno di altre realtà regionali, si vuole avviare una discussione, a partire da questo documento, promosso dal consiglio federale dell'Emilia Romagna.
Documento che ha già raccolto il sostegno e condivisione da varie realtà locali dei Verdi.
Un invito alla riflessione e a riprendere il Percorso e la pratica verde in ottica federativa, federale, e non centralista.
Gilberto Rossi per I Verdi del Ticino
Buona lettura
Ai portavoce,alla direzione e ai consiglieri federali nazionali come contributo al dibattito.
Il Consiglio Federale di Europa Verde - Verdi Emilia-Romagna
riunitosi il 25 luglio in seduta online,
ha espresso a stragrande maggioranza un orientamento in merito alle elezioni europee del 2024 che mettiamo a disposizione degli organi del nostro partito per il necessario, ampio ed aperto dibattito che deve precedere ogni decisione da prendere.
La sigla AVS, utile escamotage per le elezioni politiche data la nostra debolezza su molti territori e la necessita di raccogliere le firme, ci sta cancellando come Europa Verde - Verdi dal panorama politico nazionale. AVS è una sigla oscura per l'elettorato da conquistare attraverso la nostra identità storica di partito ecologista.
Col paradosso che, nell'attuale fase di evidente accelerazione della crisi climatica, anziché prenderne la leadership politica scontiamo una posizione subalterna, relegata ai margini dell'attualità politica, complice una identita' confusa come il simbolo AVS.
Alle europee non dobbiamo raccogliere firme, quindi l'alleanza "tecnica" con SI non serve.
L'idea poi che dopo le elezioni, al al Parlamento europeo si scelga di far parte di gruppi diversi in caso di fare eletti è aberrante.
Queste eterne biciclette a tempo, senza un progetto politico, non ci aiutano a crescere. Raccogliere frammenti di ceto politico in cerca di ricollocazione non è un progetto politico identitario, né un progetto culturale. È l'eterno ritorno di SEL.
Annacquare in sigle effimere e oscure la nostra identita' politica e culturale forte come Verdi, anziché sfruttarne la potenzialità di crescita nel contesto del riscaldamento globale e dei fenomeni meteo estremi di cui, a differenza degli altri partiti, ci occupiamo con competenza dalla nostra nascita, è indice di debolezza.
Cercare candidature mediatiche evoca il triste caso Soumahoro che rischia di ripetersi alle europee.
Alle europee dovremmo invece batterci per e con il nostro simbolo e nostri candidati.
Abbiamo una storia ed una reputazione.
Ma se noi per primi non ci crediamo e ci confondiamo in pasticci elettoralistici non avremo forza né di attrazione sull'elettorato né di motivazione dei nostri attivisti.
Alleati a SI perderemo i voti di chi nella società sta aprendo gli occhi sull'emergenza clima ma non si riconosce in Fratoianni.
Le europee sono per eccellenza elezioni di opinione, scontro tra visioni del mondo. Perdere questa occasione di andare da soli senza nemmeno provarci, non e' la decisione giusta per far crescere Europa Verde in Italia.
Se non ora, quando?
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