martedì 19 marzo 2019

I verdi in Italia, proviamo a capire i perchè. parte 1

La complessità del voto ecologista e dei nuovi paradigmi politici che va ad abbracciare, di per sè, è un primo elemento, l'eterogenità dei temi e la visione particolare, le sovrarappresentazioni di alcuni temi a scapito di altri, e potremmo proseguire a lungo in quest'ambito.
Concentriamoci invece, sui temi organizzativi e intraorganizzativi, ovvero dai documenti congressuali e dai vari momenti di democrazia e di pratica democratica all'interno dei verdi;
poi, di come poche figure, con varie scuse e stratagemmi, hanno monopolizzato la federazione a livello nazionale, regionale e milanese, è talmente evidente, che non merita immediato approfondimento; basti vedere come chi dal centro di Milano, non ha mai varcato i confini della città e poi si ritrovasse a coprire candidature di peso in località importanti della lombardia, senza per'altro, mai passarci nemmeno per sbaglio.


Per una storia dei verdi e per la comprensione di alcune dinamiche
(segnaliamo che sono giunte pressioni, sul non pubblicare dei documenti pubblici e non riservati all'organizzazione; tant'è che per tutti i partiti democratici, la pubblicazione delle mozioni congressuali è un motivo di invito alla partecipazione e inclusione.

Singolare, appunto per il monopolio di alcune figure, che nella stessa mattinata, si siano svolti i congressi, della provincia di Milano e della Lombardia.
Per Milano, una sola mozione, che non è tanto sinonimo di inclusione ma di esclusione e monopolio (ora è chiaro ed evidente, all'epoca era stato ben mascherato)

click per video Assemblea dei Verdi della Provincia di Milano 26 1 2014

click per video Assemblea dei Verdi della Lombardia 26 1 2014

Assemblea dei verdi della provincia di Milano
MILANO HA BISOGNO DEGLI ECOLOGISTI.
In questi ultimi 4 anni, nonostante le sconfitte elettorali e la crisi degli Ecologisti in Italia ,
accompagnata dalle difficoltà crescenti delle stesse grandi associazioni ambientaliste storiche, i
Verdi lombardi hanno cercato di mantenere aperta la questione ecologica.
La viabilità risolta unicamente attraverso lo sviluppo di nuove infrastrutture stradali impattanti ,il
consumo di territorio crescente anche in aree agricole pregiate, le aree industriali dismesse inquinate
che minacciano quotidianamente la salute della popolazioni in tutte le province lombarde, l'aumento
dell'inquinamento atmosferico soprattutto nei grandi centri urbani, il dissesto idrogeologico dopo
fenomeni atmosferici sempre più estremi e ravvicinati,sono alcune delle emergenze che richiedono
una presenza dei Verdi più incisiva. Indubbiamente c'è bisogno dei Verdi, perché la loro assenza
dalle istituzioni e dalle scelte di governo ha determinato soluzioni sbagliate sul piano ambientale e
del governo del territorio , molto onerose per la colettivita' e pregiudizievoli per il futuro delle
nuove generazioni.
L’assenza dal panorama politico di una forza ecologista non ha visto sorgere negli altri partiti o
movimenti un impegno su i temi prima descritti. Per questo serve una forza ecologista portatrice di
una proposta di governo, che sia radicale nei contenuti e pragmatica nella gestione quotidiana,
trasversale nel programma ma forte nei suoi valori fondanti, quali la solidarietà, l'etica , la
competenza scientifica per individuare proposte e soluzioni concrete. Il programma deve essere
improntato alla conversione ecologica dell'economia e della società, il sostegno alla green economy
come opportunità per creare posti di lavoro, come stimolo per per cambiare le politiche fiscali
(spostare la tassazione dal lavoro alle rendite e al consumo di prodotti e fonti non riproducibili e/o
in via di estinzione) come stimolo per cambiare le politiche industriali, le politiche sociali e per
l'affermazione dei diritti civili.
Milano e provincia vedrà nel prossimo futuro l’enorme sfida della città metropolitana. Con essa
seguiranno tutta una serie di problematiche che si andranno a sovrapporre a quelle già esistenti in
questo territorio: Expo, viabilità e trasporto urbano, rifiuti, parchi, consumo di suolo e diverse altre.
Operativamente ci saranno tante sfide da affrontare:
1) Aumentare il radicamento sul territorio (soprattutto nella città di Milano), tramite il quale
rilanciarci in maniera operativa, verificando la possibilità di partecipazione alle elezioni
amministrative di primavera.
2) Migliorare la comunicazione, soprattutto sul web, strumento economico ed efficace.
3) Lavorare a gruppi di aree omogenee per la difesa del territorio, in particolare contro il
consumo di suolo e a difesa dei parchi; istituire una "consulta scientifica" di tecnici ed
esperti per l'elaborazione di proposte sui temi ambientali e non solo, puntando al
coinvolgimento di personalità (ad es. Andrea Di Stefano).
4) Trasporto urbano: questa è una delle sfide su cui dobbiamo puntare per il futuro, sia per la
sua implementazione sia per sensibilizzare i cittadini al problema.
5) Rifiuti: a Milano molto è stato fatto nell’ultimo periodo, ma c’è una disomogeneità anche tra
città vicine che bisogna livellare e, inoltre, molto ancora si può fare ( "Verso rifiuti zero").
6) Diritti delle donne: Milano e provincia vede una non piena attuazione della 194, dobbiamo
appropriarci di questo tema e rilanciare un dibattito ormai indifferente.
Co-portavoce: Silvia Casarolli e Oliviero Camisani
Sottoscrittori:
Roberto Mauri
Francesco Casarolli
Nadia Polati
Stefania Manini
Augusto Luisi
Andrea Bucci
Ivo Colombo
Aldo Guastafierro
Elena Grandi
Maria Grazia De Luca Cardillo
Antonio Caldarella
Elisabetta Balduini
Andrea Gaiardelli


