domenica 1 giugno 2025

Fotovoltaico Ranteghetta. osservazioni del Comune di Marcallo con Casone. CIVICA

 dal web

per approfondire https://liberanotizienews.blogspot.com/2025/05/assemblea-no-ranteghetta-santo-stefano.html 


link per firmare

https://www.change.org/p/proteggiamo-il-territorio-diciamo-no-al-maxi-impianto-fotovoltaico-ranteghetta

fonte

https://civicamcc.wordpress.com/2025/05/30/impianto-fovoltaico-ranteghetta-perche-civica-e-contraria-a-questo-progetto/ 

Impianto fotovoltaico “Ranteghetta”: perchè CIVICA è contraria a questo progetto

PREMESSA

L’impianto fotovoltaico “Ranteghetta”, integrato da un sistema di accumulo elettrochimico, rappresenterebbe per il territorio di Marcallo con Casone, Ossona e Santo Stefano un’opera che andrebbe a modificare in modo consistente l’assetto percettivo, scenico e panoramico, oltre che a inserire nel sistema paesaggistico elementi estranei ed incongrui ai suoi caratteri peculiari compositivi, percettivi o simbolici.

Non crediamo inoltre che la “risposta adattiva del sistema lombardo” possa passare dallo sfruttamento di quasi 1 milione e 400 mila metri quadrati di suolo -diventando uno degli impianti più estesi in Italia-, con un costo complessivo  dell’opera di 81 milioni di euro, che vincolerebbe una tale porzione di territorio per almeno 30/35 anni. 

Le ricadute occupazionali a lungo corso, che secondo la stima del progetto sarebbero 41, non giustificano in alcun modo poi un’opera di tale impatto ambientale. Resta tra l’altro attualmente esclusa la possibilità di creare una Comunità Energetica, che avrebbe almeno in parte giustificato la promozione all’autoconsumo.

Sul suolo di Marcallo con Casone è previsto dal progetto l’utilizzo di oltre 350 mila metri quadri di suolo, in buona parte oggi adibiti a terreno agricolo, su un territorio che ormai da diversi decenni (con le scelte delle amministrazioni statali, regionali e locali) vede la progressiva cementificazione e la realizzazione di infrastrutture con un forte impatto ambientale e visivo.

Senza dimenticare che parte della costruzione dei manufatti connessi all’impianto avverrebbe su un’area riconosciuta come Parco Locale di Interesse Sovracomunale, un ambito di paesaggio agrario caratterizzato da una capillare struttura irrigua, ben conservata e tutt’ora utilizzata, costituita dal sistema di rogge derivate dal Villoresi e dai numerosi fontanili, segnati da boschetti e da filari ora di robinie e prunus serotina. A questi si affianca poi un importante reticolo di strade alberate di interesse storico.


OSSERVAZIONI SULL’AREA COINVOLTA

Dai mappali catastali e dal PGT di Marcallo con Casone si evince inoltre che i terreni interessati dal progetto siano destinati per gran parte a seminativi irrigui e bosco ceduo, oltre che a fasce di rispetto dei canali irrigui con finalità idrauliche.

Nello Studio Paesistico allegato al progetto viene indicato che “la porzione occidentale dell’ambito oggetto di analisi e intervento è in parte ricadente in un ambito di rilevanza paesistica (art.52 delle N.d.A. del P.T.M.)” e “la porzione orientale dell’angolo di estremità meridionale dell’area di indagine ricade in minima parte all’interno del Parco Regionale della Valle del Ticino”. Nello stesso Studio si denota che “l’ambito oggetto di analisi e intervento ricade quasi interamente […] all’interno degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico (artt. 41 comma 1 e 42 delle N.d.A. del P.T.M.)”.

L’ambito oggetto di analisi e d’intervento ricade poi in un’area di valore paesaggistico del sistema rurale medio/alto.

