martedì 19 marzo 2019

I verdi in Italia, proviamo a capire i perchè. parte 3 assemblea regionale della Lombardia e le 3 mozioni

Assemblea Regionale dei Verdi della Lombardia. 
Presentate a Roma, entro i termini e le regole previste, 3 mozioni;
ricordiamo che per la prima volta nella storia dei verdi, a seguito del congresso nazionale di chianciano del dicembre 2018, la nuova maggioranza, esclude completamente le minoranze interne; 
In seguito a questo gravissimo precedente, anche chi aveva sostenuto la mozione 1 a Chianciano al congresso nazionale, ha optato per sostenere la mozione 2 a firma guastafierro e ganini;
per evitare il monopolio dei verdi da parte dei nuovi coportavoce.
Nella provincia di Milano, comunque, concordando con la situazione, si è deciso di presentare una terza mozione, perchè, se si è concordi nel voler fermare il rischio di un monopolio milanocentrico, da parte della mozione 1, Fedreghini Daffini, non si può soprassedere sulle lacune e mancanze della gestione lombarda dal 2014 e degli errori di quella gestione a cura di Guastafierro e Patelli;
per questo motivo, si è pensata una mozione più articolata, come tratto d'unione e progettuale per tutta la federazione dei verdi dlela lombardia.


Intervento illustrativo della mozione 3 
"per l'ecologia in politica, per una politica ecologista, per l'Ecologia Sociale"
candidati coportavoce Regionale della Lombardia, GIlberto Rossi e Antonella di Maio.
Dopo un sereno e costruttivo confronto con i rappresentanti della mozione 2, e avendolo proposto anche ai sostenitori della mozione 1, ma con esito negativo,
Abbiamo deciso di ritirare la mozione, e ripresentarla come base documentale programmatica di tutta l'assemblea e non solo    dei proponenti e dei sottoscrittori (cioè i Verdi del nord e Ovest di Milano metropolitana).


Imbarazzante, ma che da il senso dell'inadeguatezza della classe dirigente, che si arrocca dietro un dito, per nascondere le proprie incapacità; dopo essere stata estromessa dall'esecutivo nazionale, in seguito alle dimissioni dell'11 marzo 2018, solo il 4 gennaio 2019, prima della convocazione del congresso regionale; e si, metodi poco democratici e chiari, tipici di altre forze politiche per nulla democratiche.

Arriviamo ai testi delle mozioni, sospendendo il giudizio

Cambiamento Ecologista in Lombardia.   Fedreghini Daffini 
Programma per il rilancio dei Verdi Lombardi. 

