Riceviamo e pubblichiamo.
In vista dell'assemblea regionale di Europa Verde, questa ad ora l'unica mozione nota pervenuta, il termine è martedì 17 alle h. 12, con candidati coportavoce Maurizia Punginelli e Devis Dori
#LombardiaVerde2023
“Le cause dell’emergenza ecologica non risalgono a una cricca dittatoriale di congiurati assetati di profitto e di distruzione, bensì ricevono quotidianamente un massiccio e pressoché plebiscitario consenso di popolo” (Alexander Langer, da “Non per il potere”).
PREMESSA
La storia del nostro Pianeta è caratterizzata da numerosi cambiamenti, che hanno interessato le terre emerse, gli oceani, l’atmosfera, il clima e la vita sulla terra. I cambiamenti climatici in atto, che si manifestano anche con ondate di calore, tempeste, alluvioni, siccità e pandemie, si distinguono tuttavia nettamente da quelli passati per cause e fattori scatenanti, nonché per i ritmi e la portata.
Il clima globale è cambiato e continua a cambiare a causa dell’uomo. La dipendenza delle nostre economie dai combustibili fossili, le pratiche di uso del suolo e la deforestazione hanno aumentato le concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera.
Sulla terra stiamo registrando una perdita di biodiversità a un ritmo insostenibile. Gli inquinanti prodotti si accumulano nell’ambiente, riducendo la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi.
I nostri sistemi di consumo e di produzione sono altrettanto insostenibili. Il modello economico lineare che comporta la trasformazione delle materie prime in prodotti da utilizzare, consumare ed eliminare, determina sia un aumento di inquinamento e di produzione di rifiuti sia una concorrenza per le risorse naturali.
I vantaggi della crescita economica non sono distribuiti in modo equo a livello globale. Il reddito varia notevolmente tra e all’interno dei vari paesi, regioni e città.
Anche in Europa e in Italia un numero sempre maggiore di persone vive sotto la soglia di povertà.
Le generazioni future si troveranno a dover affrontare in modo strutturale una situazione caratterizzata da temperature ed eventi meteorologici sempre più estremi, riduzione della biodiversità, maggiore scarsità di risorse ed elevati livelli di inquinamento.
In quest’ottica è motivo di speranza il fatto che moltissimi giovani europei stiano da tempo esortando i responsabili politici a adottare provvedimenti più ambiziosi ed efficaci volti a mitigare i cambiamenti climatici.
Abbiamo ancora la possibilità di scrivere un futuro diverso.
Da 40 anni l’Europa attua politiche che, seppur insufficienti, hanno lo scopo di affrontare problemi come l’inquinamento atmosferico e idrico, raggiungendo talvolta significativi risultati: i cittadini europei possono beneficiare di aria e acque di balneazione più pulite; si ricicla una maggiore quantità di rifiuti urbani; il numero di aree terrestri e marine protette è in continuo incremento; i livelli di emissioni di gas a effetto serra nell’Unione europea risultano ridotti rispetto a quelli del 1990; sono stati investiti miliardi di euro a favore di città più vivibili e mobilità sostenibile; l’energia generata da fonti rinnovabili è aumentata in modo esponenziale.
Anche le nostre conoscenze e la nostra comprensione dell’ambiente si sono ampliate: le persone, l’ambiente e l’economia sono parte di uno stesso sistema, dove giustizia ambientale e giustizia sociale devono dialogare fra loro.
Le conoscenze scientifiche necessarie per guidare il passaggio verso una sostenibilità a lungo termine esistono. L'opinione pubblica è sempre più sensibile e sensibilizzata alle tematiche ambientali e le nuove generazioni mostrano un'indubbia crescente attenzione ai temi sociali.
Il terreno è fertile, anche per agevolare cambiamenti nelle abitudini di vita, che coinvolgano il modo di consumare, di muoversi e di mangiare.
La transizione ecologica è un percorso che va governato: non basta individuare cause e colpevoli; non basta denunciare ciò che non va; non basta far parte del cambiamento. Come Europa Verde Lombardia dobbiamo essere promotori del cambiamento.
Qui entra in gioco la politica. La politica come strumento, non come fine.
L’astensionismo a cui purtroppo ci stiamo abituando in occasione delle competizioni elettorali non deve essere una resa, ma uno stimolo a convertire le domande dei cittadini in risposte concrete.
Allora dobbiamo essere attrattivi. Per essere attrattivi bisogna essere visibili. Per essere visibili bisogna comunicare.
Assieme ai giovani, col contributo dei Giovani Europeisti Verdi (Gev).
I Gev, favorendo l’avvicinamento dei giovani alla politica, devono avere il giusto riconoscimento partecipativo nel contesto dell’azione politica della Federazione lombarda di Europa Verde.
IL CONTESTO LOMBARDO
Nell'ambito dell'azione politica nazionale di Europa Verde, la federazione regionale e le federazioni provinciali individuano le tematiche più gravi e urgenti e attuano azioni politiche di denuncia, sensibilizzazione e proposta in relazione alle peculiarità ambientali e sociali del territorio di riferimento.
L’attuale organizzazione della sanità pubblica ed il “modello lombardo” di stretta integrazione con la sanità privata mostrano, in Lombardia, tutti i limiti e la drammatica conseguenza di riduzione della possibilità di accesso alle cure per molti cittadini.
