๐ถ A Milano nel 2024 sono nati 9.147 bambini e bambine: nel 18,6% dei casi รจ stato scelto il doppio cognome e nel 13,6% quello materno. Tra i nomi, le preferenze dei genitori premiano Leonardo e Sofia, che guidano anche le classifiche del primo semestre 2025.
๐ I Municipi con piรน nascite sono stati l’8, il 9 e il 7; tra i quartieri spiccano Buenos Aires–Porta Venezia–Porta Monforte, Bande Nere e Villapizzone-Cagnola-Boldinasco.
๐ Nel 72% dei casi la mamma ha cittadinanza italiana (etร media 35,5 anni), mentre tra le straniere prevalgono egiziane, cinesi e filippine.
โน️ Tutti i dettagli ๐ https://www.comune.milano.it/-/anagrafe.-leonardo-e-sofia-i-nomi-piu-scelti-per-i-nuovi-nati.-nel-2024-il-18-6-registrato-con-il-doppio-cognome
Vogliono fare mercimonio di tutto, comprese le aree di rispetto cimiteriale.
Inchiesta urbanistica: Catella a Tancredi, deroghiamo a vincolo Cimitero Monumentale
Inchiesta urbanistica: Catella a Tancredi, deroghiamo a vincolo Cimitero Monumentale Milano, 25 ago. (LaPresse) - Manfredi Catella avrebbe cercato di aggirare il vincolo di "assoluta inedificabilitร " del Cimitero Monumentale di Milano convincendo l'ex assessore Giancarlo Tancredi e il direttore generale del Comune di Milano a concedere una "deroga". Lo scrive la Procura negli atti depositati al Tribunale del riesame che venerdรฌ ha liberato dagli arresti domiciliari il ceo e fondatore di Coima e fra 43 giorni depositerร le motivazioni della decisione. I pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano fanno riferimento a una delle circostanze emerse dalle chat acquisite sul cellulare dell'immobiliarista. Si tratta della vendita dei lotti 'Cenisio 2/Messina 50' e 'Largo De Benedetti/Messina 53' di proprietร pubblica, rispettivamente con basi d'asta da 38 e 28 milioni di euro, nei pressi del piรน grande e storico cimitero di Milano. Il primo lotto ha un "vincolo di inedificabilitร " che vieta le costruzioni in fascia di "prossimitร " fino a 200 metri di distanza dai cimiteri. Una norma (nazionale) nata sia per ragioni igienico-sanitarie, quanto per la sacralitร dei luoghi e per permettere il futuro ampliamento delle zone adibite a sepolcri. Proprio per questa ragione il primo bando รจ andato deserto il 29 settembre 2022. Il 10 marzo 2023 Catella scrive a Tancredi: "Per Cenisio vediamo come trovare la soluzione che consenta di accelerare la riqualificazione di quel quadrante". Il giorno successivo chatta sia con Malangone che Tancredi, in vista di un possibile nuovo bando di gara, in due conversazioni private differenti a cui inoltra lo stesso messaggio: "A valle di Cenisio ho riepilogato azioni per ns (nostro, ndr) team che ti allego sotto per contribuire ad una soluzione". Il ceo di Coima chiede una "deroga" al vincolo cimiteriale perchรฉ in "assenza" della stessa la "inedificabilitร del lotto specifico" sarebbe "pressochรฉ totale". Ricorda ad assessore e dirigente che non era questo "l'oggetto del bando rispetto alla SL (superficie lorda, ndr) edificabile" e che il prezzo di decine di milioni di euro (la "valutazione") "assumo non derivi da una perizia che tenesse in conto la non edificabilitร ". Per il 57enne c'รจ "interesse pubblico alla deroga" perchรฉ per Palazzo Marino esiste il "rischio di non vendere". Nel lungo messaggio elenca le azioni e le "condizioni di edificabilitร ". Fra cui il "tema della deroga come condizione risolutiva necessaria" e da far "esplicitare" al Comune nel contratto "preliminare" di vendita con un "iter" compatibile con il "cronoprogramma industriale e comunque entro il rogito". Tancredi risponde: "Molto utile. Faremo presto un confronto interno per valutare come procedere". In quelle settimane il tema รจ sentito dall'amministrazione comunale. Nella chat Tancredi-Malangone con la dirigente della Rigenerazione urbana, Simona Collarini, quest'ultima scrive il 2 marzo: "Cenisio ho capito che nell'ultimo incontro si รจ pensato utile verificare i passaggi per delibera di cc (consiglio comunale, ndr) per autorizzazione fascia rispetto cimiteriale". "Abbiamo provato a contattare Ats - scrive con riferimento all'Agenzia per la Tutela della Salute - ma non riusciamo ad avere un referente utile". Il 31 marzo Tancredi scrive a Catella. "Ciao Manfredi, possiamo vederci il 5 su Cenisio e Villaggio (olimpico, ndr)? Con te personalmente. Chiamami se puoi, anche piรน tardi". La Procura sottolinea che il vincolo cimiteriale "non รจ derogabile" e comunque non con un "bando" emanato attraverso determina dirigenziale. Aggiunge anche come l'interesse su quell'area di Cenisio sia datato nel tempo. Ad aprile 2022 Tancredi a Malangone: "Ma noi con le nostre aree Cenisio come siamo messi? Perchรฉ ho in adiacenza due progetti di Boeri e Scandurra" dice con riferimento a Stefano Boeri e all'architetto Alessandro Scandurra, indagato per la corruzione con Catella. "Maran non ci voleva fare reventing?" risponde Malangone citando Reinventing cities, il bando internazionale per la rigenerazione urbana che, sulla carta, predilige progetti sociali e sostenibili sotto il profilo ambientale. "Reinventing mi pare un pรฒ sprecato...quelle valgono", risponde l'ex assessore che il 24 maggio 2022 rincara: "Devo parlare a te e a Beppe di due cose potentissime". La seconda "รจ uno studio su Cenisio che ho chiesto a Boeri e Scandurra, anche per sviluppo nostra area. Loro progettano due delle torri per proprietร private". E infine aggiunge i progetti in cantiere: "1 San Siro, 2 Cadorna, 3 Bovisa Piano, 4 Snai, 5 Cenisio. Un bombardamento". CRO LOM flo/sid 251714 AGO 25
Inchiesta urbanistica: pm riparte da Cassazione, 'abusivi 12 progetti di Catella' Milano, 25 ago. (LaPresse) -