Premessa. In Europa – in modo particolare nei Paesi del Nord del continente - il movimento ecologista sta consolidando e aumentando consensi elettorali sulla base di tre elementi fondamentali. I primi due sono noti e dibattuti: da un lato la crisi storica dei partiti di tradizionale ispirazione “socialdemocratica” con l’emergere del populismo (e il riemergere del nazionalismo) come risposta immediata alla crisi sociale ed economica; dall’altro l’emergenza climatica e ambientale con le sue conseguenze materiali, economiche e sociali, sempre più evidenti. Ma c’è anche un terzo fattore determinante che agevola, in molti Paesi europei, l’individuazione dei Verdi come soggetto politico affidabile e credibile al fine di garantire la necessaria conversione ecologica della società, mantenendo saldi i valori di riferimento su cui sono fondate le comunità dei popoli d’Europa: avere governato, e averlo fatto bene, dimostrando di sapere tradurre le parole in azioni e misure concrete ed efficaci sul piano dell’ecologia, del welfare, dell’economia sostenibile, dell’inclusione e della giustizia sociale. L’Onda Verde dal nord Europa soffia anche verso l’Italia, ridando forza e vitalità a entusiasmi che sembravano sopiti, spingendo molte persone ad interessarsi ai Verdi. E’ un’occasione che i Verdi italiani non possono perdere, un’occasione unica e irripetibile perché capita in un momento fondamentale e drammatico per il nostro Paese: la crisi delle forze che facevano riferimento alla tradizionale socialdemocrazia ha lasciato campo libero al risorgere di nazionalismi, populismi e xenofobia. Su questo punto bisogna essere chiari: la crisi dell’identità europea e, a cascata, di gran parte delle forze socialdemocratiche che hanno permeato la nascita, lo sviluppo e il benessere europeo nel secondo dopoguerra, nasce e si sviluppa negli ultimi trent’anni dall’incapacità di queste stesse forze di rappresentare, all’interno delle istituzioni democraticamente elette, un argine culturale politico economico e sociale nei confronti della pervasività del mercato e alla finanziarizzazione dell’economia che ha prodotto una drastica inversione di tendenza rispetto all’economia di welfare sviluppatasi a partire dagli anni Cinquanta: per dirla in modo semplice ma chiaro, oggi nel mondo “sempre di meno hanno sempre di più”, e le crescenti disuguaglianze e povertà, in Europa e nel pianeta, innestano conflitti dei penultimi contro gli ultimi. La crisi finanziaria globale 2007-2009 ha aggravato e accelerato, negli anni successivi, questa dinamica. Venendo meno l’argine del progetto di costruzione di un futuro comune fondato sulla giustizia sociale, rappresentato dalla tradizionale socialdemocrazia; lasciati soli in balìa degli spietati meccanismi di un mercato nel quale l’unica regola buona è l’assenza di regole; ridotto progressivamente il ruolo e la capacità di incidere delle istituzioni di fronte a meccanismi finanziarisottratti al controllo democratico; di fronte a tutto questo, i popoli d’Europa riscoprono il nazionalismo, la xenofobia, il razzismo, la difesa del suolo, la costruzione di argini difensivi contro il resto del mondo. La politica e le istituzioni, insieme ai partitistorici, vengono delegittimate perché non sono servite a impedire il disastro. L’attuale governo italiano Lega-M5S rappresenta alla perfezione questa parabola: da un lato si dimenticano valori e diritti, costruendo muri e aprendo la strada a politiche sui migranti e sui profughi che rappresentano un attacco ai valori universali di civiltà e di rispetto dei diritti umani; dall’altro, col “reddito di cittadinanza”, viene attivata una risposta inadeguata, propagandistica, materialmente poco efficace al problema della crescente povertà: una risposta che in ogni caso, purtroppo, prima di oggi nessuna forza politica che si richiama alla tradizione socialdemocratica era stata in grado nemmeno di proporre. Per questo è necessario costruire una risposta politica e culturale che dia spazio a quelle realtà, che ancora sono tante, che invece lavorano nel quotidiano per fermare in Italia questa deriva valoriale costruendo un’alternativa. Una risposta che parta dallo squilibrio della situazione attuale, dove “sempre meno hanno sempre di più”, per costruire progetti, proposte e soluzioni coniugando la questione ambientale (un uso equilibrato e sostenibile delle risorse del pianeta, oggi e per le generazioni future, legato all’urgenza di rispondere alla crisi climatica attraverso misure d’adattamento dei territori alle nuove, estreme condizioni meteorologiche e misure di mitigazione per stabilizzare e ridurre le emissioni di gas serra) con la questione sociale (una distribuzione equa delle risorse del pianeta, oggi e per le generazioni future) attraverso un processo di transizione ecologica che non indebolisca un tessuto sociale ed economico già fragile, ma crei le condizioni per sviluppare nuove attività economiche, nuove professionalità che aprono nuove opportunità di lavoro e di crescita personale. Come Verdi da anni ci battiamo per indicare un modello diverso di sviluppo e per rafforzare la democrazia nel nostro paese. E’ fondamentale coinvolgere le nuove generazioni insieme a chi ha portato avanti i Verdi in questi anni, salvandoli dal fallimento, per costruire un nuovo modo di stare insieme, dinamico, aperto, partecipato e che sappia riprendere con forza e coraggio la proposta di un nuovo soggetto ecologista legato alle esperienze civiche e associative. Per questo diventa indispensabile riunire tutti gli ecologisti, le associazioni ambientaliste, i comitati, isemplici cittadini, le imprese dell’economia verde; tutti impegnati nella conversione ecologica sotto un unico riferimento politico. La sfida della Lombardia I prossimi due/tre anni sono decisivi per la ricostruzione in Italia di un partito dei Verdi affidabile e autorevole. Da troppo tempo i Verdi sono assenti dalle istituzioni nazionali e dalle più importanti regioni. Questo impone la ricostruzione dal basso, dai territori, di un’organizzazione che non sia mero partito di opinione (volatile come tutti i partiti di opinione) ma che cammini su gambe sociali; un “arcipelago” come originariamente è sempre stato il movimento ecologista, composto da specifiche identità territoriali formatesi su specifiche vertenze e iniziative locali attraverso il coinvolgimento dei cittadini; vertenze e iniziative concrete, su specifiche tematiche che interessano il proprio territorio, dalle quali dipende la possibilità di radicare legami e consensi e nuove adesioni alla causa dei Verdi. I temi ambientali sono al centro di un’onda ecologista che si sta muovendo in tutta Europa; in Italia occorre iniziare a costruire il cambiamento adesso nella propria città, nel proprio quartiere, nel proprio condominio. Nella propria Regione. La Lombardia rappresenta un tassello fondamentale anche per il rilancio dei Verdi a livello nazionale. In questa regione, come confermano tutti gli indicatori statistici, sono concentrate le maggiori risorse, le attività maggiormente impattanti sul territorio, le principali criticità ambientali sotto il profilo dell’inquinamento dell’aria, del suolo, del sottosuolo e dell’assetto idrogeologico. In questa regione, crocevia di tutti i traffici di persone e merci lungo le direttrici est/ovest e nord/sud Europa, si gioca la sfida della mobilità sostenibile (e della qualità dell’aria, che significa tutela della salite pubblica) che interesse le principali aree urbane (ferrovie e trasporto pendolare, autostrade e superstrade, mobilità pubblica) da