Articolo di Saverio Ferrari pubblicato il 05 giugno da www.italia.attac.org
I pericoli rappresentati dalle destre populiste e radicali, veicolo di oscurantismo, violenza e razzismo, sono quanto mai attuali.
Le situazioni, da paese a paese, sono spesso molto diverse. Diversa anche l’incidenza della crisi economica sulle realtà nazionali. Simile, invece, la scelta di scagliarsi, in primo luogo, contro un nemico esterno, di volta in volta identificato nei rom, nei gay, negli ebrei, nei musulmani o negli stranieri in genere.
Tra i tratti in comune anche l’interpretazione del fenomeno delle migrazioni, spesso all’insegna del cospirazionismo, basato sull’idea paranoica che il vero potere è sempre occulto e agisce in maniera organizzata e ristretta a un piccolo gruppo di persone. Negli ultimi anni, evolvendosi rispetto al tradizionale filone dell’antisemitismo stile I protocolli dei Savi anziani di Sion, nel campo delle destre italiane ed europee si fa un gran parlare di un preciso progetto, che viene da lontano, e che porta il nome di “Piano Kalergi”. Secondo il sito Identità.com, questo piano punta «a distruggere il volto del vecchio continente facendo mescolare i bianchi con razze asiatiche e di colore per creare un gruppo multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’élite al potere».
Addio Europa
Ora, Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1884-1972) era un aristocratico di famiglia diplomatica, austriaco, andato via dopo l’annessione nazista dell’Austria perché aveva una moglie ebrea, che aveva diffuso negli anni Venti il manifesto Paneuropa e fondato l’Unione paneuropea, che avrebbe dovuto unire i popoli del continente per poi, in prospettiva, fondersi in una Unione mondiale. In un modo un po’ utopistico, pensava che proprio il contatto fra popolazioni diverse avrebbe prodotto una nuova umanità, multiculturalista, multietnicista e pacifica (in Pratktischer Idealismus del 1925). Nel 1950 aveva ottenuto per le sue idee il Premio Carlo Magno. Poi era caduto in dimenticanza.
A rispolverarlo fu nel 2005 Gerd Honsik in Addio Europa. Il piano Kalergi, stravolgendo completamente le idee del diplomatico viennese. Con un taglia-e-cuci arbitrario dei suoi scritti, gli attribuì un fantomatico “Piano”, dando una spiegazione cospirazionista al fenomeno dell’immigrazione e una base alla tesi del “sostituzionismo”. Honsik, a sua volta austriaco, era militante del Movimento popolare contro l’infiltrazione straniera. Nel 1992 aveva dato alle stampe Hitler innocente? in cui sosteneva che il capo del nazionalsocialismo andava assolto perchè l’Olocausto non c’era mai stato. Condannato nel suo paese, si era rifugiato in Spagna.
La grande “sostituzione”
Ed ecco diffondersi questa idea anche in Italia. Nel 2015 il giornalista di estrema destra Matteo Simonetti pubblica il libro La verità sul piano Kalergi. Europa, inganno, immigrazione, per l’editrice integralista cattolica Radio Spada. A fargli da sponda nel 2016, Francesco Borgonovo, giornalista di «La verità», proveniente da «Libero», che in polemica con la deputata Cécile Kyenge, dichiarava in televisione: «Quella di cui parla Boldrini non è accoglienza. E’ un’altra cosa, e si chiama ‘grande sostituzione’. E’ una teoria molto diffusa fra le élite europee. Il primo a metterle nero su bianco è stato politico austriaco Kalergi in un libro del 1923 intitolato “Paneuropa”. Kalergi voleva creare un’Europa unita, in cui non ci fosse più nessuna differenza fra gli individui. Si trattava di creare un popolo senza cultura e senza identità, pronto per farsi dominare dalle élite. E come si fa a creare l’“uomo senza identità”? Facile: si sradicano gli individui, li si costringe a lasciare il loro paese per spostarsi altrove. Come fanno oggi gli immigrati: lasciano case loro e vengono qui. Il risultato è che loro, nella maggior parte dei casi, vengono a fare gli schiavi; mentre noi diventiamo più poveri. Finché un giorno i poveri italiani e i poveri stranieri saranno tutti uguali. Senza radici, senza cultura, tutti sottomessi alla dittatura finanziaria».