21 gennaio 2014
mozione 1, poi ritirata da Ladina e Manfredi

PER UN RINNOVAMENTO DEI VERDI IN LOMBARDIA
NEL SOLCO DELLA MOZIONE NAZIONALE LUANA ZANELLA-ANGELO BONELLI
MOZIONE PER L’ASSEMBLEA REGIONALE DI MILANO DEL GIORNO 26 GENNAIO 2014
CANDIDATI PORTAVOCE ANNA MANFREDI-ANDREA LADINA
Questa Mozione intende portare sul territorio lombardo lo spirito della Mozione di Luana Zanella ed Angelo Bonelli che hanno tracciato le linee politiche per i Verdi nel prossimo futuro e che sono state condivise dalla maggioranza degli iscritti partecipanti all’Assemblea di Chianciano dello scorso novembre 2013.
Di quella impostazione politica vogliamo in questo contesto richiamare, in forma sintetica, alcuni elementi portanti che a nostro avviso sono preziosi per il futuro: innanzitutto l’indipendenza dei Verdi come forza politica autonoma, poi la “resistenza” di fronte alle difficoltà che viviamo nell’attuale congiuntura politica, ed infine le buone pratiche ambientaliste.
L’INDIPENDENZA DEI VERDI. La Federazione nazionale dei Verdi non si scioglie né confluisce dentro nessun altro partito. Ci siamo e rimaniamo con i nostri contenuti e non rinunciamo al patrimonio di idee e di progetti che riteniamo indispensabili per determinare una svolta ambientalista nel nostro Paese. E questo a fronte del fatto che tutte le aperture ambientaliste contenute nei programmi dei partiti tradizionali sono state, nel tempo, fortemente ridimensionate e gli ambientalisti pur presenti anche in altre forze politiche non sono riusciti ad essere incisivi a causa del prevalere di logiche subalterne ad uno sviluppo economico tradizionale pesantemente impattante sull’ambiente.
La stessa sfida politica, rivolta soprattutto a noi Verdi , costituita dalla nascita di Sinistra Ecologia Libertà ha mostrato tutti i suoi limiti non solo nel caso della vicenda dell’Ilva di Taranto ma anche in relazione ad altri episodi avvenuti sul territorio in cui si è visto la subalternità di Sel a logiche compromissorie rievocanti ideologie ottocentesche a difesa unilaterale del “diritto al lavoro contro il diritto alla salute”.
Ed è proprio perché crediamo nella modernizzazione industriale a basso impatto ambientale che riteniamo fondamentale l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro dall’innovazione tecnologica. Per questo non siamo disposti a sostenere piani per l’occupazione per lavori che compromettono la salute dei lavoratori e producono danni all’ambiente con l’inquinamento delle risorse naturali: l’aria, le acque, il suolo.

