Milano, che ama, lotta, crea, accoglie, sorprende, sorride, pedala. Milano che resiste, esiste, crea, trasforma, produce, sogni, arte, idee e cultura. La Milano della consapevolezza, del suo ruolo nella storia. La Milano dei sognatori, dei volontari, degli utopisti e anche un po' dei ciclisti. Milano.
Milano di nuovo nelle strade, di bianco vestiti come dei fantasmi, spesso, troppo spesso invisibili. Un flash mob, una performance artistica e creativa, per celebrare la vita, la vita, soffiata via troppo presto del piccolo Luca, le vite dei tanti ciclisti, spezzate da una pseudocivilta vittima di se stessa e dei suoi falsi e ipocriti miti.
Milano non si arrende, e allora, da quelle coincidenze organizzate, in cui tanti sono inciampati e poi ne son diventati affascinati e ne han creato duplicati, moltiplicati in ogni contesto e in ogni dove, della città come spartito musicale, da accompagnare in ogni occasione a un nuovo testo, di rivendicazioni, diritti, sogni dovuti ai bisogni, quello di una vita più giusta, primo tra tutti.
Guardiamoli e ascoltiamoli, studenti, lavoratori, genitori, attivisti, pensionati, umani, troppo umani, forse, per gli autosauri, ma così genuini, spontanei e imprevedibili, come quelle stelle cadenti che ti stupiscono all'improvviso, eccoli sbucare con la loro bicicletta!
Non vediamo l'ora!! Il resto, lo dica ognuno, come preferisce
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