Da Silvia Zamboni
cons. Reg. Verdi Emilia Romagna
Nei giorni scorsi Autostrada del Brennero ha annunciato un piano di investimenti per la Concessione dell’A22 che nel complesso vale 7,2 miliardi di euro. Per l’Emilia-Romagna comporta la realizzazione della terza corsia della #A22, della #Cispadana e della #Bretella #Campogalliano #Sassuolo. Una notizia salutata con soddisfazione da dirigenti del Partito Democratico che ritengono tali opere “un passo avanti decisivo in termini di innovazione e sostenibilità ambientale”.
È proprio il caso di dirlo: siamo sulla strada sbagliata. Per Europa Verde è paradossale associare il concetto di sostenibilità ambientale a mega infrastrutture di asfalto e cemento che incrementeranno il trasporto di persone e merci su gomma. A maggior ragione se ciò avviene all’indomani della decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, accogliendo il ricorso della Commissione europea, ha stabilito che il nostro paese è inadempiente rispetto agli obblighi previsti dalla direttiva UE sulla qualità dell’aria. È noto da anni che il bacino padano è una delle aree in Europa a più alto tasso di #inquinamento atmosferico, in cui si registra, ad esempio, un sistematico e continuativo superamento del limite di concentrazione delle polveri sottili. Una situazione causa di un drammatico impatto sulla salute: l’ultimo rapporto diffuso la settimana scorsa dall’Agenzia Europea dell’Ambiente ha evidenziato che nel 2019 a causa della cattiva qualità dell’aria si sono registrati in Italia oltre 60.000 decessi prematuri, in media 165 ogni giorno a causa.
Europa Verde condivide le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste e con loro chiede che gli investimenti vadano prioritariamente a favore del trasporto di persone e merci su ferro, sulla mobilità dolce e sul trasporto pubblico elettrico per ridurre drasticamente le emissioni climalteranti, l’inquinamento atmosferico e il consumo di suolo, diminuendo il trasporto merci su gomma oggi in preoccupante crescita grazie alla diffusione dell’e-commerce e della logistica ad esso collegata. Anche le esigenze del distretto medicale nel modenese possono trovare risposta nel trasporto su ferro, in sintonia con le scelte compiute dagli altri paesi europei, in particolare Svizzera e Austria, entrambe sempre più orientate a contenere il traffico pesante di attraversamento dei loro territori per dirottarlo su ferro.
Occorre insistere perché il Governo prenda atto dell’emergenza ambientale e sanitaria che affligge il bacino padano e che riguarda milioni di cittadini. Basta tergiversare: bisogna finanziare un efficace piano di risanamento e smettere di alimentare il trasporto su gomma con nuove corsie autostradali, bretelle e bretelline di asfalto e cemento.
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