martedì 26 agosto 2025

Record di Leonardo e Sofia a Milano. I nomi più diffusi. Milano agosto 2025

 ðŸ‘¶ A Milano nel 2024 sono nati 9.147 bambini e bambine: nel 18,6% dei casi Ú stato scelto il doppio cognome e nel 13,6% quello materno. Tra i nomi, le preferenze dei genitori premiano Leonardo e Sofia, che guidano anche le classifiche del primo semestre 2025.

📊 I Municipi con più nascite sono stati l’8, il 9 e il 7; tra i quartieri spiccano Buenos Aires–Porta Venezia–Porta Monforte, Bande Nere e Villapizzone-Cagnola-Boldinasco.

🌍 Nel 72% dei casi la mamma ha cittadinanza italiana (età media 35,5 anni), mentre tra le straniere prevalgono egiziane, cinesi e filippine.

ℹ️ Tutti i dettagli 👉 https://www.comune.milano.it/-/anagrafe.-leonardo-e-sofia-i-nomi-piu-scelti-per-i-nuovi-nati.-nel-2024-il-18-6-registrato-con-il-doppio-cognome

lunedì 25 agosto 2025

Inchiesta urbanistica: Catella a Tancredi, deroghiamo a vincolo Cimitero Monumentale

 Vogliono fare mercimonio di tutto, comprese le aree di rispetto cimiteriale.

Inchiesta urbanistica: Catella a Tancredi, deroghiamo a vincolo Cimitero Monumentale

Inchiesta urbanistica: Catella a Tancredi, deroghiamo a vincolo Cimitero Monumentale Milano, 25 ago. (LaPresse) - Manfredi Catella avrebbe cercato di aggirare il vincolo di "assoluta inedificabilità" del Cimitero Monumentale di Milano convincendo l'ex assessore Giancarlo Tancredi e il direttore generale del Comune di Milano a concedere una "deroga". Lo scrive la Procura negli atti depositati al Tribunale del riesame che venerdì ha liberato dagli arresti domiciliari il ceo e fondatore di Coima e fra 43 giorni depositerà le motivazioni della decisione. I pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano fanno riferimento a una delle circostanze emerse dalle chat acquisite sul cellulare dell'immobiliarista. Si tratta della vendita dei lotti 'Cenisio 2/Messina 50' e 'Largo De Benedetti/Messina 53' di proprietà pubblica, rispettivamente con basi d'asta da 38 e 28 milioni di euro, nei pressi del più grande e storico cimitero di Milano. Il primo lotto ha un "vincolo di inedificabilità" che vieta le costruzioni in fascia di "prossimità" fino a 200 metri di distanza dai cimiteri. Una norma (nazionale) nata sia per ragioni igienico-sanitarie, quanto per la sacralità dei luoghi e per permettere il futuro ampliamento delle zone adibite a sepolcri. Proprio per questa ragione il primo bando Ú andato deserto il 29 settembre 2022. Il 10 marzo 2023 Catella scrive a Tancredi: "Per Cenisio vediamo come trovare la soluzione che consenta di accelerare la riqualificazione di quel quadrante". Il giorno successivo chatta sia con Malangone che Tancredi, in vista di un possibile nuovo bando di gara, in due conversazioni private differenti a cui inoltra lo stesso messaggio: "A valle di Cenisio ho riepilogato azioni per ns (nostro, ndr) team che ti allego sotto per contribuire ad una soluzione". Il ceo di Coima chiede una "deroga" al vincolo cimiteriale perché in "assenza" della stessa la "inedificabilità del lotto specifico" sarebbe "pressoché totale". Ricorda ad assessore e dirigente che non era questo "l'oggetto del bando rispetto alla SL (superficie lorda, ndr) edificabile" e che il prezzo di decine di milioni di euro (la "valutazione") "assumo non derivi da una perizia che tenesse in conto la non edificabilità". Per il 57enne c'Ú "interesse pubblico alla deroga" perché per Palazzo Marino esiste il "rischio di non vendere". Nel lungo messaggio elenca le azioni e le "condizioni di edificabilità". Fra cui il "tema della deroga come condizione risolutiva necessaria" e da far "esplicitare" al Comune nel contratto "preliminare" di vendita con un "iter" compatibile con il "cronoprogramma industriale e comunque entro il rogito". Tancredi risponde: "Molto utile. Faremo presto un confronto interno per valutare come procedere". In quelle settimane il tema Ú sentito dall'amministrazione comunale. Nella chat Tancredi-Malangone con la dirigente della Rigenerazione urbana, Simona Collarini, quest'ultima scrive il 2 marzo: "Cenisio ho capito che nell'ultimo incontro si Ú pensato utile verificare i passaggi per delibera di cc (consiglio comunale, ndr) per autorizzazione fascia rispetto cimiteriale". "Abbiamo provato a contattare Ats - scrive con riferimento all'Agenzia per la Tutela della Salute - ma non riusciamo ad avere un referente utile". Il 31 marzo Tancredi scrive a Catella. "Ciao Manfredi, possiamo vederci il 5 su Cenisio e Villaggio (olimpico, ndr)? Con te personalmente. Chiamami se puoi, anche più tardi". La Procura sottolinea che il vincolo cimiteriale "non Ú derogabile" e comunque non con un "bando" emanato attraverso determina dirigenziale. Aggiunge anche come l'interesse su quell'area di Cenisio sia datato nel tempo. Ad aprile 2022 Tancredi a Malangone: "Ma noi con le nostre aree Cenisio come siamo messi? Perché ho in adiacenza due progetti di Boeri e Scandurra" dice con riferimento a Stefano Boeri e all'architetto Alessandro Scandurra, indagato per la corruzione con Catella. "Maran non ci voleva fare reventing?" risponde Malangone citando Reinventing cities, il bando internazionale per la rigenerazione urbana che, sulla carta, predilige progetti sociali e sostenibili sotto il profilo ambientale. "Reinventing mi pare un pò sprecato...quelle valgono", risponde l'ex assessore che il 24 maggio 2022 rincara: "Devo parlare a te e a Beppe di due cose potentissime". La seconda "Ú uno studio su Cenisio che ho chiesto a Boeri e Scandurra, anche per sviluppo nostra area. Loro progettano due delle torri per proprietà private". E infine aggiunge i progetti in cantiere: "1 San Siro, 2 Cadorna, 3 Bovisa Piano, 4 Snai, 5 Cenisio. Un bombardamento". CRO LOM flo/sid 251714 AGO 25


Inchiesta urbanistica: pm riparte da Cassazione, 'abusivi 12 progetti di Catella' Milano, 25 ago. (LaPresse) - 