Lo stesso Partito democratico , sia nella componente maggioritaria di Renzi che in quella di Bersani mostra di essere distante dallo svolgere un ruolo di modernizzazione dell’Italia . E’ inaccettabile Il ritardo culturale del Pd nell’intervenire reperendo indispensabili risorse finanziarie, ad esempio, sul terreno della difesa del suolo dal drammatico “franare dell’Italia” dovuto all’incuria ed alla mancanza di un coraggioso piano di prevenzione del dissesto idrogeologico. Non è pensabile che, a fronte del fatto che il 68% delle frane in Europa avvengono in Italia, anche l’attuale Governo Letta abbia stanziato solo 30 milioni di euro per la cura del territorio quando ne servirebbero almeno 500 di milioni, in un Paese che produce il 17% di PIL grazie al turismo, un settore economico importante per l’Italia ma insidiato dalle continue frani ed alluvioni.
Quello che sta avvenendo in Liguria, una riviera tra le più belle al mondo, a causa di frane ed alluvioni è stato previsto da due autori, Marco Preve ed Ferruccio Sanza, nel loro libro: Il partito del cemento. La natura si ribella all’aggressione dell’uomo e come Verdi a nostra volta ci dobbiamo ribellare ad un’economia incapace di conservare le bellezze naturali. Oltre al fatto che, per quanto riguarda il consumo di suolo l’Italia perde circa 70 ettari di suolo agricolo al giorno, con un record preoccupante che riguarda la Lombardia, regione che continua a compromettere terreni fertili, prati stabili e fontanili.
Non è ammissibile lesinare sui fondi per la cura del territorio a fronte degli stanziamenti ancora troppo rilevanti per gli armamenti e non possiamo non contestare l’ambiguità del Pd rispetto alla vicenda delle spese miliardarie per gli aerei F35 da combattimento.
Le critiche e le riserve dei Verdi nei confronti del centrosinistra non significano che vogliamo rifiutare alleanze o presentarci al corpo elettorale da soli, sempre e comunque col nostro simbolo. Alleanze e collaborazioni sono necessarie . Tuttavia non possiamo ridurci ad un ruolo subalterno di sostegno al centrosinistra solo in funzione anti centrodestra quando tra questi due schieramenti i programmi in fatto di ambiente, spesso, non sono così diversi. Se vogliamo dire qualcosa di credibile al Paese non possiamo venir meno ai nostri principi anche a costo di venire temporaneamente emarginati. L’indipendenza dei Verdi rispetto ai contenuti ambientalisti è la ragione del nostro esistere come forza politica se così non fosse tanto vale confluire in un altro partito.


