Gruppo Civico
sìAmo Turbigo – Renata Cerutti Sindaco
Turbigo, 9 aprile 2024
COMUNICATO STAMPA
Sono indiscutibilmente tempi in cui l’umanità predilige la guerra al dialogo e troppe
persone sono state contagiate da questo richiamo primordiale alla contrapposizione.
Per arrivare all’aspetto pratico della vicenda, sarebbe stato sufficiente che la figura che si
definisce”Sindaco di tutti “ avesse cercato soluzioni anche per le minoranze turbighesi. Non
aiuta una comunità stigmatizzare una parte di essa quale responsabile di pretese a scapito
di altri.
Ed è sbagliatissimo perseverare su questa strada imboccata.
“Non rientra tra le nostre priorità e i nostri obiettivi di governo”. Queste le gravissime parole
(rilasciate a un telegiornale) con cui il sindaco di Turbigo ha liquidato in un primo momento,
la richiesta di fare la festa di fine Ramadan a Turbigo.
Parole molto gravi, che però sono la sintesi della politica di chi amministra dal 2001: una
politica vuota, autoreferenziale, arrogante e molto poco inclusiva
Un modus operandi che Turbigo ha già conosciuto negli anni passati: come il Comune di
Turbigo ha deciso di non rispondere, per settimane, a chi ha chiesto di poter organizzare la
festa di fine Ramadan, allo stesso modo il Comune di Turbigo ha deciso di non rispondere,
per settimane, alle richieste fatte da ProLoco, ANPI, privati cittadini e consiglieri comunali
d’opposizione che da oltre tre mesi attendono la possibilità di discutere una mozione sul
mancato funzionamento dell’Ufficio Tecnico.
Un modo di far politica che cerca facili alibi: si è arrivati a dire che lo spazio per la festa del
Ramadan non c’era per mancanza di personale nella Polizia Locale e in altri uffici. Come
spesso capita, chi amministra Turbigo prova a scaricare le colpe sugli uffici comunali, non
avendo la forza ed il coraggio di assumersi le responsabilità delle proprie scelte.
Questo modo di fare politica “autoritaria” porta la maggioranza a sentirsi in potere di
decidere a chi rispondere e a chi no, a chi concedere spazi pubblici e a chi no.
Un modo di far politica sterile, che punta al dividere, non ad unire. Un modo di far politica
in cui gli spazi pubblici sono considerati come patrimonio esclusivo della maggioranza
consiliare e del proprio seguito.
Un modo di far politica che però si scontra con la Costituzione Italiana: tanto è vero che
prima il TAR ha intimato al Comune di Turbigo a dare una riposta e poi il Prefetto ha fatto
in modo che una soluzione venisse trovata e che la festa di fine Ramadan venisse
organizzata, andando a smentire le affermazioni del Sindaco stesso. Un Sindaco che non è
stato in grado di decidere (o se vogliamo dirla tutta il non rispondere esprime già una
decisione) ed è stato quindi sostituito nelle sue funzioni dal Prefetto. Una situazione tale è
paragonabile ad una sorta di commissariamento, che mette in evidenza tutta
l’inadeguatezza e l’incapacità di chi amministra Turbigo oltre a mettere in cattiva luce il
nostro paese agli occhi degli Italian
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