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La struttura della dogana austriaca che ancora oggi sorge in posizione strategica presso il ponte sul Naviglio Grande, costituì dalla sua fondazione nel 1836 sino al 1859 uno dei punti di passaggio obbligati per quanti volessero valicare il confine tra il Regno Lombardo-Veneto ed il Regno di Sardegna.
VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=yEwVhGT15TY&t=3s
La struttura era costituita da un complesso di edifici amministrativi e doganali disposti su tre piani che comprendevano anche una caserma propriamente detta, oltre ad una vasta area e circondata da spessi bastioni di difesa che confinavano con l'alzaia del Naviglio; vi era anche un portico per le ispezioni doganali le cui luci sono state chiuse in seguito. Originariamente, secondo il progetto presentato a Ferdinando I d'Austria, la struttura doveva essere molto più grande, con una struttura ottagonale con cupola e tiburio centrale rialzato dove si trovava l'area per le ispezioni, preceduta da un portico a pilastri con tre arcate sovrastato da un timpano decorato con altorilievi. Questo progetto, per quanto posto in bozza, non venne realizzato probabilmente per mancanza di fondi.
Sul lato opposto si trovavano invece gli edifici residenziali del comandante della dogana e della sua famiglia, oltre alle case degli ufficiali di posto ed alle residenze degli impiegati. Tutte queste strutture si sono conservate praticamente intatte sino ai nostri giorni.
Fu questo complesso, dopo la storica Battaglia di Magenta a fornire una delle basi per la creazione del villaggio operaio della fabbrica S.A.F.F.A., la quale venne rilevata dall'industriale Giacomo Medici.
Oggi, sulla facciata del portico delle ispezioni doganali, si trova una targa commemorativa degli eventi del 4 giugno 1859 che consacrarono la vittoria dei franco-piemontesi in un punto strategico che permise non solo l'ingresso alla città di Magenta, ma anche il successivo passaggio a Milano, compiendo il primo passo verso l'unità nazionale.
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