Nulla di nuovo sotto il sole, o forse
si?
pardon il titolo provocatorio, soprattutto per i carissimi 5 stelle, a detta di chi scrive, una importante risorsa per il paese, ma non "ascrivibile solo a tecnici informatici".
A leggere la stampa di regime e di
partito, che si dipinge neutrale, ma lo fa cosi bene che piuttosto di
lavorare anche quelli di altri partiti, fanno, interpretano e vivono, come loro,
pare che il
centrodestra abbia vinto; poi, si va a guardare i dati, e si scopre
una realtà inquietante, non solo non ha vinto il centrodestra, ma ha
pure perso alcuni voti, mantenendo le “cosiddette parrocchie”, a
parte la destra come Alleanza Nazionale ora Fratelli d'Italia che
scompare, la diaspora di Forza Italia, che dimostra quanto siano le
realtà locali, le sopracitate “cosiddette parrocchie”, a,
monsierur Lapalisse, portare e dare i voti per le elezioni.
Dato politico incontrovertibile, alle
elezioni amministrative dei comuni, a volte si raggiungevano quote
del 93 x 100, tra amici, conoscenti, mogli, parenti, amanti e
compagni dell'asilo, anche il più “alleregico” alla politica, si
trovava a recarsi in coda all'urna elettorale, mentre ora, nonostante
il proliferare di candidati e di liste, l'atomizzazione sociale, e
frammentazione, ha portato a far si che 4 cittadini su 10 non si
recassero alle urne; una politica che ha perso credibilità e è
vista come superflua e ininfluente? L'assenza di progetti? Una
semplice rappresentazione postidentitaria?
I dati e la matematica dicono questo,
dicono anche che dove si presentano candidati “fuori dagli schemi”
e che riescono a proporre ma soprattutto a esporre e far conoscere il
progetto politico, qualcosa cambia, siano i Civici (quelli puri, non
gli immobiliaristi senza casa ma con terreni), i Verdi, o la Sinistra
(quella vera, non delle segreterie autoreferenziali di partito).
Secondo dato politico della giornata,
il fenomeno politico Movimento 5 stelle, dove è decollato è
franato, l'impulso civista e di sinistra è rimasto; stiam parlando
di Parma, dove Pizzarotti ha ottenutol un più che discreto
risultato, mentre, ed entriamo nell'analisi dei numeri, quelli veri e
non quelli “gestiti da algoritmi e da professionisti del software e
della manipolazione da prestigiatori”, ci dicono che il Movimento 5
stelle è un partito politico come tutti gli altri, ma con in più,
l'autolimitazione di non avere livelli intermedi democratici, ma di
avere un “garante o desposta” che “certifica” le liste;
pensando a Genova.
I voti dei candidati alle comunali dei
5 stelle rispecchiano quelli di tutti i partiti, con la differenza,
nemmeno troppo velata che al segretario di partito è sostituito dal
gestore del meet up e piattaforma web.
Il Partito Democratico ha perso? Forse,
ma cosa ha perso? Niente, che ha voluto esibire i “muscoli” e in
politica i “muscoli” è quando si rinuncia al “cervello” e in
politica il “cervello” è il dialogo e la relazione politica; 5
anni fa, le liste del PD erano affiancate da una letterale marea di
“pseudo” “proto” (alcuni dicono anche “ambigue”) liste
civiche (parentesi d'obbligo su Milano dove la lista Sinistra per
Milano, somma di Verdi, Sel e arancioni, ha eletto il capolista con
tessera PD).
Repetita juvant. Il dato politico è
l'astensione, 4 su 10 non han votato e non han votato per quelli che
inrociano quotidianamente per le strade, per persone che vedono in
strada non per quelli della TV.
Repetita Juvant, le parrocchie han
tenuto i fedelissimi, solo che 5 anni fa era la destra divisa e ora
il pd che (forse diventanto troppo di “destra”) ha optato, per la
solitaria e seguendo la destra; per i politologi e addetti ai lavori,
“la teoria del gelataio” non viene mai smentita (dicesi che se
aumenta l'offerta ci si rincorre su altri temi non i propri e si crea
nuvoa offerta).
Il discorso delle preferenze singole:
va affrontato, un nuovo medioevo, perchè a parte alcuni sinceri casi
effettivamente carismatici altri hanno il vecchio odore del lezzo
della dc e del psi clientelari, e di passaggi a dir poco fumosi.
Un dato storico, si tratti di comuni di
mille o centomila abitanti, il cittadino normale, ci dice la storia,
va dalle 10 (o meno se di famiglia tipica del nord contemporaneo,
cioè con pochi parenti) alle 30 preferenze, massimo 40 se passa la
vita in impegno civico; dato interessante, perchè gli stessi
segretari di partito, non vanno oltre quel dato.
La disaffezione politica ha fatto si
che nemmeno i candidati fossero all'altezza di accordarsi (p,er i
comuni dove previsto, per la doppia prefenza, uomo e donna) per
“raddoppiare i voti”, ovvero, un uomo che trascinava la candidata
donna e viceversa.
Come dire, si fanno i “magheggi” o
“tecnicalities” e poi non sono in grado di usarli, o meglio, non
vengono nemmeno condivisi a livello di lista, ma solo da parte di due
“squali” a fronte degli altri “tonni” che navigano
nell'incomprensione della normativa elettorale.
I numeri dicono tanto se non tutto; i
numeri dicono che lo studio e la politica sono ancora una materia
strana che viene coltivata e analizzata, più nelle segrete
segreterie di partito che in ambito accademico, e per nulla in ambito
civico.
Questa la premessa, sulle elezioni
nazionali. Riconducibile in:
“tengono le parrocchie fidelistiche e
fidelizzate, ma un nuovo spettro si aggira dalle urne, quel civismo,
ecologismo e sinistrismo, sincero che non cede a compromessi e che ha
già “digerito” il fintomovimentismo pentastellato che viene già
riconosciuto come una gerarchia di una azienda piuttosto che di un
partito di cui, solo una invidia latente, si coglie nei candidati
trombati e defenestrati dall'urna.
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