nel tempo previsto dallo statuto e regolamento dei Verdi, non sono stati nominati, ne commissari ne sono arrivate altre comunicazioni;
a inizio ottobre, sono arrivate delle comunicazioni dall'esecutivo nazionale, per chiedere di convocare le assemblee provinciali e metropolitane, per eleggere i delegati in vista dell'Assemblea nazionale dei Verdi;
nonostante le ripetute richieste, di convocazioni di assemblee regionali e provinciali (ricordiamo che i Verdi della Provincia di Milano, hanno visto le dimissioni di Oliviero Camisani, in occasione delle elezioni amministrative di Milano, dove per la prima volta in 30 anni, con uno "strappo" da parte di alcune personalità che hanno deciso, avallate da alcuni dell'esecutivo nazionale, di non presentare il simbolo dei verdi, e di dare vita a "sinistraxmilano", risultando esclusi dal consiglio comunale.
In seguito è stato chiesto più volte a Silvia Casarolli, la coportavoce provinciale di Milano, in carica, di convocare l'assemblea dei Verdi provinciali per provvedere ad eleggere il nuovo coportavoce e soprattutto, in vista delle tornate elettorali amministrative dei comuni della ex provincia di Milano e per la tornata elettorale di secondo livello della Città metropolitana di Milano, che ha visto, il sindaco di Cassano d'Adda, Roberto Maviglia, dei Verdi, candidato con la lista metropolitana egemonizzata dal partito democratico, chiamata c+, mentre i Verdi dell'est ticino e le realtà civiche, hanno sostenuto Gilberto Rossi per la lista civica metropolitana, "La città dei comuni" (progetto civico, verde e rosso, per evitare il milanocentrismo).
In data 10 novembre, si è svolta l'assemblea provinciale dei Verdi della città metropolitana di Milano, dove, contravvenendo ogni logica, non si è discusso della situazione della federazione della provincia di Milano, provvedendo a eleggere i nuovi coportavoce e un esecutivo e gli organi, ma causa, un pessimo clima, dovuto all'ultima assemblea regionale dell'11 marzo, con le dimissioni di Guastafierro e Patelli e un tentativo di aggressione, denunciato alla Polizia di Stato, la presidenza dell'assemblea è stata assunta da Silvia Casarolli, che ha pure vietato la visione delle liste dei delegati ai presenti in assemblea e ha vietato la presentazione della mozione n.3; dopo che avendo vietato la visione della lista dei delegati, si esternavano le preoccupazioni sulle liste stesse;
questo ha portato all'esclusione tra i delegati del congresso nazionale, di buona parte degli storici verdi, non chè dei pochi consiglieri comunali verdi presenti in provincia di Milano.
Ad oggi, la federazione dei Verdi della provincia di Milano, non ha il coportavoce e non ha un esecutivo e una struttura, come i Verdi hanno sempre avuto, nella loro storia; strutture tematiche, per i parchi, per la mobilità, per l'agricoltura, per i diritti degli animali; solo per fare qualche esempio.
Nonostante questa situazione abbia determinato un vivace dibattito all'interno dei Verdi e varie assemblee autoconvocate da parte degli iscritti, ad oggi, non c'è stata una convocazione del livello provinciale.
A seguire la convocazione dell'assemblea regionale;
Per chiarezza, il 28 dicembre 2018, si riunisce l'esecutivo regionale, dove decidono di convocare una assemblea regionale per il 20 gennaio;
il giorno 4 gennaio, arriva una mail firmata dai nuovi portavoce nazionali dei verdi, dove si dichiara di considerare esautorato l'esecutivo regionale dalla data di dimissione dei due coportavoce, ovvero dall'11 marzo 2018; il tutto è surreale, perchè ci sarebbe il rischio che venga messa in discussione l'assemblea provinciale del 10 novembre 2018 di Milano, e le altre assemblee della provincia di Milano, perchè convocate in modo illegittimo.
A seguire la lettera di convocazione per l'assemblea regionale. (di sabato, e non di domenica, come solitamente è sempre stato per consentire la partecipazione, e in seguito a molto più che "vivaci" proteste, l'orario di votazione è stato prolungato fino alle 15.
"Vista la delibera dell’Esecutivo nazionale del 20 gennaio u.s, è convocata l’Assemblea Regionale
dei Verdi della Lombardia per l’elezione dei due Portavoce regionali, dei componenti l’Esecutivo
Regionale, e dei componenti il Consiglio Federale Nazionale, per la quota regionale, il giorno 9
febbraio 2019 alle ore 9.30 a Milano presso il CAM Garibaldi Corso Garibaldi 27.
All’assemblea avranno diritto di voto tutti gli aderenti, regolarmente iscritti e registrati presso la
Federazione dei Verdi, alla data del 30 giugno 2018 (tesseramento unico 2017-2018).
Modalità di presentazione delle proposte di candidatura e di votazioni:
Si eleggeranno i due Portavoce, otto componenti dell'Esecutivo regionale e 6 Consiglieri Federali
nazionali; nessuna lista di candidati può essere composta per più del 50% da persone dello stesso
genere.
Le candidature alla coppia di portavoce unitamente alla proposta di programma che intendono
realizzare (mozione politica) devono pervenire alla Federazione nazionale dei Verdi entro le ore 18
del 4 febbraio 2019 tramite email a: federazionedeiverdi@gmail.com
Le proposte di candidatura alla coppia di Portavoce, di genere diverso, devono essere sottoscritte da
1/20 degli iscritti alla Federazione regionale della Lombardia nell'anno 2017-2018, (277) ovvero da
almeno 14 iscritti.
Le liste di candidati all'Esecutivo e al Consiglio Federale nazionale – quota regionale, devono essere
presentate direttamente in Assemblea da almeno 1/10 degli accreditati al momento della scadenza di
presentazione di tali liste. Tutte le proposte di candidatura devono essere collegate ai candidati a
Portavoce e ai relativi documenti politici presentati. Si può sottoscrivere una sola candidatura o lista
di candidati per ogni organo da eleggere.
L'esecutivo e i Consiglieri Federali nazionali si votano su liste bloccate; in caso di presentazione di
più liste si procederà a votazioni tra liste concorrenti alle quali si applicherà la distribuzione secondo
la proporzionale pura. Ai fini dell'esercizio di voto sarà possibile accreditarsi fino al momento della
fine delle votazioni.
L’Assemblea si apre alle 9.30 con l’insediamento della Presidenza, composta da Marco Boato e
Silvia Casarolli che illustra l’ordine dei lavori e termina alle ore 13.00.
Ai fini dell'esercizio di voto sarà possibile accreditarsi sino al momento della fine delle votazioni.
Il seggio si insedia contestualmente all’orario di inizio dell’Assemblea; verranno individuati almeno
tre componenti il seggio di cui uno funge da presidente ed uno da segretario. Entro le 11.15 devono
pervenire al presidente del seggio le indicazioni di massimo due rappresentanti di lista delle diverse
mozioni presentate per l’Assemblea regionale e per il Consiglio Federale. Il seggio conterrà due
urne una per le elezioni dei due Portavoce ed Esecutivo Regionale ed una per il Consiglio Federale
Nazionale."