Le priorità politiche della Lombardia presuppongono necessariamente una drastica RIDUZIONE della grave situazione di inquinamento dell’ARIA, dell’ACQUA e del SUOLO e delle emissioni climalteranti.
ARIA
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente sulla qualità dell’aria, la Pianura Padana risulta l’area europea dove si respira l’aria peggiore, con i più alti livelli di particolato (Pm10 e Pm2.5) nell’atmosfera.
Dall’ultimo report dell’AEA, del marzo 2023, una parte consistente della Lombardia risulta il fanalino di coda in Europa per qualità dell’aria. Su 375 aree urbane prese in considerazione, le città messe peggio sono: Cremona (372^), Brescia (358^), Bergamo (356^), Milano (349^), Pavia (348^).
Per l’AEA l'inquinamento atmosferico è ancora il maggiore pericolo ambientale per la salute in Europa. Di smog si muore.
Dati alla mano, le principali cause di formazione del particolato fine sono: impianti di riscaldamento (37%), allevamenti intensivi (17%), trasporti (14%), settore industriale (10%).
Nel novembre 2022 Greenpeace ha elaborato una mappa degli allevamenti intensivi in Italia, sulla base dei dati inseriti nel Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR). L’ammoniaca è una sostanza rilasciata principalmente dalle attività agricole che concorre in maniera importante a formare lo smog che respiriamo: una volta liberata in atmosfera questo gas si combina con alcune componenti (ossidi di azoto e di zolfo) generando le pericolose polveri fini.
Sul totale di 894 allevamenti intensivi presenti in Italia che nel 2020 hanno comunicato le loro emissioni di ammoniaca al Registro europeo, in Lombardia sono presenti 462 allevamenti intensivi (quindi oltre la metà), con un’emissione di 11.600 tonnellate di ammoniaca sulle 20.757 tonnellate totali in Italia.
I trasporti sono un’altra importante causa di inquinamento dell’aria.
A tal fine vanno sviluppati: la mobilità elettrica, le piste ciclabili (soprattutto quelle urbane), le linee ferroviarie, i trasporti pubblici.
Secondo i dati elaborati da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) delle 54.185 vetture elettriche vendute in Italia nei primi 10 mesi del 2021, 10.699 sono state immatricolate in Lombardia, primo posto in Italia, seguita dal Trentino Alto-Adige con 10.306 unità. Considerato tuttavia il numero di abitanti della Lombardia (quasi 10 milioni di abitanti) rispetto al Trentino (poco più di 1 milione) ci si rende conto di quanta strada va fatta in Lombardia in questa direzione.
A livello percentuale, rispetto al mercato 2021, dove nei primi 10 mesi l’elettrico vale il 4,3% del totale, la Lombardia è sopra la media con il 5,3%, preceduta solo dal Trentino Alto-Adige con il 5,6% e seguita dal Veneto con il 5,2%. Per quanto riguarda le auto ibride/benzina, il totale italiano è di 368.607 unità. Di queste 63.565 sono state immatricolate in Lombardia, anche in questo caso per la regione c’è il primo gradino del podio, con il Trentino Alto-Adige al secondo posto con 43.066 unità e al terzo il Veneto con 26.762. Infine, per quanto riguarda le auto ibride/diesel, il totale italiano sempre da gennaio a ottobre di quest’anno è di 53.955 vetture, in questo caso la Lombardia è al terzo posto con 7.119 immatricolazioni, preceduta da Trentino Alto-Adige (16.452) e Toscana (7.215).
Le condizioni indispensabili per l’aumento della mobilità elettrica sono: gli incentivi economici per sostituire i veicoli inquinanti e la diffusione delle stazioni di ricarica.
La crescita della rete delle “colonnine” è una pre-condizione per vendere più auto elettriche. La distribuzione geografica delle stazioni di ricarica va di pari passo con le immatricolazioni, infatti, ancora una volta la Lombardia fa la parte del leone. Secondo i dati raccolti da Ges (Go Electric Stations), società proprietaria di centri di ricarica in Europa e Australia, in Italia ci sono 15.427 stazioni per ricaricare vetture con la spina, di cui il 16,6% in Lombardia, prima regione in Italia con 2.566 unità. La Lombardia è prima in classifica anche se si rapporta il numero delle stazioni di ricarica alla dimensione territoriale: in Lombardia ci sono 1.075 stazioni per 10mila Kmq.
Risulta altrettanto fondamentale potenziare e rendere economicamente accessibile il trasporto pubblico locale. A oggi il 74% degli spostamenti riguarda distanze inferiori ai 10 km e ciò viene soddisfatto per il 62% ricorrendo all’auto privata. Si ribadisce l’importanza di incentivare l’uso dei trasporti pubblici locali e dei treni regionali in particolare per gli Under 30 investendo sulla riattivazione di linee locali dismesse e sull’efficientamento delle attuali per evitare un calvario quotidiano per i pendolari. Servono inoltre tariffe integrate tra i vari sistemi di trasporto pubblico locale ferro-gomma-acqua.
Goal: costante e progressiva riduzione degli allevamenti intensivi; sviluppo della mobilità elettrica; incentivi all’utilizzo del trasporto pubblico locale.