Dodici progetti immobiliari di Coima e Manfredi Catella a Milano sarebbero illegali, approvati senza "piano attuativo" e realizzati o da realizzare in violazione delle leggi nazionali su distanze, altezze, volumetrie degli edifici e standard o servizi pubblici da garantire per le nuove costruzioni nei quartieri. La Procura di Milano non si ferma dopo lo stop agli arresti sancito dal Tribunale del riesame nell'inchiesta sull'urbanistica, 3 completamenti annullati in attesa delle motivazioni fra un mese e 3 sostituiti da una interdittiva per corruzione, fra cui cui l'ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi. L'elenco completo dei cantieri ritenuti illegittimi, sotto diversi profili urbanistici e non, emerge dalle memorie depositate dai pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano che ora stanno valutando se presentare ricorso per Cassazione: di certo si rivolgeranno ai giudici della Suprema Corte che gli hanno giร dato ragione sugli abusi edilizi in fase cautelare nel caso in cui gli arresti siano stati annullati per assenza dei "gravi indizi", mentre sono in corso valutazioni se le scarcerazioni fossero dipese solo dalle esigenze cautelari. Per i pm i progetti illegali di Coima sono quelli delle "aree Porta Nuova Gioia" fra cui P39 ex Pirellino, che vede indagati per induzione indebita anche il sindacato Giuseppe Sala e il dg del Comune Christian Malangone, P30 e P32 per due "torri gemelle di 13 piani", l'ex Palazzo Telecom di via Pirelli 35 trasformato con aumenti di "altezza" e "cubatura" ed edificato all'interno di un "cortile". Ci sono poi i cosiddetti 'Portali' di Gioa 20 est e Gioia 20 ovest, rispettivamente di 98 e 64 metri di altezza, il grattacielo 'Scheggia di vetro' di Gioia 22, il progetto non ancora realizzato di una torre di 17 piani sull'ex area di proprietร comunale di Largo De Benedetti. L'elenco contiene anche i progetti di sviluppo per le aree messe a bando dal Comune in via Cenisio 2/via Messina 50 e Largo De Benedetti 1/via Messina 53, oggetto anche dell'accusa di corruzione di cui Catella risponde per aver commissionato incarichi all'ex componente della commissione paesaggio, Alessandro Scandurra.
Inchiesta urbanistica: pm riparte da Cassazione, 'abusivi 12 progetti di Catella'-2- Milano, 25 ago. (LaPresse) -
Infine la Procura inserisce fra i progetti illegittimi anche lo Scalo Romana per il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026, in futuro da convertire in studentato, comprato da Coima in cordata con Covivio e Prada Holding per 180 milioni di euro offerti a FS Sistemi Urbani (fu l'unica offerta). Al privato sarebbe stata riconosciuta una "massiccia volumetria" con lo strumento dell'Accordo di Programma del 2017, non compensata da un "giusto contrappeso" e con una "pianificazione priva di interesse pubblico". Sullo Scalo inoltre i neoproprietari avrebbero utilizzato un "bando privato" con "giuria privata" per "selezionare il miglior progetto di urbanizzazione", Ciรฒ sarebbe avvenuto con una "espropriazione della funzione pianificatoria pubblica attribuita inderogabilmente al Consiglio comunale" e violando la legge regionale lombarda sul consumo di suolo. Infine i 60mila metri quadrati dell'area Valtellina confinante con un altro degli scali ferroviari dismessi, quello di Farini, sarebbe oggetto di "massiccia edificazione" senza un "piano attuativo". Proprio dalle leggi sul piano attuativo i pm ripartono, dato che la Cassazione ha completamente dato loro ragione nei fascicoli degli ultimi 3 anni. In particolare il 23 luglio, nella sentenza relativa al sequestro delle Residenze Lac di via Cancano, gli ermellini hanno scritto che a Milano si sono verificati "guasti urbanistici" a causa dello "sfruttamento intensivo del territorio". Per la Cassazione la pianificazione urbanistica pubblica serve a garantire la "normativa antisismica", la "prevalenza statale nella gestione del territorio", le "infrastrutture" e la "migliore crescita" sia in termini "economici" che "sociali" prevedendo "centri funzionali di aggregazione, studio, crescita, cura, e formazione della persona". Diritti collettivi che non sono in "contrapposizione" con quelli "personali" come quello "della abitazione (per giunta nella struttura abusiva)", hanno concluso. Cosรฌ come ha stabilito, citando la Corte Costituzionale, che i limiti inderogabili di altezza, distanza e densitร edilizia "hanno efficacia vincolante anche verso il legislatore regionale" perchรฉ esistono a "tutela del 'primario interesse generale all’ordinato sviluppo urbano'".
Inchiesta urbanistica, al vaglio progetto vicino Monumentale Tancredi in chat nel 2022, 'due torri di Boeri e Scandurra' (ANSA) - MILANO, 25 AGO -
Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, avrebbe, da un lato, lavorato su richiesta dell'allora assessore Giancarlo Tancredi "per studiare lo sviluppo" immobiliare delle "aree Cenisio", vicine al Cimitero Monumentale e per questo sottoposte a "vincolo di inedificabilitร ", e dall'altro si sarebbe fatto "pagare dal privato", ossia Coima "interessata" a quelle aree. E ciรฒ nell'ambito di "quell'unico complessivo accordo di corruzione, in base al quale Scandurra metteva a disposizione di Catella", fondatore della sgr, "la sua funzione di componente della Commissione". Dagli atti depositati dai pm al Riesame, che nei giorni scorsi ha rimesso in libertร tutti e sei gli arrestati nella maxi indagine sull'urbanistica, tra cui gli stessi Catella, Scandurra e Tancredi (quest'ultimo con interdittiva) risulta, infatti, che la Procura diretta da Marcello Viola, coi pm Petruzzella, Filippini, Clerici e l'aggiunta Siciliano, sta indagando anche su quel progetto di sviluppo immobiliare, non andato a buon fine, vicino allo storico Monumentale a partire da una serie di chat acquisite dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. "Ma noi con le nostre aree Cenisio come siamo messi? - scriveva l'allora assessore Tancredi il 15 aprile 2022 al dg del Comune Christian Malangone, anche lui tra gli oltre 70 indagati - Perchรฉ ho in adiacenza due progetti di Boeri e Scandurra. Potremmo pensare a un progetto d'area complessivo che fa da cornice al nostro intervento/valorizzazione". E ancora il 24 maggio di tre anni fa sempre Tancredi a Malangone: "uno studio su Cenisio che ho chiesto a Boeri e Scandurra, anche per sviluppo nostra area. Loro progettano due delle torri per proprietร private". I pm, sulla base di un'informativa del 7 agosto della Gdf, evidenziano "come la prima richiesta di pagamento inviata da Scandurra a Coima sia del 24/2/2022, quindi ben 5 mesi prima della pubblicazione del bando del Comune (luglio 2022) e riguarda lo studio di fattibilitร relativo al lotto 1 (area di via Messina 50-Cenisio), ciรฒ evidentemente รจ coerente con l'interesse da parte di Coima su quelle aree, anche in un momento precedente al Bando Comunale".