affrontare anche con politiche innovative, spesso anche a costo zero come indicato dalla Direttiva Eurovignette recepita in Italia ma non ancora applicata. La sfida sul fronte della mobilità sostenibile è parte essenziale della più generale sfida sul fronte dei cambiamenti climatici. Che va combattuta ogni giorno proprio a partire dalla regione in cui abitiamo. L’inventario INEMAR di Arpa Lombardia sulle emissioni di inquinamento atmosferico riguardanti i principali “forzanti climatici” è molto chiaro: sul totale di emissioni/anno di anidride carbonica, il trasporto su strada incide per circa il 30% delle emissioni, il 23% ha origine da combustione non industriale per produzione di calore, il 19,3% da processi di produzione di energia, il 18,7% da processi di combustione nell’industria. In questa regione si misura la capacità delle comunità urbane di perseguire al proprio interno la riduzione del consumo di suolo, e la capacità delle istituzioni locali (in ambito di bacino) di rilanciare e rigenerare i territori e le economie delle aree pedemontane, collinari e rurali attraverso nuove opportunità legate a risorse comunitarie con un duplice obiettivo: nuove opportunità lavorative producono automaticamente effetti nella cura e manutenzione del territorio (prevenire anziché curare). Questa Regione è il cuore dell’economia circolare: il 75% dei rifiuti speciali prodotti dalle diverse attività umane viene riutilizzato nel ciclo produttivo; ma è anche il cuore (per dimensione e impatto economico) degli ecoreati, crimini ambientali ai danni dell’ecosistema e della salute delle persone, di cui i capannoni in fiamme rappresentano semplicemente il più banale ed evidente degli indicatori. Anche nell’agricoltura lombarda, settore d’eccellenza, va promosso e incentivato un nuovo rapporto fra produzione e ambiente: occorre anzitutto tutelare le aree agricole esistenti dalla pressione di altri settori (industria, terziario, trasporti) e, parallelamente, ridurre quelle fonti di pressione sulle matrici ambientali prodotte dall’attività agricola (pesticidi, fertilizzanti, diserbanti, ecc.) che determinano, ad esempio, l’inquinamento delle acque ed i fenomeni di eutrofizzazione. E’ necessario puntare sulle produzioni biologiche e a lotta integrata per sviluppare un’agricoltura realmente sostenibile, cioè in grado di mantenere una buona capacità di produzione, di offrire nuove opportunità di lavoro per produzioni di qualità e di sostenere processi positivi per l’ambiente quali, ad esempio, la mitigazione dei cambiamenti climatici o il sostegno alla biodiversità. Piano di azione regionale per il rilancio dei Verdi Lombardi. L’impegno primario dei Verdi regionali lombardi in questa fase deve essere quello di promuovere, coordinare e sostenere: - Le vertenze territoriali in atto nei territori dove rappresentanze dei Verdi sono territorialmente presenti; - L’espansione e il radicamento territoriale nelle aree dove non è più presente una rappresentanza politica dei Verdi. Per quanto riguarda le vertenze territoriali aperte, dobbiamo sostenere come Verdi Lombardi tutte le iniziative che rientrano in una visione integrata del Cambiamento Ecologista da promuovere in Lombardia, puntando a una conversione ecologica di attività, comportamenti e politiche attive sul territorio: - Promuovere il potenziamento del sistema ferroviario regionale a servizio delle principali aree urbane e del trasporto pendolare, sostenendo le vertenze che le associazioni dei pendolari promuovono sul territorio; - Contrastare i progetti di realizzazione di nuove strade che aumentano, anziché arginare, il traffico e il fenomeno dello sprawl che produce crescente pendolarità; - Promuovere il potenziamento dell’integrazione tariffaria del sistema di mobilità delle aree urbane; - Promuovere il potenziamento della mobilità ciclabile, pedonale e condivisa; - Porre come obiettivo strategico lo stop al consumo di suolo lombardo nel 2025 anziché nel 2050 come prospettato dal Piano Territoriale Regionale, puntando al recupero, riuso e riqualificazione delle aree già urbanizzate dismesse o sottoutilizzate: già oggi - come segnala ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) - la Lombardia, insieme al Veneto, è la regione con il più alto tasso di consumo di suolo e questo fenomeno riguarda, paradossalmente, soprattutto i comuni di medio-piccole dimensioni; - Sostenere e promuovere biodiversità, agricoltura biologica, stop alla caccia; - Sostenere politiche attive di incentivo e promozione delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Le linee di azione devono proseguire parallelamente attraverso un piano d’azione di espansione della presenza dei Verdi nelle aree urbane e nelle realtà territoriali lombarde dove oggi sono assenti; un piano sviluppato per gradi. Di seguito vengono indicale le priorità della prima fase di azione, che deve iniziare subito e durare almeno per un biennio. 1) Occorre anzitutto individuare in modo puntuale gli ambiti territoriali di provenienza degli aderenti lombardi all’appello dei “volontari coraggiosi” e dei sostenitori via social alle varie iniziative che sono state avviate negli scorsi mesi e proseguiranno durante la campagna elettorale per le europee. Questo screening preliminare serve a evitare di disperdere nella volatilità dei social un bacino di simpatizzanti potenzialmente interessati a passare dal dire (o dal cliccare like) al fare, attraverso i passaggi successivamente descritti. 2) E’ di particolare rilevanza espandere la presenza dei Verdi nelle numerose aree urbane lombarde dalle quali i Verdi sono, oggi, formalmente assenti come rappresentanza politica: non è pensabile, specie in virtù delle specifiche problematiche ambientali presenti nei rispettivi territori, che aree urbane come Bergamo, Sondrio, Pavia, Varese rimangano scoperte. Per espandere una presenza ecologista organizzata in questi nuovi ambiti territoriali, un percorso operativo del nuovo gruppo regionale di lavoro dei Verdi Lombardi può seguire le seguenti linee di indirizzo: a) Per ogni singola area urbana, realizzare – sulla base delle fonti documentali pubbliche a disposizione anche per fini professionali, in primis Ispra, MinAmbiente, ecc. – una sorta di dossier dedicato, configurabile come “impronta ecologica” specifica di quel determinato ambito urbano. Un lavoro prodotto e offerto dai Verdi Regionali ai cittadini di Bergamo, Sondrio, ecc. dal quale emerga, attraverso una serie di indicatori, l’impatto ecologico che quel determinato modello urbano (connesso al contesto regionale) produce sull’ambiente e sulla qualità della vita quotidiana degli abitanti e, inevitabilmente sul clima e sull’ecosistema; b) Individuare, attraverso questo preliminare lavoro di ricerca ma soprattutto attraverso contatti con realtà territoriali attive, una tematica centrale di forte interesse pubblico locale, attorno alla quale promuovere un incontro pubblico di “lancio” della presenza e dell’iniziativa dei Verdi in quella determinata area urbana; c) Promuovere la creazione di un gruppo di lavoro in loco e di figure locali di riferimento e coordinamento (la rete degli studenti universitari, oltre che la rete dei volontari coraggiosi, può rivelarsi un’utile base di partenza); d) Creare un sito web della Federazione lombarda dei verdi per ogni città e provincia “scoperta”, oltre a una pagina FB. Norina Daffini Enrico Fedrighini I sottoscritti aderenti alla Federazione Verdi Lombardia sostengono la mozione Cambiamento Ecologista in Lombardia, con candidati coportavoce Norina Daffini e Enrico Fedrighini 