Dodici progetti immobiliari di Coima e Manfredi Catella a Milano sarebbero illegali, approvati senza "piano attuativo" e realizzati o da realizzare in violazione delle leggi nazionali su distanze, altezze, volumetrie degli edifici e standard o servizi pubblici da garantire per le nuove costruzioni nei quartieri. La Procura di Milano non si ferma dopo lo stop agli arresti sancito dal Tribunale del riesame nell'inchiesta sull'urbanistica, 3 completamenti annullati in attesa delle motivazioni fra un mese e 3 sostituiti da una interdittiva per corruzione, fra cui cui l'ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi. L'elenco completo dei cantieri ritenuti illegittimi, sotto diversi profili urbanistici e non, emerge dalle memorie depositate dai pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano che ora stanno valutando se presentare ricorso per Cassazione: di certo si rivolgeranno ai giudici della Suprema Corte che gli hanno già dato ragione sugli abusi edilizi in fase cautelare nel caso in cui gli arresti siano stati annullati per assenza dei "gravi indizi", mentre sono in corso valutazioni se le scarcerazioni fossero dipese solo dalle esigenze cautelari. Per i pm i progetti illegali di Coima sono quelli delle "aree Porta Nuova Gioia" fra cui P39 ex Pirellino, che vede indagati per induzione indebita anche il sindacato Giuseppe Sala e il dg del Comune Christian Malangone, P30 e P32 per due "torri gemelle di 13 piani", l'ex Palazzo Telecom di via Pirelli 35 trasformato con aumenti di "altezza" e "cubatura" ed edificato all'interno di un "cortile". Ci sono poi i cosiddetti 'Portali' di Gioa 20 est e Gioia 20 ovest, rispettivamente di 98 e 64 metri di altezza, il grattacielo 'Scheggia di vetro' di Gioia 22, il progetto non ancora realizzato di una torre di 17 piani sull'ex area di proprietà comunale di Largo De Benedetti. L'elenco contiene anche i progetti di sviluppo per le aree messe a bando dal Comune in via Cenisio 2/via Messina 50 e Largo De Benedetti 1/via Messina 53, oggetto anche dell'accusa di corruzione di cui Catella risponde per aver commissionato incarichi all'ex componente della commissione paesaggio, Alessandro Scandurra. 


Inchiesta urbanistica: pm riparte da Cassazione, 'abusivi 12 progetti di Catella'-2- Milano, 25 ago. (LaPresse) - 


Infine la Procura inserisce fra i progetti illegittimi anche lo Scalo Romana per il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026, in futuro da convertire in studentato, comprato da Coima in cordata con Covivio e Prada Holding per 180 milioni di euro offerti a FS Sistemi Urbani (fu l'unica offerta). Al privato sarebbe stata riconosciuta una "massiccia volumetria" con lo strumento dell'Accordo di Programma del 2017, non compensata da un "giusto contrappeso" e con una "pianificazione priva di interesse pubblico". Sullo Scalo inoltre i neoproprietari avrebbero utilizzato un "bando privato" con "giuria privata" per "selezionare il miglior progetto di urbanizzazione", Ciò sarebbe avvenuto con una "espropriazione della funzione pianificatoria pubblica attribuita inderogabilmente al Consiglio comunale" e violando la legge regionale lombarda sul consumo di suolo. Infine i 60mila metri quadrati dell'area Valtellina confinante con un altro degli scali ferroviari dismessi, quello di Farini, sarebbe oggetto di "massiccia edificazione" senza un "piano attuativo". Proprio dalle leggi sul piano attuativo i pm ripartono, dato che la Cassazione ha completamente dato loro ragione nei fascicoli degli ultimi 3 anni. In particolare il 23 luglio, nella sentenza relativa al sequestro delle Residenze Lac di via Cancano, gli ermellini hanno scritto che a Milano si sono verificati "guasti urbanistici" a causa dello "sfruttamento intensivo del territorio". Per la Cassazione la pianificazione urbanistica pubblica serve a garantire la "normativa antisismica", la "prevalenza statale nella gestione del territorio", le "infrastrutture" e la "migliore crescita" sia in termini "economici" che "sociali" prevedendo "centri funzionali di aggregazione, studio, crescita, cura, e formazione della persona". Diritti collettivi che non sono in "contrapposizione" con quelli "personali" come quello "della abitazione (per giunta nella struttura abusiva)", hanno concluso. Così come ha stabilito, citando la Corte Costituzionale, che i limiti inderogabili di altezza, distanza e densità edilizia "hanno efficacia vincolante anche verso il legislatore regionale" perché esistono a "tutela del 'primario interesse generale all’ordinato sviluppo urbano'". 


Inchiesta urbanistica, al vaglio progetto vicino Monumentale Tancredi in chat nel 2022, 'due torri di Boeri e Scandurra' (ANSA) - MILANO, 25 AGO - 


Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, avrebbe, da un lato, lavorato su richiesta dell'allora assessore Giancarlo Tancredi "per studiare lo sviluppo" immobiliare delle "aree Cenisio", vicine al Cimitero Monumentale e per questo sottoposte a "vincolo di inedificabilità", e dall'altro si sarebbe fatto "pagare dal privato", ossia Coima "interessata" a quelle aree. E ciò nell'ambito di "quell'unico complessivo accordo di corruzione, in base al quale Scandurra metteva a disposizione di Catella", fondatore della sgr, "la sua funzione di componente della Commissione". Dagli atti depositati dai pm al Riesame, che nei giorni scorsi ha rimesso in libertà tutti e sei gli arrestati nella maxi indagine sull'urbanistica, tra cui gli stessi Catella, Scandurra e Tancredi (quest'ultimo con interdittiva) risulta, infatti, che la Procura diretta da Marcello Viola, coi pm Petruzzella, Filippini, Clerici e l'aggiunta Siciliano, sta indagando anche su quel progetto di sviluppo immobiliare, non andato a buon fine, vicino allo storico Monumentale a partire da una serie di chat acquisite dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. "Ma noi con le nostre aree Cenisio come siamo messi? - scriveva l'allora assessore Tancredi il 15 aprile 2022 al dg del Comune Christian Malangone, anche lui tra gli oltre 70 indagati - Perché ho in adiacenza due progetti di Boeri e Scandurra. Potremmo pensare a un progetto d'area complessivo che fa da cornice al nostro intervento/valorizzazione". E ancora il 24 maggio di tre anni fa sempre Tancredi a Malangone: "uno studio su Cenisio che ho chiesto a Boeri e Scandurra, anche per sviluppo nostra area. Loro progettano due delle torri per proprietà private". I pm, sulla base di un'informativa del 7 agosto della Gdf, evidenziano "come la prima richiesta di pagamento inviata da Scandurra a Coima sia del 24/2/2022, quindi ben 5 mesi prima della pubblicazione del bando del Comune (luglio 2022) e riguarda lo studio di fattibilità relativo al lotto 1 (area di via Messina 50-Cenisio), ciò evidentemente Ú coerente con l'interesse da parte di Coima su quelle aree, anche in un momento precedente al Bando Comunale".


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sabato 23 agosto 2025

𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 𝐈𝐋 𝟔 𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄𝐌𝐁𝐑𝐄 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐌𝐈𝐋𝐀𝐍𝐎 • 𝐂𝐎𝐑𝐓𝐄𝐎 𝐍𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄 𝐿𝐎 𝑇𝐞𝑅𝑅𝐎 𝑇𝑅𝐞𝑀𝐎 | 𝐌𝐿 𝐶𝐌𝐞𝐿 𝑆𝐌 𝑂𝑆𝐶𝑈𝑅𝐎 | 𝑄𝑈𝐞𝑆𝑇𝐎 𝑀𝐌𝐿𝐎𝑁𝑂 𝑁𝑂𝑁 𝐻𝐎 𝑃𝐎𝑈𝑅𝐎

 Giù le mani dalla città 

𝐆𝐈𝐔̀ 𝐋𝐄 𝐌𝐀𝐍𝐈 𝐃𝐀𝐋 𝐋𝐄𝐎𝐍𝐂𝐀𝐕𝐀𝐋𝐋𝐎

𝑃𝑒𝑟 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑎

𝑃𝑒𝑟𝑐ℎe' 𝑠𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑒 𝑑𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑖𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑖𝑣𝑖, 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑖𝑑𝑎𝑙𝑖

𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 𝐈𝐋 𝟔 𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄𝐌𝐁𝐑𝐄 𝟐𝟎𝟐𝟓

𝐌𝐈𝐋𝐀𝐍𝐎 • 𝐂𝐎𝐑𝐓𝐄𝐎 𝐍𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄

𝐿𝐎 𝑇𝐞𝑅𝑅𝐎 𝑇𝑅𝐞𝑀𝐎 | 𝐌𝐿 𝐶𝐌𝐞𝐿 𝑆𝐌 𝑂𝑆𝐶𝑈𝑅𝐎 | 𝑄𝑈𝐞𝑆𝑇𝐎 𝑀𝐌𝐿𝐎𝑁𝑂 𝑁𝑂𝑁 𝐻𝐎 𝑃𝐎𝑈𝑅𝐎


Nella giornata del 21 agosto 2025 Ú avvenuto lo sgombero/sfratto del Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito.