Sono state inviate per il termine del 4 febbraio alle h. 18 3 mozioni congressuali:
-la prima, "Cambiamento Ecologista in Lombardia", con candidati coportavoce Enrico Fedrighini e Nora Daffini.
-la seconda. "E' ora di agire" con candidati Aldo Guastafierro e Cristina Ganini.
-la terza "per "l'ecologia in politica, per una politica ecologista, per l'ecologia sociale", con candidati coportavoce Antonella Di Maio e Gilberto Rossi
di seguito i testi delle mozioni.
Mozione 3. Candidati coportavoce della Lombardia Antonella Di Maio e Gilberto Rossi
MOZIONE:
per
l'ecologia in Politica,
per
una politica Ecologista,
per
l'Ecologia Sociale
aria,
acqua, terra, fuoco
pre
premessa, non un documento contro, la mozione 1 e 2, ma un ponte,
di intenti e di unione, per l'invito ad aprire una discussione e una
riflessione; dopo che i verdi sono stati usati come trampolino di
lancio personale o peggio, come s'è visto per le elezioni nazionali
con rivoluzione civile, e con insieme.
Opportuno
citare, il tentativo di aggressione da parte di Masseroni Fabrizio e
di Antonino Caldarella l'11 marzo 2018, e le irregolarità seguite in
merito al ruolo dei dimissionari portavoce lombardi.
Solo
riconoscendo la verità, si può andare avanti.
premessa
in
un periodo in cui il paradigma neoliberista, sta cancellando la
politica, per lasciare spazio ai fascismi, mascherati da sovranismi e
intolleranze e qualunquismo, è importante e fondante, tornare a
praticare la democrazia e le organizzazioni politiche e associative,
devono essere, esempio e scuola delle pratiche democratiche, volte
all'ascolto, inclusione, partecipazione e al coinvolgimento;
In
un periodo in cui, anche il concetto di partecipazione, è
derubricato a mera informazione e a consultazione passiva volta e non
all'ascolto e a una dialettica evolutiva e inclusiva, ma solo per
normalizzare, depotenziare e silenziare le voci critiche;
è
importante ridare credibilità alla pratica politica con coerenza,
ad
una pratica politica che sia concreta e non di facciata; cercando si,
la mediazione per un governo e una proposta di governo, ma tenendo
fede ai principi propositivi e soprattutto democratici.
(per
dirla in eufemismo, negli ultimi 6 anni, la pratica politica dei
Verdi, è rimasta relegata a “catch all party” e a cartello
elettorale, ovvero a tutto quello contro cui sono nati, storicamente,
i verdi; non per lamentare l'assenza di un senso della storia, ma
anzi, per sintetizzare, che la scomparsa dei verdi, se non studiata a
tavolino, come il cartello sinistraxmilano e il cancellarsi sulla
linea di Balzani, prima e di Sala poi, lascia intendere ai più, ma
con l'assenza nei temi dirimenti, come expo2015, e alle speculazioni
che l'hanno accompagnato, e ai mancati progetti come la biblioteca
europea; non a caso il tema, poi ritorna con l'affaire “scali
ferroviari”, e con la completa assenza di una linea politica, linea
politica che nel rispetto delle federazioni locali, non vuol dire, il
nulla, ma un supporto teorico e progettuale).
Concludiamo
la premessa, con la totale assenza di supporto e di coordinamento
alle attivita dei circoli verdi e dei consiglieri; in ultimo per la
Città metropolitana di Milano e relative tornate elettorali di
secondo livello, dove sono mancati momenti di ascolto, analisi e
comprensione delle esigenze dei territori.
Sappiamo
da dove veniamo,
sappiamo
dove siamo,
sappiamo
dove vogliamo andare
stiamo
cercando di capire come andarci e con chi andarci; il tema delle
elezioni europee di maggio 2019, non può essere esaustivo e non
possiamo dimenticarci la tornata elettorale per le amministrative,
dove, se l'ambizione è di presentare il più possibile il simbolo
dei verdi, il tutto va contestualizzato a seconda delle realtà e
presenze locali, e se nell'ambito del centrosinistra e del civismo ci
sono compatibilità per alleanze e cartelli elettorali (di progetti e
proposte)
Ecologia
integrale, per usare i termini pontifici di Francesco,
Ecologia
Sociale per dirla alla VERDI,
riteniamo
che non ci possa essere progresso e miglioramento delle situazioni
ambientali, se alle nuove normative, non corrisponda anche un
miglioramento delle condizioni sociali.
Langer
parlava di “conversione ecologica desiderabile”, e non come un
peso da scaricare sulle classi e ceti meno abbienti (da qui le
politiche dell'accesso, per dirla alla Jeremy Rifkin, e nel concreto
di questi giorni, il paventato secondo aumento del biglietto atm, che
a distanza di nemmeno un decennio va a riproporre l'aumento del 33%
dei biglietti ferroviari di trenord, portando al 100% l'aumento del
biglietto atm, che sono chiaramente il contrario rispetto alla
promozione dell'inclusione e alla promozione del trasporto pubblico
locale)
Dal
2007, la crisi globale ha portato all'acuirsi delle differenze
socioeconomiche; la scomparsa della classe media ha visto il
polarizzarsi del divario tra ricchi e poveri; i fantasmi della
decresita ci sono stati ma non sono stati per nulla felici, anzi,
hanno portato limitazioni;
da
qui, il ruolo dei Verdi e della politica Verde, per evitare che
questi costi siano a carico di chi con più difficoltà li può
sorreggere; pensate anche ai mutamenti nel mondo del lavoro, dove i
green jobs, ad esempio, quello del fattorino in bicicletta, è
diventato da esempio di liberazione e autonomia a completa
subalternità, dove aumentano solo i rischi e gli utili sono delle
multinazionali che hanno sussunto e cooptato le cooperative; un po',
la stessa dinamica che ha subito il mondo del biologico; da progetti
di tutela ambientale e di nuova vita, a venire stretti e assimilati
al mondo della grande distribuzione, dove non ci sono criteri
ambientali (con alcune eccezioni).
L'ecologismo
in Lombardia.
Da
vent'anni il movimento ecologista in Lombardia, porta avanti
iniziative e proposte;
siano
i comitati locali “tematici”, i vari NO, alle tangenziali, alle
grandi opere inutili, siano tem, toem, tangenziale nel parco del
ticino e varie, quelli più generalisti a sfondo ecologista, per
l'aria pulita e per la mobilità sostenibile, dalle critical mass, a
quelli più istituzionalizzati, come FIAB e “amici della
bicicletta”;
a
livello locale si sono riscontati anche vari successi significativi,
basti pensare all'inceneritore Elcon a Castellanza, ai progetti,
tutti fermati, all'interno dei parchi, tra cui quello del
maxiallevamento di galline ovaiole a Busto Garolfo; e a quei
successi, spesso, non sempre, sono corrisposti, delle affermazioni o
dei Verdi o degli ecologisti e civici.
Purtroppo,
è mancata poi la correlazione e rappresentazione a livello
regionale;
il
caso di Expo 2015 è archetipico e paradigmatico in tal misura, dove
nel 2009 è nato un coordinamento di comitati ambientalisti ed
ecologisti che ha dato vita a iniziative propositive e culturale,
ancora prima che di protesta, è mancata la presenza dei Verdi
regionali, per motivi che non occorre andare a ripetere.