i firmatari, un elenco di nomi di antiverdi e di sconosciuti al mondo dell'ecologismo lombardo

Mariolina De Luca Cardillo Milano Anna Maria Melone Milano Adriana Clelia Sacchi Milano Sarah Marder Milano Francesco Cara Milano Sebastian Brocco Milano Stefano Costa Milano Paola Colombini Milano Tiziana Riva Milano Leandro Pessina Milano Giuseppe Pino Rosa Milano Elena Grandi Milano Antonio Caldarella Milano Carmela Bagalà Milano Pier Angelo Tosi Milano Massimiliano Calandra Milano Valentina Iovino Milano Mario Casari Milano Marco Zanuso Milano Marzia Biraghi Milano Andrea Arseni Milano Rossella Toppino Milano Lino Mariani Milano Marina Romanò Milano Giovanni Cornaggia Medici Milano Livio Grillo Milano Stefania Manini Senago Pier Luigi Atti Brescia Silvia Atti Brescia Marisa Situra Brescia Silvia Casarolli Cinisello Balsamo Roberto Mauri Cinisello Balsamo Andrea Ladina Cremona Beatrice Ladina Cremona GianEmilio Ardigò Cremona Carla Ardigò Cremona Luigina Alghieri Cremona Kitty De Frutos Diez Cremona Giuri Brocchieri Cremona Anna Manfredi Cremona Sofia Ardigò Cremona Mirella Mondini Cremona Mauro Treccani Brescia Cristina Cherubini Brescia Roberto Bellan Brescia Emiliano Bellan Brescia Maria Notaro Brescia Daniela Iorlano Brescia Piero Iorlano Brescia Patrizia Bertocchi Brescia Giampietro Bertocchi Brescia Italo Bertocchi Brescia Luigia Greco Brescia Carmelo Scalisi Brescia Alessia Moretti Brescia Giuseppe Zizioli Brescia Salvatore Fierro Brescia Dora Fierro Brescia Irma Fierro Brescia Pasquale Fierro Brescia Valentina Fierro Brescia Anna Davoglio Mantova Giulio Davoglio Mantova Nicolò Ancelotti Mantova silvano Ancelotti Mantova Andrea Barcucci Varese



Mozione programmatica “ E’ ora di agire “ 
Candidati portavoce Cristina Ganini e Aldo Guastafierro 


Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” PREMESSA Vogliamo ricordare Mario Pavesi di Mantova che ci ha lasciato, lui era tra i primi a iscriversi al nostro partito perché lo faceva ogni anno al 1 di gennaio. Siamo sicuri che lui ci avrebbe spronati a continuare il nostro cammino. Ci ha insegnato il valore di poter partecipare a una comunità che seppur piccola ha grandi obiettivi. Vogliamo ricordare Nik Albanese, uno dei fondatori dei verdi lombardi, uno dei primi consiglieri regionali, uno che tra i primi comprese il significato della proposta di unificare i verdi e gli ambientalisti nella costituente ecologista. Lo fece con impegno, coerenza, e senza rivendicare alcunchè. Sono e rimangono non solo nei nostri pensieri, ma rappresentano un esempio di militanza e di impegno che ci rimangono vivi nella memoria. Ci mancano, oggi ne avremmo avuto veramente bisogno. Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” LA LOMBARDIA HA BISOGNO DEGLI ECOLOGISTI. In questi ultimi anni, nonostante le sconfitte elettorali e la crisi in Italia degli ecologisti, accompagnata dalle difficoltà crescenti delle stesse grandi associazioni ambientaliste storiche, i Verdi lombardi hanno cercato di mantenere aperto il dibattito sui temi dell’ecologia. Certamente con una presenza territoriale molto debole, dovuta alla crescita del M5S e di liste civiche ecologiste, alle scissioni e alle defezioni in direzione di altri partiti e all’ uscita dalle istituzioni regionali, provinciali e di molti enti locali. Crediamo che sia necessario prendere coscienza che per certi versi la distinzione destra sinistra sia stata sostituita da pro-global e no-global. La trasformazione globale di un modello ultra capitalista in finanza asettica ed egemone ha prodotto nel mondo molta insofferenza tra le persone e una notevole disgregazione sociale. Il motivo per il quale le socialdemocrazie (PD compreso) stanno sparendo è proprio questo. Si sono appiattite sul sistema. E se, tornando al contesto italiano, Lega e 5 Stelle hanno il consenso che sappiamo è perchè si sono intestati la battaglia contro questo sistema. Riteniamo che i Verdi debbano togliere loro questo tema anche perché a differenza loro i nostri argomenti sono concreti. Anche la ricca Lombardia non fa eccezione. Ci sono ospedali che chiudono, costi per la salute per i cittadini che aumentano, crescenti disuguaglianze economiche, servizi che spariscono, un sistema della mobilità non all’altezza delle ambizioni europee, inquinamento atmosferico tragico. Pensiamo che come Verdi possiamo far leva sulle contraddizioni del sistema e metterci al fianco delle persone che protestano proponendo delle nostre soluzioni. In questo senso un primo importante passo da compiere è sui trasporti e il sistema viabilistico. Sono note le criticità che leggiamo sui giornali e che spesso incentivano l'uso dell'auto Questa debolezza, ormai cronica, è dovuta anche alle incomprensibili divisioni interne causate da personalismi esasperati. Tutto ciò non ha favorito una iniziativa efficace dei Verdi dentro i grandi conflitti ambientali che si sono verificati in Lombardia: il problema della viabilità che ha trovato risposte solo attraverso lo sviluppo di nuove infrastrutture stradali, il consumo di territorio crescente anche in aree agricole pregiate, le aree industriali dismesse inquinate che rappresentano un pericolo quotidiano per le popolazioni in tutte le province lombarde, l'aumento dell'inquinamento atmosferico soprattutto nei grandi centri urbani, il dissesto idrogeologico che ad ogni cambiamento atmosferico importante provoca disastri sempre più estremi e ravvicinati, l'abbandono delle campagne. I temi verdi sono stati al centro dell’attenzione mediatica negli ultimi anni grazie a 4 significativi momenti: La conferenza di Parigi sul clima Cop21, l’enciclica di papa Francesco “Laudato Si”, l’evento di EXPO di Milano e recentemente la COP24. Situazione che hanno contribuito in modo significativo a risvegliare nell’opinione pubblica una coscienza ecologica e hanno messo in evidenza come il futuro nostro sia solo ed esclusivamente nelle nostre mani. Anche il tema dei migranti si è inserito nel dibattito complessivo con forza dirompente mettendo in evidenza come anche i cambiamenti climatici contribuiscono a generare emigrazioni forzate, così come il tema del Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” TTIP ha contribuito a porre l’attenzione riguardo al commercio internazionale senza regole certe e al tema degli OGM. Allora c'è bisogno dei Verdi, perché la loro assenza dalle istituzioni e dalle scelte di governo ha determinato soluzioni sbagliate sul piano ambientale/di governo del territorio, ed ha anche determinato oneri finanziari non sostenibili che pregiudicano il futuro delle nuove generazioni, in assenza totale nei partiti ai posti di manovra di un barlume di coscienza sulla necessità di invertire anche a livello regionale il modello di sviluppo imperante BISOGNA CAMBIARE PASSO E’ necessario un cambio di rotta, non possiamo aspettare solo l’ONDA VERDE, bisogna creare le condizioni dal basso per alimentare l’onda e indirizzarla nella giusta direzione e per fare questo ci vuole confronto, unità e nuova militanza. Dobbiamo farlo perché la Lombardia è la regione più importante del nostro paese e quello che succede qui poi si propaga nel resto del paese. Per questo dobbiamo assumerci la responsabilità di indicare una via per tutti i Verdi e crediamo che ciò sia possibile. LA LOMBARDIA MARTORIATA La crisi dei Verdi negli ultimi 10 anni, che ci ha visto assenti dallo scacchiere politico sia nazionale che regionale, non ha favorito una iniziativa efficace dei Verdi dentro i grandi conflitti ambientali che si sono verificati in Lombardia. Intanto quello che si è determinato è:  il problema della viabilità che ha trovato risposte solo attraverso lo sviluppo di nuove infrastrutture stradali;  il consumo di territorio crescente anche in aree agricole pregiate;  le aree industriali dismesse inquinate che rappresentano un pericolo quotidiano per le popolazioni in tutte le province lombarde;  l'aumento dell'inquinamento atmosferico soprattutto nei grandi centri urbani;  il dissesto idrogeologico che ad ogni cambiamento atmosferico importante provoca disastri sempre più estremi e ravvicinati;  Agricoltura industriale, allevamenti intensivi e inquinamento tema su cui è in atto una recente polemica dell’assessore regionale con Legambiente sull’inquinamento dell’aria (Sono Lombarde le città più inquinate d’Italia. L’ozono fa male come il PM10 e deve essere conteggiato mentre l’assessore non vuole farlo!)  Il carico ambientali degli animali allevati in Lombardia è esagerato e influisce pesantemente sull’inquinamento dell’aria e delle acque. Gli abitanti equivalenti del bacino fluviale del Po sono circa 20 milioni ma con il carico animale gli abitanti equivalenti Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” superano i 100 milioni!!! Occorre considerare anche che gli animali sono concentrati in poche piccole aree agricole (Brescia, Cremona, Mantova..).  Alcune provincie come la provincia di Brescia sopportano un carico di rifiuti esagerato (vedi rifiuti speciali). Il ministro Costa a Brescia ha detto che il suo ministero sta lavorando ad un indice di pressione ambientale e sanitario valido per tutto il territorio Italiano. Questo argomento deve avere la massima attenzione da parte dei verdi lombardi. La valutazione dell’impatto sanitario deve avere il giusto peso anche quando si tratta di promuovere lo sviluppo industriale. Le industrie impattanti non possono essere concentrate in zone limitate.  