La politica istituzionale (nelle sue due forme di potere esecutivo centrale e amministrativo locale) si รจ dimostrata ancora una volta opprimente e al servizio degli interessi di speculatori, faccendieri, ricchi immobiliaristi, guerrafondai.
Nella giornata del 21 agosto, su una torta giร ben guarnita, qualcuno ha voluto mettere la sua ciliegia candita.
Sappiamo bene che รจ in mano neofascista il Governo di questo paese.
Altrettanto bene sappiamo chi governa da 15 anni Milano e al soldo di quali economie.
Pensiamo Sala, la sua Giunta e il Consiglio Comunale, come responsabili della fine del Leoncavallo in via Watteau. Artefici dei Piani del Governo del Territorio e dei rapporti di sudditanza con la finanza immobiliare (ieri la societร quotata in borsa dei Cabassi, appena dopo lo sgombero, รจ salita ben oltre il 4%) come le cronache di questi giorni non fanno che confermare.
Indipendentemente da quello che dice la magistratura, gli amministratori milanesi, in sinergia con gli speculatori immobiliari, hanno fatto di Milano una cittร esclusiva per ricchi, espulsiva per le classi piรน povere e per una consistente fetta di ceto medio.
Hanno messo le basi per fare di Greco, l’ennesimo quartiere da asservire alla gentrificazione.
Hanno reso possibile, proprio in Via Watteau, la trasmutazione di una carrozzeria di un piano con cortile in un palazzo pseudo lussuoso di oltre dieci piani.
Loro non hanno vincolato l’area ex industriale a una destinazione d’uso non favorevole alla Societร L’Orologio s.r.l, anzi, hanno steso un tappeto gentry, per la speculazione immobiliarista.
Loro, al Leoncavallo, hanno offerto una polpetta avvelenata di amianto e sfasciume nell’estrema periferia sud.
Non da meno, la destra neofascista, ha deciso di forzare la mano, mostrare i muscoli e digrignare i denti, alimentando la campagna elettorale permanente in cui sguazza (a Milano รจ imminente, giacchรฉ parliamo del 2026), per mostrare lo scalpo di chi le รจ ostile e per fare, anch’essa, gli interessi dei piรน forti e ricchi. I medesimi forti, i medesimi ricchi.
Da questo punto in poi รจ necessario aprire le porte a nuove possibilitร .
La risposta data, nel far fronte a questa aggressione insana, รจ stata viscerale e forte, malgrado lo sgomento che ha travolto tutte/i, ha tracciato un primo passo per un tragitto che dovrร essere capace di rilanciare non solo un futuro per il Leoncavallo. Le persone che hanno animato questo Spazio Pubblico Autogestito negli anni, le cinque generazioni che ne hanno Storia, i collettivi, le realtร politiche, i gruppi informali e soprattutto i singoli che fino a pochi giorni prima hanno attraversato il Leoncavallo, con le loro piccole e grandi differenze e biografie, hanno manifestato tormento e rabbia, si sono dette vive e presenti, nonostante la pioggia battente, arrivando anche da lontano. In un agosto che si pensava deserto hanno ripopolato le vie attigue l’ingresso del Leo, sono accorse numerosissime in difesa di uno spazio fisico, di un simbolo, di una idea diversa di abitare la cittร e paese, con generositร e premura, guidate da una spinta piรน alta dell’interesse personale.
Nella giornata del 21 agosto 2025, una forza sociale che mancava da anni si รจ affacciata all’angolo con Via Watteau.
Questa forza sociale potrร essere generativa per Milano e per questo paese. Non sarร di sicuro facile. Il possibile chiede sempre forti energie per inverarsi. Bisognerร sforzarsi di dire l’indicibile, di indagare le trasformazioni sociali e antropologiche, aver ben chiare le responsabilitร politiche, immaginare nuovi linguaggi, nuove pratiche.
Noi, nel nostro piccolissimo, dalle nostre province e periferie, con le tante vignaiole/i e le agricolture con cui siamo cresciute/i e abbiamo trovato casa anche e soprattutto al Leoncavallo, proveremo a portare il nostro contributo per far sรฌ che il 6 settembre sia una tappa importante contro il fascismo di governo e la gentrificazione di chi amministra, gomito a gomito con la finanza immobiliare, le cittร .
Per difendere, immaginare e costruire comunitร autonome e perturbanti nella metropoli.
La politica istituzionale (nelle sue due forme di potere esecutivo centrale e amministrativo locale) si รจ dimostrata ancora una volta opprimente e al servizio degli interessi di speculatori, faccendieri, ricchi immobiliaristi, guerrafondai.
Nella giornata del 21 agosto, su una torta giร ben guarnita, qualcuno ha voluto mettere la sua ciliegia candita.
Sappiamo bene che รจ in mano neofascista il Governo di questo paese.
Altrettanto bene sappiamo chi governa da 15 anni Milano e al soldo di quali economie.
Pensiamo Sala, la sua Giunta e il Consiglio Comunale, come responsabili della fine del Leoncavallo in via Watteau. Artefici dei Piani del Governo del Territorio e dei rapporti di sudditanza con la finanza immobiliare (ieri la societร quotata in borsa dei Cabassi, appena dopo lo sgombero, รจ salita ben oltre il 4%) come le cronache di questi giorni non fanno che confermare.
Indipendentemente da quello che dice la magistratura, gli amministratori milanesi, in sinergia con gli speculatori immobiliari, hanno fatto di Milano una cittร esclusiva per ricchi, espulsiva per le classi piรน povere e per una consistente fetta di ceto medio.
Hanno messo le basi per fare di Greco, l’ennesimo quartiere da asservire alla gentrificazione.
Hanno reso possibile, proprio in Via Watteau, la trasmutazione di una carrozzeria di un piano con cortile in un palazzo pseudo lussuoso di oltre dieci piani.
Loro non hanno vincolato l’area ex industriale a una destinazione d’uso non favorevole alla Societร L’Orologio s.r.l, anzi, hanno steso un tappeto gentry, per la speculazione immobiliarista.