Questa
proposta congressuale, anche alla luce dei gravissimi episodi accorsi
nell'assemblea regionale dell'11 marzo 2018, chiede che la DEMOCRAZIA
e la POLITICA, tornino nei VERDI, come pratica, e non come rapporti
residuali di vecchi progetti politici, o peggio di gruppi di
interesse particolare e di rendite di posizione che francamente, in
un buio completo di 5 anni, non si riesce a capire.
Non
una mozione politica contro qualcuno;
ma
una mozione politica per dare vita ai verdi.
Il
mondo dell'ecologismo si è sviluppato, e ha trovato nuovi approdi,
tra cui i 5stelle, per poi ritornare smarrito.
A
Milano, dopo il nulla di expo, dopo il nulla per gli scali ferroviari
e la svendita del patrimonio pubblico, per arrivare alla goccia del
biglietto atm che rischia di aumentare ancora.
Ripartire,
dando spazio e rappresntanza alle vere istanze ecologiste.
Non
a una green economy che ha prodotto mostri, come per la questioen dei
fattorini, o peggio, che ha prodotto solo green washing per le
multinazionali.
Forse,
anzi, certamente, si affaccia una lunga camminata nel deserto,
perchè, nonostante, alcune genuinità ecologiste, come alcuni
circoli nel territorio metromilanese, hanno dimostrato, c'è
possibilità e necessità di una rappresentanza ecologista e verde, e
come il progetto politico civico ecologista, LA CITTA DEI COMUNI, ha
dato vita; nonostante fossero elezioni di secondo livello, ha saputo
aggregare il panorama civico che non si rassegna ad essere satellite
del milanocentrismo.
Brevemente
quelle che potrebbero essere le linee guida e gli argomenti che i
Verdi della Lombardia,
potrebbero trattare e portare avanti in maniera coerente, seguendo
una linea politica europea e globale, e di dialogo con gli altri
soggetti politici di sinistra e anche con il mondo cattolico e
dell'associazionismo.
Enunciamo
brevemente alcuni punti, augurandoci che possano dar vita a gruppi di
lavoro tematici.
Aria,
le
politiche per l'aria pulita,
incipit
della conversione ecologica
ripartire
dalle proposte e dai traguardi che si erano raggiunti
quando
si è ricoperto incarichi di governo, in provincia di Milano
e
oltre vent'anni fa in Regione Lombardia;
infoenergia,
sportelli per l'energia
agenda
21
i
parchi regionali, i plis, i parchi locali di interesse sovracomunale
mobilità
per l'aria pulita, mobilità pubblica e collettiva,
bicicletta,
intermodalità
acqua
fiumi,
corsi d'acqua,
qualità
dell'acqua, il consumo, lotta alla plastica usa e getta,
turismo,
fluviale, lagunare, etc..
problema
delle piogge e allagamenti (es. le vasche)
terra
consumo
di suolo
agricoltura
biologica e agricoltura biodinamica
i
parchi, i pgt (piani di governo del territorio), il ptm (piano
territoriale metropolitano)
energia
la
conversione energetica dai combustibili fossili alle fonti
rinnovabili e le linee guida che già come INFOENERGIA era stata
avviate e i vari PAES piani di azione per energia sostenibili
(partendo
dagli edifici pubblici)
Il
mondo del lavoro
promuovendo
la conversione ecologica in tutti gli ambiti
per
quel che riguarda il commercio, promuovendo il commercio di vicinato
e una moratoria per i nuovi centi commerciali
Bio
politiche
a favore della vita, come l'impegno ad arginare il cambiamento
climatico
organizzazione
Ripartire
da una presenza sul territorio, con macroaree territoriali,
nell'ordine dei 50- 100 mila abitanti, o in un'ottica
bioregionalista, a seconda della morfologia del territorio.
Calendarizzare
assemblee mensili per i livelli dirigenziali regionali, e
bisettimanali per quelli provinciali, e settimanali per quelli
locali. (in linea di massima)
Questa
è una bozza per ripartire a fare Politica Verde e i Verdi.
Dal
punto di vista delle alleanze progettuali, l'esperienza de “la
città dei comuni, lista civica metropolitana”, nell'ambito di una
politica fortemente polarizzata verso il maggioritario, è riuscita
ad arginare la deriva milanocentrica e maggioritaria; ribadiamo la
necessità della rappresentatività e del metodo proporzionale e che
possa dare spazio anche alle minoranze interne.
C'è
bisogno di tornare all'origine, a tante liste ecologiste radicate nei
territori e a una federeazione che riesca dare spazio e voce a tutte
le istanze; per questo il ruolo dei verdi trova adeguata forma nella
FEDERAZIONE e non nel partito, centralista e centralizzatore; tra
l'altro, dinamica a cui stiamo assistendo.
Scopo
di questa mozione è di riportare il dialogo e un sereno dibattito
politico all'interno degli organismi Verdi della Lombardia a tutti i
livelli; un ponte.
I
Candidati alla carica di Portavoce Regionale della Lombardia
Antonella Di Maio
Gilberto Rossi
Mozione 1 candidati coportavoce Enrico Fedrighini e Nora Daffini
Cambiamento Ecologista in Lombardia.
Programma per il rilancio dei Verdi Lombardi.
Premessa.
In Europa – in modo particolare nei Paesi del Nord del continente - il movimento ecologista sta
consolidando e aumentando consensi elettorali sulla base di tre elementi fondamentali. I primi due sono
noti e dibattuti: da un lato la crisi storica dei partiti di tradizionale ispirazione “socialdemocratica” con
l’emergere del populismo (e il riemergere del nazionalismo) come risposta immediata alla crisi sociale ed
economica; dall’altro l’emergenza climatica e ambientale con le sue conseguenze materiali, economiche e
sociali, sempre più evidenti. Ma c’è anche un terzo fattore determinante che agevola, in molti Paesi
europei, l’individuazione dei Verdi come soggetto politico affidabile e credibile al fine di garantire la
necessaria conversione ecologica della società, mantenendo saldi i valori di riferimento su cui sono fondate
le comunità dei popoli d’Europa: avere governato, e averlo fatto bene, dimostrando di sapere tradurre le
parole in azioni e misure concrete ed efficaci sul piano dell’ecologia, del welfare, dell’economia sostenibile,
dell’inclusione e della giustizia sociale.
L’Onda Verde dal nord Europa soffia anche verso l’Italia, ridando forza e vitalità a entusiasmi che sembravano
sopiti, spingendo molte persone ad interessarsi ai Verdi.
E’ un’occasione che i Verdi italiani non possono perdere, un’occasione unica e irripetibile perché capita in un
momento fondamentale e drammatico per il nostro Paese: la crisi delle forze che facevano riferimento alla
tradizionale socialdemocrazia ha lasciato campo libero al risorgere di nazionalismi, populismi e xenofobia.