ACQUA
È sempre più preoccupante la situazione dei laghi e dei fiumi lombardi, ormai in cronica carenza d’acqua. A fine gennaio 2023 le riserve di acqua in Lombardia erano di circa il 45% in meno rispetto alla media tra il 2006 e il 2020.
Al 30 marzo 2023 i dati confermano che la situazione di crisi idrica in Lombardia è peggiore rispetto al 2022: mancano oltre 2 miliardi di metri cubi d'acqua e la risorsa idrica disponibile presenta un deficit del 60% rispetto ai valori medi del periodo. Nel 2022, negli stessi giorni, il deficit era del 57%. A fine marzo 2023 le scorte corrispondono a 1,3 miliardi di metri cubi a fronte dello storico 3,2 miliardi. Questa situazione è aggravata dal fatto che l’equivalente idrico di neve (magazzino della primavera) è pari a circa 680 milioni di metri cubi, rispetto alla media storica di oltre 2 miliardi.
Nel suo territorio la Lombardia ha i primi 3 laghi italiani (Garda, Maggiore, Como, oltre al lago di Iseo che è al sesto posto) e scorrono 4 fra i primi 7 fiumi d’Italia (Po, Adda, Oglio, Ticino).
L’ordine dei Geologi lombardi a febbraio 2023 ha lanciato un allarme: rispetto al massimo valore d’invaso il Lago di Garda ha un riempimento del 35%, che lo porta a soli 13 centimetri dal record minimo del periodo risalente al 1989, mentre il Lago di Como ha una percentuale di riempimento pari al 20% e un livello di -5,8 cm, circa 20 cm al di sotto dei livelli normali. Il Lago Maggiore ha un riempimento del 38%, inferiore alla norma, mentre il Fiume Po a Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate.
Estremamente preoccupante anche il dato relativo al ritiro dei ghiacciai: sono 203 i ghiacciai attivi in Lombardia, 124 sono quelli estinti dal 1991 a oggi. Secondo il Servizio Glaciologico lombardo ogni anno in Lombardia si perdono 1,6 Kmq di superficie di ghiaccio (equivalenti a 220 campi di calcio). Dei 203 ghiacciai attivi in Lombardia il 40% della superficie di ghiaccio si concentra sui ghiacciai dell’Adamello, di Fellaria e dei Forni. Quelli più in salute sono alle falde del Bernina, mentre il Preda Rossa è in sofferenza e ha già perso il 60% di estensione.
A fronte di questa crisi idrica e dei ghiacciai, abbiamo dei paradossi: l'Italia è tra i Paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). E si progettano impianti sciistici per i quali si sa già che sarà necessario utilizzare neve artificiale. Preoccupante il numero di bacini idrici artificiali presenti in montagna ubicati in prossimità dei comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l'innevamento artificiale: sono ben 142 quelli mappati nella Penisola da Legambiente attraverso l'utilizzo di immagini satellitari, per una superficie totale pari a circa 1.037.377 mq. La Lombardia è seconda solo al Trentino Alto Adige per numero di invasi (17).
Il 40% circa del territorio lombardo è costituito dalla montagna. La tutela dell’oro blu (l’acqua) presuppone necessariamente anche la salvaguardia e la valorizzazione del territorio montano lombardo. Servono pertanto azioni di tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali dei territori montani, anche attraverso la realizzazione delle Green Community; misure di prevenzione del rischio del dissesto idrogeologico nei territori montani; promozione della gestione integrata dei bacini idrici con ordine di priorità: uso domestico, uso agricolo, tutela delle coste e della fauna ittica, usi industriali e commerciali; progetti finalizzati alla salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità e allo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali; interventi per l'accessibilità alle infrastrutture digitali e per il rafforzamento dei servizi essenziali, con particolare riguardo prioritario a quelli socio-sanitari e dell'istruzione; iniziative volte a contrastare lo spopolamento dei territori.
Goal: riduzione dello spreco dell’acqua; cura dei bacini e dei corsi d’acqua; valorizzazione del territorio montano.
TERRA (suolo)
Come emerge dall'ultima edizione del rapporto nazionale 'Consumo di suolo, dinamiche territoriale e servizi ecosistemici' dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), la Lombardia è la regione italiana con il più alto livello di consumo di suolo: il 12,12%, seguita da Veneto (11,90%) e Campania (10,49%).
La Lombardia continua ad avere anche i maggiori incrementi di consumo di suolo: 883 ettari in più nel 2022 rispetto al 2021.
Il suolo è uno dei beni più preziosi: permette l’esistenza della vita vegetale, degli animali e dell’uomo sulla superficie della Terra. È essenziale alla vita dell’uomo quale mezzo produttore di nutrimento e di materie prime. È un elemento fondamentale della biosfera e contribuisce, assieme alla vegetazione ed al clima, a regolare il ciclo idrologico e a influenzare la qualità delle acque.
Il degrado del suolo è un problema serio, causato dalle attività umane, per esempio da pratiche agricole e silvicole inadeguate, attività industriali, turismo, proliferazione urbana e industriale e opere di edificazione. In questo modo si impedisce al suolo di svolgere tutta la varietà di funzioni e di servizi che normalmente fornisce agli esseri umani e agli ecosistemi. Il risultato è una minore fertilità del suolo, una perdita di carbonio e di biodiversità, una capacità inferiore di trattenere l’acqua, lo sconvolgimento dei cicli dei gas e dei nutrienti e una minore degradazione degli agenti contaminanti.