I crescenti episodi di incendi di depositi di stoccaggio di rifiuti che pongono l’attenzione sulla salute dei cittadini e sulla gestione del ciclo dei rifiuti su cui molto ancora bisogna fare. Per tutto questo il ruolo dei Verdi è importante, c’è un crescente bisogno di un soggetto ecologista in grado di rappresentare queste istanze, perché la nostra assenza dalle istituzioni e nelle scelte di governo ha determinato soluzioni sbagliate sul piano ambientale/di governo del territorio, ed ha anche determinato oneri finanziari non sostenibili che stanno pregiudicando il futuro delle nuove generazioni. LOMBARDIA ACCOGLIENTE I Verdi nel loro DNA hanno sviluppato fin dalla loro nascita il seme della solidarietà e dell’accoglienza. Gli insegnamenti di Alexander Langer sono il nostro modo di agire. Oggi più che mai di fronte ad una deriva populista e sovranista, anticamera di nuovi rigurgiti fascisti, dobbiamo con forza stare dalla parte degli ultimi. Solidarietà, convivenza, umanità devono essere il nostro agire. Non possiamo essere portatori dei valori ecologisti senza mettere al centro del nostro agire anche le persone (tutte). LAVORO e SICUREZZA Il tema del lavoro è di fondamentale importanza nello sviluppo della nostra regione, che pur avendo livelli occupazionali di gran lunga meglio rispetto al quadro nazionale deve cogliere le sfide del futuro, innovazione tecnologica. E necessario che i Verdi possano stimolare l’idea che uno sviluppo sostenibile e quindi di una GREEN ECONOMY, non solo genera nuovi posti di lavoro, ma garantisce con il tempo il miglioramento della salute dei cittadini lombardi e a sua volta anche sicurezza sociale e le disuguaglianze economiche. Il tema del lavoro e dello sviluppo non può e non deve essere per i Verdi disgiunto dal tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, troppe sono ancora le vittime causate da incidenti sul lavoro. Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” Allo stesso tempo dobbiamo porre attenzione allo sfruttamento dei lavoratori, dove la sinergia tra i caporali e imprenditori senza scrupoli, pongono la regione Lombardia ai primi posti nello sfruttamento di manodopera immigrata. PROPOSTE Infrastrutture In Lombardia ci sono e/o sono in via di realizzazione grandi infrastrutture. Abbiamo il dovere di indicare le laddove è possibile le opportune alternative. Non possiamo essere identificati come quelli del no a prescindere, ma quelli dei SI intelligenti. Trasporto pubblico C'è un sistema di trasporto pubblico locale obsoleto e che penalizza i lavoratori, gli studenti, gli immigrati che ogni giorno si spostano nella direzione dei capoluoghi di provincia, in particolare Milano, con costi e tariffe in continuo aumento e ingiustificabili a fronte di un servizio pessimo. A tal proposito le recenti mobilitazioni dei diversi comitati di pendolari di Trenord contro il disservizio, hanno posto l’importanza del superamento dell'attuale logica di anteporre il profitto davanti a sicurezza e qualità nel viaggiare. Riteniamo che il metodo da adottare sia la centralità dei bisogni, di chi usa il servizio pubblico, la sua sicurezza, la sua dignità nel viaggiare. Non può e non deve essere un business, perché ciò giustificherebbe solo la politica degli aumenti. Inquinamento dell’aria Città inquinate, Brescia è la prima nella classifica seguita da Monza. E’ necessario in tal senso pensare ad un Piano Regionale per l’Energia Sostenibile, esattamente come quello che molti comuni lombardi hanno adottato con il Patto dei Sindaci. Solo in questo modo possiamo garantire nei prossimi anni l’abbassamento dei valori di smog e dare un contributo concreto al miglioramento della qualità dell’aria e rimanere in linea con quanto stabilità dalla COP24. La Lombardia deve essere in prima linea per la lotta ai cambiamenti climatici preparando una transizione ecologica che preveda misure sociali necessarie per sanare le crescenti disuguaglianze economiche. I Verdi devono sostenere le aziende lombarde che sono un’eccellenza della green economy italiana. Rifiuti In molte città la raccolta differenziata è ancora organizzata attraverso i cassonetti sistemati sui marciapiedi. I Verdi devono farsi portatori di nuove idee per gestire al meglio il ciclo di rifiuti. Dobbiamo indicare con determinazione che il primo obiettivo è la riduzione dei rifiuti sotto 1 Kg pro-capite Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” giornaliero (oggi la Lombardia produce 1,27 Kg di rifiuti pro-capite) e una lotta serrata alla riduzione degli imballaggi. Dobbiamo essere portatori di buone pratiche e mettere a sistema le esperienze migliori, a partire da quelle dell’Associazione dei Comuni Virtuosi. Consumo di suolo La Lombardia è una delle regioni più urbanizzate d’Italia: anche a livello comunale e provinciale alcune realtà lombarde occupano purtroppo i posti più alti nelle classifiche relative alla percentuale di suolo consumato. Questo, oltre a riflettersi sulla qualità della vita e sulla salute dei cittadini, genere costi: secondo i dati ISPRA (rapporto 2018) la nostra regione ha registrato una perdita in termini di servizi eco-sistemici (riduzione dell’infiltrazione del terreno, perdita di produzione agricola e legnosa, mancato sequestro del carbonio, vulnerabilità nei confronti di eventi meteorici estremi e inquinamento) che supera i 200 milioni di euro. Ed ogni ettaro ulteriormente consumato costa fino a 55.000 euro. Non è sufficiente ridurre le sproporzionate previsione urbanistiche, errori del passato che incombono sul nostro futuro, per sostenere che si riduce il consumo di suolo. Sarebbe solamente un rallentamento di una situazione destinata ulteriormente a peggiorare. C’è bisogno del coraggio dei Verdi per arrestare realmente il consumo di suolo. Preservare e valorizzare il suolo non urbanizzato, creando connessioni e promuovendo le pratiche di “consumo di suolo zero” se non di “recupero di suolo”, promuovendo il meccanismo della compensazione ecologica, riqualificazione dell'esistente, occupazione del patrimonio sfitto: azioni indispensabili per conservare questa risorsa non rinnovabile secondo le reali esigenze dei cittadini e l’interesse pubblico. Non bisogna dimenticare che il suolo è una risorsa molto importante nella lotta al cambiamento climatico: il suolo può essere un bacino naturale importantissimo per la cattura di CO2. In questa direzione è importante anche valorizzare l’agricoltura e le pratiche agro-ecologiche, che non vedono il suolo come un mero bacino da sfruttare con la massima resa, ma come un elemento da inserire in un ciclo virtuoso e autogenerativo ed in un ecosistema che comprende anche le comunità. Dissesto idrogeologico Causato non solo dalla presenza di una edilizia industriale, commerciale e abitativa sulle rive dei fiumi o nelle arre golenali, o dei torrenti, ma anche dall'abbandono di aree agricole e di cura delle aree preboschive, un sistema dei parchi nazionali e regionali attaccati e accerchiati dalla speculazione edilizia grazie anche normative sempre più permissive riguardo alle destinazione d'uso e all'utilizzo delle stesse aree comprese