𝐹𝑢𝑙𝑚𝑖𝑛𝑒, 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑢𝑙𝑚𝑖𝑛𝑖. 𝐎𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎 𝑖 𝑐𝑢𝑝𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑖𝑣𝑖𝑎𝑚𝑜.


La politica istituzionale (nelle sue due forme di potere esecutivo centrale e amministrativo locale) si Ú dimostrata ancora una volta opprimente e al servizio degli interessi di speculatori, faccendieri, ricchi immobiliaristi, guerrafondai.

Nella giornata del 21 agosto, su una torta già ben guarnita, qualcuno ha voluto mettere la sua ciliegia candita.

Sappiamo bene che Ú in mano neofascista il Governo di questo paese.

Altrettanto bene sappiamo chi governa da 15 anni Milano e al soldo di quali economie.

Pensiamo Sala, la sua Giunta e il Consiglio Comunale, come responsabili della fine del Leoncavallo in via Watteau. Artefici dei Piani del Governo del Territorio e dei rapporti di sudditanza con la finanza immobiliare (ieri la società quotata in borsa dei Cabassi, appena dopo lo sgombero, Ú salita ben oltre il 4%) come le cronache di questi giorni non fanno che confermare.

Indipendentemente da quello che dice la magistratura, gli amministratori milanesi, in sinergia con gli speculatori immobiliari, hanno fatto di Milano una città esclusiva per ricchi, espulsiva per le classi più povere e per una consistente fetta di ceto medio.

Hanno messo le basi per fare di Greco, l’ennesimo quartiere da asservire alla gentrificazione.

Hanno reso possibile, proprio in Via Watteau, la trasmutazione di una carrozzeria di un piano con cortile in un palazzo pseudo lussuoso di oltre dieci piani.

Loro non hanno vincolato l’area ex industriale a una destinazione d’uso non favorevole alla Società L’Orologio s.r.l, anzi, hanno steso un tappeto gentry, per la speculazione immobiliarista.

Loro, al Leoncavallo, hanno offerto una polpetta avvelenata di amianto e sfasciume nell’estrema periferia sud.


Non da meno, la destra neofascista, ha deciso di forzare la mano, mostrare i muscoli e digrignare i denti, alimentando la campagna elettorale permanente in cui sguazza (a Milano Ú imminente, giacché parliamo del 2026), per mostrare lo scalpo di chi le Ú ostile e per fare, anch’essa, gli interessi dei più forti e ricchi. I medesimi forti, i medesimi ricchi.


Da questo punto in poi Ú necessario aprire le porte a nuove possibilità.


La risposta data, nel far fronte a questa aggressione insana, Ú stata viscerale e forte, malgrado lo sgomento che ha travolto tutte/i, ha tracciato un primo passo per un tragitto che dovrà essere capace di rilanciare non solo un futuro per il Leoncavallo. Le persone che hanno animato questo Spazio Pubblico Autogestito negli anni, le cinque generazioni che ne hanno Storia, i collettivi, le realtà politiche, i gruppi informali e soprattutto i singoli che fino a pochi giorni prima hanno attraversato il Leoncavallo, con le loro piccole e grandi differenze e biografie, hanno manifestato tormento e rabbia, si sono dette vive e presenti, nonostante la pioggia battente, arrivando anche da lontano. In un agosto che si pensava deserto hanno ripopolato le vie attigue l’ingresso del Leo, sono accorse numerosissime in difesa di uno spazio fisico, di un simbolo, di una idea diversa di abitare la città e paese, con generosità e premura, guidate da una spinta più alta dell’interesse personale.


Nella giornata del 21 agosto 2025, una forza sociale che mancava da anni si Ú affacciata all’angolo con Via Watteau.


Questa forza sociale potrà essere generativa per Milano e per questo paese. Non sarà di sicuro facile. Il possibile chiede sempre forti energie per inverarsi. Bisognerà sforzarsi di dire l’indicibile, di indagare le trasformazioni sociali e antropologiche, aver ben chiare le responsabilità politiche, immaginare nuovi linguaggi, nuove pratiche.


Noi, nel nostro piccolissimo, dalle nostre province e periferie, con le tante vignaiole/i e le agricolture con cui siamo cresciute/i e abbiamo trovato casa anche e soprattutto al Leoncavallo, proveremo a portare il nostro contributo per far sì che il 6 settembre sia una tappa importante contro il fascismo di governo e la gentrificazione di chi amministra, gomito a gomito con la finanza immobiliare, le città.

Per difendere, immaginare e costruire comunità autonome e perturbanti nella metropoli.


La Terra Trema | Folletto25603 


𝐋𝐢𝐧𝐀 𝐧𝐞𝐢 𝐜𝐚𝐊𝐊𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐢𝐧 𝐛𝐢𝐚, 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐝𝐢𝐞𝐫𝐧𝐚 𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐞𝐯𝐢𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚.

𝐈𝐧 𝐡𝐚𝐊𝐞𝐩𝐚𝐠𝐞 𝐬𝐮 𝐰𝐰𝐰.𝐥𝐚𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚𝐭𝐫𝐞𝐊𝐚.𝐚𝐫𝐠


Trattore: Giacomo Silva, 2017

𝐆𝐈𝐔̀ 𝐋𝐄 𝐌𝐀𝐍𝐈 𝐃𝐀𝐋 𝐋𝐄𝐎𝐍𝐂𝐀𝐕𝐀𝐋𝐋𝐎

𝑃𝑒𝑟 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑎

𝑃𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑠𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑒 𝑑𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑖𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑖𝑣𝑖, 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑖𝑑𝑎𝑙𝑖


𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 𝐈𝐋 𝟔 𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄𝐌𝐁𝐑𝐄 𝟐𝟎𝟐𝟓

𝐌𝐈𝐋𝐀𝐍𝐎  •  𝐂𝐎𝐑𝐓𝐄𝐎 𝐍𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄

𝐿𝐎 𝑇𝐞𝑅𝑅𝐎 𝑇𝑅𝐞𝑀𝐎 | 𝐌𝐿 𝐶𝐌𝐞𝐿 𝑆𝐌 𝑂𝑆𝐶𝑈𝑅𝐎 | 𝑄𝑈𝐞𝑆𝑇𝐎 𝑀𝐌𝐿𝐎𝑁𝑂 𝑁𝑂𝑁 𝐻𝐎 𝑃𝐎𝑈𝑅𝐎


Nella giornata del 21 agosto 2025 Ú avvenuto lo sgombero/sfratto del Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito.