In questo senso va incentivata l’agricoltura biologica, come metodo di produzione che ha i suoi principi di base nella cura della fertilità del suolo e nell’equilibrio dell’ambiente in cui si coltiva. La Lombardia fa registrare oltre 56.667 ettari coltivati a biologico, in continuo aumento. Tra le principali produzioni biologiche in Lombardia ci sono i cereali, le colture foraggere e la vite, mentre il numero degli operatori è di oltre 3.200.
Il consumo di suolo è dovuto principalmente all'incremento delle aree insediative, industriali, commerciali e delle infrastrutture.
La pianura lombarda sta diventando sempre più terra di conquista da parte del settore della logistica, in particolare di colossi multinazionali, con la realizzazione di nuovi poli.
La Lombardia ha un ruolo cruciale nel trasporto e nella logistica nazionale con un volume d’affari di 20 miliardi di euro, pari al 26 percento del fatturato nazionale, frutto dell’attività di 1.500 imprese di servizi logistici e 15 mila di autotrasporto operanti in regione, con il transito di 7 milioni di tonnellate di merci tra import ed export.
Lo sviluppo della logistica porta con sé la progettazione di strade e autostrade inutili – oltretutto a pedaggio - ingannevolmente mostrate ai cittadini come necessarie. Si tratta spesso di progetti vecchi (es. Pedemontana), pronti a mostrare la loro insostenibilità ambientale e finanziaria già in corso di realizzazione (es. BreBeMi).
Goal: stop al consumo di nuovo suolo e a nuovi poli di logistica; stop alla realizzazione di nuove inutili strade e autostrade; agricoltura ecosostenibile e rigenerativa.
ENERGIA
“Quando non c’è energia, non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita” (Caravaggio)
La Lombardia è la regione italiana con maggiore produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (15% della produzione nazionale di elettricità rinnovabile). In Lombardia ci sono in totale 162.428 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 2.691 megawatt.
Con l’approvazione della legge regionale n. 2 del 23 febbraio 2022, Regione Lombardia ha assunto un ruolo attivo per promuovere le Comunità energetiche sul territorio regionale, con incentivi mirati per l’avvio e il sostegno della realizzazione delle opere necessarie al loro funzionamento.
L’obiettivo è quello di realizzare entro il 2027 in Lombardia da 3.000 a 6.000 comunità energetiche che generino un incremento di potenza fotovoltaica installata tra i 600 e i 1.300 MW.
Per energia da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) si intende “L’energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas” (Decreto Legislativo 28/2011).
Il nucleare NON affatto una energia green, NON è la soluzione di un problema, ma è essa stessa un problema.
I firmatari di questa mozione ribadiscono un convinto NO al nucleare.
Europa Verde Lombardia deve promuovere o aderire a iniziative o manifestazioni
Lo sviluppo del nucleare non aiuta a combattere la crisi climatica. Non è una fonte energetica rinnovabile, le scorte di combustibile sono limitate; le centrali non emettono CO2 mentre funzionano, ma ne generano molta per processare il combustibile e moltissima per costruire e, alla fine, smantellare le centrali stesse. Ci sono poi ragioni di tempo, di costi e di sicurezza. Gli incidenti di Chernobyl e Fukushima hanno dimostrato la pericolosità intrinseca degli impianti nucleari, che sono anche punti sensibili in caso di guerra.
E la fusione nucleare? La possibilità di ottenere energia elettrica dalla fusione nucleare controllata è stata annunciata per la prima volta nel 1955, preconizzando che ci sarebbero voluti due decenni per realizzarla e, quindi, per risolvere definitivamente il problema energetico su scala mondiale. Questa previsione (fra due decenni ...) è stata riproposta più volte, dal 1955 ad oggi, da diversi scienziati. In realtà, nonostante i grandi capitali investiti, finora non sono stati fatti passi in avanti significativi. La storia della fusione nucleare, dagli anni Cinquanta del secolo scorso ad oggi, dimostra che questa tecnologia non riuscirà a produrre elettricità a bassi costi e in modo attendibile in un futuro ragionevolmente vicino.
Nel frattempo, però, è necessario abbassare il costo delle bollette energetiche per famiglie e imprese. A tal fine si ribadisce la necessità che le grandi compagnie energetiche restituiscano ai cittadini gli extra-profitti accumulati in questi mesi attraverso la speculazione. Non solo perché è giusto, ma perché lo stabilisce la legge (seppur in modo insufficiente).
Goal: riduzione del consumo energetico; promozione dell’uso di fonti rinnovabili; realizzazione di comunità energetiche.
SALUTE
L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha più volte evidenziato che l’inquinamento atmosferico sia ancora "il più grande rischio ambientale per la salute in Europa".
In particolare in Lombardia si muore di smog: secondo i dati dell’EEA, considerando lo scenario base delle linee guida 2021 dell’Oms in termini di limiti per il Pm2,5, nel 2020 in Lombardia si stimano 15.170 morti premature (con 119.527 anni di vita persi rispetto all’aspettativa media).
Eppure nell’ultimo decennio si è assistito a un imponente definanziamento del Sistema sanitario nazionale. Nel periodo 2010-2019, secondo le analisi GIMBE, alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre € 37 miliardi.