Per quanto riguarda le aree sottoposte al Piano di Governo del Territorio del Comune di Marcallo con Casone evidenziamo che “l’ambito oggetto di analisi è lambito lungo i suoi margini e in parte attraversato da alcune canaline di irrigazione (canale n.8 e 8/A-Corbetta e canale del Colatore Menedrago”, “le porzioni centrali, sud-occidentali e orientali ricadono parzialmente all’interno di un ambito di rilevanza paesistica (art.31 P.T.C.P., art.32 delle N.T.A. del Piano delle Regole), “in confine nord-occidentale dell’area di indagine è lambito, lungo via Menedrago, da un tratto della rete idrica”, “ricade parzialmente all’interno della zona di riserva dell’ Idrostruttura Sotterranea Profonda”.

Sempre per Marcallo con Casone, emerge dallo Studio Paesistico che “le porzioni centrali dell’area d’indagine poste ai bordi sud e nord della SP 224 ricadono all’interno della fascia di rispetto stradale esistente (art.19 delle N.T.A. del Piano dei Servizi)”, “la porzione meridionale dei terreni di Marcallo con Casone è in parte attraversata da una linea elettrica”.


OSSERVAZIONI SU IMPIANTO E OPERE CONNESSE


La realizzazione dell’impianto fotovoltaico prevederebbe l’installazione di 1705 strutture per un totale di 106.992 moduli, oltre alla presenza di 210 inverter e undici stazioni di trasformazione, a cui aggiungere la realizzazione di un manufatto in cemento armato di 16x4x3 m come Stazione di Smistamento e l’installazione di 36 container da 12x2x3 m e 9 container da 6×2.5×2.5 m per il sistema BESS (per accumulo elettrochimico) posati su fondazione a vasca.


Anche le opere accessorie all’impianto avrebbero un impatto notevole e a nostro giudizio peggiorativo per il territorio. Sono previsti infatti 17 accessi carrabili costituiti da cancelli a due ante in pannellature metalliche di larghezza 3 metri ciascuna e montati su pali in acciaio infissi al suolo. La recinzione perimetrale sarebbe realizzata con rete metallica alta circa 2 metri e sormontata da filo spinato, collegata a pali di acciaio alti circa 3 metri infissi direttamente nel suolo per una profondità di circa 100 cm: stiamo parlando di 820 mila metri quadri di superficie recintata. 


Non possiamo trascurare che la schermatura di una recinzione di tale proporzioni attraverso filari di arbusti e alberi avverrebbe solo a maturazione delle specie arboree utilizzate, senza risolvere tra l’altro il problema della vista dall’alto, che per il territorio di Marcallo con Casone riguarda anche la vista dal ponte, dove l’impatto visivo sarebbe quasi impossibile da mitigare. Cosa accadrebbe infine alla dismissione dell’impianto alle specie vegetali installate?


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Il sistema di illuminazione e videosorveglianza prevede poi l’installazione dei componenti su pali alti 3 metri in acciaio zincato fissati al suolo con pozzetto di fondazione in calcestruzzo dislocati ogni 40 metri lungo la recinzione perimetrale. Da aggiungere alla illuminazione lungo la recinzione vi sono poi 3 corpi illuminanti fissati alla struttura per la Stazione di Smistamento, 3 corpi illuminanti per ogni skid nelle stazioni di trasformazione, 3 corpi di illuminazione per ogni container nell’impianto BESS. Per la Stazione Elettrica di Utenza sono previste Torri Faro alte 7,5 metri con LED da 270W. 


In merito a questo esponiamo le nostre preoccupazioni anche sull’impatto luminoso che i corpi illuminanti avranno sulla fauna locale e sull’inquinamento luminoso in generale.


Nel progetto si espone che per il corretto funzionamento del sistema BESS i container sarebbero dotati di sistema di condizionamento: quale impatto avrebbe sul surriscaldamento ambientale e l’inquinamento sonoro? Dai modelli forniti nella Valutazione Previsionale di Impatto Acustico, questa zona risulta essere (seppure nei limiti di Legge) quella con un incremento maggiore di rumorosità. Inoltre si indica nel Piano di Dismissione la necessità di provvedere alla sostituzione/aggiornamento delle batterie di accumulo ogni 10 anni (con conseguente produzione di rifiuti elettrochimici).