Loro, al Leoncavallo, hanno offerto una polpetta avvelenata di amianto e sfasciume nell’estrema periferia sud.
Non da meno, la destra neofascista, ha deciso di forzare la mano, mostrare i muscoli e digrignare i denti, alimentando la campagna elettorale permanente in cui sguazza (a Milano รจ imminente, giacchรฉ parliamo del 2026), per mostrare lo scalpo di chi le รจ ostile e per fare, anch’essa, gli interessi dei piรน forti e ricchi. I medesimi forti, i medesimi ricchi.
Da questo punto in poi รจ necessario aprire le porte a nuove possibilitร .
La risposta data, nel far fronte a questa aggressione insana, รจ stata viscerale e forte, malgrado lo sgomento che ha travolto tutte/i, ha tracciato un primo passo per un tragitto che dovrร essere capace di rilanciare non solo un futuro per il Leoncavallo. Le persone che hanno animato questo Spazio Pubblico Autogestito negli anni, le cinque generazioni che ne hanno Storia, i collettivi, le realtร politiche, i gruppi informali e soprattutto i singoli che fino a pochi giorni prima hanno attraversato il Leoncavallo, con le loro piccole e grandi differenze e biografie, hanno manifestato tormento e rabbia, si sono dette vive e presenti, nonostante la pioggia battente, arrivando anche da lontano. In un agosto che si pensava deserto hanno ripopolato le vie attigue l’ingresso del Leo, sono accorse numerosissime in difesa di uno spazio fisico, di un simbolo, di una idea diversa di abitare la cittร e paese, con generositร e premura, guidate da una spinta piรน alta dell’interesse personale.
Nella giornata del 21 agosto 2025, una forza sociale che mancava da anni si รจ affacciata all’angolo con Via Watteau.
Questa forza sociale potrร essere generativa per Milano e per questo paese. Non sarร di sicuro facile. Il possibile chiede sempre forti energie per inverarsi. Bisognerร sforzarsi di dire l’indicibile, di indagare le trasformazioni sociali e antropologiche, aver ben chiare le responsabilitร politiche, immaginare nuovi linguaggi, nuove pratiche.
Noi, nel nostro piccolissimo, dalle nostre province e periferie, con le tante vignaiole/i e le agricolture con cui siamo cresciute/i e abbiamo trovato casa anche e soprattutto al Leoncavallo, proveremo a portare il nostro contributo per far sรฌ che il 6 settembre sia una tappa importante contro il fascismo di governo e la gentrificazione di chi amministra, gomito a gomito con la finanza immobiliare, le cittร .
Per difendere, immaginare e costruire comunitร autonome e perturbanti nella metropoli.
Il luogo simbolo che ha portato alla cittร differenti visioni e espressioni culturali รจ stato chiuso.
L’ultimo baluardo e dimora di un chiaro e rumoroso pensiero critico, attivo e creativo su Milano รจ stato sgomberato.
Musica, arte, cibo, vino, idee, affermazioni, discussioni: il Leoncavallo ha formato tanti cervelli, abituandoli prima dรฌ tutto a sentirsi umanamente parte di qualcosa.
Per noi il Leoncavallo รจ La Terra Trema. Con i ragazzi del Folletto, si รจ condiviso tanto. Paolo, Laura, Gabriele, Luca e tutti i ragazzi della Terra Trema hanno organizzato una manifestazione di tre giorni incredibile, spettacolare, intensa, divertente, significativa, formativa, densa di etica e rispetto verso la figura del contadino come primo artigiano nel mondo.
Organizzare la “missione Terra Trema” era l’evento dell’anno. Scalpitavamo tutti giร molti mesi prima. Una gara a dire “io voglio venire!”. Proprio come in una vera e propria battaglia. Essere lรฌ era soprattutto un grande onore e un entusiasmante piacere poter ogni anno contribuire ad una manifestazione cosรฌ all’avanguardia.
Al Leoncavallo ogni forma artistica assumeva connotati piรน profondi. La Terra Trema ha svelato alla cittร ciรฒ che si nasconde dietro un semplice bicchiere di vino. Superare una condizione e percezione dell‘enogastronomia superficiale legata ai piรน banali dei cinque sensi, ma anzi legare il cibo alla terra, all’uomo, al contadino che lotta e resiste per amore di un territorio e di un lavoro. Costudire, creare, coltivare, portare un valore reale e concreto ad una comunitร .
Questo รจ la Terra Trema, questo รจ il Leoncavallo.
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito La Terra Trema
Il caso del Giardino San Leonardo non รจ una storia di cittadini “ideologici” che bloccano il progresso. ร, piuttosto, la storia di un’operazione di scambio opaca tra amministrazione comunale e Johns Hopkins University, naufragata per ragioni che il Comune ha cercato in tutti i modi di occultare, costruendo una narrazione a proprio vantaggio e scaricando le colpe sul comitato .Il cuore dell’accordo non era il decoro, ma la caffetteria, fin dall’inizio, la vera contropartita non era la cura del giardino, ma la concessione di spazi commerciali nell’area pubblica. La caffetteria dell’ateneo, fino ad allora interna e riservata, sarebbe diventata accessibile al pubblico, con tavolini nel giardino. Un’operazione apparentemente innocua, ma che avrebbe garantito a Johns Hopkins non solo prestigio, ma anche una posizione strategica di presidio in un’area centrale, con un punto di incontro simbolico tra “universitร globale” e cittร . L’amministrazione, presentando questa opzione come “valorizzazione del verde” e “cura del decoro”, ha occultato il dato reale: un pezzo di spazio pubblico stava per essere concesso a un privato. Quando la protesta esplode, la narrativa ufficiale la riduce a “eco-attivisti contro tre allori” e, successivamente, a un rifiuto ideologico legato a “vicinanze geopolitiche scomode” (Israele). In realtร , il comitato ha colpito nel segno fin dall’inizio, evidenziando la pericolositร di un precedente: un giardino pubblico ridotto a pertinenza di un’universitร d’รฉlite. Ma c’รจ un punto che il Comune non ammette: le mobilitazioni hanno reso inattivabile la concessione commerciale, trasformando la caffetteria in un obiettivo sensibile. Un luogo di presidio e contestazione permanente, esposto a danneggiamenti, tensioni e rischi per la sicurezza. Per un ateneo come Johns Hopkins, che basa la sua immagine su prestigio e stabilitร , questo era un rischio insostenibile. ร qui che il progetto crolla. Non per i tre allori, non per il “no a Israele”, ma perchรฉ la condizione essenziale dell’accordo non era piรน praticabile.
