Riportiamo la riflessione di un noto cantautore, tra le più lucide apparse sul web
per il resto, lasciamo spazio alle immagini e a un breve VIDEO 1 maggio 2018 Milano
Primo Maggio, festa del lavoro.
Leggo qui e lì un nuovo slogan: “non c’è niente da festeggiare”.
Leggo qui e lì un nuovo slogan: “non c’è niente da festeggiare”.
Faccio notare che, oltre le varie ragioni antropologiche per cui da sempre il Primo Maggio è occupato da una ritualità di passaggio, nella Storia contemporanea del Movimento Operaio si celebrano oggi i sette martiri di Chicago. Sette lavoratori morti.
Insomma non è che i nostri nonni socialisti e anarchici che occupavano le strade con il plausibile timore di essere mitragliati avessero proprio un granché da festeggiare. Non è che sotto il fascismo i noti sovversivi presi a botte perché si ostinavano a cantare l’Internazionale in questo giorno avessero tanto da rallegrarsi.
Per noi oggi non c’è “niente da festeggiare” forse perché al contrario di tutti loro non abbiamo più fede in noi stessi. Non pensiamo più che se ci uniamo vinceremo, non ci mettiamo più il cuore, di modo che il rancore degli sfruttati - una passione triste - si possa trasformare in odio di classe e ribaltare il mondo. Non amiamo chi verrà dopo di noi più di noi stessi, non crediamo nel futuro dei nostri figli.
Forza compagni, la vita è ora e va celebrata con l’idea del cambiamento, con la forza delle mani unite, col progetto di un Mondo diverso.
Viva il Primo Maggio, Viva l’Internazionale dei Lavoratori
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