Dai Verdi di Milano
Solidarietà a The Hemp Club Milano THClub dove ci troviamo ogni settimana. colpito da una perquisizione che sa tanto di intimidazione all'indomani del presidio a Palazzo Marino per l'autocoltivazione della cannabis
COMUNICATO STAMPA
Cannabis, il circolo ispirato a Pannella indagato per coltivazione a fini di spaccio:
“Aiutiamo pazienti e consumatori. È questa la nostra colpa?”
34 piante di cannabis, delle quali 17 in fase di fioritura avanzata, assieme a un box per la fioritura, lampade e
ventilatori. Questo il bilancio – parziale - del sequestro operato dalle forze dell’ordine ai danni dell’associazione The
Hemp Club, circolo ispirato a Marco Pannella, primo e unico cannabis social club di Milano.
Il controllo di polizia, avvenuto senza nessun mandato da parte delle autorità competenti, è avvenuto il 16 luglio scorso e colpisce una realtà nata per la tutela e l’aiuto di pazienti e consumatori che necessitano di ricevere cannabis terapeutica, secondo le vigenti leggi in tema di Salute.
“Siamo impegnati da anni nel facilitare l’accesso a questa sostanza, che per molti medici rimane un tabù, organizzando visite specialistiche e consentendo ai pazienti di consumare nei nostri locali”, chiarisce il fine sociale dell’associazione il suo presidente, Raffaello D’Ambrosio, ora indagato per i reati di cui all’art.73 della legge 309/90, Testo unico sulle droghe. Ricordiamo che secondo l’art.73 chiunque “coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina [...] è punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000”.
Ancora poco chiare le circostanze in cui è maturata la perquisizione e il relativo sequestro, che ha visto protagonisti circa 15 agenti per più di 7 ore. “Non abbiamo particolari problemi di vicinato ma – spiega D’Ambrosio – stiamo cercando di promuovere la nostra attività politica, e di resistenza civile, in tutte le sedi possibili. Eravamo anche agli Stati Generali della cannabis a Milano per spiegare la nostra attività e chissà che qualcuno non abbia pensato di segnalarci alle forze dell’ordine”.
Nel The Hemp Club, strutturato secondo un modello “spagnolo” di consumo, ognuna delle piante è associata a un padrone, che è un paziente firmatario di un modulo di disobbedienza civile e che è l’unico a poter beneficiare dei fiori prodotti dalla medesima pianta. “Lo Stato non può perseguire chi colma dei vuoti per le sue mancanze, in special modo su materie come sanità e diritti del malato”. Grazie alla sua struttura e alle sue reti di relazioni, a oggi l'associazione organizza un centinaio di visite mediche mensili con il rilascio di altrettante prescrizioni per cannabis: una media di 15 grammi per ricetta, per un quantitativo complessivo che supera abbondantemente il chilogrammo.
“Interveniamo laddove ai pazienti viene precluso un diritto, sia che si tratti di pazienti che dovrebbero vedersi riconosciuta una terapia gratuita ma non la ottengono per il rifiuto dei medici, sia in quei casi dove i consumatori, pur non rientrando nelle categorie stabilite dalla legge, hanno un effettivo bisogno di cannabis”. I costi della cannabis in farmacia, del resto, sono molto elevati (un grammo al giorno per un mese ha un costo non inferiore a 340€) come estremamente acute sono le difficoltà nel reperimento del farmaco.
Al termine del controllo, il presidente dell’associazione D’Ambrosio veniva invitato a presentarsi presso il commissariato di Comasina, dal quale sono partiti gli agenti della squadra mobile che hanno effettuato il controllo per
il rilascio del verbale di sequestro.
All’interno della stessa associazione venivano rinvenuti 18 sacchi contenenti Cannabis Flos di libera vendita, con principio attivo THC entro i termini di legge indicati dalla 242 del dicembre del 2016, corredati di analisi, che venivano anch’essi posti sotto sequestro per analizzarne il contenuto.
Fiduciosi nelle capacità di comprendere l’atto non ancora consentito dalla legge ma necessario per i pazienti, restiamo a disposizione e delle autorità competenti, in vista di un possibile procedimento penale che coinvolge non solo l’associazione milanese, ma una rete di Associazioni e attivisti, pronti a essere sottoposti a processo per evidenziare l'incongruenza delle leggi dello stato con la Costituzione Italiane che, all’art. 32, prevede l’obbligo da parte dello stato a garantire le cure ai propri cittadini e permette l’auto determinazione della stessa, in funzione delle dichiarazioni da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, accolte e promosse anche in sede delle Nazioni Unite (ONU).
L’azione di disobbedienza civile è frutto di ampi studi delle vigenti leggi e ha l’ambizione di poter creare un precedente che consenta ai pazienti di coltivarsi la propria terapia, senza dover gravare con i costi sullo stato, evitando di alimentare attività criminali e poter cominciare un percorso che porti alla determinazione della tipologia di Cannabis che possa migliorare le condizioni di vita del paziente.
Ci auguriamo una pacifica e comprensiva assoluzione, in caso contrario saremo pronti a affrontare tutti i gradi di giudizio per dimostrare le nostre ragioni, spinte dalla scienza, grazie al prezioso supporto dell’Avv. Filippo Maria Molinari, legale che fin dai primi passi ha accompagnato l’associazione in ogni sua evoluzione a partire dalla stesura dello statuto.
Nessun commento:
Posta un commento