Di fronte a questo scenario, l’assessore Raffaele Laudani convoca un’assemblea con il comitato e i cittadini. Un incontro presentato come un atto di dialogo, con tanto di promessa di salvare gli allori e “ripensare il progetto”. Ma รจ probabile che il Comune sapesse giร che senza la caffetteria aperta al pubblico l’operazione era morta.
L’incontro, dunque, non era finalizzato a trovare una soluzione, ma a costruire la narrazione dell’occasione persa per colpa del comitato. La frase di Laudani – «Vi prendete la responsabilitร che tutto resti cosรฌ» – non era una constatazione, ma un dispositivo retorico per addossare il fallimento a chi aveva denunciato l’operazione. Quella riunione รจ stata un teatro politico: mentre si parlava di tavoli tecnici e mediazione, il Comune stava giร preparando la versione ufficiale, pronta a circolare sui giornali.
Le fake news istituzionali:
L’articolo uscito sui media locali รจ il prodotto di questa strategia. Contiene tre elementi chiave di disinformazione:
1. Il problema ridotto agli allori e al decoro – Il nodo vero (la concessione commerciale) scompare, sostituito dalla caricatura di attivisti che difendono tre alberi.
2. Il rifiuto ideologico come colpa – Si introduce il frame del “no a Johns Hopkins perchรฉ vicino a Israele”, per dipingere la protesta come settaria e irrazionale.
3. Il Comune come mediatore ragionevole – Si accredita l’immagine di un’amministrazione aperta e dialogante, che “ci ha provato”, quando in realtร ha agito sapendo che l’accordo era giร saltato.
Questo storytelling non รจ casuale: serve a proteggere il Comune da una veritร politicamente imbarazzante, cioรจ aver lavorato a uno scambio non dichiarato con un soggetto privato, senza trasparenza, e averlo perso per sottovalutazione del conflitto sociale.
Conclusione: il fallimento รจ politico
Il ritiro di Johns Hopkins non รจ il frutto di un “integralismo ambientalista”. ร il risultato di una trattativa opaca che รจ esplosa alla luce del sole. Un’operazione di scambio mascherata da filantropia, condotta senza un vero dibattito pubblico, e gestita con una strategia comunicativa che ha preferito mentire anzichรฉ ammettere l’errore.
Il nodo politico: investire risorse pubbliche
Se c’รจ una lezione da trarre da questa vicenda, รจ che la cura degli spazi pubblici non puรฒ dipendere da concessioni opache a soggetti privati. Il Giardino San Leonardo รจ patrimonio collettivo e come tale deve essere gestito.
L’argomento del Comune – “non ci sono risorse” – รจ poco credibile se pensiamo che la cifra necessaria per la riqualificazione del giardino non รจ molto distante da quanto giร speso per iniziative discutibili, come i cento alberi in vaso posizionati nelle piazze cittadine, operazione dal forte sapore di greenwashing.
Se Bologna puรฒ investire centinaia di migliaia di euro in un allestimento temporaneo di alberi trasportati su camion, puรฒ destinare una cifra simile alla rigenerazione vera di un giardino storico, senza cedere pezzi di spazio pubblico a logiche di scambio.
La domanda, dunque, non รจ “chi pagherร ?”, ma “quali sono le prioritร ?”. Il Comune ha l’occasione di dimostrare che la cura della cittร non รจ un’operazione di marketing, ma un impegno concreto verso i cittadini.
Leoncavallo. Fratoianni (Avs), chi esulta per lo sgombero evidentemente รจ per le lobby e per la speculazione…
Nulla รจ piรน carente nelle nostre cittร degli spazi sociali, culturali e democratici, ma nonostante questo la destra di governo agisce per ridurli ulteriormente, facendo sgombrare il Leoncavallo a Milano, un’esperienza che per oltre trent’anni ha arricchito la vita sociale della cittร , mettendosi a disposizione di centinaia di associazioni e di diverse generazioni di artisti e attivisti.
Questo sgombero รจ lo sgombero di chi non tollera la politica come organizzazione dal basso delle persone perchรฉ la concepisce solo come attivitร di supporto della speculazione e delle lobby.
Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
Colpisce che oggi a festeggiare lo sgombero del Leoncavallo - prosegue il leader di SI - ci sia anche lo stesso Salvini che da giovane nel ‘94 lo difese da un’altro tentativo di sgombero con un intervento in consiglio comunale: probabilmente all’epoca Salvini era ancora sensibile ai problemi dei giovani e delle persone comuni, oggi invece - conclude Fratoianni - ad interessarlo sono solo i profitti delle grandi lobby.
Lo rende noto l’ufficio stampa Roma, 21 agosto 2025
Una immagine da Google maps mostra come nel luglio 2022, il magazzino era stato demolito e ancora non c'era una palazzina.
Milano, 21 agosto 2025 – “Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledรฌ. In quella sede non รจ stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo.
Per un’operazione di tale delicatezza, al di lร del Comitato, c’erano molte modalitร per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalitร non sono state perseguite.
Ho ricevuto stamattina dal Prefetto la notizia.
L’intervento sul Leoncavallo era sรฌ previsto, ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalitร tutta l’iniziativa del centro. Come sottolineato da alcuni quotidiani, si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che potessero andare nel senso auspicato.
Sono convinto, e l'ho giร dichiarato in precedenza, che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra cittร . ร la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d’accordo tutti. A mio parere, questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalitร . Da anni e anni รจ un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontร di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attivitร del centro sociale”.
Ti scrivo come semplice iscritto ai Verdi di Bologna.
La cittร che mi ha eletto consigliere regionale dei Verdi e poi deputato dei Progressisti e poi dell'Ulivo, componente Verde.
Nel 2016 ho contribuito a far rinascere i Verdi in cittร dopo che l'invasione noglobal con sostegno del nazionale, li aveva portati allo 0,8 per cento.
Nella tua intervista giochi su alcuni equivoci.
1Qui non รจ in discussione AVS alle politiche.
In quelle passate sei stato eletto nel collegio di Imola col sostegno dei Verdi di Bologna.
E alle regionali i Verdi di Bologna hanno espresso candidati con molte preferenze.
Qui si parla di elezioni comunali ed รจ normale che alleanze alle politiche non siano meccanicamente riproducibili alle comunali.
In cittร come Milano e Roma i 5 stelle non sono in maggioranza.
