lunedì 12 giugno 2017

Elezioni ammnistrative 2017. Astensionismo attivo al 40%. finito il movimento 5 stelle

Nulla di nuovo sotto il sole, o forse si?
pardon il titolo provocatorio, soprattutto per i carissimi 5 stelle, a detta di chi scrive, una importante risorsa per il paese, ma non "ascrivibile solo a tecnici informatici".
A leggere la stampa di regime e di partito, che si dipinge neutrale, ma lo fa cosi bene che piuttosto di lavorare anche quelli di altri partiti, fanno, interpretano e vivono, come loro, 
pare che il centrodestra abbia vinto; poi, si va a guardare i dati, e si scopre una realtà inquietante, non solo non ha vinto il centrodestra, ma ha pure perso alcuni voti, mantenendo le “cosiddette parrocchie”, a parte la destra come Alleanza Nazionale ora Fratelli d'Italia che scompare, la diaspora di Forza Italia, che dimostra quanto siano le realtà locali, le sopracitate “cosiddette parrocchie”, a, monsierur Lapalisse, portare e dare i voti per le elezioni.


Dato politico incontrovertibile, alle elezioni amministrative dei comuni, a volte si raggiungevano quote del 93 x 100, tra amici, conoscenti, mogli, parenti, amanti e compagni dell'asilo, anche il più “alleregico” alla politica, si trovava a recarsi in coda all'urna elettorale, mentre ora, nonostante il proliferare di candidati e di liste, l'atomizzazione sociale, e frammentazione, ha portato a far si che 4 cittadini su 10 non si recassero alle urne; una politica che ha perso credibilità e è vista come superflua e ininfluente? L'assenza di progetti? Una semplice rappresentazione postidentitaria?

I dati e la matematica dicono questo, dicono anche che dove si presentano candidati “fuori dagli schemi” e che riescono a proporre ma soprattutto a esporre e far conoscere il progetto politico, qualcosa cambia, siano i Civici (quelli puri, non gli immobiliaristi senza casa ma con terreni), i Verdi, o la Sinistra (quella vera, non delle segreterie autoreferenziali di partito).

Secondo dato politico della giornata, il fenomeno politico Movimento 5 stelle, dove è decollato è franato, l'impulso civista e di sinistra è rimasto; stiam parlando di Parma, dove Pizzarotti ha ottenutol un più che discreto risultato, mentre, ed entriamo nell'analisi dei numeri, quelli veri e non quelli “gestiti da algoritmi e da professionisti del software e della manipolazione da prestigiatori”, ci dicono che il Movimento 5 stelle è un partito politico come tutti gli altri, ma con in più, l'autolimitazione di non avere livelli intermedi democratici, ma di avere un “garante o desposta” che “certifica” le liste; pensando a Genova.
I voti dei candidati alle comunali dei 5 stelle rispecchiano quelli di tutti i partiti, con la differenza, nemmeno troppo velata che al segretario di partito è sostituito dal gestore del meet up e piattaforma web.

Il Partito Democratico ha perso? Forse, ma cosa ha perso? Niente, che ha voluto esibire i “muscoli” e in politica i “muscoli” è quando si rinuncia al “cervello” e in politica il “cervello” è il dialogo e la relazione politica; 5 anni fa, le liste del PD erano affiancate da una letterale marea di “pseudo” “proto” (alcuni dicono anche “ambigue”) liste civiche (parentesi d'obbligo su Milano dove la lista Sinistra per Milano, somma di Verdi, Sel e arancioni, ha eletto il capolista con tessera PD).

Repetita juvant. Il dato politico è l'astensione, 4 su 10 non han votato e non han votato per quelli che inrociano quotidianamente per le strade, per persone che vedono in strada non per quelli della TV.
Repetita Juvant, le parrocchie han tenuto i fedelissimi, solo che 5 anni fa era la destra divisa e ora il pd che (forse diventanto troppo di “destra”) ha optato, per la solitaria e seguendo la destra; per i politologi e addetti ai lavori, “la teoria del gelataio” non viene mai smentita (dicesi che se aumenta l'offerta ci si rincorre su altri temi non i propri e si crea nuvoa offerta).

Il discorso delle preferenze singole: va affrontato, un nuovo medioevo, perchè a parte alcuni sinceri casi effettivamente carismatici altri hanno il vecchio odore del lezzo della dc e del psi clientelari, e di passaggi a dir poco fumosi.
Un dato storico, si tratti di comuni di mille o centomila abitanti, il cittadino normale, ci dice la storia, va dalle 10 (o meno se di famiglia tipica del nord contemporaneo, cioè con pochi parenti) alle 30 preferenze, massimo 40 se passa la vita in impegno civico; dato interessante, perchè gli stessi segretari di partito, non vanno oltre quel dato.

La disaffezione politica ha fatto si che nemmeno i candidati fossero all'altezza di accordarsi (p,er i comuni dove previsto, per la doppia prefenza, uomo e donna) per “raddoppiare i voti”, ovvero, un uomo che trascinava la candidata donna e viceversa.
Come dire, si fanno i “magheggi” o “tecnicalities” e poi non sono in grado di usarli, o meglio, non vengono nemmeno condivisi a livello di lista, ma solo da parte di due “squali” a fronte degli altri “tonni” che navigano nell'incomprensione della normativa elettorale.

I numeri dicono tanto se non tutto; i numeri dicono che lo studio e la politica sono ancora una materia strana che viene coltivata e analizzata, più nelle segrete segreterie di partito che in ambito accademico, e per nulla in ambito civico.

Questa la premessa, sulle elezioni nazionali. Riconducibile in:
“tengono le parrocchie fidelistiche e fidelizzate, ma un nuovo spettro si aggira dalle urne, quel civismo, ecologismo e sinistrismo, sincero che non cede a compromessi e che ha già “digerito” il fintomovimentismo pentastellato che viene già riconosciuto come una gerarchia di una azienda piuttosto che di un partito di cui, solo una invidia latente, si coglie nei candidati trombati e defenestrati dall'urna.

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