Su questo punto bisogna essere chiari: la crisi dell’identità europea e, a cascata, di gran parte delle forze
socialdemocratiche che hanno permeato la nascita, lo sviluppo e il benessere europeo nel secondo
dopoguerra, nasce e si sviluppa negli ultimi trent’anni dall’incapacità di queste stesse forze di rappresentare,
all’interno delle istituzioni democraticamente elette, un argine culturale politico economico e sociale nei
confronti della pervasività del mercato e alla finanziarizzazione dell’economia che ha prodotto una drastica
inversione di tendenza rispetto all’economia di welfare sviluppatasi a partire dagli anni Cinquanta: per dirla
in modo semplice ma chiaro, oggi nel mondo “sempre di meno hanno sempre di più”, e le crescenti
disuguaglianze e povertà, in Europa e nel pianeta, innestano conflitti dei penultimi contro gli ultimi. La crisi
finanziaria globale 2007-2009 ha aggravato e accelerato, negli anni successivi, questa dinamica. Venendo
meno l’argine del progetto di costruzione di un futuro comune fondato sulla giustizia sociale, rappresentato
dalla tradizionale socialdemocrazia; lasciati soli in balìa degli spietati meccanismi di un mercato nel quale
l’unica regola buona è l’assenza di regole; ridotto progressivamente il ruolo e la capacità di incidere delle
istituzioni di fronte a meccanismi finanziarisottratti al controllo democratico; di fronte a tutto questo, i popoli
d’Europa riscoprono il nazionalismo, la xenofobia, il razzismo, la difesa del suolo, la costruzione di argini
difensivi contro il resto del mondo. La politica e le istituzioni, insieme ai partitistorici, vengono delegittimate
perché non sono servite a impedire il disastro. L’attuale governo italiano Lega-M5S rappresenta alla
perfezione questa parabola: da un lato si dimenticano valori e diritti, costruendo muri e aprendo la strada a
politiche sui migranti e sui profughi che rappresentano un attacco ai valori universali di civiltà e di rispetto
dei diritti umani; dall’altro, col “reddito di cittadinanza”, viene attivata una risposta inadeguata,
propagandistica, materialmente poco efficace al problema della crescente povertà: una risposta che in ogni
caso, purtroppo, prima di oggi nessuna forza politica che si richiama alla tradizione socialdemocratica era
stata in grado nemmeno di proporre.
Per questo è necessario costruire una risposta politica e culturale che dia spazio a quelle realtà, che ancora
sono tante, che invece lavorano nel quotidiano per fermare in Italia questa deriva valoriale costruendo
un’alternativa. Una risposta che parta dallo squilibrio della situazione attuale, dove “sempre meno hanno
sempre di più”, per costruire progetti, proposte e soluzioni coniugando la questione ambientale (un uso
equilibrato e sostenibile delle risorse del pianeta, oggi e per le generazioni future, legato all’urgenza di
rispondere alla crisi climatica attraverso misure d’adattamento dei territori alle nuove, estreme condizioni
meteorologiche e misure di mitigazione per stabilizzare e ridurre le emissioni di gas serra) con la questione
sociale (una distribuzione equa delle risorse del pianeta, oggi e per le generazioni future) attraverso un
processo di transizione ecologica che non indebolisca un tessuto sociale ed economico già fragile, ma crei le
condizioni per sviluppare nuove attività economiche, nuove professionalità che aprono nuove opportunità di
lavoro e di crescita personale.
Come Verdi da anni ci battiamo per indicare un modello diverso di sviluppo e per rafforzare la democrazia
nel nostro paese. E’ fondamentale coinvolgere le nuove generazioni insieme a chi ha portato avanti i Verdi in
questi anni, salvandoli dal fallimento, per costruire un nuovo modo di stare insieme, dinamico, aperto,
partecipato e che sappia riprendere con forza e coraggio la proposta di un nuovo soggetto ecologista legato
alle esperienze civiche e associative.
Per questo diventa indispensabile riunire tutti gli ecologisti, le associazioni ambientaliste, i comitati, isemplici
cittadini, le imprese dell’economia verde; tutti impegnati nella conversione ecologica sotto un unico
riferimento politico.
La sfida della Lombardia
I prossimi due/tre anni sono decisivi per la ricostruzione in Italia di un partito dei Verdi affidabile e
autorevole. Da troppo tempo i Verdi sono assenti dalle istituzioni nazionali e dalle più importanti regioni.
Questo impone la ricostruzione dal basso, dai territori, di un’organizzazione che non sia mero partito di
opinione (volatile come tutti i partiti di opinione) ma che cammini su gambe sociali; un “arcipelago” come
originariamente è sempre stato il movimento ecologista, composto da specifiche identità territoriali
formatesi su specifiche vertenze e iniziative locali attraverso il coinvolgimento dei cittadini; vertenze e
iniziative concrete, su specifiche tematiche che interessano il proprio territorio, dalle quali dipende la
possibilità di radicare legami e consensi e nuove adesioni alla causa dei Verdi.
I temi ambientali sono al centro di un’onda ecologista che si sta muovendo in tutta Europa; in Italia occorre
iniziare a costruire il cambiamento adesso nella propria città, nel proprio quartiere, nel proprio condominio.
Nella propria Regione.
La Lombardia rappresenta un tassello fondamentale anche per il rilancio dei Verdi a livello nazionale. In
questa regione, come confermano tutti gli indicatori statistici, sono concentrate le maggiori risorse, le
attività maggiormente impattanti sul territorio, le principali criticità ambientali sotto il profilo
dell’inquinamento dell’aria, del suolo, del sottosuolo e dell’assetto idrogeologico. In questa regione,
crocevia di tutti i traffici di persone e merci lungo le direttrici est/ovest e nord/sud Europa, si gioca la sfida
della mobilità sostenibile (e della qualità dell’aria, che significa tutela della salite pubblica) che interesse le
principali aree urbane (ferrovie e trasporto pendolare, autostrade e superstrade, mobilità pubblica) da
affrontare anche con politiche innovative, spesso anche a costo zero come indicato dalla Direttiva
Eurovignette recepita in Italia ma non ancora applicata.
La sfida sul fronte della mobilità sostenibile è parte essenziale della più generale sfida sul fronte dei
cambiamenti climatici. Che va combattuta ogni giorno proprio a partire dalla regione in cui abitiamo.
L’inventario INEMAR di Arpa Lombardia sulle emissioni di inquinamento atmosferico riguardanti i principali
“forzanti climatici” è molto chiaro: sul totale di emissioni/anno di anidride carbonica, il trasporto su strada
incide per circa il 30% delle emissioni, il 23% ha origine da combustione non industriale per produzione di
calore, il 19,3% da processi di produzione di energia, il 18,7% da processi di combustione nell’industria.
In questa regione si misura la capacità delle comunità urbane di perseguire al proprio interno la
riduzione del consumo di suolo, e la capacità delle istituzioni locali (in ambito di bacino) di rilanciare e
rigenerare i territori e le economie delle aree pedemontane, collinari e rurali attraverso nuove opportunità
legate a risorse comunitarie con un duplice obiettivo: nuove opportunità lavorative producono
automaticamente effetti nella cura e manutenzione del territorio (prevenire anziché curare).
Questa Regione è il cuore dell’economia circolare: il 75% dei rifiuti speciali prodotti dalle diverse
attività umane viene riutilizzato nel ciclo produttivo; ma è anche il cuore (per dimensione e impatto
economico) degli ecoreati, crimini ambientali ai danni dell’ecosistema e della salute delle persone, di cui i
capannoni in fiamme rappresentano semplicemente il più banale ed evidente degli indicatori.