LA RESISTENZA. Non ci riferiamo qui al principio della Costituzione nata dalla Resistenza anche se è importante a volte richiamarne i valori. La “resistenza” a cui ci riferiamo è quella che siamo chiamati a vivere oggi di fronte al dilagare della marea del voto al Movimento 5 stelle che sembra aver catalizzato a sé anche buona parte del voto che veniva dato nel passato ai Verdi. Beppe Grillo dice che non c’è più bisogno dei partiti, per cui anche dei Verdi. Stando a questa impostazione politica non servirebbero più i Verdi perché sono i 5 Stelle ad essersi impossessati delle tematiche ambientaliste senza compromessi , ed al di fuori dello schema destra-sinistra. La sfida dei 5 Stelle è molto più insidiosa di quella di Sel perché oltre al linguaggio nuovo e alla rinuncia al finanziamento ai partiti (iniziativa di forte impatto sull’opinione pubblica) e alla battaglia contro i vitalizi facili per parlamentari e consiglieri regionali il Movimento 5 Stelle partendo dal nulla è arrivato a far breccia su più di 8 milioni di italiani. Può essere un fatto consolatorio dire che si tratta per lo più di populismo, cosa che in parte può essere vera ,ma che non spiega tutto e forse c’è qualcosa da imparare da questo Movimento che ha intercettato la sfiducia degli italiani per il modo
antiquato di far politica dei partiti. Dei partiti, compresi i Verdi che hanno nel passato sprecato risorse
finanziarie pubbliche per iniziative come il quotidiano-settimanale Terra, uno strumento di comunicazione costato tantissimo ma sconosciuto al di fuori della ristretta area della Federazione dei Verdi.
Crediamo che il Movimento 5 Stelle a fronte di un picco di consensi che potrebbe aver già raggiunto o forse potrebbe ancora raggiungere nel prossimo futuro sia destinato a ridimensionarsi a causa del messianismo politico di cui sembra imbevuto mentre, stando all’esperienza dei Verdi europei è soltanto la metodologia laica e l’assenza di convinzioni di essere portatori di verità la strada per una politica moderna . Perché anche i Verdi non sono portatori di una ideologia, l’ennesima dopo i nazionalismi, i liberalismi, i socialismi, i comunismi. La metodologia di lavoro che sembra più utile seguire è quella delle ipotesi di lavoro e di teorie da applicare che possono essere giuste o sbagliate e che, se sbagliate possiamo migliorare. Per tale ragione pensiamo che il Movimento 5 Stelle, dismesso l’assolutismo ideologico che lo pervade, potrebbe nel futuro rappresentare una forza più laica con cui collaborare senza venir meno al nostro essere Verdi.
LE BUONE PRATICHE AMBIENTALISTE. Il fatto che non siamo presenti nel Consiglio Regionale della Lombardia non ci deve portare a rinchiuderci nell’ambito ristretto di partito per lo più dedito a rincorrere solo le scadenze elettorali. Abbiamo la necessità di aprire una interlocuzione con i gruppi consiliari in Consiglio regionale per cercare dei punti di contatto e per l’elaborazione di progetti a difesa del territorio lombardo.
Pensiamo che sia utile cercare un dialogo con la Lista Ambrosoli e con quella parte del Partito democratico più sensibile ai temi ambientali ed anche con taluni consiglieri del Movimento 5 Stelle . Non ci sembra che la Lombardia della Giunta Maroni stia brillando per programmazione del territorio così come ci sembra poco incisiva l’azione dell’opposizione. I Co-portavoce e l’Esecutivo debbono aprire un dialogo con i consiglieri regionali per verificare percorsi di lavoro comuni. Innanzitutto per superare i ritardi nella predisposizione di interventi in campo ambientale se si pensa, ad esempio, che dei 6.633 comuni italiani a rischio idrogeologico ben 929 solo in Lombardia. Oltre al fatto che la qualità dell’aria sulla pianura padana Lombardia è gravemente compromessa e che, delle tante misure sbandierate da Maroni per fronteggiare lo smog poche sono state attivate. Per non parlare del tema delle bonifiche ambientali, del piano amianto, e di tutta una serie di argomenti che stanno a cuore ai cittadini come la qualità delle acque dei fiumi e laghi lombardi e la qualità stessa dell’acqua del rubinetto di casa.