Per quanto riguarda la spesa sanitaria pro-capite, l’Italia si colloca tra i paesi poveri dell’Europa: spendono meno di noi Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Slovenia, Lituania, Estonia, Polonia, Grecia, Ungheria, Lettonia e Repubblica Slovacca (fonte: Rapporto GIMBE sul Sistema Sanitario Nazionale 2022).
Accanto al quadro economico non rassicurante, emerge l’aspetto organizzativo del SSN che, con gli interventi normativi degli anni ‘90, accanto alla regionalizzazione del modello stesso, rende possibili di fatto modelli differenti nelle diverse Regioni. E’ noto che il Sistema Sanitario Regionale della Lombardia ha peculiarità organizzative proprie, caratterizzate dalla forte promozione della sanità erogata da soggetti di natura privata che oggi forniscono numerose prestazioni non solo di ricovero e cura o ambulatoriali, ma anche in ambito socio-sanitario e socio-assistenziale dove rappresentano la totalità dei soggetti che erogano prestazioni.
L’esperienza pandemica Covid 19 ha messo fortemente in evidenza i limiti dell’organizzazione ospedaliera e territoriale ed ora, a pandemia oramai superata, restano sul campo enormi problemi inerenti la capacità del sistema a rispondere ai reali bisogni assistenziali dei cittadini. Ne sono esempi conclamati e gravissimi i tempi di attesa che si traducono in ritardi e carenze nella erogazione delle cure, la carenza di personale sanitario Medico e Infermieristico, la difficoltà nella erogazione di servizi essenziali, l’incapacità ad organizzare una rete territoriale efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini anche conseguente alla mancanza di Medici di Medicina Generale. Nemmeno il PNRR ed i relativi introiti economici che Regione Lombardia può realizzare, sono sufficienti per superare la gravità del problema anzi, si traducono in azioni di scarsa efficacia, come l’istituzione (inaugurazione potremmo dire) di decine di case della salute in luoghi già destinati a suo tempo ai distretti socio sanitari delle stesse ASST senza un reale incremento di servizi erogati o una riorganizzazione della rete territoriale.
L’ultima riforma nell’organizzazione del Servizio Sanitario Regionale di gennaio 2023 non ha alcuna possibilità di migliorare la situazione. La Sanità, soprattutto in una Regione come la nostra così fortemente inquinata non può non avere nella prevenzione un pilastro di forte sviluppo, soprattutto nella prospettiva One Health. La Missione Salute del PNRR punta ad un nuovo modello di assistenza territoriale attraverso la definizione di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione sul territorio in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con un approccio integrato (One Health) e con una visione olistica (Planetary Health). E’ per questa ragione che, accanto alle azioni di prevenzione delle patologie, di promozione di stili di vita salubri, di cura e tutela del territorio è oggi più che mai necessario realizzare valutazioni epidemiologiche dell’andamento delle patologie nel tempo in relazione ai diversi territori regionali mettendo in relazione queste informazioni con l’andamento degli inquinanti. Non è di fatto più possibile promuovere piani di sviluppo senza avere prima compreso il grado di relazione tra inquinanti e patologie per ogni ambito territoriale lombardo.
Goal: potenziamento e valorizzazione della sanità pubblica, dei servizi territoriali diffusi e della prevenzione; riduzione delle liste di attesa; attenzione al benessere psicologico.
ANIMALI
“...il potere umano ha dei limiti…è contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita… rifiutare qualsiasi dominio dispotico e irresponsabile dell’essere umano sulle altre creature. Lo scopo finale delle altre creature non siamo noi” (Lettera enciclica “Laudato Si’” di papa Francesco).
Mentre in Italia si assiste sempre più, anche da parte dell’attuale maggioranza di centrodestra, a un accanimento contro gli animali, Europa verde ritiene indispensabile mettere al centro della propria azione politica il benessere e la protezione degli animali, con misure concrete come l’abolizione della caccia e lo stop dell’uso degli animali nei circhi.
La tutela degli animali passa anche attraverso: campagne informative per la promozione del possesso responsabile degli animali d’affezione; incremento delle attività di controllo sulle strutture pubbliche e private convenzionate con le pubbliche amministrazioni per la custodia degli animali randagi; sostegno di strutture di accoglienza degli animali salvati; la creazione di una efficace rete per il recupero della fauna in difficoltà e il potenziamento e la diffusione di Centri recupero animali selvatici; previsione di azioni non cruente per la gestione delle specie cosiddette “invasive”; disincentivazione e migliore disciplina dei trasporti di animali; stop all’uso degli animali nelle feste locali, in zoo, acquari, palii, carrozzelle; promozione delle scelte alimentari vegetali e della riconversione della produzione alimentare verso prodotti a base vegetale, anche attraverso incentivi diretti e strumenti fiscali a supporto delle aziende che intraprendono la riconversione delle coltivazioni destinate alla produzione di mangime in coltivazioni per alimentazione umana; sostegno alla sperimentazione con metodi sostitutivi all’uso degli animali come primo passo verso una effettiva “libertà di ricerca”; moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e sull’ampliamento di quelli esistenti.
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Lombardia, locomotiva economica green d’Italia
Dopo la pandemia da Covid-19 la Lombardia è tornata ad essere tra le maggiori economie d’Europa grazie alla sua capacità di fare impresa.