𝐹𝑢𝑙𝑚𝑖𝑛𝑒, 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑢𝑙𝑚𝑖𝑛𝑖. 𝐎𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎 𝑖 𝑐𝑢𝑝𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑖𝑣𝑖𝑎𝑚𝑜.


La politica istituzionale (nelle sue due forme di potere esecutivo centrale e amministrativo locale) si Ú dimostrata ancora una volta opprimente e al servizio degli interessi di speculatori, faccendieri, ricchi immobiliaristi, guerrafondai.


Nella giornata del 21 agosto, su una torta già ben guarnita, qualcuno ha voluto mettere la sua ciliegia candita.

Sappiamo bene che Ú in mano neofascista il Governo di questo paese.

Altrettanto bene sappiamo chi governa da 15 anni Milano e al soldo di quali economie.

Pensiamo Sala, la sua Giunta e il Consiglio Comunale, come responsabili della fine del Leoncavallo in via Watteau. Artefici dei Piani del Governo del Territorio e dei rapporti di sudditanza con la finanza immobiliare (ieri la società quotata in borsa dei Cabassi, appena dopo lo sgombero, Ú salita ben oltre il 4%) come le cronache di questi giorni non fanno che confermare.

Indipendentemente da quello che dice la magistratura, gli amministratori milanesi, in sinergia con gli speculatori immobiliari, hanno fatto di Milano una città esclusiva per ricchi, espulsiva per le classi più povere e per una consistente fetta di ceto medio.

Hanno messo le basi per fare di Greco, l’ennesimo quartiere da asservire alla gentrificazione.

Hanno reso possibile, proprio in Via Watteau, la trasmutazione di una carrozzeria di un piano con cortile in un palazzo pseudo lussuoso di oltre dieci piani.

Loro non hanno vincolato l’area ex industriale a una destinazione d’uso non favorevole alla Società L’Orologio s.r.l, anzi, hanno steso un tappeto gentry, per la speculazione immobiliarista.

Loro, al Leoncavallo, hanno offerto una polpetta avvelenata di amianto e sfasciume nell’estrema periferia sud.


Non da meno, la destra neofascista, ha deciso di forzare la mano, mostrare i muscoli e digrignare i denti, alimentando la campagna elettorale permanente in cui sguazza (a Milano Ú imminente, giacché parliamo del 2026), per mostrare lo scalpo di chi le Ú ostile e per fare, anch’essa, gli interessi dei più forti e ricchi. I medesimi forti, i medesimi ricchi.


Da questo punto in poi Ú necessario aprire le porte a nuove possibilità.


La risposta data, nel far fronte a questa aggressione insana, Ú stata viscerale e forte, malgrado lo sgomento che ha travolto tutte/i, ha tracciato un primo passo per un tragitto che dovrà essere capace di rilanciare non solo un futuro per il Leoncavallo. Le persone che hanno animato questo Spazio Pubblico Autogestito negli anni, le cinque generazioni che ne hanno Storia, i collettivi, le realtà politiche, i gruppi informali e soprattutto i singoli che fino a pochi giorni prima hanno attraversato il Leoncavallo, con le loro piccole e grandi differenze e biografie, hanno manifestato tormento e rabbia, si sono dette vive e presenti, nonostante la pioggia battente, arrivando anche da lontano. In un agosto che si pensava deserto hanno ripopolato le vie attigue l’ingresso del Leo, sono accorse numerosissime in difesa di uno spazio fisico, di un simbolo, di una idea diversa di abitare la città e paese, con generosità e premura, guidate da una spinta più alta dell’interesse personale.


Nella giornata del 21 agosto 2025, una forza sociale che mancava da anni si Ú affacciata all’angolo con Via Watteau.


Questa forza sociale potrà essere generativa per Milano e per questo paese. Non sarà di sicuro facile. Il possibile chiede sempre forti energie per inverarsi. Bisognerà sforzarsi di dire l’indicibile, di indagare le trasformazioni sociali e antropologiche, aver ben chiare le responsabilità politiche, immaginare nuovi linguaggi, nuove pratiche.


Noi, nel nostro piccolissimo, dalle nostre province e periferie, con le tante vignaiole/i e le agricolture con cui siamo cresciute/i e abbiamo trovato casa anche e soprattutto al Leoncavallo, proveremo a portare il nostro contributo per far sì che il 6 settembre sia una tappa importante contro il fascismo di governo e la gentrificazione di chi amministra, gomito a gomito con la finanza immobiliare, le città.

Per difendere, immaginare e costruire comunità autonome e perturbanti nella metropoli.


La Terra Trema  | Folletto25603 


𝐋𝐢𝐧𝐀 𝐧𝐞𝐢 𝐜𝐚𝐊𝐊𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐢𝐧 𝐛𝐢𝐚, 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐝𝐢𝐞𝐫𝐧𝐚 𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐞𝐯𝐢𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚.

𝐈𝐧 𝐡𝐚𝐊𝐞𝐩𝐚𝐠𝐞 𝐬𝐮 𝐰𝐰𝐰.𝐥𝐚𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚𝐭𝐫𝐞𝐊𝐚.𝐚𝐫𝐠


Trattore: Giacomo Silva, 2017






Due video di quiMilano de laterratrema


E da la cascina Caremma 

Consumare, costruire, reprimere. 

Il Leoncavallo Ú stato sfrattato. 

Il luogo simbolo che ha portato alla città differenti visioni e espressioni culturali Ú stato chiuso. 

L’ultimo baluardo e dimora di un chiaro e rumoroso pensiero critico, attivo e creativo su Milano Ú stato sgomberato. 

Musica, arte, cibo, vino, idee, affermazioni, discussioni: il Leoncavallo ha formato tanti cervelli, abituandoli prima dì tutto a sentirsi umanamente parte di qualcosa. 

Per noi il Leoncavallo Ú La Terra Trema. Con i ragazzi del Folletto, si Ú condiviso tanto. Paolo, Laura, Gabriele, Luca e tutti i ragazzi della Terra Trema hanno organizzato una manifestazione di tre giorni incredibile, spettacolare, intensa, divertente, significativa, formativa, densa di etica e rispetto verso la figura del contadino come primo artigiano nel mondo.

Organizzare la “missione Terra Trema” era l’evento dell’anno. Scalpitavamo tutti già molti mesi prima. Una gara a dire “io voglio venire!”. Proprio come in una vera e propria battaglia. Essere lì era soprattutto un grande onore e un entusiasmante piacere poter ogni anno contribuire ad una manifestazione così all’avanguardia.

Al Leoncavallo ogni forma artistica assumeva connotati più profondi. La Terra Trema ha svelato alla città ciò che si nasconde dietro un semplice bicchiere di vino. Superare una condizione e percezione dell‘enogastronomia superficiale legata ai più banali dei cinque sensi, ma anzi legare il cibo alla terra, all’uomo, al contadino che lotta e resiste per amore di un territorio e di un lavoro. Costudire, creare, coltivare, portare un valore reale e concreto ad una comunità. 

Questo Ú la Terra Trema, questo Ú il Leoncavallo.


Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito La Terra Trema







venerdì 22 agosto 2025

Bologna. A volte vincono gli ambientalisti. 22.8.2025

 DEBUNKING REPUBBLICA SUL GIARDINO SAN LEONARDO                      

Il caso del Giardino San Leonardo non Ú una storia di cittadini “ideologici” che bloccano il progresso. È, piuttosto, la storia di un’operazione di scambio opaca tra amministrazione comunale e Johns Hopkins University, naufragata per ragioni che il Comune ha cercato in tutti i modi di occultare, costruendo una narrazione a proprio vantaggio e scaricando le colpe sul comitato .Il cuore dell’accordo non era il decoro, ma la caffetteria, fin dall’inizio, la vera contropartita non era la cura del giardino, ma la concessione di spazi commerciali nell’area pubblica. La caffetteria dell’ateneo, fino ad allora interna e riservata, sarebbe diventata accessibile al pubblico, con tavolini nel giardino. Un’operazione apparentemente innocua, ma che avrebbe garantito a Johns Hopkins non solo prestigio, ma anche una posizione strategica di presidio in un’area centrale, con un punto di incontro simbolico tra “università globale” e città. L’amministrazione, presentando questa opzione come “valorizzazione del verde” e “cura del decoro”, ha occultato il dato reale: un pezzo di spazio pubblico stava per essere concesso a un privato. Quando la protesta esplode, la narrativa ufficiale la riduce a “eco-attivisti contro tre allori” e, successivamente, a un rifiuto ideologico legato a “vicinanze geopolitiche scomode” (Israele). In realtà, il comitato ha colpito nel segno fin dall’inizio, evidenziando la pericolosità di un precedente: un giardino pubblico ridotto a pertinenza di un’università d’élite. Ma c’Ú un punto che il Comune non ammette: le mobilitazioni hanno reso inattivabile la concessione commerciale, trasformando la caffetteria in un obiettivo sensibile. Un luogo di presidio e contestazione permanente, esposto a danneggiamenti, tensioni e rischi per la sicurezza. Per un ateneo come Johns Hopkins, che basa la sua immagine su prestigio e stabilità, questo era un rischio insostenibile. È qui che il progetto crolla. Non per i tre allori, non per il “no a Israele”, ma perché la condizione essenziale dell’accordo non era più praticabile.

 Di fronte a questo scenario, l’assessore Raffaele Laudani convoca un’assemblea con il comitato e i cittadini. Un incontro presentato come un atto di dialogo, con tanto di promessa di salvare gli allori e “ripensare il progetto”. Ma Ú probabile che il Comune sapesse già che senza la caffetteria aperta al pubblico l’operazione era morta.

L’incontro, dunque, non era finalizzato a trovare una soluzione, ma a costruire la narrazione dell’occasione persa per colpa del comitato. La frase di Laudani – «Vi prendete la responsabilità che tutto resti così» – non era una constatazione, ma un dispositivo retorico per addossare il fallimento a chi aveva denunciato l’operazione. Quella riunione Ú stata un teatro politico: mentre si parlava di tavoli tecnici e mediazione, il Comune stava già preparando la versione ufficiale, pronta a circolare sui giornali.

Le fake news istituzionali:

L’articolo uscito sui media locali Ú il prodotto di questa strategia. Contiene tre elementi chiave di disinformazione:

1. Il problema ridotto agli allori e al decoro – Il nodo vero (la concessione commerciale) scompare, sostituito dalla caricatura di attivisti che difendono tre alberi.

2. Il rifiuto ideologico come colpa – Si introduce il frame del “no a Johns Hopkins perché vicino a Israele”, per dipingere la protesta come settaria e irrazionale.

3. Il Comune come mediatore ragionevole – Si accredita l’immagine di un’amministrazione aperta e dialogante, che “ci ha provato”, quando in realtà ha agito sapendo che l’accordo era già saltato.

Questo storytelling non Ú casuale: serve a proteggere il Comune da una verità politicamente imbarazzante, cioÚ aver lavorato a uno scambio non dichiarato con un soggetto privato, senza trasparenza, e averlo perso per sottovalutazione del conflitto sociale.

Conclusione: il fallimento Ú politico

Il ritiro di Johns Hopkins non Ú il frutto di un “integralismo ambientalista”. È il risultato di una trattativa opaca che Ú esplosa alla luce del sole. Un’operazione di scambio mascherata da filantropia, condotta senza un vero dibattito pubblico, e gestita con una strategia comunicativa che ha preferito mentire anziché ammettere l’errore.

Il nodo politico: investire risorse pubbliche

Se c’Ú una lezione da trarre da questa vicenda, Ú che la cura degli spazi pubblici non può dipendere da concessioni opache a soggetti privati. Il Giardino San Leonardo Ú patrimonio collettivo e come tale deve essere gestito.

L’argomento del Comune – “non ci sono risorse” – Ú poco credibile se pensiamo che la cifra necessaria per la riqualificazione del giardino non Ú molto distante da quanto già speso per iniziative discutibili, come i cento alberi in vaso posizionati nelle piazze cittadine, operazione dal forte sapore di greenwashing.

Se Bologna può investire centinaia di migliaia di euro in un allestimento temporaneo di alberi trasportati su camion, può destinare una cifra simile alla rigenerazione vera di un giardino storico, senza cedere pezzi di spazio pubblico a logiche di scambio.

La domanda, dunque, non Ú “chi pagherà?”, ma “quali sono le priorità?”. Il Comune ha l’occasione di dimostrare che la cura della città non Ú un’operazione di marketing, ma un impegno concreto verso i cittadini.



giovedì 21 agosto 2025

Leoncavallo. Fratoianni (Avs), chi esulta per lo sgombero evidentemente Ú per le lobby e per la speculazione…

 Leoncavallo. Fratoianni (Avs), chi esulta per lo sgombero evidentemente Ú per le lobby e per la speculazione…

Nulla Ú più carente nelle nostre città degli spazi sociali, culturali e democratici, ma nonostante questo la destra di governo agisce per ridurli ulteriormente, facendo sgombrare il Leoncavallo a Milano, un’esperienza che per oltre trent’anni ha arricchito la vita sociale della città, mettendosi a disposizione di centinaia di associazioni e di diverse generazioni di artisti e attivisti. 

Questo sgombero Ú lo sgombero di chi non tollera la politica come organizzazione dal basso delle persone perché la concepisce solo come attività di supporto della speculazione e delle lobby. 

Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.

Colpisce che oggi a festeggiare lo sgombero del Leoncavallo - prosegue il leader di SI - ci sia anche lo stesso Salvini che da giovane nel ‘94 lo difese da un’altro tentativo di sgombero con un intervento in consiglio comunale: probabilmente all’epoca Salvini era ancora sensibile ai problemi dei giovani e delle persone comuni, oggi invece - conclude Fratoianni -   ad interessarlo sono solo i profitti delle grandi lobby.


Lo rende noto l’ufficio stampa Roma, 21 agosto 2025


Una immagine da Google maps mostra come nel luglio 2022, il magazzino era stato demolito e ancora non c'era una palazzina.
Una immagine, che dà il senso di tutto.


Sgombero Leoncavallo. Nota del Sindaco Sala

 NOTA DEL SINDACO SALA

Milano, 21 agosto 2025 – “Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non Ú stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo.

Per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite.

Ho ricevuto stamattina dal Prefetto la notizia.

L’intervento sul Leoncavallo era sì previsto, ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro. Come sottolineato da alcuni quotidiani, si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che potessero andare nel senso auspicato.

Sono convinto, e l'ho già dichiarato in precedenza, che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra città. È la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d’accordo tutti. A mio parere, questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni Ú un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale”.