Le buone pratiche ambientaliste che come Verdi vogliamo implementare sul territorio lombardo debbono recuperare tematiche di cui i Verdi sono stati anticipatori, ad esempio riguardo alla raccolta differenziata dei rifiuti dobbiamo farci promotori, noi come Verdi, di un primo obbiettivo del 75% di raccolta differenziata come media regionale, per poter superare gradualmente il ricorso all’uso degli inceneritori di Milano, Brescia, Cremona, Pavia ….E tra le buone pratiche ambientaliste dobbiamo mettere il rispetto ed il nostro amore per gli animali come fattore di civiltà.
Oltre al Consiglio regionale vanno individuate anche risorse esterne nelle associazioni di base ed in
personalità che, come nel caso del direttore della rivista Valori, Andrea Di Stefano hanno una buona
preparazione anche nel settore economico-ambientale e che possono essere attratti dai Verdi. Ed anche la presenza di nostri consiglieri nei Consigli di zona a Milano è da valorizzare concertando iniziative comuni.
Le elezioni europee sono alle porte, non sappiamo al momento in che modo affrontarle stante lo
sbarramento al 4% e le scarse risorse finanziarie per raccogliere le 150.000 firme. Potremmo lanciare la proposta di radunare tutti, nell’area del centrosinistra, a parte il Pd, il Movimento 5 Stelle ed il PRC, sotto il simbolo del Sole che Ride trattandosi di una formazione politica quella dei Verdi che è radicata in tutta Europa . Se si parla di Europa si deve ragionare anche in un’ottica europea, superando la galassia diformazioni minori inesistenti in Europa, dove è invece ben presente la famiglia politica dei Verdi europei.
I PORTAVOCE REGIONALI E L’ESECUTIVO. In una formazione politica laica i ruoli dirigenti devono essere funzionali al lavoro e agli obbiettivi comuni e non al formarsi di carriere personali. Vanno evitati ruoli autoritari che comportano il formarsi di cordate o di correnti. Anche un singolo aderente deve trovare il clima adatto per dire la sua.
L’Esecutivo regionale deve essere l’ambito di lavoro principale della Federazione dove affrontare le
questioni ed i compiti esecutivi e la sua convocazione deve avvenire, di regola, favorendo la massima
partecipazione, concordando con tutti orari e date. Le decisioni dell’Esecutivo, motivate ,vengono poi
sottoposte o al consiglio federale regionale o ad una diversa assemblea territoriale.
Va evitato che argomenti di rilievo come la formazioni delle liste elettorali o l’inserimento o meno di
candidati avvengano con iniziative estemporanee, senza una preventiva discussione e decisione motivata dell’Esecutivo.
In merito alla vicenda della nostra partecipazione come Verdi alle elezioni regionali 2013 la trattativa con il candidato presidente Ambrosoli è avvenuto in maniera del tutto inadeguata con un risultato fallimentare anche in ragione del mancato coinvolgimento dell’intero esecutivo che doveva essere messo al corrente tempestivamente delle difficoltà incontrate. In precedenza, nel caso di Penati tutto l’Esecutivo incontrò il candidato presidente raggiungendo con lui un accordo. Avvicinato casualmente a lato di un convegno, Andrea Di Stefano, che per poco non è riuscito ad entrare in Consiglio regionale ci ha detto che se fosse stato contattato sarebbe stato lieto di accogliere dei candidati dei Verdi nella sua lista regionale. Come si vede si poteva fare ben altro rispetto a quanto si è fatto.
Riteniamo inoltre che l’Esecutivo debba rispecchiare le varie realtà territoriale dei Verdi presenti sul
territorio regionale e non concentrarsi solo sull’area milanese.
Per favorire la crescita dell’interesse per i Verdi non possiamo prescindere dall’‘uso della rete informatica, che è democratica e con pochi costi, incominciando da noi con la creazione di un blog regionale degli iscritti che favorisca riflessioni, valutazioni, informazioni. Successivamente si potranno studiare dei blog di più ampio respiro rivolto a tutti. Va superata la cappa di silenzio registrata negli ultimi tempi sulla rete e dobbiamo saper aggiornare il nostro modo di comunicare .
Queste sono le ragioni che ci hanno portato a presentare la Mozione che potrà essere integrata durante il dibattito auspicando di trovare delle convergenze nel corso dell’Assemblea regionale.
Firmato:
EDGARDO BERTICELLI, GIANEMILIO ARDIGO’, MIRELLA MONDINI, AGOSTINO BARBISONI, ILARIA NACCI, JURI BROCCHIERI, BEATRICE LADINA, SOFIA BIANCHI (CREMONA), CARLO DE FRAIA, PATRIZIA BERTOCCHI,
SALVATORE FIERRO, PIERLUIGI ATTI (BRESCIA) ANNA MANFREDI, ANDREA LADINA
Lunedì, 20 gennaio 2014