Nel settore imprenditoriale, nel tempo si è affermata la definizione di Green Company. Con questa espressione si intende un'azienda che lavora costantemente al fine di ridurre al minimo l’impatto negativo sull’ambiente, sull’economia e sulla comunità stessa. Un’azienda green utilizza risorse ecologicamente sostenibili e sostengono delle politiche socialmente responsabili.
Le grandi aziende stanno abbandonando metodi tradizionali come le fonti fossili e inquinanti e cercano sempre di più di affidarsi ad energie rinnovabili che portano oltre ai benefici sopra citati anche dei benefici al proprio bilancio. I vantaggi economici sono diversi perché oltre ad aumentare il proprio status competitivo sul mercato riescono anche ad assicurarsi una bella fetta di consumatori sempre molto attenti all’ambiente e riescono ad ottenere anche diversi sgravi fiscali costituiti ad hoc per tali imprese.
Rendere un’azienda green permette di distinguersi dai competitor e acquisire una maggiore quota di mercato. I passi da seguire per rendere il business rispettoso dell’ambiente che ci circonda sono i seguenti: efficienza energetica, utilizzo di prodotti biodegradabili, riduzione dell’utilizzo della carta; per il packaging utilizzo di prodotti esclusivamente riciclati; permettere ai lavoratori di svolgere, almeno parzialmente, il proprio lavoro da casa in “smart working” almeno un paio di giorni al mese.
Secondo l’undicesimo rapporto GreenItaly della Fondazione Symbola e di Unioncamere, con 77.691 imprese, la Lombardia è al primo posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto di aziende che hanno investito, o investiranno entro l’anno, in tecnologie green. Passando dal livello regionale a quello provinciale, è Milano con le sue 30.902 imprese green la provincia più virtuosa della Lombardia. Seconda Brescia con 10.201 imprese, il terzo gradino del podio è occupato da Bergamo a quota 8.095. L’ottimo risultato della provincia di Milano è confermato anche su scala nazionale: Milano è al primo posto in Italia nella graduatoria provinciale per numero di imprese green. Ma i primati della regione non si fermano qui: con 137.097 contratti stipulati a green jobs dalle imprese per il 2019, la Lombardia è al vertice anche della graduatoria regionale per numero di contratti stipulati o programmati entro l’anno. Un primato nazionale che vanta anche Milano, con le sue 74.062 mila attivazioni di contratti a green jobs previste a livello provinciale, il 14,2% del totale nazionale.
Giustizia ambientale e Giustizia sociale in Lombardia
Giustizia sociale e ambientale devono camminare assieme: le misure per il contrasto della crisi climatica, per la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale, per la trasformazione energetica devono favorire, anche nel breve termine, le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione.
Parlare di ambiente, quindi, significa necessariamente parlare di diritti.
A tal fine, Europa Verde, dichiaratamente antifascista, sul territorio lombardo nella propria azione politica deve prioritariamente tenere in considerazione, oltre a quanto già esposto, anche i seguenti obiettivi:
- Diritto al lavoro: sicurezza sul posto di lavoro; dignità del lavoro, con un compenso minimo proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto (c.d. salario minimo)
- Pace: comune politica estera e di difesa dell’UE, con una forte autonomia strategica in grado di costruire politiche di pace e di convivenza. Condanna della criminale aggressione militare russa contro l’Ucraina e necessità di attivazione dei canali diplomatici per raggiungere il cessate il fuoco;
- Diritti civili: contrasto a qualsiasi forma di discriminazione e violenza, anche verso la comunità LGBTIQ+;
- Gestione dei rifiuti: transizione verso un’economia circolare, intesa come modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile; raccolta differenziata;
- Contrasto alle mafie ed ecomafie: in Lombardia sono da tempo radicate le mafie. La Lombardia è inoltre la prima regione del Nord Italia per numero di reati contro l’ambiente. La Direzione investigativa antimafia (Dia) ha lanciato un allarme: la ‘ndrangheta cerca di infiltrarsi negli affari legati alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026;
- Spazi urbani: città riorganizzate in modo che i cittadini possano trovare in pochi minuti a piedi e/o in bici tutti i servizi di prossimità (scuole, negozi, aree verdi,…);
- Donne: efficace rete dei centri antiviolenza e case rifugio; facilità di accesso (numeri e costi) agli asili nido;
- Disabilità: abbattimento barriere architettoniche;
- Anziani: contenimento costi e aumento posti disponibili nelle RSA;
- Giovani: retribuzione minima per gli stage e introduzione di un reddito regionale di formazione che integri le coperture nazionali;
- Università: diritto allo studio (borse di studio). Sostegno della battaglia degli studenti universitari fuorisede contro il caro-affitti;
- Animali: divieto di caccia; bonus per chi possiede animali domestici; promozione del modello “Parco canile”;
- Digitalizzazione dei servizi: accesso alla rete ed ai servizi essenziali digitali (scuola, lavoro, pubblica amministrazione).
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Perché la mozione “#LombardiaVerde2023?
Questa mozione nasce dalla consapevolezza che un progetto politico può crescere e ottenere buoni risultati solo se tutte le sue componenti lavorano in modo costruttivo.