ร cosรฌ fragile AVS che se a Bologna non si fa per le comunali salta tutto?
Ma a Bologna esiste l'equivoco Coalizione Civica che avalla tutte le scelte antiambientaliste e le copre con una comoda ideologia para estremista.
2 Siamo per storia e statuto una forza federalista.
Quindi cosa ci azzecca una decisione congressuale per le politiche con una elezione comunale?
Oppure la deriva centralista e personalista ha inquinato anche i Verdi?
Abbiamo giร vissuto con Pecoraro Scanio una deriva di questo tipo che ci ha portato quasi all'estinzione.
3 il massimalismo forse รจ di chi cementifica e consuma territorio con palazzoni,zone di logistica semplificata ,addirittura con una apertura di credito alle balle nucleari con i soldi buttati per il Brasimone.
Massimalisti i verdi di Bologna che alle primarie hanno appoggiato Isabella Conti,allora renziana,ma contro le colate di cemento?
Massimalisti o verdi di Bologna che per due anni hanno cercato una collaborazione con un Sindaco che negava ogni spazio fino a cacciarli dalla maggioranza?
Va a finire che anch'io che ho sostenuto i governi Dini,Prodi,D'Alema e Amato sarรฒ tacciato di massimalismo.
4 Spero di aver equivocato quando alludi anche a Bologna a verdi capaci di governare.
Si pensa ad una massiccia sostituzione etnica tesserando verdi domestici che si adeguano ad ogni scelta anti ecologista?
Qui non รจ in gioco alcun estremismo ma i valori fondanti dei Verdi ,delle loro battaglie,della loro storia che non di possono svendere in nome di un precario elettoralismo.
E il malessere non รจ limitato a Bologna :.da Piacenza a Rimini si attendono reazioni alle zone logistiche semplificate,vere colate di cemento e asfalto, allo spostamento delle zone di protezione dai fiumi, alla scelta nucleare..
Sono i temi dei verdi da sempre: altro che estremismo sinistroide.
Nessun calcolo elettorale puรฒ svendere queste battaglie.
Da co fondatore dei verdi nei primi anni 80 con Langer e Scalia ti metto in guardia:
ci sono limiti da non superare.
Altrimenti si crea una involuzione e al nome che sopravvive non corrisponde piรน il contenuto.
Dai social del Partito della Rifondazione Comunista
Grazie Vittorio che ci hai insegnato a pedalare senza fermarsi mai
Pubblicato il 14 ago 2025
Stefano Galieni*
E in questa vigilia di Ferragosto ci ha lasciato il Compagno Vittorio Barbanotti, di Milano. Non un dirigente ma un militante di partito sin dalla sua fondazione, un uomo con una storia immensa, di quelle a cui spesso dovremmo tutte e tutti, imparare ad attingere. Nato, da famiglia operaia, 73 anni fa, sin da ragazzino ha dovuto contribuire a portare soldi a casa con ogni tipo di lavoro. Una vita, la sua che sarebbe dovuta diventare un libro, forse potrebbe ancora accadere visto che una parte me l’ha inviata poco piรน di un mese fa quando la malattia che lo ha ucciso si era giร fatta sentire pesantemente. Nel PCI sin da giovanissimo e poi in Rifondazione, Vittorio ha fatto per alcuni anni parte del servizio d’ordine dell’allora segretario nazionale Fausto Bertinotti. Presto aveva scoperto, insieme alla politica, all’organizzazione sindacale in fabbrica, alla militanza che lo portรฒ spesso ad essere apertamente critico verso comportamenti che riteneva inadeguati, l’amore per lo sport, quello che ti fa faticare, sudare, sentirti stanco da non riuscire a camminare. Dalle prime corse, iniziate quasi per caso, giunse a vincere a Milano medaglie e coppe, a correre le maratone, ad affrontare corse ancora piรน dure, perchรฉ aveva il fisico e la testardaggine necessaria per non arrendersi mai. Tante le battaglie che ricordava con vigore e determinazione sul fronte politico, teneva alla tessera del partito, alla appartenenza e alla militanza anche dopo che in tanti, per motivi piรน o meno validi, avevano abbandonato l’attivitร . Vittorio viveva ogni ingiustizia come se fosse stata commessa nei suoi confronti, fu fra i protagonisti mai alla ribalta nella lunga battaglia per la liberazione di Silvia Baraldini, fu presente e poi critico per la gestione del G8 a Genova e in tante altre manifestazioni.
Per Vittorio ognuno, per essere politicamente impegnato, doveva impegnarsi per quello che sapeva realmente fare. Non era uomo da lunghi discorsi teorici e da dotte analisi, scelse lo sport come strumento per far conoscere quella che ad ognuna/o di noi dovrebbe essere sempre concretamente al centro, la difesa, incondizionata dei diritti umani. Dovette lasciare la corsa di fondo per problemi cardiaci, gli era stato diagnosticato, quando ancora lavorava, un serio problema che lo avrebbe costretto ad un intervento e a dover rinunciare alla sua passione. Si operรฒ nel 2008 ma poco tempo dopo la fase di riabilitazione, ebbe l’idea che potrebbe parere assurda di cimentarsi con la bicicletta. Per due volte, la prima nel 2015, arrivรฒ a Strasburgo, al Parlamento Europeo, con il suo messaggio di denuncia verso tutte le ingiustizie e le discriminazioni, le violenze e le forme di sfruttamento. Le “pedalate longhe” condotte in solitaria, fra salite e discese, lo caricavano di passione e di determinazione. Incontrava persone, parlava, portava con se a volte la bandiera della pace, altre la Carta universale dei diritti dell’uomo e lo faceva con energia, ogni volta stupito di come fosse riuscito a vincere non solo i problemi cardiaci ma anche il diabete.
Nel 2019 prima del covid, realizzรฒ un altro sogno. Una pedalata da Milano a Palermo, passando per i luoghi simbolo di un Paese per cui soffriva e ad ogni tappa, rabberciata alla meno peggio, conobbe persone disposte ad ascoltarlo, a trovargli ospitalitร , ad offrite un pasto. Il 15 aprile del 2024 rifece lo stesso percorso, sostenuto soprattutto da compagne e compagni del nostro partito che ne apprezzarono la simpatia, la tenacia, il carattere a volte burbero ma perennemente aperto al sorriso e all’incontro. Aveva un linguaggio semplice che sfondava ogni barriera, che ti costringeva al confronto, che emanava contemporaneamente la saggezza di chi ne ha viste tante e la freschezza di chi ancora si stupisce di fronte al mondo e alle piccole meraviglie che ogni tanto riserva. La pedalata del 2024 fu all’insegna della lotta contro ogni guerra, contro la violenza di genere, contro le forme di prevaricazione che spesso vincono grazie all’indifferenza. Vittorio non conosceva il senso della parola “indifferenza”.