Anche nell’agricoltura lombarda, settore d’eccellenza, va promosso e incentivato un nuovo
rapporto fra produzione e ambiente: occorre anzitutto tutelare le aree agricole esistenti dalla pressione di
altri settori (industria, terziario, trasporti) e, parallelamente, ridurre quelle fonti di pressione sulle matrici
ambientali prodotte dall’attività agricola (pesticidi, fertilizzanti, diserbanti, ecc.) che determinano, ad
esempio, l’inquinamento delle acque ed i fenomeni di eutrofizzazione. E’ necessario puntare sulle
produzioni biologiche e a lotta integrata per sviluppare un’agricoltura realmente sostenibile, cioè in grado
di mantenere una buona capacità di produzione, di offrire nuove opportunità di lavoro per produzioni di
qualità e di sostenere processi positivi per l’ambiente quali, ad esempio, la mitigazione dei cambiamenti
climatici o il sostegno alla biodiversità.
Piano di azione regionale per il rilancio dei Verdi Lombardi.
L’impegno primario dei Verdi regionali lombardi in questa fase deve essere quello di promuovere,
coordinare e sostenere:
- Le vertenze territoriali in atto nei territori dove rappresentanze dei Verdi sono territorialmente
presenti;
- L’espansione e il radicamento territoriale nelle aree dove non è più presente una rappresentanza
politica dei Verdi.
Per quanto riguarda le vertenze territoriali aperte, dobbiamo sostenere come Verdi Lombardi tutte le
iniziative che rientrano in una visione integrata del Cambiamento Ecologista da promuovere in Lombardia,
puntando a una conversione ecologica di attività, comportamenti e politiche attive sul territorio:
- Promuovere il potenziamento del sistema ferroviario regionale a servizio delle principali aree
urbane e del trasporto pendolare, sostenendo le vertenze che le associazioni dei pendolari
promuovono sul territorio;
- Contrastare i progetti di realizzazione di nuove strade che aumentano, anziché arginare, il traffico e
il fenomeno dello sprawl che produce crescente pendolarità;
- Promuovere il potenziamento dell’integrazione tariffaria del sistema di mobilità delle aree urbane;
- Promuovere il potenziamento della mobilità ciclabile, pedonale e condivisa;
- Porre come obiettivo strategico lo stop al consumo di suolo lombardo nel 2025 anziché nel 2050
come prospettato dal Piano Territoriale Regionale, puntando al recupero, riuso e riqualificazione
delle aree già urbanizzate dismesse o sottoutilizzate: già oggi - come segnala ISPRA (Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) - la Lombardia, insieme al Veneto, è la regione
con il più alto tasso di consumo di suolo e questo fenomeno riguarda, paradossalmente,
soprattutto i comuni di medio-piccole dimensioni;
- Sostenere e promuovere biodiversità, agricoltura biologica, stop alla caccia;
- Sostenere politiche attive di incentivo e promozione delle energie rinnovabili e del risparmio
energetico.
Le linee di azione devono proseguire parallelamente attraverso un piano d’azione di espansione della
presenza dei Verdi nelle aree urbane e nelle realtà territoriali lombarde dove oggi sono assenti; un piano
sviluppato per gradi. Di seguito vengono indicale le priorità della prima fase di azione, che deve iniziare
subito e durare almeno per un biennio.
1) Occorre anzitutto individuare in modo puntuale gli ambiti territoriali di provenienza degli aderenti
lombardi all’appello dei “volontari coraggiosi” e dei sostenitori via social alle varie iniziative che
sono state avviate negli scorsi mesi e proseguiranno durante la campagna elettorale per le
europee. Questo screening preliminare serve a evitare di disperdere nella volatilità dei social un
bacino di simpatizzanti potenzialmente interessati a passare dal dire (o dal cliccare like) al fare,
attraverso i passaggi successivamente descritti.
2) E’ di particolare rilevanza espandere la presenza dei Verdi nelle numerose aree urbane lombarde
dalle quali i Verdi sono, oggi, formalmente assenti come rappresentanza politica: non è pensabile,
specie in virtù delle specifiche problematiche ambientali presenti nei rispettivi territori, che aree
urbane come Bergamo, Sondrio, Pavia, Varese rimangano scoperte.
Per espandere una presenza ecologista organizzata in questi nuovi ambiti territoriali, un percorso
operativo del nuovo gruppo regionale di lavoro dei Verdi Lombardi può seguire le seguenti linee di
indirizzo:
a) Per ogni singola area urbana, realizzare – sulla base delle fonti documentali pubbliche a
disposizione anche per fini professionali, in primis Ispra, MinAmbiente, ecc. – una sorta di
dossier dedicato, configurabile come “impronta ecologica” specifica di quel determinato
ambito urbano. Un lavoro prodotto e offerto dai Verdi Regionali ai cittadini di Bergamo,
Sondrio, ecc. dal quale emerga, attraverso una serie di indicatori, l’impatto ecologico che quel
determinato modello urbano (connesso al contesto regionale) produce sull’ambiente e sulla
qualità della vita quotidiana degli abitanti e, inevitabilmente sul clima e sull’ecosistema;
b) Individuare, attraverso questo preliminare lavoro di ricerca ma soprattutto attraverso contatti
con realtà territoriali attive, una tematica centrale di forte interesse pubblico locale, attorno
alla quale promuovere un incontro pubblico di “lancio” della presenza e dell’iniziativa dei Verdi
in quella determinata area urbana;
c) Promuovere la creazione di un gruppo di lavoro in loco e di figure locali di riferimento e
coordinamento (la rete degli studenti universitari, oltre che la rete dei volontari coraggiosi, può
rivelarsi un’utile base di partenza);
d) Creare un sito web della Federazione lombarda dei verdi per ogni città e provincia “scoperta”,
oltre a una pagina FB.
mozione 2. candidati coportavoce Aldo Guastafierro e Cristina Ganini
“ E’ ora di agire “
PREMESSA
Vogliamo ricordare Mario Pavesi di Mantova che ci ha lasciato, lui era tra i primi a iscriversi al
nostro partito perché lo faceva ogni anno al 1 di gennaio. Siamo sicuri che lui ci avrebbe spronati a
continuare il nostro cammino. Ci ha insegnato il valore di poter partecipare a una comunità che
seppur piccola ha grandi obiettivi.
Vogliamo ricordare Nik Albanese, uno dei fondatori dei verdi lombardi, uno dei primi consiglieri
regionali, uno che tra i primi comprese il significato della proposta di unificare i verdi e gli
ambientalisti nella costituente ecologista. Lo fece con impegno, coerenza, e senza rivendicare
alcunchè.
Sono e rimangono non solo nei nostri pensieri, ma rappresentano un esempio di militanza e di
impegno che ci rimangono vivi nella memoria. Ci mancano, oggi ne avremmo avuto
veramente bisogno.
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
LA LOMBARDIA HA BISOGNO DEGLI ECOLOGISTI.
In questi ultimi anni, nonostante le sconfitte elettorali e la crisi in Italia degli ecologisti,
accompagnata dalle difficoltà crescenti delle stesse grandi associazioni ambientaliste storiche, i
Verdi lombardi hanno cercato di mantenere aperto il dibattito sui temi dell’ecologia.