La “Bestia” da sconfiggere
Ora si tratta di dare un nome e cognome a questa “dittatura finanziaria”.
Il primo nome che viene sempre citato è George Soros. Ebreo, nato nel 1930 in Ungheria, grande finanziere e grande speculatore, fondatore della Open Society Foundation ispirata ai principi della “società aperta” di Karl Popper (liberomercato più elezioni pluripartitiche, più diritti individuali), viene accusato di essere il “grande burattinaio” fautore di un “governo mondiale”. E’ lui, si dice, che ha finanziato in America la “marcia delle donne” contro Trump e le manifestazioni di Black Lives Matter, le “rivoluzioni arancioni” nei paesi arabi e le proteste contro Putin in Russia. Diego Fusaro, scambiato da qualche sprovveduto a torto come un intellettuale di sinistra, scrive nel marzo 2017: «Ogni volta che si manifestano rivoluzioni arancioni, rivoluzioni arcobaleno, diritti colorati o deportazioni di massa chiamate immigrazioni, c’è sempre la sua longa manus. […] Siamo al cospetto di una grande sostituzione di massa. Stanno distruggendo i fondamenti della civiltà europea», anche con «mirate campagne propagandistiche per distruggere l’identità sessuale. Il disegno è evidente: estinguere la popolazione europea perché venga sostituita integralmente». Entra quindi in ballo anche la famigerata “ideologia gender”.
E ritorna, anzi, non è mai scomparso, l’altro vecchio nome, quello della dinastia ebraica Rothschild. Un gruppo Facebook di recente scriveva con una tonalità apocalittica: «Jacob Rothschild, ebreo nato il 29 aprile del 1936, è la Bestia che ti ha ridotto così. Bisogna assolutamente fermare la Bestia. Questo spregevole essere, ebreo sionista e talmudico, ricatta tutta l’umanità. […] Per fermare lo scatenamento dell’Apocalisse, bisogna fermare la Bestia Rothschild […] Quello di agire occultamente, senza che nessuno sappia mai cosa fanno e come lo fanno, è una scelta precisa della élite a capo della Cabala criminale che possiede un Impero Clandestino […] L’attuale padrino di questa massima cabala criminale mondiale è il caporabbino e capostrozzino globale Jacob Rothschild, ed è proprio lui la Bestia da sconfiggere». Il cerchio si chiude di nuovo, riprendendo in modo inalterato gli schemi mentali e l’immaginario di due secoli di antisemitismo moderno, già prima dell’Olocausto.
Spiegare la caoticità
La visione cospirazionista della storia nasce dalla sensazione della caoticità delle vicende umane. Guerre, disastri epocali, crisi economiche, miseria, spostamenti di popolazioni, vengono vissute come fenomeni travolgenti e incontrollabili. Una soluzione sta nel credere che rispondano a un piano precedentemente elaborato da qualche setta segreta a livello occulto. E per individuarlo e interpretarlo, si presentano naturalmente degli schemi di lunga data, come quello dell’antisemitismo. Dovrà esserci un burattinaio dietro al disastro epocale delle migrazioni. E se gli diamo un nome ebraico – ad esempio Soros o Rothschild – nel magazzino del nostro immaginario subito scatta uno stimolo collaudato di risposta: sì, può essere.
E, a conti fatti, dal punto di vista politico non è importante sapere se i propagandisti della teoria di sostituzione etnica siano a no a conoscenza della natura falsa di tale teoria, bensì è importante rendersi conto della sua pervasività.
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