giovedì 7 maggio 2020

CIna: non acceteremo nessuna invasione USA in Venezuela

La Cina ripudia il tentativo degli Stati Uniti di invadere il Venezuela per via marittima e tutte le manovre di intervento contro la sovranità di qualsiasi paese.
Attraverso una dichiarazione, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha espresso ieri il suo rifiuto dell'aggressione degli Stati Uniti contro il Venezuela e ha sottolineato che Pechino non accetterà alcun piano di invasione USA nel paese sudamericano.

"Rifiutiamo la violazione della sovranità del Venezuela con qualsiasi mezzo o scusa, inoltre, chiediamo di dare priorità al benessere delle persone, lavorare insieme per salvaguardare la stabilità nazionale e promuovere la risoluzione pacifica della situazione nel paese dei Caraibi", ha sottolineato la portavoce del ministero degli Esteri cinese.
La Cina, si legge nella nota, ha sempre parlato in conformità con la Carta dell'ONU e con le norme che regolano le relazioni internazionali contro le politiche di ostilità degli Stati Uniti nei confronti del governo Maduro.
La diplomatica cinese, si è anche riferita all'attacco a colpi di fucile contro l'ambasciata cubana negli Stati Uniti ed ha affermato che "il suo governo si oppone fermamente a qualsiasi azione violenta perpetrata contro le rappresentanze ufficiali".
Allo stesso modo, ha esortato Washington a prendere le misure necessarie per garantire la dovuta protezione delle sedi e del personale diplomatico presente nel suo territorio da qualsiasi danno, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 1961.
Anche il Ministero degli Esteri russo ha indicato di aver appreso con allarme del fallito attacco mercenario che si è verificato il 3 maggio in Venezuela e "che cercava di generare destabilizzazione nel paese" ed ha condannato l'azione che aveva come obiettivo "promuovere un colpo di Stato".
Per la istituzione russa, l'incursione armata merita una condanna ancora maggiore perché si verifica nel mezzo della pandemia di coronavirus, che colpisce tutte le nazioni e la cui lotta richiede invece l'unificazione degli sforzi di tutti ed ha affermato che tra le persone coinvolte c'erano persone associate ai servizi di intelligence degli Stati Uniti.

L'ambasciatore russo a Caracas, Sergey Melik-Bagdasarov, da parte sua, ha espresso la condanna in un messaggio su Twitter: "Condanniamo fermamente l'incursione terroristica mercenaria di questo 3 maggio che si va ad aggiungere a una lunga lista di attacchi, a tentativi di colpo di Stato, a blocchi criminali della economia, ecc. ecc. Ribadiamo la nostra forte solidarietà e il nostro sostegno al governo costituzionale di Nicolás Maduro".
Sempre nella giornata di ieri, il presidente Maduro durante la conferenza stampa con i media internazionali, ha mostrato due volte un video in cui uno dei mercenari statunitensi coinvolti nell'atto, Luke Denman, dichiara che l'obiettivo era rapire il capo dello stato per portarlo nel territorio degli Stati Uniti.
Il presidente ha anche mostrato le testimonianze e le prove che il gruppo armato si è formato in territorio colombiano ed è stato finanziato da Bogotá e Washington.
In precedenza, il segretario di Stato americano Mike Pompeo aveva negato che il suo paese fosse coinvolto nel raid: "Se fossimo stati coinvolti, sarebbe stato diverso", ha detto.

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