Mozione 2, quella che poi è risultata vincitrice a seguito del ritiro della mozione 1

Candidati co-portavoce Aldo Guastafierro Elisabetta Patelli
LA LOMBARDIA HA BISOGNO DEGLI ECOLOGISTI.
In questi ultimi 4 anni, nonostante le sconfitte elettorali e la crisi in Italia
degli ecologisti, accompagnata dalle difficoltà crescenti delle stesse grandi
associazioni ambientaliste storiche, i Verdi lombardi hanno cercato di mantenere
aperta la questione ecologica. Certamente una presenza territoriale molto debole,
conseguenza, anche, delle scissioni e delle defezioni in direzione del Pd o di Sel ,
dell’ uscita dalle istituzioni regionali, provinciali e di molti enti locali, delle divisioni
interne causate da personalismi esasperati. Tutto cio’ non ha favorito una
iniziativa efficace dei Verdi dentro i grandi conflitti ambientali che si sono verificati
in Lombardia: il problema della viabilità che ha trovato risposte solo attraverso lo
sviluppo di nuove infrastrutture stradali, il consumo di territorio crescente anche
in aree agricole pregiate, le aree industriali dismesse inquinate che rappresentano
un pericolo quotidiano per le popolazioni in tutte le province lombarde, l'aumento
dell'inquinamento atmosferico soprattutto nei grandi centri urbani, il dissesto
idrogeologico che ad ogni cambiamento atmosferico importante provoca disastri
sempre più estremi e ravvicinati, l'abbandono delle campagne.
Allora c'è bisogno dei Verdi, perché la loro assenza dalle istituzioni e dalle
scelte di governo ha determinato soluzioni sbagliate sul piano ambientale/di
governo del territorio, ed ha anche determinato oneri finanziari non sostenibili
che pregiudicano il futuro delle nuove generazioni, in assenza totale nei partiti
ai posti di manovra di un barlume di coscienza sulla necessita’ di invertire anche
a livello regionale il modello di sviluppo imperante
MA CE’ UNO SPAZIO NEL CAMPO POLITICO LOMBARDO PER UNA
FORZA ECOLOGISTA?
Se si pone l'attenzione sulle principali forze politiche, sul loro operato e sulle
loro proposte, la risposta non può che essere affermativa. Il Pd non ha mai preso
in considerazione laprospettiva ecologica come paradigma per interpretare i
problemi legati al governo della Lombardia, regione decisiva per il futuro di tutto il
paese, anzi paradossalmente dopo l’assorbimento dei fuoriusciti verdi questo
partito è diventato meno sensibile ai temi ambientali. Sel non ha presenza in
consiglio regionale e non ha negli ultimi anni evidenziato capacità di proposta sui
tem della sostenibilità (forse dipende da un gruppo dirigente regionale
prevalentemente di provenienza RC , PD-DS e Cgil-Fiom). Sul piano locale spesso
Sel contribuisce all'approvazione di Pgt voraci di consumo di suolo. I 5 stelle
nonostante una presenza istituzionale significativa sono assolutamente incapaci di
proposta politica e diventano irrilevanti riguardo al confronto sulle scelte legate al
governo del territorio. Allora la vera domanda è: quale forza ecologista serve?
Serve una forza ecologista portatrice di una proposta di governo, che sia radicale
nei contenuti e/ma pragmatica nella gestione quotidiana, trasversale nel
programma ma forte nei suoi valori fondanti, quali la solidarietà, l'etica e la
moralità nell'azione nelle istituzioni e che sia certamente competente per poter
individuare le proposte e soluzioni concrete. Il programma deve essere
improntato alla conversione ecologica dell'economia e della società, al sostegno
alla green.economy come opportunità per creare lavoro nuovo, come stimolo per
cambiare le politiche fiscali (spostare la tassazione dal lavoro alle rendite e al
consumo di prodotti e fonti non riproducibili e/o in via di estinzione), come
stimolo per cambiare le politiche industriali, le politiche sociali e per
l'affermazione dei diritti civili.
UNIRE GLI ECOLOGISTI AI VERDI EUROPEI
Anche in Lombardia gli ecologisti sono dispersi. I verdi da soli possono
rappresentare tutto l'ecologismo? I Verdi hanno già praticato con la proposta della
Costituente ecologista la scelta di unificare le varie esperienze che sono nate e
che nascono sul territorio e nello stesso quadro politico. Il fallimento di quella
ipotesi deve insegnarci a trovare la strada per proseguire.E’ una strada che da
unaparte deve incrociare le varie esperienze sul territorio ,ma dall’altra anche
quello che sta "nascendo dall'alto" con la proposta di GreenItalia. Il rapporto con
questa nascente formazione può contribuire, oltre a praticare un primo
allargamento del campo ecologista, a rafforzare il nostro ruolo con i Verdi europei
e a ragionare sulle proposte e sui programmi riguardo alle prossime elezioni
europee. Non dobbiamo avere paura del confronto, perché chi è convinto delle
proprie idee non ha paura di aprirsi e di capire le idee e le proposte degli altr, ma
occorre anche a partire dai Verdi ricostruire una presenza reale nelle varie
province lombarde, dato che in alcune siamo assolutamente assenti, in altre
debolissimi, in altre ancora permane una deprecabile pratica di tesseramento che
non rappresenta una vera presenza nel territorio. Tutto cio’ e’ stato ampiamente e
chiaramente dimostrato dalla vicenda della raccolta firme necessarie alla
presentazione delle liste dei Verdi alle ultime elezioni regionali. La presenza degli
ecologisti alle elezioni europee sarà possibile se saranno presentati programmi
convincenti e figure che sappiano raccogliere consensi dentro e fuori le forze
organizzate, ma anche se le donne e gli uomini che credono nella necessità
dell'unione degli ecologisti saranno in grado di raccogliere le firme necessarie alla
presentazione della lista nella nostra circoscrizione nord-ovest.
GLI ECOLOGISTI PER UNA ALLEANZA INNOVATIVA E PER IL
GOVERNO DEL CAMBIAMENTO.
Le ultime elezioni nazionali hanno prodotto una divisione politica/elettorale
tra 3 grandi poli: centrosinistra, destra e 5 stelle. La proposta di una
aggregazione di centro guidata da Monti, pur raccogliendo un risultato elettorale
apprezzabile, non ha sfondato e anche le ultime vicende relative alle divisioni