Il dissenso e la critica politica, se espressi in modo rispettoso e durante la fase di elaborazione del pensiero politico e di pianificazione organizzativa, sono un alimento essenziale per la democrazia interna di un partito.
Una volta assunte le decisioni, tutti devono tuttavia remare dalla stessa parte.
La democrazia si basa su alcuni punti fermi: il rispetto delle regole associative (in primis Statuto e regolamenti) e il rispetto delle persone, a prescindere dalla diversità di vedute.
Per questo motivo i promotori della presente mozione si impegnano, a prescindere dal risultato dell’Assemblea regionale, a lavorare positivamente e proficuamente con tutti gli iscritti e i soggetti interni ed esterni al partito, per la crescita di Europa Verde in Lombardia, con l’unico scopo di rendere più forti le nostre battaglie politiche. Non esistono vincitori o vinti all’interno di un partito, né “avversari”, ma sono tutti vincitori nel momento in cui si ottengono risultati concreti nella realizzazione degli obiettivi programmatici.
Una governance regionale
La mozione politica “#LombardiaVerde2023” vuole dare nuovo impulso a Europa Verde in Lombardia nell’organizzazione territoriale, nella partecipazione di tutti gli iscritti, nelle responsabilità che consapevolmente i coportavoce e l’esecutivo assumono, nelle competenze richieste e nei compiti attribuiti, nella proposta politica.
L’aspirazione più grande di un partito politico non deve essere quella di limitarsi a dimostrare a sé stessi di avere idee diverse (o migliori) degli altri, ma quello di portare gli altri soggetti politici verso le proprie posizioni.
La politica NON è solo testimonianza di un pensiero, ma può rendere quel pensiero patrimonio comune a tutti.
Per imprimere una vera rivoluzione nei modelli e negli stili di vita servono divulgazione scientifica, sensibilizzazione civica, azione amministrativa e iniziativa legislativa.
Per un partito politico avere delle buone idee non basta: bisogna saper trasformare la realtà.
I partiti nella maggior parte “giocano” sulla disinformazione: noi invece abbiamo il dovere di fare un’informazione trasparente e ancorata alla scienza.
Quindi, sguardo lungimirante e piedi ben piantati a terra.
Sguardo ampio: se l’aspirazione deve essere una continua crescita del partito in Lombardia, serve che ognuno si “armi” di buona volontà e spirito di collaborazione.
Per questo motivo bisogna essere “Green” anche nel linguaggio e nella partecipazione.
Rapporto tra gli organi regionali e gli organi nazionali e provinciali
I rapporti tra gli organi regionali e quelli nazionali e provinciali sono regolati dalle norme statutarie e regolamentari e sono improntati al rispetto delle proprie attribuzioni.
Ogni livello (locale, regionale e nazionale) ha la sua autonomia, nel rispetto delle funzioni attribuite dallo Statuto e dai Regolamenti.
La federazione regionale deve supportare la nascita, la crescita e il consolidamento delle associazioni e federazioni locali, alle quali va garantita piena autonomia organizzativa.
Non appena insediati i nuovi organi regionali, andranno convocate le assemblee provinciali per la costituzione delle nuove federazioni e per il rinnovo delle cariche delle federazioni già costituite.
Per rendere efficace l’azione della federazione regionale è necessario poter disporre di risorse proprie per sostenere iniziative e competizioni elettorali.
Per tale scopo è necessaria la definitiva risoluzione di ogni pendenza debitoria attualmente attiva a carico della federazione regionale lombarda, mediante un’interlocuzione con gli organi nazionali per ottenere informazioni e supporto per risolvere tale pendenza, che non può più rappresentare una “spada di Damocle” per chiunque assume incarichi nella Federazione regionale.
Le associazioni e federazioni locali devono assicurare la massima trasparenza nella gestione delle entrate e delle spese e, qualora dispongano di conto corrente dedicato, sono tenute a mettere annualmente a disposizione sia del tesoriere regionale sia del tesoriere nazionale il proprio bilancio.
Per una più efficace azione sul territorio, l’esecutivo regionale si riserva di incaricare gli iscritti in possesso di specifiche competenze o esperienza che possano rivestire l’incarico di referenti tematici. Potranno inoltre essere individuati iscritti a cui assegnare specifici compiti e mansioni (es. in occasione di competizioni elettorali, ecc.).
Al suo interno l’esecutivo regionale individua due coordinatori, garantendo la rappresentanza di genere.
Deve essere valorizzato anche a livello regionale il ruolo Comitato etico e scientifico di Europa Verde promuovendo anche livello regionale l’individuazione di esperti di vari settori disciplinari per approfondire le varie tematiche e organizzare momenti di divulgazione.
Un’alleanza per il clima
Il contesto politico attuale impone la promozione e la realizzazione di alleanze politiche con i soggetti politici di centrosinistra e della società civile che condividono l’inscindibilità di tre grandi questioni: ambiente, democrazia e giustizia sociale.
In vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 2024, si deve lavorare per la creazione di uno spazio aperto e inclusivo che, a partire dall’esperienza di Alleanza Verdi e Sinistra, sappia anche andare oltre, nel contesto di una Alleanza per il clima, in linea con la delibera del Consiglio Federale Nazionale del 16 settembre 2023.
Serve una “piattaforma politica”, non nuovi partiti, una piattaforma che unisca e non divida, impegnandoci nel costruire, con Europa Verde, i Verdi del domani e non un partito unico e nemmeno a rifondare la sinistra.