Così il Sindaco di Milano Giuseppe Sala.


sabato 16 agosto 2025

FERRAGOSTO A PALAZZO MARINO 2025 foto e video

 FERRAGOSTO A PALAZZO MARINO

Dai social web cs Cantiere e altri 

Video focus quimilano 

Oggi abbiamo attraversato il centro della città, segregato dalle zone rosse e mangiato da turismo selvaggio e speculazione.

La lotta per la casa non va in vacanza, in tropp3 non possiamo permettercelo. 

I vari Catella, Oggioni e Tancredi normalmente potrebbero eccome, ma quest'anno sono a Milano con noi.

Ironia della sorte, magari quest'estate capiranno che deserto hanno creato.

La loro Milano del lusso Ú costruita sul'espulsione della povertà. 

La rigenerazione urbana Ú gentrificazione.

Non vogliamo la Milano delle week e del bosco verticale/orizzontale/obliquo. 

Vogliamo una Milano che da casa a chi ne ha bisogno. Una Milano solidale e che dia una vita degna a tutt3.

Per questo abbiamo commemorato, alla fontana di piazza castello, le vittime dell'ennesima strage nel mediterraneo. 

I nostri cuori sono con chi Ú sopravvissut3.


SMS Spazio di Mutuo Soccorso Coordinamento Dei Collettivi Studenteschi

Video intervento all'arrivo del corteo a palazzo Marino 







































giovedì 14 agosto 2025

Verdi Europa Verde. Bologna. Lettera aperta di Paolo Galletti a Angelo Bonelli

 Lettera aperta ad Angelo Bonelli

Di Paolo Galletti (fondatore dei Verdi italiani)

Ti scrivo come semplice iscritto ai Verdi di Bologna.

La città che mi ha eletto consigliere regionale dei Verdi  e poi deputato dei Progressisti e poi dell'Ulivo, componente Verde.

Nel 2016 ho contribuito a far rinascere i Verdi in città dopo che l'invasione noglobal con sostegno del nazionale, li aveva portati allo 0,8 per cento.

Nella tua intervista giochi su alcuni equivoci.

1Qui non Ú in discussione AVS alle politiche.

In quelle passate sei stato eletto nel collegio di Imola col sostegno dei Verdi di Bologna.

E alle regionali i Verdi di Bologna hanno espresso candidati con molte preferenze.

Qui si parla di elezioni comunali ed Ú normale che alleanze alle politiche non siano meccanicamente riproducibili alle comunali.

In città come Milano e Roma i 5 stelle non sono in maggioranza.

È così fragile AVS che se a Bologna non si fa per le comunali salta tutto?

Ma a Bologna esiste l'equivoco Coalizione Civica che avalla tutte le scelte antiambientaliste e le copre con una comoda ideologia para estremista.


2 Siamo per storia e statuto una forza federalista.

Quindi cosa ci azzecca una decisione congressuale per le politiche con una elezione comunale?

Oppure la deriva centralista e personalista ha inquinato anche i Verdi?

Abbiamo già vissuto con Pecoraro Scanio una deriva di questo tipo che ci ha portato quasi all'estinzione.


3 il massimalismo forse Ú di chi cementifica e consuma territorio con palazzoni,zone di logistica semplificata ,addirittura con una apertura di credito alle balle nucleari con i soldi buttati per il Brasimone.

Massimalisti i verdi di Bologna che alle primarie hanno appoggiato Isabella Conti,allora renziana,ma contro le colate di cemento?

Massimalisti o verdi di Bologna che per due anni hanno cercato una collaborazione con un Sindaco che negava ogni spazio fino a cacciarli dalla maggioranza?

Va a finire che anch'io che ho sostenuto i governi Dini,Prodi,D'Alema e Amato sarò tacciato di massimalismo.


4 Spero di aver equivocato quando alludi anche a Bologna a verdi capaci di governare.

Si pensa ad una massiccia sostituzione etnica  tesserando verdi domestici che si adeguano ad ogni scelta anti ecologista?

Qui non Ú in gioco alcun estremismo ma i valori fondanti dei Verdi ,delle loro battaglie,della loro storia che non di possono svendere in nome di un precario elettoralismo.

E il malessere non Ú limitato a Bologna :.da Piacenza a Rimini si attendono reazioni alle zone logistiche semplificate,vere colate di cemento e asfalto, allo spostamento delle zone di protezione dai fiumi, alla scelta nucleare..

Sono i temi dei verdi da sempre: altro che estremismo sinistroide.

Nessun calcolo elettorale può svendere queste battaglie.

Da co fondatore dei verdi nei primi anni 80 con Langer e Scalia ti metto in guardia:

ci sono limiti da non superare.

Altrimenti si crea una involuzione e al nome che sopravvive non corrisponde più il contenuto.

Paolo Galletti 



In memoria di Vittorio Barbanotti

 Dai social del Partito della Rifondazione Comunista 

Grazie Vittorio che ci hai insegnato a pedalare senza fermarsi mai

Pubblicato il 14 ago 2025

Stefano Galieni*

E in questa vigilia di Ferragosto ci ha lasciato il Compagno Vittorio Barbanotti, di Milano. Non un dirigente ma un militante di partito sin dalla sua fondazione, un uomo con una storia immensa, di quelle a cui spesso dovremmo tutte e tutti, imparare ad attingere. Nato, da famiglia operaia, 73 anni fa, sin da ragazzino ha dovuto contribuire a portare soldi a casa con ogni tipo di lavoro. Una vita, la sua che sarebbe dovuta diventare un libro, forse potrebbe ancora accadere visto che una parte me l’ha inviata poco più di un mese fa quando la malattia che lo ha ucciso si era già fatta sentire pesantemente. Nel PCI sin da giovanissimo e poi in Rifondazione, Vittorio ha fatto per alcuni anni parte del servizio d’ordine dell’allora segretario nazionale Fausto Bertinotti. Presto aveva scoperto, insieme alla politica, all’organizzazione sindacale in fabbrica, alla militanza che lo portò spesso ad essere apertamente critico verso comportamenti che riteneva inadeguati, l’amore per lo sport, quello che ti fa faticare, sudare, sentirti stanco da non riuscire a camminare. Dalle prime corse, iniziate quasi per caso, giunse a vincere a Milano medaglie e coppe, a correre le maratone, ad affrontare corse ancora più dure, perché aveva il fisico e la testardaggine necessaria per non arrendersi mai. Tante le battaglie che ricordava con vigore e determinazione sul fronte politico, teneva alla tessera del partito, alla appartenenza e alla militanza anche dopo che in tanti, per motivi più o meno validi, avevano abbandonato l’attività. Vittorio viveva ogni ingiustizia come se fosse stata commessa nei suoi confronti, fu fra i protagonisti mai alla ribalta nella lunga battaglia per la liberazione di Silvia Baraldini, fu presente e poi critico per la gestione del G8 a Genova e in tante altre manifestazioni.