Sottolineiamo inoltre che per quanto concerne il sistema di accumulo BESS (36 e 9 container) la fascia di mitigazione visiva prevista è solo di 5 metri e secondo l’analisi di compatibilità elettromagnetica per le stazioni di trasformazione BT/MT dell’impianto BESS è stata definita una DPA pari a 7 m.


LA MOVIMENTAZIONE DI SUOLO E LE EMISSIONI


ll progetto evidenzia che oltre al consumo di suolo nelle aree indicate a fotovoltaico, vi sarebbe movimentazione del terreno e taglio della sezione stradale. Stiamo parlando di 14.795 metri cubi di scavo per le trincee e di 8mila metri cubi per le fondazioni dei cabinati. Citiamo a tal proposito quanto scritto nelle Scheda di Sintesi Tecnica: “durante le fasi di costruzione e di smantellamento si realizzeranno movimenti di terra per l’apertura di percorsi, depositi, spianamenti, ecc. Ciò implicherà un aumento della polvere sospesa che comunque rimarrà confinata nella zona circostante in cui verrà emessa. Il traffico di macchinari e veicoli pesanti comporterà inoltre l’emissione in atmosfera di particelle inquinanti (CO2, CO, NOX e composti organici volatili)”. 


I Comuni di Marcallo con Casone, Ossona e Santo Stefano ricadono all’interno della Zona A del Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria, caratterizzata da una più elevata densità di emissioni di PM10 primario, NOX e COV.


Non vengono poi indicate le aree in cui saranno allestite le zone di stoccaggio dei materiali e soprattutto le zone destinate alla raccolta dei rifiuti, oltre a quelle per il ricovero dei mezzi d’opera e l’installazione di cabinati ad uso ufficio.


Si evince dal progetto che parte delle linee di media tensione (per i collegamenti esterni all’area di impianto), sarebbero realizzate sulla viabilità rurale, comunale, provinciale e statale esistente. Solo nel caso di attraversamento della sede stradale, e solo per il tratto interessato, i cavi sarebbero posati all’interno di apposite tubazioni in polietilene doppia parete ad elevata resistenza meccanica, mentre dove lo scavo non interessa la sede stradale, si procederebbe al riempimento con terreno compattato con mezzi meccanici.


Nella Relazione Illustrativa viene infine indicato il lavaggio stagionale (o alla bisogna) dei pannelli con lancia di pressione e una cisterna d’acqua demineralizzata. Vista la superficie totale su cui effettuare i lavaggi, ci chiediamo dove l’acqua verrebbe prelevata.


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PERCORSI CICLOPEDONALI

In merito alla realizzazione di una pista ciclopedonale, riteniamo che -per quanto possa essere meritevole la promozione dello spostamento in bici- tale opera non andrebbe a migliorare in modo risolutivo né i collegamenti tra i Comuni interessati (limitandosi per lo più a uno sviluppo circolare intorno all’impianto fotovoltaico), né il collegamento con le altre piste ciclabili a lunga percorrenza, poiché non è previsto alcun congiungimento con la ciclabile esistente che costeggia la linea Alta Velocità. Inoltre, chiediamo chi si occuperebbe della manutenzione di tale opera e dei manufatti ad essa associati (vedi parco giochi), una volta che questa fosse terminata.

CONCLUSIONE

Per quanto sopra indicato, pur ritenendo importante investire sull’utilizzo di fonti rinnovabili di nuova generazione per contrastare l’inquinamento, razionalizzare i consumi e migliorare l’efficienza degli impianti, non crediamo che tale obiettivo possa andare a danno del paesaggio e del territorio agricolo e boschivo già compromesso negli anni.


Esprimiamo parere negativo al progetto presentato e chiediamo inoltre che si proceda alla Valutazione di Impatto Ambientale.

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