in vista del congresso dei verdi della Lombardia, un invito alla lettura dai verdi dell'emilia Romagna
RELAZIONE INTRODUTTIVA DI PAOLO GALLETTI
AUTONOMIA CULTURALE E POLITICA
Relazione introduttiva all’assemblea regionale dei Verdi Emilia Romagna
Siamo qui, gli iscritti ai Verdi Emilia Romagna per l’assemblea regionale.
Al congresso di Milano di Più Europa, pare siano arrivati i pullman dal sud, e già si contesta il risultato.
Ne sappiamo qualcosa noi Verdi con i pullman dalla Campania per il congresso di Chianciano che incoronò Grazia Francescato. (n.d.r. o con quello che sta succedendo ai Verdi di Milano in questi anni, dove nuclearisti, cementisti e vari, hanno cancellato il simbolo dei verdi per banalizzare il tutto con una alleanza elettorale e nascondersi in sinistraxmilano, che non ha nulla di ecologista e tanto meno, di sinistra)
Il nostro Statuto, se pur corretto, (il congresso si fa per delegati) risente della impostazione demagogica ed antidemocratica di origine radicale.
Secondo la quale vota chi c’è e può esserci e non chi è iscritto e può eleggere delegati.
L’ultima revisione, a cura di Monica Frassoni, non l’ha eliminata del tutto.
Solo se raggiungeremo e supereremo i duecentocinquanta iscritti potremo fare l’assemblea regionale per delegati, in modo che tutti possano esprimersi nelle sedi locali e non solo quelli che possono venire a Bologna.
Quindi campagna di adesioni ai Verdi, on line sul sito nazionale, dove ci si può iscrivere e militante con tavolini.
E si iscrivano per primi i militanti coraggiosi, giunti numerosi e pieni di energie sull’onda verde.
Per il duemiladiciannove obiettivo: superare i duecentocinquanta iscritti.
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Lo stato dell’arte dei Verdi in Emilia Romagna
Siamo meno di duecento iscritti, dobbiamo superare quota duecentocinquanta nel 2019.
Gruppi attivi a Bologna e provincia,
a Forlì, a Ravenna Lugo, a Modena e provincia, a Reggio Emilia, a Rimini, a Parma. Scoperti a Ferrara e Piacenza.
C’è un rifiorire di interesse e partecipazione intorno ai Verdi.
Sia con graditi ritorni di verdi storici, sia con l’apporto di nuove energie, volontari coraggiosi e non solo.
Sta a noi cogliere questa positiva occasione.
Dalle ultime elezioni regionali alle quali abbiamo partecipato con la lista Emilia Romagna Civica (che aveva anche il nostro simbolo) ottenendo 1,5 per cento, in appoggio a Stefano Bonaccini, il PD regionale non ha voluto tenere più alcun rapporto politico con noi.
A Bologna, dove abbiamo presentato la nostra lista autonoma con il nostro candidato Sindaco, appoggiando al secondo turno Merola, il PD non ha tenuto fede agli accordi e non ha rapporti con noi.
Solo in pochissime realtà esiste una alleanza con il pd e il centrosinistra.
A livello regionale negli scorsi anni abbiamo fatto iniziative per il referendum anti trivelle e il referendum costituzionale.
Grazie al lavoro volontario di pochi, Luca Budini in primis, ma anche Fernanda Useri, che qui voglio ringraziare, abbiamo rivitalizzato il sito regionale e le pagine Facebook e aperto il canale youtube Verdi Bologna.
In questi anni poche persone si sono spese con generosità e passione per tener viva la realtà dei Verdi in questa regione, a loro deve andare rispetto e gratitudine.
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Il due per mille ai Verdi in Emilia Romagna e in Italia
Se gli iscritti sono pochi, in Emilia Romagna (ed in Italia)
analizziamo invece le scelte per il due per mille ai Verdi nella nostra regione e confrontiamole con le altre regioni.
Nel 2017 in Italia 24.882 persone hanno firmato per dare il due per mille ai Verdi (a fronte di meno di tremila iscritti)
Nel 2018 in Italia 23.314 persone (meno 1.578)
In Emilia Romagna nel 2017 hanno firmato 2.178
nel 2018 2.188 (più 10)
Una parentesi: dove calano e dove crescono le dichiarazioni per il due per mille ai Verdi in Italia
Calano in Campania (-661), in Puglia (-479), in Calabria (-4799, in Sardegna (-278), in Trentino (-265), in Lombardia (-140), in Liguria (-151) e poi in Valle d’Aosta, Friuli, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata
Crescono in Veneto (+447), Sicilia (+184), Lazio (+95), Piemonte(+77), Toscana (+51)
Se confrontiamo le scelte del due per mille in Emilia Romagna possiamo verificare che scelgono i Verdi un numero di persone simile a quello che sceglie LEU, Forza Italia, Fratelli d’Italia, forze politiche presenti in Parlamento e sui media. I socialisti, partito organizzato e strutturato sul territorio (a Bologna tre sedi) ha meno della metà delle nostre scelte.
Possiamo dedurre che esiste una certa reputazione e forza di attrazione per i Verdi, nonostante la loro esiguità numerica e debolezza sui mezzi di comunicazione.
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Di qui possiamo e dobbiamo ripartire per crescere ed organizzarci.
Con una formazione culturale adeguata, fondamento di una politica adeguata e non succube delle mode, degli effimeri “idola fori” ,idoli transeunti della piazza digitale..
Qui segnalo un punto negativo.