Per Vittorio ognuno, per essere politicamente impegnato, doveva impegnarsi per quello che sapeva realmente fare. Non era uomo da lunghi discorsi teorici e da dotte analisi, scelse lo sport come strumento per far conoscere quella che ad ognuna/o di noi dovrebbe essere sempre concretamente al centro, la difesa, incondizionata dei diritti umani. Dovette lasciare la corsa di fondo per problemi cardiaci, gli era stato diagnosticato, quando ancora lavorava, un serio problema che lo avrebbe costretto ad un intervento e a dover rinunciare alla sua passione. Si operò nel 2008 ma poco tempo dopo la fase di riabilitazione, ebbe l’idea che potrebbe parere assurda di cimentarsi con la bicicletta. Per due volte, la prima nel 2015, arrivò a Strasburgo, al Parlamento Europeo, con il suo messaggio di denuncia verso tutte le ingiustizie e le discriminazioni, le violenze e le forme di sfruttamento. Le “pedalate longhe” condotte in solitaria, fra salite e discese, lo caricavano di passione e di determinazione. Incontrava persone, parlava, portava con se a volte la bandiera della pace, altre la Carta universale dei diritti dell’uomo e lo faceva con energia, ogni volta stupito di come fosse riuscito a vincere non solo i problemi cardiaci ma anche il diabete.


Nel 2019 prima del covid, realizzò un altro sogno. Una pedalata da Milano a Palermo, passando per i luoghi simbolo di un Paese per cui soffriva e ad ogni tappa, rabberciata alla meno peggio, conobbe persone disposte ad ascoltarlo, a trovargli ospitalità, ad offrite un pasto. Il 15 aprile del 2024 rifece lo stesso percorso, sostenuto soprattutto da compagne e compagni del nostro partito che ne apprezzarono la simpatia, la tenacia, il carattere a volte burbero ma perennemente aperto al sorriso e all’incontro. Aveva un linguaggio semplice che sfondava ogni barriera, che ti costringeva al confronto, che emanava contemporaneamente la saggezza di chi ne ha viste tante e la freschezza di chi ancora si stupisce di fronte al mondo e alle piccole meraviglie che ogni tanto riserva. La pedalata del 2024 fu all’insegna della lotta contro ogni guerra, contro la violenza di genere, contro le forme di prevaricazione che spesso vincono grazie all’indifferenza. Vittorio non conosceva il senso della parola “indifferenza”.


Aveva un sogno che non Ú riuscito a realizzare. Negli ottanta anni dalla Liberazione voleva fare una pedalata da Milano ad Auschwitz per ribadire quel “mai più” che pare dimenticato.


E fino a poco tempo fa ha continuato a crederci, a pensare che lui su quella bicicletta ci sarebbe tornato perché non bastava una malattia a fermare la lotta per qualcosa di infinitamente più importante.


Ho avuto il privilegio di conoscerlo, di apprezzarlo e di essere stato fra coloro che continuavano, anche se da lontano, a spronarlo a provare a tirargli su il morale.


Abbiamo perso un compagno speciale, come sono tutti i compagni e le compagne, che ci ha lasciato un insegnamento forse unico. Le nostre lotte, il nostro bisogno di cambiare il mondo, la nostra curiosità verso chi non si conosce, sono la metafora delle sue pedalate longhe.

Dovremmo pedalare ancora e per molto, ma ne vale la pena.

I funerali di Vittorio Barbanotti si svolgeranno sabato alle 11.00 presso la chiesa di S. Giuseppe Calasanzio via don Gnocchi (zona San siro)


*un compagno di Vittorio




martedì 12 agosto 2025

DopoPazzali. Il nuovo CDA di fondazione fiera

Da affari e imprese del primo agosto 2025.

Nel frattempo dei presunti 800.000 e dell'uso che ne Ú stato fatto, come delle persone scomparse prima di expo e tante situazioni che sembravano inspiegabili, pare assumano una logica, come l'inchiesta sull'urbanistica e il paradiso dei palazzinari e lo strano accordo con la fiera di Parma.

 Milano – Si Ú insediato oggi il nuovo Consiglio Generale di Fondazione Fiera Milano, guidato da Giovanni Bozzetti, che ha assunto il ruolo di Presidente come da delibera n. XII/1075 del Consiglio Regionale del 25 luglio scorso. Giovanni Bozzetti, classe 1967, Ú un manager con una lunga esperienza sia nel settore pubblico che privato. Ha ricoperto incarichi apicali in numerose aziende di rilevanza nazionale e internazionale, tra cui società quotate, dimostrando una solida competenza nei processi di governance aziendale e sviluppo internazionale. Ha ricoperto ruoli importanti anche nella Pubblica Amministrazione, già Assessore del Comune di Milano e di Regione Lombardia, Consigliere del Presidente del Senato e Consigliere del Ministro della Difesa. Esperto di marketing strategico e processi di internazionalizzazione Ú autore di pubblicazioni sui temi della valorizzazione del territorio e delle relazioni economiche internazionali. Insignito dell’Ambrogino d’Oro nel 2006, Ú professore universitario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Desidero innanzitutto ringraziare il Presidente Attilio Fontana, la Giunta e il Consiglio regionale della Lombardia, così come il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per la fiducia che mi Ú stata accordata. Un ringraziamento va anche a tutti gli stakeholder coinvolti, che saranno un punto di riferimento fondamentale durante il mio mandato, in una prospettiva sistemica che includerà tutte le realtà territoriali: industriali, commerciali, artigianali, agricole, cooperative, associative, insieme alle risorse umane, parte sostanziale e insostituibile di ogni impresa” ha dichiarato Giovanni Bozzetti, Presidente di Fondazione Fiera Milano. “Fondazione Fiera Milano svolge un ruolo strategico per lo sviluppo del territorio, della città e dell’intero sistema economico e sociale lombardo, con ricadute significative anche a livello nazionale. Ci attende una fase cruciale, segnata da sfide complesse ma anche da straordinarie opportunità: dalle Olimpiadi, fino alla realizzazione dell’immobile destinato a ospitare il nuovo centro di produzione della Rai. La Fondazione – ha proseguito il neopresidente – Ú un ente solido, con risultati finanziari positivi, pronto a rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di azionista attivo e propositivo di Fiera Milano, a proseguire nel sostegno al terzo settore e a valorizzare il proprio patrimonio. Insieme al Consiglio Generale, al Comitato Esecutivo e a tutte le persone che già operano all’interno della Fondazione, affronteremo questo percorso con passione, impegno e senso di responsabilità.” “Voglio esprimere le mie più sincere congratulazioni a Giovanni Bozzetti per la sua nomina a Presidente di Fondazione Fiera Milano. Sono certo che, grazie alla sua vasta esperienza e alla sua competenza, saprà portare avanti con successo il lavoro di questa istituzione fondamentale per il nostro territorio. Fondazione Fiera Milano si Ú affermata in questi ultimi anni come prezioso presidio istituzionale capace di accompagnare e rafforzare le strategie di Comune e Regione. Di questo ringrazio la governance uscente. – ha commentato Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia – Oggi Fondazione rappresenta un patrimonio strategico per Lombardia e per l’intero sistema economico nazionale, e sono sicuro che sotto la guida di Bozzetti continuerà a essere un punto di riferimento per lo sviluppo, l’innovazione e la crescita della nostra regione”. “Fondazione Fiera Milano Ú un partner e un interlocutore strategico per la città – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. A livello locale, nazionale e internazionale, stiamo attraversando un periodo denso di sfide da affrontare e di opportunità da concretizzare, a cominciare da quelle offerte dalle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali. In questo contesto, Fondazione Fiera Milano Ú chiamata a dare un contributo importante in termini di competenza, pragmatismo e lungimiranza nell’interesse della città e del Paese. Auguro, quindi, buon lavoro al presidente Bozzetti, ai vicepresidenti Corritore e Pierrakea e a tutti i membri del Consiglio Generale appena insediati. Sono certo che avremo modo di collaborare in maniera proficua e responsabile, valorizzando anche le tante realtà produttive e associative che fanno del nostro territorio un punto di riferimento in Italia e nel mondo”. Contestualmente alla nomina del Presidente, sono stati nominati i due vicepresidenti, Davide Corritore e Vasiliki Pierrakea. Insieme a loro fanno parte del nuovo Consiglio Generale di Fondazione Fiera Milano: Luca Bader, Umberto Bertolasi, Alvise Biffi, Giovanni Ciceri, Giuseppe Attilio Dadda, Massimo Dal Checco, Francesco De Lucchi, Giovanni Deleo, Andrea Dellabianca, Camilla Doni, Marcello Doniselli, Pietro Gagliardi, Giovanni Mantegazza, Giulia Martinelli, Raffaello Napoleone, Maria Luigia Partipilo, Guido Reggiani, Domenico Riga, Daniele Ripamonti, Flavio Sangalli, Raffaella Sella, Donato Valente, Stefano Venturi. Il Collegio dei Revisori Ú composto da: Andrea Bignami (Presidente), Marco Manzoli e Alessandro Crosti. Revisori supplenti: Vittorio Grazi, Mauro Milillo e Alberto Regazzini. La nomina del Consiglio Generale, che avrà la durata di tre anni, avviene a seguito del Decreto del Presidente della Regione Lombardia N° 373 del 31 luglio. Durante la riunione del Consiglio Generale presieduta dal neopresidente Giovanni Bozzetti sono stati nominati gli altri sei componenti (oltre al Presidente e ai due Vice Presidenti) del Comitato Esecutivo: Luca Bader, Alvise Biffi, Andrea Dellabianca, Massimo Dal Checco, Giulia Martinelli e Domenico Riga