Certamente con una presenza territoriale molto debole, dovuta alla crescita del M5S e di liste
civiche ecologiste, alle scissioni e alle defezioni in direzione di altri partiti e all’ uscita dalle
istituzioni regionali, provinciali e di molti enti locali.
Crediamo che sia necessario prendere coscienza che per certi versi la distinzione destra sinistra sia
stata sostituita da pro-global e no-global. La trasformazione globale di un modello ultra capitalista
in finanza asettica ed egemone ha prodotto nel mondo molta insofferenza tra le persone e una
notevole disgregazione sociale. Il motivo per il quale le socialdemocrazie (PD compreso) stanno
sparendo è proprio questo. Si sono appiattite sul sistema. E se, tornando al contesto italiano, Lega
e 5 Stelle hanno il consenso che sappiamo è perchè si sono intestati la battaglia contro questo
sistema. Riteniamo che i Verdi debbano togliere loro questo tema anche perché a differenza loro i
nostri argomenti sono concreti. Anche la ricca Lombardia non fa eccezione. Ci sono ospedali che
chiudono, costi per la salute per i cittadini che aumentano, crescenti disuguaglianze economiche,
servizi che spariscono, un sistema della mobilità non all’altezza delle ambizioni europee,
inquinamento atmosferico tragico. Pensiamo che come Verdi possiamo far leva sulle
contraddizioni del sistema e metterci al fianco delle persone che protestano proponendo delle
nostre soluzioni. In questo senso un primo importante passo da compiere è sui trasporti e il
sistema viabilistico. Sono note le criticità che leggiamo sui giornali e che spesso incentivano l'uso
dell'auto
Questa debolezza, ormai cronica, è dovuta anche alle incomprensibili divisioni interne causate da
personalismi esasperati. Tutto ciò non ha favorito una iniziativa efficace dei Verdi dentro i grandi
conflitti ambientali che si sono verificati in Lombardia: il problema della viabilità che ha trovato
risposte solo attraverso lo sviluppo di nuove infrastrutture stradali, il consumo di territorio
crescente anche in aree agricole pregiate, le aree industriali dismesse inquinate che
rappresentano un pericolo quotidiano per le popolazioni in tutte le province lombarde, l'aumento
dell'inquinamento atmosferico soprattutto nei grandi centri urbani, il dissesto idrogeologico che
ad ogni cambiamento atmosferico importante provoca disastri sempre più estremi e ravvicinati,
l'abbandono delle campagne.
I temi verdi sono stati al centro dell’attenzione mediatica negli ultimi anni grazie a 4 significativi
momenti: La conferenza di Parigi sul clima Cop21, l’enciclica di papa Francesco “Laudato Si”,
l’evento di EXPO di Milano e recentemente la COP24. Situazione che hanno contribuito in modo
significativo a risvegliare nell’opinione pubblica una coscienza ecologica e hanno messo in
evidenza come il futuro nostro sia solo ed esclusivamente nelle nostre mani. Anche il tema dei
migranti si è inserito nel dibattito complessivo con forza dirompente mettendo in evidenza come
anche i cambiamenti climatici contribuiscon
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
TTIP ha contribuito a porre l’attenzione riguardo al commercio internazionale senza regole certe e
al tema degli OGM.
Allora c'è bisogno dei Verdi, perché la loro assenza dalle istituzioni e dalle scelte di governo ha
determinato soluzioni sbagliate sul piano ambientale/di governo del territorio, ed ha anche
determinato oneri finanziari non sostenibili che pregiudicano il futuro delle nuove generazioni, in
assenza totale nei partiti ai posti di manovra di un barlume di coscienza sulla necessità di invertire
anche a livello regionale il modello di sviluppo imperante
BISOGNA CAMBIARE PASSO
E’ necessario un cambio di rotta, non possiamo aspettare solo l’ONDA VERDE, bisogna creare le
condizioni dal basso per alimentare l’onda e indirizzarla nella giusta direzione e per fare questo ci
vuole confronto, unità e nuova militanza. Dobbiamo farlo perché la Lombardia è la regione più
importante del nostro paese e quello che succede qui poi si propaga nel resto del paese. Per
questo dobbiamo assumerci la responsabilità di indicare una via per tutti i Verdi e crediamo che ciò
sia possibile.
LA LOMBARDIA MARTORIATA
La crisi dei Verdi negli ultimi 10 anni, che ci ha visto assenti dallo scacchiere politico sia nazionale
che regionale, non ha favorito una iniziativa efficace dei Verdi dentro i grandi conflitti ambientali
che si sono verificati in Lombardia.
Intanto quello che si è determinato è:
il problema della viabilità che ha trovato risposte solo attraverso lo sviluppo di nuove
infrastrutture stradali;
il consumo di territorio crescente anche in aree agricole pregiate;
le aree industriali dismesse inquinate che rappresentano un pericolo quotidiano per le
popolazioni in tutte le province lombarde;
l'aumento dell'inquinamento atmosferico soprattutto nei grandi centri urbani;
il dissesto idrogeologico che ad ogni cambiamento atmosferico importante provoca disastri
sempre più estremi e ravvicinati;
Agricoltura industriale, allevamenti intensivi e inquinamento tema su cui è in atto una
recente polemica dell’assessore regionale con Legambiente sull’inquinamento dell’aria
(Sono Lombarde le città più inquinate d’Italia. L’ozono fa male come il PM10 e deve essere
conteggiato mentre l’assessore non vuole farlo!)
Il carico ambientali degli animali allevati in Lombardia è esagerato e influisce
pesantemente sull’inquinamento dell’aria e delle acque. Gli abitanti equivalenti del bacino
fluviale del Po sono circa 20 milioni ma con il carico animale gli abitanti equivalenti
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
superano i 100 milioni!!! Occorre considerare anche che gli animali sono concentrati in
poche piccole aree agricole (Brescia, Cremona, Mantova..).
Alcune provincie come la provincia di Brescia sopportano un carico di rifiuti esagerato (vedi
rifiuti speciali). Il ministro Costa a Brescia ha detto che il suo ministero sta lavorando ad un
indice di pressione ambientale e sanitario valido per tutto il territorio Italiano. Questo
argomento deve avere la massima attenzione da parte dei verdi lombardi. La valutazione
dell’impatto sanitario deve avere il giusto peso anche quando si tratta di promuovere lo
sviluppo industriale. Le industrie impattanti non possono essere concentrate in zone
limitate.
I crescenti episodi di incendi di depositi di stoccaggio di rifiuti che pongono l’attenzione
sulla salute dei cittadini e sulla gestione del ciclo dei rifiuti su cui molto ancora bisogna
fare.
Per tutto questo il ruolo dei Verdi è importante, c’è un crescente bisogno di un soggetto ecologista
in grado di rappresentare queste istanze, perché la nostra assenza dalle istituzioni e nelle scelte di
governo ha determinato soluzioni sbagliate sul piano ambientale/di governo del territorio, ed ha
anche determinato oneri finanziari non sostenibili che stanno pregiudicando il futuro delle nuove
generazioni.