della Casa delle Libertà non sono finalizzate alla creazione di un'altra
aggregazione di centro. In Italia vi sono ormai consolidati 3 grandi poli e non è
verosimile ipotizzare un quarto polo di sinistra ecologista come qualcuno ha
cercato di costruire nel recente passato, Infatti l'ultimo tentativo fallito è
l'esperienza della lista Ingroia.
In Lombardia la situazione è simile ,se non peggiore:la destra con Maroni ha
vinto le elezioni regionali e nonostante le divisioni nella Casa delle Libertà non
sono prevedibili sfaldamenti in quella coalizione. Ambrosoli ha perso le elezioni
malamente, forse se si fosse realizzato l'accordo elettorale con i Verdi il risultato
sarebbe stato differente e il centrosinistra lombardo è costruito attorno al Pd,
anche perché Ambrosoli appare incapace di esercitare il ruolo di leader nel lavoro
di opposizione e dentro la coalizione di centrosinistra. I5 stelle dimostrano
quotidianamente i loro limiti progettuali, al di là delle solite proposte anticasta;
Sel in Lombardia non è riuscita ad affermarsi ,rimanendo fuori dal consiglio
regionale e la sinistra, nonostante l'ottima affermazione personale del capolista
Distefano, ha subito una ulteriore sconfitta. I Verdi devono ricostruire un rapporto
forte con i cittadini lombardi, prima ancora di proporre alleanze politiche
elettorali. Le condivisioni programmatiche sono le condizioni preliminari per ogni
alleanza, ma i programmi devono nascere dalla iniziativa autonoma ecologista
dentro le grandi vertenze ambientali, per offrire un'idea di futuro sostenibile e una
proposta di cambiamento per la Lombardia. Se non cambia la Lombardia non
cambia l'italia, anche per questa motivo è necessario creare le condizioni per una
presenza significativa degli ecologisti dentro una alleanza innovativa in
Lombardia mettendo al centro i programmi, le esperienze, il sapere ecologista, le
competenze accumulate in questi anni. L’ecologia della politica è una
precondizione nella costruzione del nostro gruppo dirigente, la rottamazione,
termine ormai di moda, è un termine e una pratica lontana dal dna ecologista che
sceglie il risparmio e l'uso appropriato delle risorse. Lo scontro tra il vecchio e il
nuovo deve lasciare il posto al confronto e l'avvicinamento delle culture e delle
esperienze tra le generazioni, per valorizzare le donne e gli uomini che mettono a
disposizione le proprie energie e il proprio tempo per il nostro progetto comune. Il
vecchio da combattere e' soprattutto l'esercizio della politica come fonte di
privilegi personali e i poteri parassitari che di politica si alimentano, ma e'
vecchia da combattere anche la politica lontana dai problemi veri della gente.
Problemi gravi e dilaganti su cui oggi si radica un tensione interna al paese e
movimenti tutt'altro che da sottovalutare.
SUL PIANO PROGRAMMATICO E ORGANIZZATIVO
Nei prossimi anni sara’ indispensabile promuovere iniziative di confronto su
alcuni dei temi ambientali prioritari per la Lombardia , in particolare il dissesto
ambientale e la salvaguardia del territorio , i siti contaminati e la prospettiva economica
A tal fine la Presidenza si impegna sin da ora a dare tutto il suo contributo e
a mettere a disposizione , rete, contatti, conoscenze ed esperienza.
Affinche' la presenza verde possa rafforzarsi e crescere e’ indispensabile
evitare gli errori del passato e organizzare il gruppo dirigente ( inteso come
presidenza, esecutivo , ufficio politico ed altri eventuali incarichi) secondo
deleghe precise. Deleghe a scadenza fissata e rendicontabili, siano essi compiti
tematici e/o organizzativi.
Per riorganizzare una presenza sulla numerose province dove non siamo
/non esistiamo piu' e’ necessario che vi siano referenti che lavorino su una nostra
riattivazione locale.
Particolare attenzione dovra’ essere dedicata, attraverso incarico preciso ,
modi e strumenti adeguati, ad una efficace tempestiva comunicazione
interna/esterna.
Una banca dati regionale di competenze e best practises e’ strumento
indispensabile, da attivare subito, per ottimizzare le energie e rendere piu'
efficace e tempestiva l’iniziativa politica locale e regionale.
Responsabili dovranno anche coordinare per quanto ci compete la presenza
ad elezioni e i rapporti con le altre forze politiche.
Sara’ utile costituire un comitato scientifico che sia composto soprattutto da
figure esterne, in grado di dare un significativo contributo
all’aggiornamento/confronto tecnico-scientifico sui temi di nostro interesse
prioritario
Sara’ inoltre necessario ridefinire collegialmente uno statuto regionale di
regole, compatibile con le norme interne nazionali , inteso come
regolamento comune da rispettare rigorosamente. E un modo di agire interno ed
esterno rigorosamente coerente rispetto ai principi dell’ecologia della politica.
Dobbiamo essere onesti, coerenti, pazienti e fiduciosi .
La crisi sta mettendo alla prova i sistemi finanziari, il mondo politico, il
mondo occupazionale e del lavoro, le relazioni sociali, la capacità di innovare e
non restare fermi, i sistemi educativi, fino ai più reconditi ambiti di ogni singolo
individuo e della propria capacità di affrontare questa fase difficile. In questo
contesto ostile all’ecologismo dobbiamo avere la forze di essere soggetto attivo,
artefice, di una nuova mentalità.
“I grandi cambiamenti si manifestano impercettibilmente. Fino a quando, un
bel giorno, tutto diventa obsoleto e capiamo di vivere in un mondo
completamente nuovo” J.Rifkin
RIPAMONTI NATALE
MASSERONI FABRIZIO
LEALI ENZO
GAIARDELLI ANDREA
DAVIDE LANDONI
MAGISTRONI ANNAMARIA
LANDONI PASQUALE
GIANPAOLO LOCATELLI
MARNINI ELENA
MAURI ARMANDO
MAVIGLIA ROBERTO
MAZZOLA ROSSELLA
OSIO EMILA
PASSERA ANDREA
RIPAMONTI MARTA
RIPAMONTI PAOLA
TACCHELLA ANDREA
BUCCI ANDREA
CAMISANI ERICA
CASAROLLI PAOLO
CAMISANI OLIVIERO
CASAROLLI SILVIA
DE LUCA CARDILLO MARIA GRAZIA
DE MARCELLIS FULVIO
BEDETTI LUIGI
BONINSEGNA LILIANA
CASSANO ANNA
COLMEGNA FABIO
COZZI CHIARA
GIMENEZ JUAN IGNACIO
ISAC MARIANA
JARDON ALVAREZ ANGEL
NAHMIAS PIERO
NUTI MANUELA
POZZI MARILENA
PRATTICO'ANTONIO
PREVITERA LUIGI
PREVITERA SILVIO
TAJANA LUCIA
ZONI ROBERTO