Iniziative importanti come il convegno nazionale su Aldo Sacchetti e la non scuola di eco politica con Luigi Zoja, tenutosi recentemente a Bologna, hanno visto la sostanziale assenza dei Verdi.
C’erano tanti altri ma non quelli che avrebbero dovuto esserci.
Fortunatamente Luca-Saraz Budini, quando potrà, metterà su internet le relazioni dei due convegni e chi vorrà potrà ascoltarle.
Nel frattempo continuo a leggere in comunicati nazionali svarioni come “sviluppo sostenibile”.
Il povero Langer si dispiace certamente per questo analfabetismo di ritorno.
Leggiamoci almeno l’intervista di Silvia Zamboni a Wolfgang Sachs in merito e smettiamola di dire e scrivere orrori.
Serve una visione olistica di ecologia integrale, almeno al livello della Laudato Si’.
Quindi creare occasioni di formazione culturale adeguata e attivare un comitato scientifico operativo a livello regionale sono due obiettivi preliminari ad una nostra politica efficace
Esiste poi la politica.
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Dobbiamo recuperare lo sguardo verso un orizzonte.
Vedere un progetto che va ben oltre eventuali eletti che devono essere a servizio del progetto e degli ideali.
Il nostro obiettivo non è eleggere qualcuno ma far crescere un progetto che trovi negli eventuali eletti dei sostenitori attivi e consapevoli. Il progetto deve venire prima delle ambizioni e posizioni personali.
Uno dei motivi delle crisi passate dei verdi consisteva proprio nel numero eccessivo di arrivisti che hanno usato strumentalmente i Verdi per le loro posizioni personali.
Anche la storia dei Verdi va conosciuta e socializzata.
Inaccettabile che il Sindaco di Parma spari a zero sulla nostra storia accomunandoci ai grillini come partito del no.
L’ignoranza per chi fa politica e vuole allearsi magari con noi, non è ammessa.
Dall’agricoltura biologica, ai Parchi, alle energie rinnovabili, alle piste ciclabili, alla raccolta differenziata dei rifiuti, alle medicine non convenzionali, al divieto di produzione dell’amianto, i Verdi hanno operato positivamente all’opposizione ed al governo.
E se non abbiamo una centrale a carbone a Ravenna ed una centrale nucleare a Caorso si ringrazino i Verdi.
E se non ci sono più due inceneritori a Lugo, ma un parco del loto ed una bonifica del sito dell’inceneritore dismesso, si ringrazino i Verdi.
Viene prima la nostra autonomia culturale e politica
le eventuali alleanze vengono dopo
Per le europee una lista verde aperta per un progetto verde inclusivo ma senza ambiguità sui contenuti.
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no TAV
no grandi opere stradali
no liberismo
Europa ecologica e sociale
non più Europa com’è oggi
Sarebbe un pericoloso errore pensare ad una sommatoria di soggetti più o meno eterogenei come espediente per superare il quattro per cento. Abbiamo già dato, dal 2001 in poi con fallimenti ripetuti.
Oggi più che mai, nel disorientamento generale serve una proposta chiare ed univoca: la conversione ecologica. Una Europa ecologica e sociale. Una nuova economia verde che crea occupazione.
Abbiamo la credibilità e le competenze necessarie per proporre una via possibile per uscire dalla crisi. Dagli anni ottanta abbiamo sostenuto le energie rinnovabili, l’agricoltura biologica, che oggi sono gli unici elementi positivi, ed i crescita della nostra economia.
Costruire con pazienza e tenacia i verdi sul territorio
Concentrarsi sul comune obiettivo del contrasto al cambiamento climatico
occasione di green economy con le energie rinnovabili, l’agricoltura biologica, trasporti green, economie circolari e sostenibili e quindi occupazione duratura.
I temi locali si devono sostenere in armonia con il tema che ci accomuna.
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Abbiamo in Regione persone come Vittorio Marletto che possono sostenere da esperti serate sul Clima
È in arrivo il libro DRAWDOWN, curato da Massimo Brundisini, sulle soluzioni ai cambiamenti climatici. Occorrerà presentarlo nelle nostre realtà.
Silvia Zamboni, esperta di green economy.
Il presidente dell’AIAB Lo Fiego e Antonio Compagnoni, Alessandro Pulga, Luigi Ruggeri e Stefano Fogacci, protagonisti ed esperti di agricoltura biologica, Fernanda Useri, che da dodici anni organizza mercati bio. Gabriele Bertuzzi esperto di giardini e di alberi.
Per non parlare di Syusy Blady per il turismo e di Sauro Turroni per l’urbanistica, di Duilio Cangiari per i consorzi di bonifica, Marco Sassi per la cooperazione internazionale, Renata Calieri per le Medicine Non Convenzionali, Alessandro Ronchi per il Web, di Cesarino Romani per il mare e di Fausto Pardolesi per i bacini fluviali. E Matteo Badiali, ovviamente, laureato in scienze ambientali. E dimentico sicuramente qualcun altro che può essere mobilitato per incontri nelle varie realtà, senza contare i componenti del comitato scientifico che andremo a costruire.
Piantare alberi, gruppi in bicicletta per la città con bandiere, tavolini informativi. Interventi informati e puntuali.
Usare i social ma soprattutto essere in piazza.
Ci siamo divertiti alle comunali di Bologna. Guardate il video postato da Fernanda Useri. Quello è il clima giusto da ricreare.
Ci vorrà generosità, tempo e pazienza, buoni semi, e la foresta verde crescerà rigogliosa.
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