comunicato stampa
In Regione Lombardia si prospetta il più massiccio attacco alla fauna selvatica di tutti i tempi. Impedimento dei controlli, norme a favore del bracconaggio, caccia in deroga anche al cardellino.
Giorno dopo giorno uno sparuto
gruppo di politici regionali che rappresenta una minoranza irrilevante dei
lombardi lavora per emanare leggi e delibere in palese e conclamata violazione
delle norme di tutela dell’ambiente e degli animali, Direttive UE comprese, per
tutelare gli interessi privati delle frange più estremiste di cacciatori
“sparatutto”. Deroghe per uccidere i
piccoli uccelli protetti, norme che favoriscono il bracconaggio e il commercio
illegale di specie protette, e l’approvazione pochi giorni fa di una Delibera
per continuare a consentire la caccia degli uccelli migratori nei valichi
montani che per legge devono essere vietati alla caccia. Il tutto calpestando e
disprezzando le leggi e le plurime sentenze di giustizia amministrativa.
“Inaccettabile questo servilismo nei
confronti di una lobby venatoria pronta a chiedere di violare la legge pur di
uccidere sempre di più. I legislatori sanno benissimo, ad esempio, che la protezione nei valichi non è una facoltà
ma un obbligo derivante dalla legislazione comunitaria e dalla Legge 157 del
1992 sulla protezione della fauna e regolamentazione della caccia. Eppure in
Lombardia ancora si compiono massacri di uccelli in luoghi che sono passaggi
obbligatori durante la loro migrazione e trent'anni di battaglie da parte delle
Associazioni ambientaliste e di sentenze non sono bastati a renderli, come
dovrebbe essere, luoghi di protezione assoluta.
Come se non bastasse le associazioni
venatorie, firmatarie di una lettera unitaria indirizzata alla Regione, esercitano forti pressioni per chiedere alla
Giunta di modificare le norme che regolano il possesso di richiami vivi per la
caccia, agevolando così il commercio illegale di uccelli e il bracconaggio. Per
le Associazioni venatorie lombarde i controlli delle forze dell'ordine "provocano sconcerto e forte insicurezza” tra
i loro affiliati, come se questa fosse una ragione accettabile per limitarli;
le modifiche richieste agevolerebbero un mercato illegale che genera profitti
per milioni di euro.
All’ordine del giorno un’altra
raffica di modifiche alla Legge Regionale 26/93, la Legge probabilmente più
“manipolata” della storia, sempre con l’intento di stravolgere il necessario
equilibrio tra la necessità di tutela della fauna selvatica e l’attività
venatoria.
Per finire la volontà di riaprire
gli impianti di cattura con le reti (roccoli) e sparare in deroga ai piccoli
uccelli protetti. Sulla caccia in Deroga
arriva la proposta del Consigliere e cacciatore Floriano Massardi (Lega Nord)
di permettere la caccia al cardellino, verdone, lucherino, fringuello, peppola,
frosone, pispola, storno e tordela.
Un’eventualità del genere ci riporterebbe indietro di 50 anni, permettendo
l’uccisione di piccoli uccelli canori, le cui popolazioni sono in costante
declino.
Sparare al cardellino, uccello tra i
più conosciuti ed amati, simbolo della Passione (la leggenda narra che il
cardellino si fosse messo ad estrarre le spine dalla corona di Cristo e ferito
rimase per sempre macchiato del Suo sangue), raffigurato in moltissime opere
d’arte a partire dal medioevo (tra le più famose basti citare la “Madonna del
cardellino” di Raffaello), di cui Antonio Vivaldi cercò di imitare il melodioso
canto nel concerto per flauto “Il Gardellino”, è un'offesa per la maggioranza dei lombardi stanchi di essere
ostaggi di proposte vergognose e uno schiaffo alle politiche dell’Unione
Europea e alla recente sentenza della
Corte di Giustizia Europea (sulle catture in Francia) che rappresenta una
pietra tombale sulla questione.
“Ci appelliamo veramente a chi, per il ruolo istituzionale che rappresenta,
dovrebbe lavorare per il rispetto delle leggi: i consiglieri, i dirigenti e i
funzionari ai quali chiediamo il ritorno alla legalità, ognuno per il proprio
ruolo. Dopo anni di sudditanza nei confronti dell’estremismo venatorio, la
regione Lombardia metta al centro della sua azione le politiche ambientali e
sulla tutela della fauna, bene indisponibile dello Stato, e non accontenti uno
sparuto gruppo di cittadini, portatori di interessi privati, e allergici alle
regole e alla civiltà”.
Le Associazioni: Associazione Vittime Caccia - CABS - CAI LOMBARDIA – ENPA – GAIA – GOL – Gruppo Intervento Giuridico - LAC – LAV – LEAL – LEGAMBIENTE – LEIDAA – LIPU - PRO NATURA - WWF
Milano, 23.03.2021
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