Aveva un sogno che non รจ riuscito a realizzare. Negli ottanta anni dalla Liberazione voleva fare una pedalata da Milano ad Auschwitz per ribadire quel “mai piรน” che pare dimenticato.
E fino a poco tempo fa ha continuato a crederci, a pensare che lui su quella bicicletta ci sarebbe tornato perchรฉ non bastava una malattia a fermare la lotta per qualcosa di infinitamente piรน importante.
Ho avuto il privilegio di conoscerlo, di apprezzarlo e di essere stato fra coloro che continuavano, anche se da lontano, a spronarlo a provare a tirargli su il morale.
Abbiamo perso un compagno speciale, come sono tutti i compagni e le compagne, che ci ha lasciato un insegnamento forse unico. Le nostre lotte, il nostro bisogno di cambiare il mondo, la nostra curiositร verso chi non si conosce, sono la metafora delle sue pedalate longhe.
Dovremmo pedalare ancora e per molto, ma ne vale la pena.
I funerali di Vittorio Barbanotti si svolgeranno sabato alle 11.00 presso la chiesa di S. Giuseppe Calasanzio via don Gnocchi (zona San siro)
Nel frattempo dei presunti 800.000 e dell'uso che ne รจ stato fatto, come delle persone scomparse prima di expo e tante situazioni che sembravano inspiegabili, pare assumano una logica, come l'inchiesta sull'urbanistica e il paradiso dei palazzinari e lo strano accordo con la fiera di Parma.
Milano – Si รจ insediato oggi il nuovo Consiglio Generale di Fondazione Fiera Milano, guidato da Giovanni Bozzetti, che ha assunto il ruolo di Presidente come da delibera n. XII/1075 del Consiglio Regionale del 25 luglio scorso. Giovanni Bozzetti, classe 1967, รจ un manager con una lunga esperienza sia nel settore pubblico che privato. Ha ricoperto incarichi apicali in numerose aziende di rilevanza nazionale e internazionale, tra cui societร quotate, dimostrando una solida competenza nei processi di governance aziendale e sviluppo internazionale. Ha ricoperto ruoli importanti anche nella Pubblica Amministrazione, giร Assessore del Comune di Milano e di Regione Lombardia, Consigliere del Presidente del Senato e Consigliere del Ministro della Difesa. Esperto di marketing strategico e processi di internazionalizzazione รจ autore di pubblicazioni sui temi della valorizzazione del territorio e delle relazioni economiche internazionali. Insignito dell’Ambrogino d’Oro nel 2006, รจ professore universitario presso l’Universitร Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Desidero innanzitutto ringraziare il Presidente Attilio Fontana, la Giunta e il Consiglio regionale della Lombardia, cosรฌ come il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per la fiducia che mi รจ stata accordata. Un ringraziamento va anche a tutti gli stakeholder coinvolti, che saranno un punto di riferimento fondamentale durante il mio mandato, in una prospettiva sistemica che includerร tutte le realtร territoriali: industriali, commerciali, artigianali, agricole, cooperative, associative, insieme alle risorse umane, parte sostanziale e insostituibile di ogni impresa” ha dichiarato Giovanni Bozzetti, Presidente di Fondazione Fiera Milano. “Fondazione Fiera Milano svolge un ruolo strategico per lo sviluppo del territorio, della cittร e dell’intero sistema economico e sociale lombardo, con ricadute significative anche a livello nazionale. Ci attende una fase cruciale, segnata da sfide complesse ma anche da straordinarie opportunitร : dalle Olimpiadi, fino alla realizzazione dell’immobile destinato a ospitare il nuovo centro di produzione della Rai. La Fondazione – ha proseguito il neopresidente – รจ un ente solido, con risultati finanziari positivi, pronto a rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di azionista attivo e propositivo di Fiera Milano, a proseguire nel sostegno al terzo settore e a valorizzare il proprio patrimonio. Insieme al Consiglio Generale, al Comitato Esecutivo e a tutte le persone che giร operano all’interno della Fondazione, affronteremo questo percorso con passione, impegno e senso di responsabilitร .” “Voglio esprimere le mie piรน sincere congratulazioni a Giovanni Bozzetti per la sua nomina a Presidente di Fondazione Fiera Milano. Sono certo che, grazie alla sua vasta esperienza e alla sua competenza, saprร portare avanti con successo il lavoro di questa istituzione fondamentale per il nostro territorio. Fondazione Fiera Milano si รจ affermata in questi ultimi anni come prezioso presidio istituzionale capace di accompagnare e rafforzare le strategie di Comune e Regione. Di questo ringrazio la governance uscente. – ha commentato Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia – Oggi Fondazione rappresenta un patrimonio strategico per Lombardia e per l’intero sistema economico nazionale, e sono sicuro che sotto la guida di Bozzetti continuerร a essere un punto di riferimento per lo sviluppo, l’innovazione e la crescita della nostra regione”. “Fondazione Fiera Milano รจ un partner e un interlocutore strategico per la cittร – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. A livello locale, nazionale e internazionale, stiamo attraversando un periodo denso di sfide da affrontare e di opportunitร da concretizzare, a cominciare da quelle offerte dalle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali. In questo contesto, Fondazione Fiera Milano รจ chiamata a dare un contributo importante in termini di competenza, pragmatismo e lungimiranza nell’interesse della cittร e del Paese. Auguro, quindi, buon lavoro al presidente Bozzetti, ai vicepresidenti Corritore e Pierrakea e a tutti i membri del Consiglio Generale appena insediati. Sono certo che avremo modo di collaborare in maniera proficua e responsabile, valorizzando anche le tante realtร produttive e associative che fanno del nostro territorio un punto di riferimento in Italia e nel mondo”. Contestualmente alla nomina del Presidente, sono stati nominati i due vicepresidenti, Davide Corritore e Vasiliki Pierrakea. Insieme a loro fanno parte del nuovo Consiglio Generale di Fondazione Fiera Milano: Luca Bader, Umberto Bertolasi, Alvise Biffi, Giovanni Ciceri, Giuseppe Attilio Dadda, Massimo Dal Checco, Francesco De Lucchi, Giovanni Deleo, Andrea Dellabianca, Camilla Doni, Marcello Doniselli, Pietro Gagliardi, Giovanni Mantegazza, Giulia Martinelli, Raffaello Napoleone, Maria Luigia Partipilo, Guido Reggiani, Domenico Riga, Daniele Ripamonti, Flavio Sangalli, Raffaella Sella, Donato Valente, Stefano Venturi. Il Collegio dei Revisori รจ composto da: Andrea Bignami (Presidente), Marco Manzoli e Alessandro Crosti. Revisori supplenti: Vittorio Grazi, Mauro Milillo e Alberto Regazzini. La nomina del Consiglio Generale, che avrร la durata di tre anni, avviene a seguito del Decreto del Presidente della Regione Lombardia N° 373 del 31 luglio. Durante la riunione del Consiglio Generale presieduta dal neopresidente Giovanni Bozzetti sono stati nominati gli altri sei componenti (oltre al Presidente e ai due Vice Presidenti) del Comitato Esecutivo: Luca Bader, Alvise Biffi, Andrea Dellabianca, Massimo Dal Checco, Giulia Martinelli e Domenico Riga
Da febbraio, tanti iscritti verdi, in seguito al cosiddetto decreto salvaMilano, stanno chiedendo la convocazione di un assemblea straordinaria dei verdi della cittร metropolitana di Milano.
