Intervista al referente del movimento nonviolento ucraino: «Nessun conflitto ha solo due facce, noi e loro, c'è sempre un terzo lato, quello della verità. Invece si mandano armi». Di F. Ciarallo
«Il potere si basa su grandi bugie, che servono a dividere le persone per governarle - dice da Kiev il professor Yurii Sheliazhenko -. Solo la verità che unisce le persone, autorizza e porta la pace in modo nonviolento.»
Yurii Sheliazhenko, obiettore di coscienza, referente del movimento nonviolento ucraino, docente alla KROK University in Ucraina, è esponente del Beoc (Ufficio europeo obiezione di coscienza) e della War Resisters’ International (Internazionale dei resistenti alla guerra).
Vive a Kiev, in centro. «Dove sono io - dice nell'intervista realizzata pochi giorni fa - la situazione è tutto sommato tranquilla. C’è il coprifuoco ma qui fino ad ora non sparano e a dir la verità il cibo, l’acqua e l’elettricità non mancano. Non manca neppure Internet. Si sentono a tratti i bombardamenti in lontananza.»
Vive a Kiev, in centro. «Dove sono io - dice nell'intervista realizzata pochi giorni fa - la situazione è tutto sommato tranquilla. C’è il coprifuoco ma qui fino ad ora non sparano e a dir la verità il cibo, l’acqua e l’elettricità non mancano. Non manca neppure Internet. Si sentono a tratti i bombardamenti in lontananza.»
L’abbiamo incontrato “virtualmente”, anche per capire in che modo sostenere i nonviolenti ucraini.
«L’Ucraina è diventata un campo di battaglia della nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia - è la prima cosa che tiene a dirci Sheliazhenko -. Tutto è stato usato per la propaganda, è stato esasperato il nazionalismo militante del governo ucraino e il nazionalismo militante ugualmente dei separatisti filo-russi. La guerra già c’è da otto anni, e ha causato spargimento di sangue, migliaia di vittime tra civili, milioni di persone trasformate in rifugiati e sfollati interni, devastato la nostra economia e sfinito la nostra società. Ed ha portato a ciò che oggi vedete, a questa violenza inaudita.»
Il potere si basa su grandi bugie
Esiste in Ucraina una risposta nonviolenta alla guerra?«In Ucraina non esiste una cultura della nonviolenza, della pace, dei diritti umani. La cultura della pace è sottosviluppata. È vincente la logica della violenza. La propaganda mediatica del governo è impregnante. L’esercito è guidato da uno spirito di combattimento che viene alimentato ulteriormente dal sostengo militare internazionale, che dovrebbe invece concentrarsi ad aiutare i civili e gli obiettori di coscienza. La propaganda ha creato una polarizzazione all’interno della società ucraina, fino ad arrivare ad una tale escalation: oggi la normalità è avere civili armati. La propaganda fa passare questa resistenza violenta come giusta e il nostro come un popolo di eroi, ma non esiste una violenza giusta così come non esiste una guerra giusta. Il potere si basa su grandi bugie che svaniscono di fronte alla verità della realtà. Le bugie servono a dividere le persone per governarle. Solo la verità che unisce le persone, autorizza e porta la pace in modo nonviolento.»
A quali bugie ti riferisci?
«La più grande bugia è che noi siamo angeli e loro demoni. "Non abbiamo fatto nulla di male e siamo sempre stati un popolo pacifico", si afferma. Certo… pacifici ma armati fino ai denti. E ancora: "Loro ci hanno attaccato e noi non li abbiamo provocati… ci hanno invitato a colloqui di pace dove non avevano intenzione di arrendersi, quindi si sono meritati il nostro rifiuto di parlare". Tutto questo è frutto di propaganda, falsità, disinformazione. Proprio adesso che ci sarebbe bisogno di una negoziazione reale, stiamo andando verso la militarizzazione totale della popolazione.»
Inviare armi è follia
Cosa pensi della decisione dell’Unione Europea che oggi manda armi all’Ucraina?«Follia. È alimentare l’escalation e lo spargimento di sangue. I media internazionali sono manipolati dalla macchina da guerra. La guerra era evitabile, è stata una scelta. Per fermare la macchina dovremmo unirci e dire più forte che la guerra non è una soluzione, i colloqui di pace inclusivi e in buona fede, le negoziazioni sono la soluzione. Non ci sono buoni o cattivi, solo buoni comportamenti da premiare e cattivi comportamenti da evitare. Nessun conflitto ha solo due facce, noi e loro, c’è sempre un terzo lato, quello della verità. Invece si mandano armi.»
Sostenere la via nonviolenta per un futuro di pace
Di cosa avete davvero bisogno oggi?«I nostri bisogni? Combattere la propaganda mediatica. C’è bisogno di pressione internazionale per il cessate il fuoco e per arrivare a una vera negoziazione. Bisogna diffondere la verità sia in Ucraina che in Russia, considerando anche che la situazione attuale è il risultato di anni di sostegno internazionale sbagliato, ovvero militare e non pacifista. Dovete aiutare e sostenere la popolazione civile e gli obiettori, e pensare al futuro, non solo in termini di ricollocamento dei rifugiati ma per costruire un’idea e un investimento per un nostro futuro di pace, perché possiamo vivere qui, in autonomia, nel nostro Paese.»
Sei anche un professore universitario, un educatore, come sono visti i nonviolenti in Ucraina?
«Qui la nonviolenza non è contemplata, siamo visti come traditori, per molti pacifisti la situazione è critica. Uno dei rappresentanti del movimento nonviolento è sotto processo. Noi siamo teorici, purtroppo, non abbiamo esperienze di attivismo sul campo, ne avremmo bisogno. Così come abbiamo bisogno di speranza e sostegno internazionale dei nonviolenti...»
Qui la nostra conversazione si interrompe bruscamente, a Kiev suonano le sirene. In seguito Yurii ci fa sapere che l’allarme è rientrato, e lui sta bene. Nel frattempo sulla sua pagina facebook lo insultano, lo chiamano: “traditore della Patria”.
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