nei perimetri dei parchi stessi. Sanità lombarda I Verdi lombardi non possono che sostenere un sistema sanitario efficiente e sostenibile che deve basarsi su una prevenzione primaria efficace. Prevenzione primaria significa prevenire la malattia prima che insorga e quindi ricercare ed eliminare (ridurre) tutte le cause di malattia; solo per Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” l’inquinamento atmosferico sono previsti in Italia nel 2020 (fonti ministero della salute) 40.000 decessi. Anche errati stili di vita (cattiva alimentazione, fumo e sedentarietà) sono causa di malattie prevenibili (malattia cardio-circolatorie, cancro e demenza). La strategia della regione Lombardia che vuole ridurre l’incidenza delle malattie croniche solo con un approccio sanitario (inadeguato e iper-burocratizzato) è errata, sarebbe auspicabile che le risorse per tali progetti fossero impiegate per potenziare la medicina del territorio (alcuni ambiti non hanno il medico di famiglia). Occorre inoltre ottimizzare la rete ospedaliera con il fine di renderla più efficiente ed ottimale per gli utenti e la dirigenza sanitaria deve essere scelta attraverso concorsi seri indipendenti dalla politica. Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” IL NOSTRO PARTITO La Lombardia deve avere tutta l’autonomia che lo statuto dei Verdi permette, questo perché la nostra regione ha anche alcune caratteristiche particolari: tra l’altro, forte industrializzazione, peso rilevante dell’agricoltura e alti livelli di inquinamento dell’aria delle acque e del suolo. Occorre un gruppo dirigente autorevole e competente. I co-portavoce devono agire per tutti i verdi lombardi. Tutto l'esecutivo deve garantire la realizzazione del programma. Le critiche e le proposte alternative di programma sono sempre una ricchezza se finalizzate a migliorare l'efficacia del lavoro e a ottenere risultati nei quali tutti si possano ritenere responsabili e promotori. L'assegnazione degli incarichi deve valorizzare le competenze di tutti (organizzazione, tesoriere, eventi e forum di programma, enti locali). Bisogna costruire con convinzione un soggetto ecologista/civico nuovo e che riprenda una moderna cultura sociale perché serve un welfare a sostegno soprattutto dei giovani che rischiano di non poter raggiungere i requisiti per accedere alle tutele e le garanzie degli attuali pensionati. Bisogna coinvolgere seriamente chi è presente nei territori anche se non ha in tasca la tessera dei verdi. In questo modo diventa possibile costruire una rete che permetta di garantire una presenza ecologista in province dove siamo assenti, come Bergamo, Lecco, Pavia e Lodi, consolidare i piccoli presidi verdi presenti a Varese, Monza, Mantova e Sondrio. In questo modo la scelta del nostro comportamento elettorale può diventare più semplice grazie a una presenza territoriale che ci possa permettere autonomia e credibilità. I verdi sono minoritari fra gli ambientalisti lombardi. Alcune associazioni come Legambiente hanno più iscritti di noi. Per questo dobbiamo mantenere rapporti stretti e costruttivi con tutte le associazioni ambientaliste, ma anche con le tante realtà civiche, i comitati e le associazioni presenti sui territori. Bisogna riconoscere il valore di chi si è speso per aver tenuto vivi i Verdi lombardi negli anni più bui, difeso con le unghie i nostri valori e i nostri principi, lasciato mai la barca nemmeno quando si avevano occasioni importanti a livello personale. Persone che ancora oggi sono qui a battagliare e che sono un patrimonio di esperienza e di amore vero per i Verdi ELEZIONI EUROPEE Condividiamo la scelta dei 12 punti dei Verdi europei, ma che devono essere necessariamente declinati nel contesto italiano e allo stesso tempo lombardo. I candidati devono essere condivisi, in questo caso dai verdi della circoscrizione nord/ovest e non calati dall'alto. I militanti devono essere coinvolti nelle decisioni e non devono essere usati per organizzare qualche iniziativa elettorale Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” COSA VOGLIAMO Costruire un soggetto ecologista democratico, pluralista e partecipativo, con l’obiettivo di presentare proposte che possano riguardare il futuro di tutti noi. I diritti per noi devono essere esigibili e devono valere per tutti. Per garantire queste possibilità occorrono regole condivise, ovvero che vengano rispettate sempre, anche quando rispettarle potrebbe essere considerato una perdita di tempo. Le regole in politica e nella nostra comunità sono sostanza. LA LOMBARDIA NON E' CHIANCIANO I Verdi lombardi hanno una grande responsabilità, hanno l’obbligo di costruire un percorso nuovo per tutti i verdi, aperto e condiviso. Riproporre in Lombardia gli stessi schemi procedure e modalità di confronto visti a Chianciano sarebbe un errore clamoroso, non sarebbe compreso e accettato dai nostri iscritti che chiedono unità, condivisione e iniziative. Il vero cambiamento consiste nell'accettare la fatica ma nel contempo la ricchezza e la (“bio” diversità) della democrazia, senza forzature e convinzioni precostituite. FEDERALISMO Abbiamo bisogno di praticare più democrazia tra di noi nel rispetto delle norme statutarie. Abbiamo bisogno di più federalismo. BISOGNA garantire che le scelte e le decisioni vengano assunte nel CFN e siano declinate ai livelli più prossimi ai militanti. Le scelte politiche e programmatiche spettano al CFN. Il percorso che dall'alto verso il basso (ad esempio la scelta dei candidati alle elezioni politiche o regionali) deve garantire la partecipazione e il parere degli organismi locali. In particolare in Lombardia questo processo virtuoso non si è verificato causando molte critiche ma soprattutto molti abbandoni di iscritti nuovi e vecchi al nostro partito. Bisogna inoltre creare le condizioni di determinare anche un federalismo economico, non è più pensabile che le risorse economiche del 2 per mille sia gestito esclusivamente dalla Federazione nazionale, Bisogna pretendere che una quota da definire dei proventi del 2 per mille provenienti dalla regione Lombardia venga qui destinata, anche ai livelli locali. RISPETTO DELLE REGOLE. Gli impegni presi con gli iscritti devono essere la pietra miliare dei nostri comportamenti, non deve più succedere che gli eletti nelle istituzioni non versino una quota dei loro emolumenti, come previsto dalle nostre regole, e dagli organismi corrispondenti che li hanno candidati e eletti. Questo è un impegno che deve essere rispettato per contribuire al funzionamento della nostra piccola ma preziosa macchina organizzativa. Non rispettare questi impegni oltre giustificare la non candidabilità di chi ha avuto il privilegio di coprire un ruolo istituzionale grazie alle scelte dei verdi, è la dimostrazione che occorre agire fino in fondo perché etica e morale debbano essere il faro delle nostre scelte. Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” COSA CI ASPETTA Un lavoro intenso. Questo è il nostro impegno. Ma soprattutto chiederemo sempre il contributo di tutti . NOI VOGLIAMO veramente un soggetto politico ecologista plurale e collettivo. Non ci piace l'uomo solo al comando. Del resto questo modello di partito è storicamente rappresentato dalle destre e oggi dalla lega di Salvini e dai 5 stelle. Noi vogliamo rappresentare un’alternativa unica e forte a questo modello come solo i Verdi sanno essere. 