L'intervento di chi cura questo blog e in questi 15 anni, ha dato tutto se stesso per sostenere e far si che esistano i verdi in lombardia;
segnalo che mentre alcuni, dimenticandosi di ambiente, natura ed ecologia, vanno a varcare i confini regionali per dare pareri su convegni altrui, in questi 5 minuti di intervfento, riesco a esporre una strategia comunicativa, una linea politica e delle proposte di lavoro per i Verdi.
click per video Assemblea Regionale Verdi Lombardi Gilberto Rossi 26 1 2014

Singolare e significativo, che la comunicazione dei congressi, avviene poi, a distanza di 5 mesi, e non in tempo reale od i 5 minuti, come logica vorrebbe.


Elezioni portavoce ed esecutivo regionale e provinciale

L’ assemblea dei Verdi della Lombardia, convocata domenica 26 gennaio, ha eletto i due coportavoce regionali.
Gli eletti sono Elisabetta Patelli e Aldo Guastafierro.
Il nuovo esecutivo è composto da: Francesco Casarolli, Maria Grazia De Luca Cardillo, Luigi Bedetti, Elena Grandi, Giuseppe Ramera, Silvia Pullega, Orazio La Corte, Anna Cassano.
L’ assemblea dei Verdi Provinciali di Milano, convocata oggi domenica 26 gennaio, ha eletto i due coportavoce.
Gli eletti sono Silvia Casarolli e Oliviero Camisani.
Il nuovo esecutivo è composto da: Andrea Gaiardelli, Stefania Manini, Roberto Mauri, Clara De Clario, Augusto Luisi, Cristina Ganini, Antonio Caldarella, Marina Vergani, Andrea Tacchella, Clara Manfredi.
La Federazione dei Verdi è la prima forza politica in Italia che prevede, per il proprio gruppo dirigente, la parità di genere.
I nuovi esecutivi, regionale e provinciale, saranno impegnati nei prossimi anni a lavorare soprattutto sui seguenti temi:
– salvaguardia del territorio nei suoi molteplici aspetti, dalla prevenzione dei dissesti idrogeologici allo stop del consumo di suolo, alla valorizzazione delle aree di pregio.
– rilancio della green economy come strategia per uscire dalla crisi
– tutela dei diritti e solidarietà in questa fase di fragilità socio economica
– ecologia della politica: trasparenza, legalità, lotta ai privilegi

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