LOMBARDIA ACCOGLIENTE
I Verdi nel loro DNA hanno sviluppato fin dalla loro nascita il seme della solidarietà e
dell’accoglienza.
Gli insegnamenti di Alexander Langer sono il nostro modo di agire. Oggi più che mai di fronte ad
una deriva populista e sovranista, anticamera di nuovi rigurgiti fascisti, dobbiamo con forza stare
dalla parte degli ultimi.
Solidarietà, convivenza, umanità devono essere il nostro agire.
Non possiamo essere portatori dei valori ecologisti senza mettere al centro del nostro agire anche
le persone (tutte).
LAVORO e SICUREZZA
Il tema del lavoro è di fondamentale importanza nello sviluppo della nostra regione, che pur
avendo livelli occupazionali di gran lunga meglio rispetto al quadro nazionale deve cogliere le sfide
del futuro, innovazione tecnologica. E necessario che i Verdi possano stimolare l’idea che uno
sviluppo sostenibile e quindi di una GREEN ECONOMY, non solo genera nuovi posti di lavoro, ma
garantisce con il tempo il miglioramento della salute dei cittadini lombardi e a sua volta anche
sicurezza sociale e le disuguaglianze economiche.
Il tema del lavoro e dello sviluppo non può e non deve essere per i Verdi disgiunto dal tema della
sicurezza sui luoghi di lavoro, troppe sono ancora le vittime causate da incidenti sul lavoro.
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
Allo stesso tempo dobbiamo porre attenzione allo sfruttamento dei lavoratori, dove la sinergia tra
i caporali e imprenditori senza scrupoli, pongono la regione Lombardia ai primi posti nello
sfruttamento di manodopera immigrata.
PROPOSTE
Infrastrutture
In Lombardia ci sono e/o sono in via di realizzazione grandi infrastrutture. Abbiamo il dovere di
indicare le laddove è possibile le opportune alternative. Non possiamo essere identificati come
quelli del no a prescindere, ma quelli dei SI intelligenti.
Trasporto pubblico
C'è un sistema di trasporto pubblico locale obsoleto e che penalizza i lavoratori, gli studenti, gli
immigrati che ogni giorno si spostano nella direzione dei capoluoghi di provincia, in particolare
Milano, con costi e tariffe in continuo aumento e ingiustificabili a fronte di un servizio pessimo.
A tal proposito le recenti mobilitazioni dei diversi comitati di pendolari di Trenord contro il
disservizio, hanno posto l’importanza del superamento dell'attuale logica di anteporre il profitto
davanti a sicurezza e qualità nel viaggiare. Riteniamo che il metodo da adottare sia la centralità dei
bisogni, di chi usa il servizio pubblico, la sua sicurezza, la sua dignità nel viaggiare. Non può e non
deve essere un business, perché ciò giustificherebbe solo la politica degli aumenti.
Inquinamento dell’aria
Città inquinate, Brescia è la prima nella classifica seguita da Monza. E’ necessario in tal senso
pensare ad un Piano Regionale per l’Energia Sostenibile, esattamente come quello che molti
comuni lombardi hanno adottato con il Patto dei Sindaci. Solo in questo modo possiamo garantire
nei prossimi anni l’abbassamento dei valori di smog e dare un contributo concreto al
miglioramento della qualità dell’aria e rimanere in linea con quanto stabilità dalla COP24.
La Lombardia deve essere in prima linea per la lotta ai cambiamenti climatici preparando una
transizione ecologica che preveda misure sociali necessarie per sanare le crescenti disuguaglianze
economiche. I Verdi devono sostenere le aziende lombarde che sono un’eccellenza della green
economy italiana.
Rifiuti
In molte città la raccolta differenziata è ancora organizzata attraverso i cassonetti sistemati sui
marciapiedi.
I Verdi devono farsi portatori di nuove idee per gestire al meglio il ciclo di rifiuti. Dobbiamo
indicare con determinazione che il primo obiettivo è la riduzione dei rifiuti sotto 1 Kg pro-capite
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
giornaliero (oggi la Lombardia produce 1,27 Kg di rifiuti pro-capite) e una lotta serrata alla
riduzione degli imballaggi. Dobbiamo essere portatori di buone pratiche e mettere a sistema le
esperienze migliori, a partire da quelle dell’Associazione dei Comuni Virtuosi.
Consumo di suolo
La Lombardia è una delle regioni più urbanizzate d’Italia: anche a livello comunale e provinciale
alcune realtà lombarde occupano purtroppo i posti più alti nelle classifiche relative alla
percentuale di suolo consumato. Questo, oltre a riflettersi sulla qualità della vita e sulla salute dei
cittadini, genere costi: secondo i dati ISPRA (rapporto 2018) la nostra regione ha registrato una
perdita in termini di servizi eco-sistemici (riduzione dell’infiltrazione del terreno, perdita di
produzione agricola e legnosa, mancato sequestro del carbonio, vulnerabilità nei confronti di
eventi meteorici estremi e inquinamento) che supera i 200 milioni di euro. Ed ogni ettaro
ulteriormente consumato costa fino a 55.000 euro. Non è sufficiente ridurre le sproporzionate
previsione urbanistiche, errori del passato che incombono sul nostro futuro, per sostenere che si
riduce il consumo di suolo. Sarebbe solamente un rallentamento di una situazione destinata
ulteriormente a peggiorare. C’è bisogno del coraggio dei Verdi per arrestare realmente il consumo
di suolo. Preservare e valorizzare il suolo non urbanizzato, creando connessioni e promuovendo le
pratiche di “consumo di suolo zero” se non di “recupero di suolo”, promuovendo il meccanismo
della compensazione ecologica, riqualificazione dell'esistente, occupazione del patrimonio sfitto:
azioni indispensabili per conservare questa risorsa non rinnovabile secondo le reali esigenze dei
cittadini e l’interesse pubblico.
Non bisogna dimenticare che il suolo è una risorsa molto importante nella lotta al cambiamento
climatico: il suolo può essere un bacino naturale importantissimo per la cattura di CO2.
In questa direzione è importante anche valorizzare l’agricoltura e le pratiche agro-ecologiche, che
non vedono il suolo come un mero bacino da sfruttare con la massima resa, ma come un elemento
da inserire in un ciclo virtuoso e autogenerativo ed in un ecosistema che comprende anche le
comunità.
Dissesto idrogeologico
Causato non solo dalla presenza di una edilizia industriale, commerciale e abitativa sulle rive dei
fiumi o nelle arre golenali, o dei torrenti, ma anche dall'abbandono di aree agricole e di cura delle
aree preboschive, un sistema dei parchi nazionali e regionali attaccati e accerchiati dalla
speculazione edilizia grazie anche normative sempre più permissive riguardo alle destinazione
d'uso e all'utilizzo delle stesse aree comprese nei perimetri dei parchi stessi.
Sanità lombarda
I Verdi lombardi non possono che sostenere un sistema sanitario efficiente e sostenibile che deve
basarsi su una prevenzione primaria efficace. Prevenzione primaria significa prevenire la malattia
prima che insorga e quindi ricercare ed eliminare (ridurre) tutte le cause di malattia; solo per
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
l’inquinamento atmosferico sono previsti in Italia nel 2020 (fonti ministero della salute) 40.000
decessi.