I candidati Co-portavoce della Federazione dei Verdi della Lombardia Cristina Ganini e Aldo GUastafierro Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!” Elenco sottoscrittori mozione 

1. Picciuto Giovanna 2. Ramera Giuseppe 3. Colombo Cristian 4. Masseroni Fabrizio 5. Balduini Elisabetta 6. Colombo Ivo Maria 7. Ripamonti Natale 8. Patelli Elisabetta 9. Spinello Diego 10. Limberti Stefano 11.Previtera Silvio 12.Marzani Walter Dario 13. Luisi Antonio Augusto 14.Osio Emilia 15.Montini Arnaldo 16.Pullega Silvia 17.Papagni Gianluca 18.Mauri Armando 19.D’Achille Luca 20.Chiodini Paola 21.Boninsegna Liliana 22.Bedetti Luigi 23.Alvarez Angel Jardon 24.Cozzi Chiara 25.Tajana Lucia 26. Zoni Roberto


MOZIONE: per l'ecologia in Politica, per una politica Ecologista, per l'Ecologia Sociale
candidati coportavoce Antonella Di Maio e Gilberto Rossi


 aria, acqua, terra, fuoco pre premessa, non un documento contro, la mozione 1 e 2, ma un ponte, di intenti e di unione, per l'invito ad aprire una discussione e una riflessione; dopo che i verdi sono stati usati come trampolino di lancio personale o peggio, come s'è visto per le elezioni nazionali con rivoluzione civile, e con insieme. Opportuno citare, il tentativo di aggressione da parte di Masseroni Fabrizio e di Antonino Caldarella l'11 marzo 2018, e le irregolarità seguite in merito al ruolo dei dimissionari portavoce lombardi. Solo riconoscendo la verità, si può andare avanti. premessa in un periodo in cui il paradigma neoliberista, sta cancellando la politica, per lasciare spazio ai fascismi, mascherati da sovranismi e intolleranze e qualunquismo, è importante e fondante, tornare a praticare la democrazia e le organizzazioni politiche e associative, devono essere, esempio e scuola delle pratiche democratiche, volte all'ascolto, inclusione, partecipazione e al coinvolgimento; in un periodo in cui, anche il concetto di partecipazione, è derubricato a mera informazione e a consultazione passiva volta e non all'ascolto e a una dialettica evolutiva e inclusiva, ma solo per normalizzare, depotenziare e silenziare le voci critiche; è importante ridare credibilità alla pratica politica con coerenza, ad una pratica politica che sia concreta e non di facciata; cercando si, la mediazione per un governo e una proposta di governo, ma tenendo fede ai principi propositivi e soprattutto democratici. (per dirla in eufemismo, negli ultimi 6 anni, la pratica politica dei Verdi, è rimasta relegata a “catch all party” e a cartello elettorale, ovvero a tutto quello contro cui sono nati, storicamente, i verdi; non per lamentare l'assenza di un senso della storia, ma anzi, per sintetizzare, che la scomparsa dei verdi, se non studiata a tavolino, come il cartello sinistraxmilano e il cancellarsi sulla linea di Balzani, prima e di Sala poi, lascia intendere ai più, ma con l'assenza nei temi dirimenti, come expo2015, e alle speculazioni che l'hanno accompagnato, e ai mancati progetti come la biblioteca europea; non a caso il tema, poi ritorna con l'affaire “scali ferroviari”, e con la completa assenza di una linea politica, linea politica che nel rispetto delle federazioni locali, non vuol dire, il nulla, ma un supporto teorico e progettuale). Concludiamo la premessa, con la totale assenza di supporto e di coordinamento alle attivita dei circoli verdi e dei consiglieri; in ultimo per la Città metropolitana di Milano e relative tornate elettorali di secondo livello, dove sono mancati momenti di ascolto, analisi e comprensione delle esigenze dei territori. Sappiamo da dove veniamo, sappiamo dove siamo, sappiamo dove vogliamo andare stiamo cercando di capire come andarci e con chi andarci; il tema delle elezioni europee di maggio 2019, non può essere esaustivo e non possiamo dimenticarci la tornata elettorale per le amministrative, dove, se l'ambizione è di presentare il più possibile il simbolo dei verdi, il tutto va contestualizzato a seconda delle realtà e presenze locali, e se nell'ambito del centrosinistra e del civismo ci sono compatibilità per alleanze e cartelli elettorali (di progetti e proposte) Ecologia integrale, per usare i termini pontifici di Francesco, Ecologia Sociale per dirla alla VERDI, riteniamo che non ci possa essere progresso e miglioramento delle situazioni ambientali, se alle nuove normative, non corrisponda anche un miglioramento delle condizioni sociali. Langer parlava di “conversione ecologica desiderabile”, e non come un peso da scaricare sulle classi e ceti meno abbienti (da qui le politiche dell'accesso, per dirla alla Jeremy Rifkin, e nel concreto di questi giorni, il paventato secondo aumento del biglietto atm, che a distanza di nemmeno un decennio va a riproporre l'aumento del 33% dei biglietti ferroviari di trenord, portando al 100% l'aumento del biglietto atm, che sono chiaramente il contrario rispetto alla promozione dell'inclusione e alla promozione del trasporto pubblico locale) Dal 2007, la crisi globale ha portato all'acuirsi delle differenze socioeconomiche; la scomparsa della classe media ha visto il polarizzarsi del divario tra ricchi e poveri; i fantasmi della decresita ci sono stati ma non sono stati per nulla felici, anzi, hanno portato limitazioni; da qui, il ruolo dei Verdi e della politica Verde, per evitare che questi costi siano a carico di chi con più difficoltà li può sorreggere; pensate anche ai mutamenti nel mondo del lavoro, dove i green jobs, ad esempio, quello del fattorino in bicicletta, è diventato da esempio di liberazione e autonomia a completa subalternità, dove aumentano solo i rischi e gli utili sono delle multinazionali che hanno sussunto e cooptato le cooperative; un po', la stessa dinamica che ha subito il mondo del biologico; da progetti di tutela ambientale e di nuova vita, a venire stretti e assimilati al mondo della grande distribuzione, dove non ci sono criteri ambientali (con alcune eccezioni). L'ecologismo in Lombardia. Da vent'anni il movimento ecologista in Lombardia, porta avanti iniziative e proposte; siano i comitati locali “tematici”, i vari NO, alle tangenziali, alle grandi opere inutili, siano tem, toem, tangenziale nel parco del ticino e varie, quelli più generalisti a sfondo ecologista, per l'aria pulita e per la mobilità sostenibile, dalle critical mass, a quelli più istituzionalizzati, come FIAB e “amici della bicicletta”; a livello locale si sono riscontati anche vari successi significativi, basti pensare all'inceneritore Elcon a Castellanza, ai progetti, tutti fermati, all'interno dei parchi, tra cui quello del maxiallevamento di galline ovaiole a Busto Garolfo; e a quei successi, spesso, non sempre, sono corrisposti, delle affermazioni o dei Verdi o degli ecologisti e civici. Purtroppo, è mancata poi la correlazione e rappresentazione a livello regionale; il caso di Expo 2015 è archetipico e paradigmatico in tal misura, dove nel 2009 è nato un coordinamento di comitati ambientalisti ed ecologisti che ha dato vita a iniziative propositive e culturale, ancora prima che di protesta, è mancata la presenza dei Verdi regionali, per motivi che non occorre andare a ripetere. Questa proposta congressuale, anche alla luce dei gravissimi episodi accorsi nell'assemblea regionale dell'11 marzo 2018, chiede che la DEMOCRAZIA e la POLITICA, tornino nei VERDI, come pratica, e non come rapporti residuali di vecchi progetti politici, o peggio di gruppi di interesse particolare e di rendite di posizione che francamente, in un buio completo di 5 anni, non si riesce a capire. Non una mozione politica contro qualcuno; ma una mozione politica per dare vita ai verdi. Il mondo dell'ecologismo si è sviluppato, e ha trovato nuovi approdi, tra cui i 5stelle, per poi ritornare smarrito. A Milano, dopo il nulla di expo, dopo il nulla per gli scali ferroviari e la svendita del patrimonio pubblico, per arrivare alla goccia del biglietto atm che rischia di aumentare ancora. Ripartire, dando spazio e rappresntanza alle vere istanze ecologiste. Non a una green economy che ha prodotto mostri, come per la questioen dei fattorini, o peggio, che ha prodotto solo green washing per le multinazionali. Forse, anzi, certamente, si affaccia una lunga camminata nel deserto, perchè, nonostante, alcune genuinità ecologiste, come alcuni circoli nel territorio metromilanese, hanno dimostrato, c'è possibilità e necessità di una rappresentanza ecologista e verde, e come il progetto politico civico ecologista, LA CITTA DEI COMUNI, ha dato vita; nonostante fossero elezioni di secondo livello, ha saputo aggregare il panorama civico che non si rassegna ad essere satellite del milanocentrismo. Brevemente quelle che potrebbero essere le linee guida e gli argomenti che i Verdi della Lombardia, potrebbero trattare e portare avanti in maniera coerente, seguendo una linea politica europea e globale, e di dialogo con gli altri soggetti politici di sinistra e anche con il mondo cattolico e dell'associazionismo. Enunciamo brevemente alcuni punti, augurandoci che possano dar vita a gruppi di lavoro tematici. Aria, le politiche per l'aria pulita, incipit della conversione ecologica ripartire dalle proposte e dai traguardi che si erano raggiunti quando si è ricoperto incarichi di governo, in provincia di Milano e oltre vent'anni fa in Regione Lombardia; infoenergia, sportelli per l'energia agenda 21 i parchi regionali, i plis, i parchi locali di interesse sovracomunale mobilità per l'aria pulita, mobilità pubblica e collettiva, bicicletta, intermodalità acqua fiumi, corsi d'acqua, qualità dell'acqua, il consumo, lotta alla plastica usa e getta, turismo, fluviale, lagunare, etc.. problema delle piogge e allagamenti (es. le vasche) terra consumo di suolo agricoltura biologica e agricoltura biodinamica i parchi, i pgt (piani di governo del territorio), il ptm (piano territoriale metropolitano) energia la conversione energetica dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili e le linee guida che già come INFOENERGIA era stata avviate e i vari PAES piani di azione per energia sostenibili (partendo dagli edifici pubblici) Il mondo del lavoro promuovendo la conversione ecologica in tutti gli ambiti per quel che riguarda il commercio, promuovendo il commercio di vicinato e una moratoria per i nuovi centi commerciali Bio politiche a favore della vita, come l'impegno ad arginare il cambiamento climatico organizzazione Ripartire da una presenza sul territorio, con macroaree territoriali, nell'ordine dei 50- 100 mila abitanti, o in un'ottica bioregionalista, a seconda della morfologia del territorio. Calendarizzare assemblee mensili per i livelli dirigenziali regionali, e bisettimanali per quelli provinciali, e settimanali per quelli locali. (in linea di massima) Questa è una bozza per ripartire a fare Politica Verde e i Verdi. Dal punto di vista delle alleanze progettuali, l'esperienza de “la città dei comuni, lista civica metropolitana”, nell'ambito di una politica fortemente polarizzata verso il maggioritario, è riuscita ad arginare la deriva milanocentrica e maggioritaria; ribadiamo la necessità della rappresentatività e del metodo proporzionale e che possa dare spazio anche alle minoranze interne. C'è bisogno di tornare all'origine, a tante liste ecologiste radicate nei territori e a una federeazione che riesca dare spazio e voce a tutte le istanze; per questo il ruolo dei verdi trova adeguata forma nella FEDERAZIONE e non nel partito, centralista e centralizzatore; tra l'altro, dinamica a cui stiamo assistendo. Scopo di questa mozione è di riportare il dialogo e un sereno dibattito politico all'interno degli organismi Verdi della Lombardia a tutti i livelli; un ponte. 

I Candidati alla carica di Portavoce Regionale della Lombardia 
Antonella di Maio e GIlberto Rossi

il giorno 9 febbraio alle h.11, chiuso il termine per la registrazione dei partecipanti al congresso, per presentare le liste di candidati al cfn e all'esecutivo regionale erano presenti 63 persone, quindi necessitavano solo 7 firme per le due liste; da convocazione, 

il solo circolo di Boffalora conta più di 14 isscritti necessari per una mozione. il resto sono la causa dei problemi dei verdi, 

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