"Tanto tuono', che piovve!"
Da agosto 2024, i verdi della Lombardia sono senza la coportavoce, in seguito alle dimissioni di Maurizia Punginelli (e di Balestrieri dell'esecutivo regionale) e da varie provincie lombarde รจ stata avanzata la richiesta di un assemblea regionale aperta a TUTTI gli iscritti.
Il duo dei "plurincaricati" al servizio piรน di Sala che dei Verdi, cercano di recuperare con un assemblea "neutra" il 21 settembre.
Questa la convocazione ricevuta dagli iscritti della cittร metropolitana di Milano.
Convocazione assemblea provinciale
Europa Verde Provincia di Milano
Alle iscritte e agli iscritti della provincia di Milano
Care iscritte e cari iscritti,
con la presente comunicazione
si convoca
l’Assemblea della federazione provinciale di Milano
per domenica 21 settembre alle ore 10
a Milano in via Sansovino n. 9
(sede Municipio 3, M1 Lima, M2 Piola)
per l’elezione di 57 delegati che parteciperanno, con diritto di voto, alla prossima assemblea della Federazione regionale di Europa Verde-Verdi Lombardia.
All’Assemblea provinciale avranno diritto di voto tutti i tesserati 2024 a Europa Verde della provincia di Milano, come risultano dagli elenchi della Federazione nazionale.
Per poter essere eletti delegati รจ necessario aver regolarizzato il proprio tesseramento per l’anno 2025 entro e non oltre il 15 settembre 2025.
Gli/le iscritti/e per essere ammessi/e al voto dovranno essere obbligatoriamente muniti/e di documento di identitร e firmare l’apposito registro degli accreditati.
Modalitร di presentazione delle liste candidati delegati e votazioni
Nessuna lista di candidati delegati puรฒ essere composta per piรน del 50% da persone dello stesso genere.
Le liste di candidati delegati non devono essere collegate ad alcuna mozione politica e vengono presentate direttamente in Assemblea da almeno 1/10 degli accreditati al momento della scadenza di presentazione di tali liste. Si puรฒ sottoscrivere una sola lista di candidati delegati.
I delegati vengono votati su lista bloccata; in caso di presentazione di piรน liste si procederร a votazioni per schede tra liste concorrenti alle quali si applicherร la distribuzione secondo la proporzionale pura.
Ai fini dell'esercizio di voto sarร possibile accreditarsi fino al momento della fine delle votazioni.
Ordine dei lavori
ore 10.00 apertura accredito iscritti;
ore 10.30 Insediamento presidenza e apertura del dibattito politico sulla situazione politica nazionale e territoriale;
ore 11.30 Chiusura temporanea accredito per il computo del numero di firme occorrenti per la sottoscrizione delle liste dei candidati delegati;
ore 11.45 Termine per la presentazione delle liste di candidati delegati e riapertura accredito;
ore 12.00 Inizio votazioni;
ore 16.00 Chiusura definitiva accredito e fine votazioni;
a seguire scrutinio e proclamazione dei delegati provinciali all’assemblea regionale.
A disposizione per qualsiasi chiarimento
I portavoce di Europa Verde-Verdi Provincia di Milano
Annamaria Scimone
Tommaso Gorini
Verdi di Milano, Via Maniago, 21, 20134 Milano Italia, Italia
Interessante!! Come รจ noto, dopo via Fiamma, i verdi hanno avuto sede in via Ampere, e dal 2016, l'unico riferimento dei Verdi della Lombardia รจ a Ossona e saltuariamente a Cinisello Balsamo.
Su Milano, l'operazione di affittare una pellicceria a 5000 euro al mese, sembrerebbe si sia fermata.
Dal fb istituzionale del comune di Marcallo con Casone
Una interessante commedia. Cosa non fanno per due foto. Dalle interrogazioni, sappiamo che Sorgenia si era attivata e aveva sentito il sindaco di Ossona a febbraio. Perchรฉ Venegoni abbia tenuto nascosto tutto fino alla sera del 24 maggio, insieme al Pgt nascosto alla cittadinanza e al suo non voto (fuga) durante il consiglio comunale, non sono episodi neutri, ne legittimi.
Arriviamo al progetto di un impianto di produzione di energia elettrica fotovoltaico in un PLIS parco locale di interesse sovracomunale, in prossimitร del pasm parco agricolo sud Milano.
La competenza รจ REGIONALE, basta modificare la legge sui parchi.
I comuni hanno giร depositato le osservazioni.
Poi, c'รจ l'assoggettamento alla valutazione di impatto ambientale e infine, le conferenze dei servizi.
viste stucchevoli interviste, dove Dracula vuole fare il presidente dell'AVIS , va ricordato il nuovo statuto del parco Sud Milano e i continui assalti al parco del Ticino, dalla vigevano magenta (a nemmeno 5 km da lรฌ, la variante di Boffalora, anche, oltre alla terra dei fontanili da Corbetta ad Abbiategrasso) a cargocity in zona brughiera del Gaggio.
Grazie al sindaco di Marcallo e ai 2400 cittadini che hanno firmato.
Liberismo la Lombardia.
Liberare Marcallo il giugno sembrava impossibile, invece.
Un plauso e buon ritorno
Salviamo la campagna e diamo dignitร ai parchi locali di interesse sovracomunale.