Anche errati stili di vita (cattiva alimentazione, fumo e sedentarietà) sono causa di malattie
prevenibili (malattia cardio-circolatorie, cancro e demenza).
La strategia della regione Lombardia che vuole ridurre l’incidenza delle malattie croniche solo con
un approccio sanitario (inadeguato e iper-burocratizzato) è errata, sarebbe auspicabile che le
risorse per tali progetti fossero impiegate per potenziare la medicina del territorio (alcuni ambiti
non hanno il medico di famiglia). Occorre inoltre ottimizzare la rete ospedaliera con il fine di
renderla più efficiente ed ottimale per gli utenti e la dirigenza sanitaria deve essere scelta
attraverso concorsi seri indipendenti dalla politica.
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
IL NOSTRO PARTITO
La Lombardia deve avere tutta l’autonomia che lo statuto dei Verdi permette, questo perché la
nostra regione ha anche alcune caratteristiche particolari: tra l’altro, forte industrializzazione, peso
rilevante dell’agricoltura e alti livelli di inquinamento dell’aria delle acque e del suolo.
Occorre un gruppo dirigente autorevole e competente.
I co-portavoce devono agire per tutti i verdi lombardi. Tutto l'esecutivo deve garantire la
realizzazione del programma. Le critiche e le proposte alternative di programma sono sempre una
ricchezza se finalizzate a migliorare l'efficacia del lavoro e a ottenere risultati nei quali tutti si
possano ritenere responsabili e promotori. L'assegnazione degli incarichi deve valorizzare le
competenze di tutti (organizzazione, tesoriere, eventi e forum di programma, enti locali).
Bisogna costruire con convinzione un soggetto ecologista/civico nuovo e che riprenda una
moderna cultura sociale perché serve un welfare a sostegno soprattutto dei giovani che rischiano
di non poter raggiungere i requisiti per accedere alle tutele e le garanzie degli attuali pensionati.
Bisogna coinvolgere seriamente chi è presente nei territori anche se non ha in tasca la tessera dei
verdi. In questo modo diventa possibile costruire una rete che permetta di garantire una presenza
ecologista in province dove siamo assenti, come Bergamo, Lecco, Pavia e Lodi, consolidare i piccoli
presidi verdi presenti a Varese, Monza, Mantova e Sondrio. In questo modo la scelta del nostro
comportamento elettorale può diventare più semplice grazie a una presenza territoriale che ci
possa permettere autonomia e credibilità.
I verdi sono minoritari fra gli ambientalisti lombardi. Alcune associazioni come Legambiente hanno
più iscritti di noi. Per questo dobbiamo mantenere rapporti stretti e costruttivi con tutte le
associazioni ambientaliste, ma anche con le tante realtà civiche, i comitati e le associazioni
presenti sui territori.
Bisogna riconoscere il valore di chi si è speso per aver tenuto vivi i Verdi lombardi negli anni più
bui, difeso con le unghie i nostri valori e i nostri principi, lasciato mai la barca nemmeno quando si
avevano occasioni importanti a livello personale. Persone che ancora oggi sono qui a battagliare e
che sono un patrimonio di esperienza e di amore vero per i Verdi
ELEZIONI EUROPEE
Condividiamo la scelta dei 12 punti dei Verdi europei, ma che devono essere necessariamente
declinati nel contesto italiano e allo stesso tempo lombardo.
I candidati devono essere condivisi, in questo caso dai verdi della circoscrizione nord/ovest e non
calati dall'alto. I militanti devono essere coinvolti nelle decisioni e non devono essere usati per
organizzare qualche iniziativa elettorale
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
COSA VOGLIAMO
Costruire un soggetto ecologista democratico, pluralista e partecipativo, con l’obiettivo di
presentare proposte che possano riguardare il futuro di tutti noi. I diritti per noi devono essere
esigibili e devono valere per tutti. Per garantire queste possibilità occorrono regole condivise,
ovvero che vengano rispettate sempre, anche quando rispettarle potrebbe essere considerato una
perdita di tempo. Le regole in politica e nella nostra comunità sono sostanza.
LA LOMBARDIA NON E' CHIANCIANO
I Verdi lombardi hanno una grande responsabilità, hanno l’obbligo di costruire un percorso nuovo
per tutti i verdi, aperto e condiviso. Riproporre in Lombardia gli stessi schemi procedure e
modalità di confronto visti a Chianciano sarebbe un errore clamoroso, non sarebbe compreso e
accettato dai nostri iscritti che chiedono unità, condivisione e iniziative. Il vero cambiamento
consiste nell'accettare la fatica ma nel contempo la ricchezza e la (“bio” diversità) della
democrazia, senza forzature e convinzioni precostituite.
FEDERALISMO
Abbiamo bisogno di praticare più democrazia tra di noi nel rispetto delle norme statutarie.
Abbiamo bisogno di più federalismo.
BISOGNA garantire che le scelte e le decisioni vengano assunte nel CFN e siano declinate ai livelli
più prossimi ai militanti. Le scelte politiche e programmatiche spettano al CFN.
Il percorso che dall'alto verso il basso (ad esempio la scelta dei candidati alle elezioni politiche o
regionali) deve garantire la partecipazione e il parere degli organismi locali. In particolare in
Lombardia questo processo virtuoso non si è verificato causando molte critiche ma soprattutto
molti abbandoni di iscritti nuovi e vecchi al nostro partito.
Bisogna inoltre creare le condizioni di determinare anche un federalismo economico, non è più
pensabile che le risorse economiche del 2 per mille sia gestito esclusivamente dalla Federazione
nazionale, Bisogna pretendere che una quota da definire dei proventi del 2 per mille provenienti
dalla regione Lombardia venga qui destinata, anche ai livelli locali.
RISPETTO DELLE REGOLE.
Gli impegni presi con gli iscritti devono essere la pietra miliare dei nostri comportamenti, non deve
più succedere che gli eletti nelle istituzioni non versino una quota dei loro emolumenti, come
previsto dalle nostre regole, e dagli organismi corrispondenti che li hanno candidati e eletti.
Questo è un impegno che deve essere rispettato per contribuire al funzionamento della nostra
piccola ma preziosa macchina organizzativa. Non rispettare questi impegni oltre giustificare la non
candidabilità di chi ha avuto il privilegio di coprire un ruolo istituzionale grazie alle scelte dei
verdi, è la dimostrazione che occorre agire fino in fondo perché etica e morale debbano essere il
faro delle nostre scelte.
Mozione programmatica – “E’ Ora di Agire!”
COSA CI ASPETTA
Un lavoro intenso. Questo è il nostro impegno.
Ma soprattutto chiederemo sempre il contributo di tutti .
NOI VOGLIAMO veramente un soggetto politico ecologista plurale e collettivo. Non ci piace l'uomo
solo al comando. Del resto questo modello di partito è storicamente rappresentato dalle destre e
oggi dalla lega di Salvini e dai 5 stelle.
Noi vogliamo rappresentare un’alternativa unica e forte a questo modello come solo i Verdi
sanno essere.
I candidati Co-portavoce della Federazione dei Verdi della Lombardia
Cristina Ganini e Aldo GUastafierro
Nessun commento:
Posta un commento