In Italia l’esperienza delle coalizioni civiche, di molti sindaci ed ex sindaci, di tanti amministratori locali, che si mobilitano per il clima, le realtà associative che si battono contro la povertà e le diseguaglianze, il mondo della scienza e della ricerca possono essere messe in relazione tra loro nella costruzione di una piattaforma politica che individui comuni iniziative e un programma europeista per il clima, la democrazia, il lavoro e i diritti.
Europa Verde deve ambire ad essere il soggetto promotore e il polo attrattivo di tutte le realtà ambientaliste ed ecologiste del territorio e attivarsi affinché l’attrattività sia riconoscibile e riconosciuta.
L’orizzonte politico di Europa Verde è e resta il centrosinistra.
Cercando di unire laddove possibile, cercando di arare il campo comune, piuttosto che coltivare l'orticello.
Senza la presunzione dell’autosufficienza. A livello locale è necessario intessere costantemente relazioni con tutti i soggetti politici di centrosinistra, anche in vista di competizioni elettorali, in considerazione delle leggi elettorali vigenti.
Nelle eventuali alleanze politiche Europa Verde non deve mai avere un ruolo subordinato ad altri, ma rivendicare il “peso” politico del proprio simbolo e della propria storia politica.
Presupposto per il radicamento sul territorio è l’aumento del numero degli iscritti soprattutto nei territori nei quali la nostra presenza è esigua.
Una delle priorità dell’azione politica di Europa Verde Lombardia deve essere quella di dare copertura totale a tutte le province anche quelle che attualmente non hanno un numero sufficiente di iscritti per la costituzione della federazione provinciale.
Interlocutori sociali ed economici
Fondamentale per l’azione politica territoriale è la creazione e la cura nel tempo, e non solo in prossimità di competizioni elettorali, con le istituzioni, le organizzazioni sindacali, le associazioni, i comitati locali, le imprese, le categorie professionali.
Estremamente importante è la partecipazione attiva dei gruppi territoriali, anche “senza bandiera”, a iniziative di particolare interesse sociale e ambientale e di sensibilizzazione (es. ‘Puliamo il mondo’ di Legambiente) e alle manifestazioni pubbliche (es. per la pace, in difesa dei diritti civili,…).
I gruppi locali devono anche farsi promotori di iniziative mediante volantinaggio, banchetti, convegni, raccolte di firme per battaglie locali o per iniziative legislative o di referendum (es. abolizione della caccia).
È necessario coinvolgere e valorizzare le realtà giovanili che negli ultimi anni hanno amplificato il messaggio ambientalista (es. Fridays for future), in grado di portare un rinnovato vigore all'interno del partito, facilitando occasioni di incontro con figure storiche dell’ambientalismo.
Il mondo del Terzo Settore, avendo in sé una propensione a conciliare la giustizia ambientale e la giustizia sociale, deve essere un interlocutore privilegiato. La Lombardia è la regione italiana in cui si trova il maggior numero di occupati nel Terzo Settore e di istituzioni non profit; in particolare è la prima regione a livello di numeri assoluti per numero di associazioni, per numero di cooperative sociali e per numero di fondazioni. In Lombardia ci sono quasi il 17% di tutte le organizzazioni non profit del nostro Paese.
Comunicazione
Nell’epoca dei Social Network la politica non può mai essere ridotta a mera comunicazione. Un partito politico non è né un’agenzia di stampa né un’agenzia di marketing politico. Un partito è anzitutto una comunità che si riconosce in alcuni obiettivi e lavora insieme per realizzarli.
Tuttavia un partito ha necessità di comunicare. In politica ciò che non viene comunicato non viene conosciuto e quindi è come se non esistesse.
A livello regionale si ritiene pertanto necessario:
- “Censimento” delle pagine social (Facebook, Instagram,…) che fanno riferimento a Europa Verde, individuando quelle ufficiali e quelle non ufficiali
- Creazione di nuove forme di comunicazione (es. canali telegram) e riorganizzazione delle forme di comunicazione (chat)
Risulta necessario anche creare, in accordo con gli organi nazionali, uno staff di comunicazione regionale.
Anche in questo modo si alimenta una partecipazione attiva degli iscritti, che spesso manifestano un senso di abbandono per il mancato coinvolgimento in iniziative sul proprio territorio dove potersi “mettere in gioco”.
Va curata con particolare attenzione la fase dell’accoglienza dei nuovi iscritti o di chi si sta avvicinando al partito, in modo tutti si possano da subito sentire parte di una “squadra” e valorizzati.
Si vuole invece riproporre l’esperienza di “campus estivo” annuale, già sperimentato a Prim’Alpe, una sorta di “Scuola di Formazione politica” attraverso la quale comprendere come funziona il sistema politico, amministrativo ed economico italiano, acquisire gli strumenti utili a una partecipazione attiva e responsabile alla vita politica nazionale ed internazionale, ecc.
"Il male che stiamo procurando al pianeta non si limita più ai danni sul clima, sulle acque e sul suolo, ma ormai minaccia la vita stessa sulla terra (…) La complessità della crisi ecologica, infatti, esige responsabilità, concretezza e competenza" (Papa Francesco - Pontificia Università Lateranense ottobre 2021).
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