lunedì 21 febbraio 2022

Le curiosità dell'est Ticino. 01

 Dal fb del Luigi 

Prova per una rubrica seria e non solo, di storia locale 

Fino agli anni 60 ad Ossona i bambini nascevano in casa, durante  inverno anche in stalla, le mamme durante il parto  erano aiutate dalla levatrice. A quei tempi, alta era la mortalità neonatale, dopo il parto  la levatrice valutava le condizioni fisiche del neonato e in base allo stato di salute del nascituro decideva se somministrare o meno il battesimo.

A quei tempi le norme canoniche sentenziavano  che in caso di morte del nascituro, prima della somministrazione  del battesimo, l'anima del neonato andasse al limbo, in attesa del Giudizio Universale.

La levatrice presente ad Ossona nel periodo 1920/1942, alla fine della sua carriera, confesso al parroco Don Rogora, che tutte le volte  che  somministrata un battesimo, a causa della precarietà di salute del neonato, aggiungeva

all'acqua battesimale alcune  gocce di profumo di rosa, probabilmente non solo questo.

Davanti a questa confessione il parroco informò il Vescovo, il quale lo consiglio di individuare tutti  i neonati battezzati con quella prassi in modo da poter rissoministrare loro  il battesimo e tutti i sacramenti che  fino ad allora avevano ricevuto. Dal registro dei battesimi, in quei vent'anni, si individuarono 30 parrocchiani battezzati con l'acqua di rose.

Il giorno di Pasqua del 5 aprile dell'anno 1942, in presenza del Vescovo, a 30 giovani di Ossona di varie eta e sesso, venne ripetuta la  somministrazione del battesimo e di tutti i sacramenti che fino ad allora avevano ricevuto.

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