venerdì 8 agosto 2025

Assemblea di Europa Verde Milano Città Metropolitana 21 9 2025

 Da febbraio, tanti iscritti verdi, in seguito al cosiddetto decreto salvaMilano, stanno chiedendo la convocazione di un assemblea straordinaria dei verdi della città metropolitana di Milano. 

"Tanto tuono', che piovve!"

Da agosto 2024, i verdi della Lombardia sono senza la coportavoce, in seguito alle dimissioni di Maurizia Punginelli (e di Balestrieri dell'esecutivo regionale) e da varie provincie lombarde Ú stata avanzata la richiesta di un assemblea regionale aperta a TUTTI gli iscritti. 

Il duo dei "plurincaricati" al servizio più di Sala che dei Verdi, cercano di recuperare con un assemblea "neutra" il 21 settembre. 

Questa la convocazione ricevuta dagli iscritti della città metropolitana di Milano.

Convocazione assemblea provinciale

Europa Verde Provincia di Milano

Alle iscritte e agli iscritti della provincia di Milano

Care iscritte e cari iscritti,

con la presente comunicazione

si convoca

l’Assemblea della federazione provinciale di Milano

per domenica 21 settembre alle ore 10

a Milano in via Sansovino n. 9

(sede Municipio 3, M1 Lima, M2 Piola)

per l’elezione di 57 delegati che parteciperanno, con diritto di voto, alla prossima assemblea della Federazione regionale di Europa Verde-Verdi Lombardia.

All’Assemblea provinciale avranno diritto di voto tutti i tesserati 2024 a Europa Verde della provincia di Milano, come risultano dagli elenchi della Federazione nazionale.

Per poter essere eletti delegati Ú necessario aver regolarizzato il proprio tesseramento per l’anno 2025 entro e non oltre il 15 settembre 2025.

Gli/le iscritti/e per essere ammessi/e al voto dovranno essere obbligatoriamente muniti/e di documento di identità e firmare l’apposito registro degli accreditati.

Modalità di presentazione delle liste candidati delegati e votazioni

Nessuna lista di candidati delegati può essere composta per più del 50% da persone dello stesso genere.

Le liste di candidati delegati non devono essere collegate ad alcuna mozione politica e vengono presentate direttamente in Assemblea da almeno 1/10 degli accreditati al momento della scadenza di presentazione di tali liste. Si può sottoscrivere una sola lista di candidati delegati.

I delegati vengono votati su lista bloccata; in caso di presentazione di più liste si procederà a votazioni per schede tra liste concorrenti alle quali si applicherà la distribuzione secondo la proporzionale pura.

Ai fini dell'esercizio di voto sarà possibile accreditarsi fino al momento della fine delle votazioni.


Ordine dei lavori

ore  10.00  apertura accredito iscritti;

ore 10.30 Insediamento presidenza e apertura del dibattito politico sulla situazione politica nazionale e territoriale;

ore 11.30 Chiusura temporanea accredito per il computo del numero di firme occorrenti per la sottoscrizione delle liste dei candidati delegati;

ore 11.45 Termine per la presentazione delle liste di candidati delegati e riapertura accredito;

ore 12.00 Inizio votazioni;

ore 16.00 Chiusura definitiva accredito e fine votazioni;

a seguire scrutinio e proclamazione dei delegati provinciali all’assemblea regionale.

A disposizione per qualsiasi chiarimento


I portavoce di Europa Verde-Verdi Provincia di Milano

Annamaria Scimone

Tommaso Gorini



Verdi di Milano, Via Maniago, 21, 20134 Milano Italia, Italia

Interessante!! Come Ú noto, dopo via Fiamma, i verdi hanno avuto sede in via Ampere, e dal 2016, l'unico riferimento dei Verdi della Lombardia Ú a Ossona e saltuariamente a Cinisello Balsamo.

Su Milano, l'operazione di affittare una pellicceria a 5000 euro al mese, sembrerebbe si sia fermata. 




lunedì 4 agosto 2025

Sorgenia Ranteghetta. Incontro al ministero 4.7.2025

 Dal fb istituzionale del comune di Marcallo con Casone 



Una interessante commedia. Cosa non fanno per due foto. Dalle interrogazioni, sappiamo che Sorgenia si era attivata e aveva sentito il sindaco di Ossona a febbraio. Perché Venegoni abbia tenuto nascosto tutto fino alla sera del 24 maggio, insieme al Pgt nascosto alla cittadinanza e al suo non voto (fuga) durante il consiglio comunale, non sono episodi neutri, ne legittimi. 

Arriviamo al progetto di un impianto di produzione di energia elettrica fotovoltaico in un PLIS parco locale di interesse sovracomunale, in prossimità del pasm parco agricolo sud Milano. 

La competenza Ú REGIONALE, basta modificare la legge sui parchi. 

I comuni hanno già depositato le osservazioni. 

Poi, c'Ú l'assoggettamento alla valutazione di impatto ambientale e infine, le conferenze dei servizi. 

viste stucchevoli interviste, dove Dracula vuole fare il presidente dell'AVIS , va ricordato il nuovo statuto del parco Sud Milano e i continui assalti al parco del Ticino, dalla vigevano magenta (a nemmeno 5 km da lì, la variante di Boffalora, anche, oltre alla terra dei fontanili da Corbetta ad Abbiategrasso) a cargocity in zona brughiera del Gaggio. 

Grazie al sindaco di Marcallo e ai 2400 cittadini che hanno firmato. 

Liberismo la Lombardia.

Liberare Marcallo il giugno sembrava impossibile, invece.  

Un plauso e buon ritorno 

Salviamo la campagna e diamo dignità ai parchi locali di interesse sovracomunale.