La strage neofascista di piazza Fontana nel ricordo di Aldo Aniasi
A seguire foto delle pietre di inciampo in memoria delle vittime e della commemorazione
I video della giornata da #quimilano
“ In quel giorno – ricordava Aniasi in occasione del trentesimo anniversario della strage neofascista di Piazza Fontana - io ero in Piazza Cavour, in un Convegno internazionale – e fui avvertito che una caldaia era scoppiata in piazza Fontana. Corsi, e vidi uno spettacolo orribile, e già le autorità dello Stato erano qui riunite e fui accolto da una dichiarazione che trovava da più parti conferma: “ricordate la strage del 1921, la strage del Diana: gli anarchici”. E fu subito indicato immediatamente che quella non era solo una pista – anzi era una certezza. “Debbo dire che chiedevo a me stesso – continua Aldo Aniasi allora sindaco di Milano – come potevano essere già, con precisione, individuate le responsabilità. Erano le giornate dell’autunno caldo, le giornate nelle quali i lavoratori scendevano nelle piazze per il rinnovo dei contratti, e particolarmente per quello dei metalmeccanici. Si discuteva in quelle giornate dello Statuto dei Lavoratori, della istituzione delle Regioni; c’erano convinzioni che in Italia si stesse tentando una svolta, o quantomeno un passaggio verso sinistra. Ecco, la strage va collocata in quel contesto. Milano era al centro dell’offensiva perché città simbolo per il ruolo che esercitava ed esercita nel Paese e nell’economia. Milano e l’Italia corsero allora un grave pericolo. Se Milano avesse ceduto alla paura, il corso degli avvenimenti avrebbe potuto essere un altro. Ai funerali la piazza del Duomo era affollata all’inverosimile: c’era un silenzio impressionante.” “Un ricordo personale – continua Aniasi - Io attraversavo la piazza accompagnando Pietro Nenni: egli disse: “questa gente è garanzia di democrazia”.
Roberto Cenati -Presidente Anpi Provinciale di Milano
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